Il MIUR ha trasmesso la circolare n. 38905 avente per oggetto: “Anno scolastico 2019/2020 – Istruzioni e indicazioni operative in materia di supplenze al personale docente, educativo ed A.T.A”.

La suddetta circolare oltre a quanto già comunicato, ricorda anche l’iter da seguire per le supplenze sul sostegno:

1)   elenchi provinciali del personale specializzato;

2)   elenchi di prima, seconda e terza fascia delle graduatorie d’istituto, e laddove sia necessario si ricorre anche a quelli delle scuole viciniori;

3)   docenti specializzati che abbiano presentato istanza di inserimento attraverso la finestra semestrale regolamentata dal DM 666 del 15 luglio 2019;

4)   docenti specializzati che abbiamo presentato la MAD (si ricorda che possono presentare la MAD per una sola provincia i docenti che non risultino iscritti per posti di sostegno in alcuna graduatoria di istituto);

5)   In subordine alle assegnazioni provvisorie docenti privi di specializzazione inclusi nelle graduatorie di istituto, secondo l’ordine prioritario di fascia e incrociando le graduatorie se trattasi di scuola secondaria;

6)   MAD dei docenti non specializzati.

 

Per i Licei musicali e coreutici sono previsti accantonamenti per coloro che lo scorso anno hanno avuto l’incarico annuale o fino al termine delle attività didattiche per le nuove classi di concorso: questi ultimi possono presentare istanza per conferma sul posto o sulla quota oraria assegnata nell’a.s. 2018/2019.

Gli spezzoni pari o inferiori a 6 ore potranno esser dati a docenti già in servizio a patto che non derivino da frazionamento di posti o cattedre interi.

I diplomati magistrali cancellati dalla GAE per effetto di sentenza potranno essere inseriti in 2° fascia d’istituto tramite domanda cartacea (modello A1 e modello B per la scelta delle sedi).

 

Personale ATA Viene confermato:

•    che si può lasciare una supplenza al 30 giugno per una al 31 agosto, è anche consentito, prima della stipula del contratto, rinunciare ad uno “spezzone” per accettare una supplenza su posto intero sino al 30 giugno o 31 agosto

•    che la priorità nella scelta della sede (L. 104 artt. 21 e 33) si attiva solo all’interno del contingente di posti previsti

•    la validità delle due note ministeriali (2116/2015 e 10073/2016) che forniscono indicazioni ai Dirigenti scolastici per sostituire il personale assente anche in deroga alle norme generali.

intervista di Vincenzo Brancatisano

 

Elvira Serafini, il momento si è fatto delicato

“Il momento è delicato, direi anche critico. Speriamo che comunque il decreto legge sulla scuola possa andare avanti con la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. Speravamo che alla Camera ci potessero essere dei miglioramenti perché l’ultima versione noi non l’abbiamo vista. Ciò che è stato votato non l’abbiamo visto. Non ci saranno state modifiche da parte del Consiglio dei ministri ma attendiamo di conoscerlo”.

 

Intanto mancano dieci giorni al nuovo anno.

“Siamo fortemente preoccupati, abbiamo portato serie proposte ai tavoli tecnici, ora siamo in una situazione di stallo. Siamo alla vigilia dell’avvio dell’anno scolastico e ci ritroviamo con centocinquantamila cattedre vuote, libere. C’è stato uno svuotamento del personale docente e del personale Ata nelle nostre scuole. Di conseguenza siamo alle soglie del 1 settembre ed è naturale che siamo preoccupati. La preoccupazione è a trecentosessanta gradi. Siamo preoccupati non solo per i docenti ma anche per gli Ata. Ancora una volta ad affrontare le esigenze contabili di competenza dei Dsga ci devono pensare i facenti funzione. Avremmo voluto una corsia preferenziale per dare a queste persone la possibilità di diventare effettivi nel ruolo di Dsga per risolvere il problema che è drammatico. Una scuola può funzionare quando tutti i segmenti funzionano. Sono tasselli importantissimi. Non vanno sottovalutati i collaboratori, i tecnici, gli assistenti amministrativi, gli educatori, ognuno ha una funzione importante per funzionamento della scuola. Siamo preoccupati per gli stessi Dsga, il concorso non è bastato portato a termine, e per i dirigenti scolastici. La situazione è davvero critica”.

 

Se non altro si sta procedendo con le immissioni in ruolo, approvate dal governo.

“Queste immissioni non riescono a tamponare il problema perché non riescono a soddisfare il fabbisogno reale. Il loro numero non è adeguato al momento. Le immissioni in ruolo non riescono a soddisfare il vuoto lasciato dalle cattedre libere e disponibili che si sono create nell’arco di questo periodo, non coprono il fabbisogno. Abbiamo chiesto più volte l’adeguamento dell’organico di fatto all’organico di diritto. Ma a tutt’oggi l’obiettivo non è andato in porto”.

 

Paradossalmente in alcune regioni, come il Molise, non si riesce a trovare insegnanti di matematica, informatica e di altre materie scientifiche da immettere in ruolo e le immissioni andranno a vuoto.

“Questo è un grave problema. Un problema causato dalla eccessiva rigidità del sistema di reclutamento che non consente ai docenti di scegliere sedi di altre regioni rispetto a quella prevista dalla legge. Avevamo chiesto la stessa cosa, e cioè di poter scegliere a domanda un’altra regione, anche per il concorso straordinario per la primaria e per coloro che lo avevamo superato nel 2016 e del 2018. Ci vorrebbe un sistema meno imbrigliato su canoni tradizionali e più fluido, che consenta una gestione appunto più fluidità del problema. Basterebbe talmente poco. Si potrebbe così anche fornire una buona opportunità a tutti quei docenti che si ritengono per così dire ingabbiati di spostarsi. In questo modo si soddisferebbero, da un lato, le esigenze personali e si migliorerebbe il servizio e, dall’altro, si libererebbero numerose cattedre. Ad essere ingabbiato è l’intero sistema. Basterebbe creare dei decreti legge capaci di rendere più semplice e fluido il reclutamento”.

 

I vuoti di organico saranno stati aggravati dai pensionamenti. Sono numeri importanti i numeri di quota cento, a conti fatti?

“Sì, li avevamo previsti. Avevamo chiesto proprio per questo un tavolo di concertazione. Ci sono inoltre ritardi perché l’esame delle pratiche è stato affidato alle segreterie delle scuole segreterie, spesso non formate su questa nuova incombenza”

 

Questo cosa comporterà nella pratica?

“A settembre avremo numerose supplenze e dovremo ripartire con un numero elevato di precari e anche con personale chiamato con le MAD (le messe a disposizione da parte di personale privo di titoli, ndr.) Dunque il precariato non lo abbiamo superato, lo abbiamo semmai aggravato. Poi quando vogliamo immettere in ruolo tutte queste persone il processo diventa lungo e s’infittiscono le problematiche opposte dalle fazioni politiche che non accettano la semplificazione. Il precario, insomma, fino a quando fa funzionare la scuola va bene, poi però problemi sorgono quando invece noi sindacati vogliamo trovare soluzioni per facilitare il loro inserimento a tempo indeterminato. La storia va avanti da troppo tempo ed è un problema che dovremo affrontare con il nuovo ministro, se ci sarà un cambio”.

 

Ha idea di chi possa essere il nuovo ministro dell’istruzione?

“Non ipotizzo nulla. Desidererei una continuità seria e l’attuazione dei punti della nostra intesa del 24 aprile. Abbiamo un contratto scaduto, c’è una esigenza reale di lavorare finalmente su un atto di indirizzo. Abbiamo avuto finora solo un tavolo tecnico, dopo di che ci siamo fermati. La Ragioneria dello Stato ci ha appena detto che gli stipendi della scuola italiana sono i più bassi. Proposte su un nuovo contratto non ne ha fatte, ma noi faremo la nostra parte. Altri punti dell’intesa sono i Pas, un esame attento delle esigenze del personale Ata, un concorso agevolato per i facenti funzione Dsga, permettere ai dottori di ricerca di poter sostenere l’abilitazione per una classe di concorso, punto controverso, questo, ma poi si è capito che molti di questi dottori hanno anche formato i docenti”.

 

Torniamo ai dirigenti scolastici. Dopo un concorso sofferto, appena concluso, molti neodirigenti stanno rinunciando alla nomina, perché chiamati fuori dalla regione di residenza. È vero?

“Si, è vero. Molti preferiscono restare docenti in sede, piuttosto che andare a fare i dirigenti fuori”.

 

Secondo lei è stato un errore fare un concorso su base nazionale e non regionale?

“È stato un errore. Ci troviamo di fronte a un numero elevato di dirigenze scoperte, computate nell’anno scolastico 2016-2017, ma oggi il numero è triplicato, e ora ci ritroviamo pure con dirigenti che stanno rinunciando alla sede. C’è una gravissima criticità. Aumenteranno le reggenze e un conto è essere dirigenti, un altro conto è avere una reggenza e magari più reggenze. Glielo dico sul serio: questo è un momento di grande criticità per la scuola. E la scuola è un asse portante dello Stato. È il midollo dello Stato, qui si forma il cittadino. Si educano i giovani al pensiero critico, alla democrazia. Quando viene meno la scuola diventa un problema per il Paese. Ci auguriamo che comunque vada si possa lavorare con serietà e arrivare alla stabilizzazione di tutto il sistema scuola. Un sistema che sia funzionale alle esigenze del cittadino”.

 

Intanto si pensa alla regionalizzazione e all’educazione civica.

“Ci sono altri problemi per il governo in questo momento. Per noi la regionalizzazione dell’istruzione sarebbe gravissima. Siamo convinti per una scuola nazionale”.

 

E l’educazione civica? È stata “introdotta” per legge ma si è appena scoperto che la legge sarà pubblicata in tempo non utile perché la novità entri in vigore nell’anno scolastico che sta per iniziare.

“Si è sempre fatta, l’educazione civica. Ci auguriamo che venga dato un pacchetto su come e chi deve fare cosa. Finora tutti i docenti hanno fornito un contributo sulla materia, però sarebbe auspicabile che nei programmi futuri ci fosse un pacchetto orario ben preciso definendo chi dove e quando. L’approvazione della legge per introdurre nuovamente l’insegnamento scolastico di educazione civica era stata accolta dal sindacato Snals come una risposta altamente positiva di fronte a un panorama generale sempre più carente di etica sociale, venutosi a creare negli ultimi anni. La mancata pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, nei termini utili per consentirne l’introduzione sin dal prossimo, ne comporta lo slittamento all’anno scolastico 2020/21, a meno di funamboliche operazioni per porvi rimedio. Lo Snals resta fortemente amareggiato di fronte a tale scelta – o dimenticanza – che penalizza il percorso formativo dei futuri cittadini. Rimane la consolazione che, nelle more dell’introduzione della legge, secondo me essa possa essere oggetto di migliorie in alcuni punti in essa presenti come, ad esempio, assenza di un monte ore aggiuntivo con individuazione di uno specifico docente”.

Decreto precari, un primo passo avanti importante. Ora la politica si assuma la sua responsabilità

 

L’approvazione del decreto che dà attuazione all’intesa su reclutamento e precariato è un fatto importante, nonostante le riserve che ancora permangono in una parte della maggioranza e che spiegano la formula (“salvo intese”) con cui il Consiglio dei Ministri ha licenziato il provvedimento. Un concreto passo avanti è stato fatto, ora è necessario che il decreto venga pubblicato e approvato in tempi brevi, senza cambiamenti sostanziali, e includendo anche la previsione di un concorso riservato ai facenti funzioni DSGA, in coerenza con i contenuti dell’intesa. Difficile comprendere le ragioni per cui si insiste, da parte di esponenti di maggioranza, sull’introduzione di step selettivi più rigidi rispetto a quelli comunque già previsti per tutte le procedure, sia per quelle concorsuali che per i PAS, molto impegnativi e soggetti a valutazione. È una posizione che appare connotata in senso ideologico e che trascura un fatto sostanziale: i destinatari delle misure scaturite dal confronto sindacati MIUR sono persone che hanno già maturato nelle nostre scuole una consistente esperienza di lavoro, è grazie a loro se si sono potute svolgere le attività didattiche in decine di migliaia di classi, il che avrebbe reso possibile anche il riscontro di eventuali impreparazioni o incompetenze.

Non è accettabile che il sistema scolastico utilizzi in modo ricorrente quote abnormi di lavoro precario, in spregio alle norme europee, senza riconoscere in alcun modo l’esperienza maturata: una lacuna che l’intesa sindacati MIUR ha voluto colmare, coniugando i diritti dei precari e l’interesse al buon andamento del sistema scolastico, in particolare con la copertura stabile dei posti disponibili in are territoriali nelle quali le graduatorie a esaurimento e quelle di merito sono da tempo esaurite e non sarebbero possibili assunzioni a tempo indeterminato.

In tale contesto, vanno assicurate le priorità di scorrimento dei Concorsi 2016 e 2018, con l’obiettivo di coprire tutti i posti disponibili e vacanti nel rispetto delle aspettative dei candidati.

L’approvazione del decreto senza stravolgimenti rappresenta in questo momento una precisa priorità, fermo restando che una valutazione di merito complessiva sarà possibile solo leggendo il decreto in G.U. il 28 agosto, così come sarà anche necessario incrementare e attivare ogni ulteriore confronto con il MIUR e con le Commissioni Parlamentari a cui chiederemo di essere ascoltati. Il nostro impegno comunque prosegue perché sia data piena attuazione a tutto ciò che prevede l’intesa del 24 aprile a Palazzo Chigi e a quelle definite ai tavoli tematici di confronto cui è stata affidata la puntuale declinazione dei suoi contenuti, tra cui quelli riguardanti una diversa politica degli organici e delle assunzioni del personale ATA.

Più in generale, chiediamo al Governo di rispettare, nella prossima legge di stabilità, l’impegno di assicurare le risorse aggiuntive necessarie per un rinnovo contrattuale che riconosca in modo adeguato il valore di tutte le professionalità operanti nel comparto dell’istruzione e della ricerca.

Roma, 7 agosto 2019

Flc  CGIL

Francesco Sinopoli

CISL FSUR

Maddalena Gissi

UIL Scuola Rua

Giuseppe Turi

SNALS  Confsal

Elvira Serafini

GILDA Unams

Rino Di Meglio

SNALS

Si è svolto in data 07 agosto 2017 l’atteso incontro al Miur, presso la Direzione Generale per le Risorse Umane e Finanziarie, per l’informativa sull’Ipotesi di CCNI FMOF (Fondo Unico per il Miglioramento dell’Offerta Formativa) a.s. 2019/2020.

La somma complessiva delle risorse da ripartire tra i vari istituti contrattuali è di 800.860.000,00 euro.

La bozza di Ipotesi di CCNI presentata dall’Amministrazione alle OO.SS. non si discosta molto dal contratto precedente eccezion fatta per le seguenti modifiche:

  1. i criteri per l’assegnazione delle risorse per i progetti delle aree a rischio ai CPIA;
  2. l’esclusione dal testo delle risorse destinate ai compensi accessori per il personale scolastico utilizzato e comandato ex art. 86 CCNL 2007 (andrà sottoscritto un contratto separato);
  3. i parametri di organico per gli ex co.co.co.

La sottoscrizione della nuova Ipotesi per l’a.s. 2019/2020 è stata rimandata al 12 settembre in attesa della certificazione delle risorse da parte dall’UCB (Ufficio Centrale di Bilancio). L’Amministrazione ha, poi, fornito i seguenti dati sulle risorse ed i contratti pregressi:

  • tutti i soldi FMOF spettanti alle scuole e ritirati a dicembre sono stati resi disponibili;
  • le economie 2017/2018 sono in corso di registrazione;
  • le somme del FIS 2018/2019 sono state accreditate il 6 agosto 2019;
  • l’Ipotesi di CCNI sulle economie 2015/2016 è stata registrata e le somme spettanti del 2015/2016 e del 2016/2017 saranno distribuite alle scuole a settembre 2019.

La delegazione dello SNALS-Confsal ha chiesto di poter sottoscrivere al più presto il CCNI al fine di mettere le scuole nelle condizioni di poter avviare a settembre le contrattazioni e di incrementare il FMOF col prossimo contratto nazionale.

personale ata

Si è svolto il giorno 7 agosto 2019 alle ore 15,30, presso la Direzione Generale del personale del MIUR Uff 5, un incontro sulle immissioni in ruolo del personale ATA. L’incontro era stato chiesto in via di urgenza ed unitariamente dalle OO.SS..

L’amministrazione era rappresentata dal dott. Serra.

Per le immissioni in ruolo l’amministrazione ha comunicato che, con DM 725 del 7 agosto 2019, sono state autorizzate 7759 assunzioni più 113 posti derivanti dalla trasformazione a tempo pieno dei 226 contratti a tempo parziale degli ex co.co.co per un totale di 7872 contratti a tempo indeterminato, i quali saranno resi disponibili dopo le utilizzazioni e assegnazioni provvisorie. I 2004 posti di Dsga sono accantonati per il concorso e non potranno essere utilizzati per eventuali compensazioni con altri profili.

La dotazione organica aggiuntiva degli ex co.co.co non potrà essere utilizzata per il conferimento di contratti a tempo determinato. In caso di rinuncia dell’avente titolo alla trasformazione a tempo pieno il relativo posto viene accreditato alla graduatoria nazionale di cui alla legge 205/17.

Gli impegni assunti con l’intesa del 24 aprile non trovano conferme nelle scelte concrete.

A fronte dei circa 17000 posti disponibili le immissioni in ruolo autorizzate non coprono nemmeno le esigenze del turn over.

Siamo ben lontani da quel piano di assunzioni straordinarie da noi richiesto nell’intesa del 24 aprile sottoscritta dal Presidente del Consiglio alla presenza del ministro Bussetti.

Per non parlare dell’assenza di risposte adeguate alla richiesta unitaria di stabilizzazione degli assistenti amministrativi facenti funzione di Dsga.

Lo Snals avvierà la mobilitazione della categoria e dei precari per costringere il governo e l’amministrazione al rispetto degli impegni assunti e sottoscritti.

Allegati:

Una precisa richiesta di intervento inviata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e una conferenza stampa fissata per le 12,00 di martedì 6 agosto, all’Hotel Nazionale di Roma: sono le iniziative promosse dai sindacati Istruzione e Ricerca per chiedere l’applicazione dell’intesa del 24 aprile scorso e sbloccare così la situazione di impasse che si è creata sul decreto precari.

Nei giorni scorsi il Mef ha autorizzato 53.627 assunzioni di docenti, 5mila in meno rispetto a quelle richieste.

Ad oggi, il decreto che dovrebbe dare il via al concorso riservato per l’assunzione di migliaia di precari non è stato ancora presentato in Consiglio dei Ministri.

FLC CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams chiedono al Premier Conte che sia data piena attuazione all’intesa, a partire dalle misure straordinarie per superare il precariato del personale docente e ATA, compresi facenti funzione DSGA, risorse aggiuntive per il prossimo rinnovo contrattuale.

«Non ci rassegniamo al fatto che in Italia si investa sempre meno per il sistema di istruzione e ricerca – sottolineano i segretari generali dei cinque sindacati di categoria – rispetto alla media europea».

In assenza di un provvedimento urgente si profila un anno scolastico all’insegna delle supplenze e con un terzo delle scuole senza direttori amministrativi.

Al 1° settembre 2019, i posti da coprire saranno circa 150 mila e, in assenza di provvedimenti urgenti, la Commissione europea darà seguito all’ennesima procedura di infrazione già aperta contro l’Italia per abuso di contratti a tempo determinato.

La copertura con contratti a tempo indeterminato di tutti i posti disponibili e per tutte le professionalità rappresenta una misura indispensabile per assicurare la qualità del sistema.

«Al premier Conte con il quale chiediamo di confrontarci prima del prossimo CdM – concludono i segretari generali dei cinque sindacati di comparto – ricordiamo il valore dell’intesa sottoscritta con i rappresentanti di un milione e 200 mila dipendenti del comparto, che porta la sua firma».

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Aula del Senato, nella 141ª Seduta di giovedì 1 Agosto 2019 – ha approvato definitivamente, con 193 sì e 38 astenuti, il ddl n. 1264 sull’educazione civica nella scuola primaria e secondaria. Il testo definitivo non è ancora stato pubblicato.

L’insegnamento sarà previsto nel curricolo di Istituto per un numero di ore annue non inferiore a 33 da svolgersi all’interno del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti.

La legge prevede comunque che sia possibile utilizzare la quota di autonomia utile per modificare il curricolo.

L’insegnamento dell’educazione civica sarà affidato, anche in contitolarità, a docenti della classe e, ove disponibili, a docenti abilitati  nell’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche.

Per ciascuna classe, tra i docenti cui è affidato l’insegnamento, è individuato un coordinatore.

Il coordinatore, tra i suoi compiti, avrà quello di formulare la proposta di voto in decimi, acquisendo elementi conoscitivi dagli altri docenti interessati dall’insegnamento.

Non sono previsti compensi per svolgere il ruolo di coordinatore, eccetto i casi in cui non siano stabiliti dalla contrattazione d’istituto con oneri a carico del FIS.

In particolare, si insegneranno: Costituzione italiana; istituzioni nazionali, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale; agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; educazione alla cittadinanza digitale; elementi fondamentali di diritto, con particolare riferimento al diritto del lavoro; educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari; educazione alla legalità; educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni.

Il Miur dovrà emanare delle Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica che individueranno specifici traguardi per lo sviluppo delle competenze e obiettivi specifici di apprendimento, con riferimento alle tematiche sopra indicate.

Nel testo vengono declinate conoscenze e abilità riguardanti l’educazione digitale, da sviluppare con gradualità e tenendo conto dell’età degli studenti.

E’ prevista inoltre l’istituzione della “Consulta dei diritti e dei doveri dell’adolescente  digitale“, che opera in coordinamento con il Tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del  cyberbullismo, previsto dall’articolo 3 della L. 71/2017.

La composizione della Consulta sarà stabilità con apposito decreto del Miur, tenendo conto di quanto già stabilito nel testo di legge:

è assicurata la rappresentanza degli studenti, degli insegnanti, delle famiglie e degli esperti del settore; un componente è espresso dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.

La legge si propone anche di rivedere il Patto Educativo di Corresponsabilità e di estenderlo alla scuola primaria, rafforzando la collaborazione tra scuola e famiglia.

Il Miur dovrà istituire l’Albo delle buone pratiche di educazione civica, al fine di condividere e diffondere soluzioni organizzative ed esperienze di eccellenza messe in atto dalle scuole.

E’ previsto infine un concorso nazionale, con cadenza annuale, per la valorizzazione delle migliori esperienze in materia di educazione civica, per ogni ordine e grado di istruzione.

Ogni due anni, il Miur dovrà presentare al Parlamento una relazione sull’attuazione della legge, anche al fine di un’eventuale modifica dei quadri orari volta a introdurre un’ora di insegnamento specificamente dedicata alla materia.

In data 2 agosto 2019, sul sito web dell’Ambito Territoriale per la provincia di Bari, sono state pubblicate le graduatorie definitive ad esaurimento del personale docente di cui al D.M. 374 del 24/704/2019 per il triennio 2019/2022, posto comune e di sostegno, di tutti gli ordini di scuola.

Si invitano tutti gli interessati a prenderne visione, ricordando che la mancanza del nominativo nel relativo elenco ha efficacia dichiarativa di esclusione degli aspiranti.

La nota del 02.08.2019 n. 12991 ribadisce che per effetto dal D.Lgs. 196/2003, così come modificato ed integrato dal D.Lgs. 101/2018, gli elenchi pubblicati non contengono dati personali e sensibili che concorrono alla costituzione degli stessi. Tali dati possono essere visualizzati da ciascun docente sul sito del MIUR nella sezione Istanze on line.

Per consultare i nominativi dei singoli elenchi di tutti gli ordini di scuola, si rinvia al link ufficiale: USPBari.

 

Le organizzazioni sindacali rivendicano il rispetto di tutti gli impegni assunti da parte del Governo e annunciano, in assenza di risposte, il ricorso a iniziative di mobilitazione a partire dal mese di settembre. Comunicato unitario

 

Servono scelte di investimento e politiche mirate che valorizzino socialmente ed economicamente tutte le figure professionali del comparto istruzione e ricerca

 

Di fronte alla palese crisi culturale, sociale ed economica in cui versa il Paese, l’istruzione rappresenta una condizione decisiva per risalire la china e recuperare terreno sulla strada dello sviluppo. Mortificare il settore dell’istruzione, continuando a sacrificarlo per fare cassa, come parrebbe a giudicare dal taglio di 5mila cattedre operato dal MEF sui complessivi 58.627 posti richiesti dal MIUR, non va certamente nella direzione della crescita di cui il Paese ha bisogno.

La copertura con contratti a tempo indeterminato di tutti i posti disponibili e per tutte le professionalità, rappresenta una misura indispensabile per assicurare la qualità del sistema. Tutte le problematiche tuttora aperte e relative al personale docente e ATA debbono trovare una rapida soluzione.

Occorrono, inoltre, scelte di investimento a tutti i livelli e politiche mirate che valorizzino socialmente ed economicamente le figure professionali che lavorano nel comparto, a partire da un deciso investimento rivolto al Sud del Paese. Riconoscere il giusto valore alle diverse professionalità operanti nel mondo dell’istruzione contribuisce all’affermazione di quel modello di scuola inclusivo, bene comune che appartiene al Paese, comunità fondata su solidi principi educativi e sui valori condivisi propri della nostra Costituzione.

FLC CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams chiedono che sia data piena attuazione all’intesa stipulata il 24 aprile scorso a Palazzo Chigi, con la quale il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è impegnato sul fronte dell’autonomia, del precariato e anche del rinnovo contrattuale, promettendo nella prossima legge di Stabilità lo stanziamento delle risorse indispensabili per un significativo incremento degli stipendi di tutto il personale del comparto istruzione e ricerca.

Le organizzazioni sindacali rivendicano il rispetto di tutti gli impegni assunti da parte del Governo e annunciano, in assenza di risposte, il ricorso a iniziative di mobilitazione a partire dal mese di settembre.

Roma, 31 luglio 2019

Flc  CGIL

CISL FSUR

UIL Scuola Rua

SNALS  Confsa

GILDA Unams

Francesco Sinopoli

Maddalena Gissi

Giuseppe Turi

Elvira Serafini

Rino Di Meglio

Allegato:

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In data 30/07/2019, presso il Miur, il Capo Dipartimento, dr. Carmela Palumbo, ha dato la parola ai funzionari dell’INPS, intervenuti per relazionare sul andamento delle certificazioni diritto a pensione personale comparto scuola 2019. Il dr. Pallotta ha presentato sinteticamente i dati relativi all’andamento della certificazione da parte dell’Inps del diritto a pensione, aggiornati al 29 luglio. Le certificazioni relative a domande accolte positivamente sono 41.999. Si tratta del 99,64% della cosiddetta “prima platea” (vecchiaia, opzione donna…), (domande presentate entro il 12 dicembre 2018) e del 94,79% della cosiddetta “seconda platea”, (domande presentate entro il 28 febbraio 2019) che comprende prevalentemente le “quota 100”.

Estratto del documento INPS:

In allegato il documento completo dell’INPS: Certificazioni_scuola 2019

Sull’argomento provvedimento concessione diritto a pensione vedi anche il nostro precedente articolo del 27 luglio 2019.