L’intervista a Elvira Serafini su OggiScuola.com

Diplomati Magistrale. Dopo la sentenza gemella del CdS si attende la Cassazione il 12 marzo. Quale secondo il sindacato è la soluzione più idonea per le maestre?

SERAFINI Il Consiglio di Stato, a Sezioni riunite, ha pronunciato un’altra sentenza relativa al complesso problema dei diplomati magistrali. La sentenza riconferma, sostanzialmente, quanto già deliberato a novembre 2018.

In attesa della pronuncia della Cassazione, la cui udienza è fissata per il 12 marzo, coloro che hanno una supplenza annuale sulla base del Decreto Dignità devono poterla proseguire in virtù della norma che prevede l’applicazione di sentenze passate in giudicato entro quattro mesi dalla data del giudizio.

È evidente che questi colleghi parteciperanno al concorso riservato straordinario, che dovrà concludersi con le graduatorie regionali pubblicate entro il prossimo 30 luglio.

Come si vede ci sono diversi passaggi ancora da realizzare e, pertanto, lo Snals Confsal ha chiesto al Ministero l’emanazione di una nota che precisi quanto sopra e di operare affinché i tempi delle procedure concorsuali vengano rispettati onde evitare la vanificazione dei provvedimenti fin qui adottati, cosa che sarebbe veramente drammatica per gli interessati.

 

Terza Fascia. Dopo le promesse del Senatore Pittoni ora si dà il contentino dei punti extra al concorso. Si poteva optare per una soluzione diversa per chi ha decenni di precariato alle spalle?

SERAFINI Sono anni che lo Snals Confsal denuncia la mancanza di una seria politica del personale, non solo dal punto di vista retributivo ma anche professionale. Il precariato storico è un’anomalia della scuola italiana che va decisamente eliminato. La politica ha dato e dà ancora risposte parziali e molte volte ingiuste, cercando un incerto equilibrio tra interessi contrapposti anche tra gli aspiranti docenti.

Sta di fatto che nell’ultima tornata di immissioni in ruolo più del 50% delle cattedre disponibili non è stato assegnato. Ci sono ancora 100 mila cattedre da coprire e necessitano di norme urgenti sul reclutamento che consentano l’assegnazione di tutti i posti a chi ne ha diritto. Il nostro sindacato ritiene che sia necessaria un’azione decisa in favore dei docenti precari che da anni lavorano con contratti a termine. Dopo 36 mesi di rinnovi contrattuali a tempo determinato i precari hanno diritto a essere assunti a tempo indeterminato, secondo la direttiva europea 1999/70/CE.

La vera soluzione sarebbe quella di coprire tutte le vacanze di posti che devono essere calcolati su base triennale e senza distinzione tra organico di diritto e di fatto. Il salto di qualità della scuola sarebbe, dunque, possibile con un riconoscimento adeguato del servizio prestato in condizione di precarietà, il progressivo svuotamento delle Gae e con uno svolgimento regolare dei concorsi sia per posti ordinari sia per il sostegno. Una seria programmazione e il rispetto dei tempi è essenziale per la scuola.

 

Classi pollaio. Si torna a discutere alla Camera sull’annoso problema, ma a monte mancano le risorse finanziarie. È ancora il caso di parlarne?

SERAFINI Il problema del sovraffollamento delle classi è reale e attuale. Tocca da vicino tutti coloro che hanno a che fare con le istituzioni scolastiche: alunni, famiglie, docenti, dirigenti e personale ATA. Classi affollate pregiudicano la qualità della didattica e la tutela della sicurezza. L’incremento del rapporto alunni/classe previsto dal D.L. 25/6/2008, n. 112, ha anche comportato una riduzione dell’organico di circa 87000 docenti, tutto questo è avvenuto senza un contestuale intervento normativo per la riqualificazione degli edifici scolastici.

Lo Snals Confsal, in VII Commissione alla Camera dei Deputati nei giorni scorsi, si è espresso a favore della proposta di legge Azzolina sulla formazione delle classi, che tende a ridurre il numero di alunni per classe. Abbiamo fatto rilevare, però, delle criticità che possono essere corrette innanzitutto prendendo in considerazione un elemento sfuggito al legislatore: una classe è sovraffollata in ragione della capienza dell’aula. In un’aula molto piccola anche 21-22 studenti possono essere troppi.

Se Lei mi chiede se ci vorranno nuove aule, Le rispondo che il problema non è irrisolvibile; ci sono spazi dismessi in questi dieci anni di applicazione del D.L. 112/2008 che possono essere ripristinati.

 

Autonomia scolastica. La regionalizzazione aumenta il divario tra Nord e Sud oppure la scuola è pronta alla tanto amata proposta del Governo?

SERAFINI La regionalizzazione, o meglio l’autonomia differenziata è prevista dalla Costituzione consentendo l’attribuzione, a singole regioni, di ulteriori forme di autonomia in tutte le materie di legislazione concorrente e in tre materie di legislazione statale: istruzione, ambiente e giustizia di pace. Questo nuovo assetto istituzionale implica una serie di problemi di natura politica ed economica di cui attualmente è difficile prevedere la portata e le conseguenze. Il tema è d’interesse generale, è per questo che, prima di entrare nel merito delle singole proposte delle regioni che hanno avanzato richiesta in tal senso, è necessario aprire nel paese e in parlamento un dibattito pubblico.

Fondamentali, innanzitutto, sono la definizione di un quadro generale di norme e criteri, anche per quanto riguarda il federalismo fiscale, e dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale anche in materia di istruzione e che devono concorrere a superare quei divari già esistenti tra aree geografiche del nostro paese e riguardanti gli esiti formativi, il tempo scuola, l’adeguatezza delle strutture e i servizi resi dagli enti locali.

Sono convinta che la presa di posizione del sindacato a sostegno dell’unitarietà del sistema dell’istruzione e della ricerca sia servita a mettere a fuoco i punti critici di questo processo che deve avere la massima trasparenza e condivisione, che al momento sono del tutto mancate.

 

Ampia unità dei sindacati sulle emergenze della scuola. Decisa la mobilitazione.

No alla regionalizzazione, rinnovo del contratto, lotta alla precarietà, situazione del personale ATA

Unite su obiettivi comuni le organizzazioni sindacali più rappresentative del mondo della scuola, dell’università e della ricerca avviano una fase di iniziative organizzate insieme su temi diversi, individuati come vere emergenze, a partire dalle azioni di contrasto alle ipotesi di regionalizzazione del sistema scolastico. Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e Gilda Unams ritengono che quella attuale sia una fase straordinaria e cruciale nella quale è indispensabile rilanciare con forza la valenza strategica del sistema di istruzione, rivendicando significativi investimenti per la valorizzazione delle professionalità e la stabilità del lavoro, condizioni necessarie per assicurare al Paese una scuola di qualità. Obiettivi irrinunciabili da perseguire con un’azione incisiva e determinata. Nei prossimi giorni verrà definito un piano dettagliato di iniziative di mobilitazione, puntando a raccogliere il massimo di unità e compattezza della categoria.

Tante e di grande rilievo le questioni sul tappeto. In primo luogo i progetti di regionalizzazione del sistema di istruzione, contro cui nelle scorse settimane sono scesi in campo sindacati e associazioni, di diversa ispirazione, uniti nel rivendicare la salvaguardia del carattere unitario e nazionale del sistema scolastico, come risorsa posta a garanzia del pieno esercizio dei diritti di cittadinanza indicati nella Costituzione.

C’è un’emergenza salariale, affermano i segretari generali, che si trascina da tempo; trattamenti economici inadeguati a riconoscere l’importanza e il valore del lavoro nei settori della conoscenza determinano una situazione che vede il nostro Paese in pesante svantaggio rispetto alla media delle retribuzioni europee, come attestato più volte da indagini e ricerche internazionali. Le scelte fatte con la legge di stabilità per il 2019 negano ad oggi la possibilità di compiere, col rinnovo del contratto, un passo significativo in direzione di un riallineamento retributivo alla media europea: smentiti ancora una volta impegni e promesse, che non hanno alcuna credibilità se non trovano riscontro in precise e concrete scelte di investimento.

Continua e si aggrava l’emergenza precariato. Il ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato non si è affatto ridotto negli ultimi anni, nonostante ripetuti interventi legislativi in materia di reclutamento. Occorrono soluzioni che consentano da subito la stabilizzazione dei rapporti precari sia nell’area del personale docente che del personale ATA. Non è in gioco solo il diritto al lavoro di tante persone, è la stessa regolarità del servizio che rischia ogni anno di essere compromessa.

Un’altra emergenza riguarda il personale ATA, costretto a carichi di lavoro crescenti e sempre più gravosi, con organici inadeguati e ricorso abnorme, anche in questo settore, a contratti a termine. Pesano norme che ostacolano o impediscono la sostituzione del personale quando si assenta, si accumulano sugli uffici di segreterie incombenze di ogni genere, spesso senza adeguato supporto in termini di strumentazione.

 

Roma, 7 marzo 2019

Flc CGIL                     CISL SCUOLA              UIL SCUOLA RUA              SNALS Confsal                GILDA UNAMS

L’Amministrazione ha diffuso una informativa sulle pensioni facendo presente che i posti relativi alle oltre 16.000 domande di pensionamento non saranno disponibili per i trasferimenti a causa dei tempi di certificazione da parte dell’Inps, che, orientativamente, ha previsto entro il mese di agosto.

Lo Snals ha contestato fortemente il ritardo nelle procedure dell’Inps, chiedendo che vengano espletati tutti gli adempimenti in tempi utili per la mobilità.

L’Amministrazione ha, poi, consegnato tre prospetti riepilogativi contenenti il numero delle domande presentate per la pensione ordinaria, con scadenza 12 dicembre 2018, il numero delle domande presentate per “quota cento“, per “opzione donna“ e per altre categorie, con scadenza 28 febbraio per quanto attiene al personale docente, educativo ed ata, ed il numero delle domande di pensione dei Dirigenti scolastici.

Inoltre, lo Snals ha chiesto un tavolo tecnico tra le OO.SS., la Dirigenza nazionale dell’Inps e l’Amministrazione, per individuare procedure, sinergie ed eventuali forze aggiuntive di personale da impiegare per semplificare ed accelerare le operazioni relative alle domande di pensione.

L’Amministrazione si è impegnata ad approntare un piano di interventi su questa problematica.

Come annunciato l’Università di Bari ha pubblicato in data odierna il bando

per l’ammissione al TFA per il sostegno che trovate in allegato

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Martedì 26 febbraio scorso ha avuto luogo l’audizione dello Snals-Confsal e delle altre OO.SS. convocate presso la VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati che sta esaminando la proposta di legge Azzolina (C.877) in materia di affollamento delle classi scolastiche nelle scuole di ogni ordine e grado. Il Presidente della Commissione, on. Luigi Gallo, ha dato la parola ai rappresentanti sindacali e ai deputati presenti, informando che la Commissione ha programmato lo svolgimento di alcune audizioni informali sull’argomento. Tutti gli auditi hanno espresso apprezzamento per la proposta, auspicandone una celere approvazione.

La posizione dello Snals-Confsal

La delegazione Snals-Confsal, nell’apprezzare l’iniziativa dei deputati proponenti la proposta, ha illustrato una memoria, precedentemente consegnata alla Commissione, nella quale è contenuta la posizione del nostro sindacato sulla questione. Ha precisato che l’incremento del rapporto alunni/classe (art. 64 del DL 25/6/2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6/8/2008, n. 133) non solo ha determinato disagi dovuti al sovraffollamento delle aule e pregiudicato la qualità dell’azione didattica, con grave ricaduta per gli alunni diversamente abili, e la tutela della sicurezza, ma ha comportato una riduzione dell’organico di circa 87mila docenti. Il Regolamento attuativo della legge n. 133/2008 (DPR 20/3/2009, n. 81) ha aumentato il numero degli alunni per classe, senza prevedere un contestuale intervento normativo per la riqualificazione degli edifici scolastici. Ha aggiunto, inoltre, che, all’atto delle iscrizioni degli alunni, le scuole non conoscono ancora il loro organico docenti per l’anno successivo, né dispongono di un piano di utilizzo degli edifici scolastici con l’indicazione della capienza delle singole aule perché gli EE.LL. non lo hanno predisposto. Dato, invece, molto importante da conoscere perché una classe è sovraffollata in ragione della capienza dell’aula.

Le proposte dello Snals-Confsal

Lo Snals-Confsal, pur condividendo quanto previsto nel testo in discussione, propone le seguenti integrazioni che si riportano in neretto con gli articoli della proposta interessati per facilitare la lettura.

Art 1, co. 1, punto 1 – alla fine aggiungere:

« 1. Ai fini di una migliore qualificazione dei servizi scolastici e di una piena valorizzazione professionale del personale docente, a decorrere dall’anno scolastico 2019/2020 sono adottati interventi e misure volti a diminuire gradualmente di un punto il rapporto alunni/docente, da realizzare comunque entro l’anno scolastico 2022/2023 » …. nel rispetto delle caratteristiche geo-morfologiche e delle realtà socioeconomiche dei territori e degli attuali diversi livelli di partenza del rapporto medio alunni/classe.

 Dopo l’Art. 2, co. 1, lett. a) inserire il seguente punto a1

ART. 2. (Disposizioni concernenti la formazione delle classi nelle scuole di ogni ordine e grado).

  1. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Governo provvede ad apportare modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, ai fini di prevedere nuovi criteri per la formazione delle classi nelle scuole di ogni ordine e grado, nel rispetto dei seguenti princìpi:
  2. a) prevedere che la dotazione organica complessiva definita annualmente sia a livello nazionale che per ambiti regionali si basi, altresì, sulla distribuzione degli alunni nelle classi e nei plessi diminuendo il rapporto medio, a livello nazionale, alunni/classe di 0,40, da realizzare nel triennio 2019-2021;

a1) prevedere l’obbligo di formare le classi secondo i sotto indicati parametri e comunque nel rispetto delle norme sulla “sicurezza”, a partire dalla capienza delle aule, determinata e indicata per ogni singola aula a cura del RSPP, anche in considerazione dei piani di utilizzo degli edifici scolastici obbligatoriamente predisposti dagli Enti locali competenti.

  1. b) omissis

 Art. 2, co. 1, lett. c) – inserire i neretti

  1. c) prevedere l’obbligo inderogabile di costituire le classi iniziali e successive delle scuole e degli istituti di ogni ordine e grado, anche dell’infanzia, con non più di 20 alunni nel caso accolgano alunni con disabilità.

Art. 2, co. 1 lett. d) e e) –alla fine di ogni punto, invece che “non inferiore a 20” modificare in  “non inferiore a 15”

  1. d) prevedere l’obbligo di formare le classi iniziali degli istituti e delle scuole di istruzione secondaria di secondo grado, comprese quelle delle sezioni associate e delle sezioni di diverso indirizzo o specializzazione funzionanti con un solo corso, con un numero di alunni, di norma, non inferiore a 15;
  2. e) prevedere la possibilità di costituire classi iniziali degli istituti e delle scuole di istruzione secondaria di secondo grado articolate in gruppi di diversi indirizzi di studio, purché le classi stesse siano formate da un numero di alunni complessivamente non inferiore a 15.

 Lo Snals-Confsal ha concluso auspicando una rapida approvazione del ddl Azzolina con le integrazioni proposte.

In allegato:

Segnaliamo che è disponibile la prima App ufficiale di NoiPA, per dispositivi mobili Android e iOS.

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Come si legge sul quotidiano Il Sole 24 ore, a partire dal 25 gennaio 2019 è possibile far ricorso al finanziamento di Intesa San Paolo che consente agli studenti di investire sul proprio futuro ed avere un sostegno economico nel corso degli studi.

Oltre 1,6 milioni di studenti italiani potranno chiedere il prestito. Durerà cinque anni e servirà per pagare i propri studi. Si chiama “per Merito”, ed è il finanziamento di Intesa Sanpaolo. Non servono garanzie personali o familiari, ma una sola condizione: essere in regola con gli studi. Lo studente dovrà sostenere almeno 20 crediti formativi a semestre. Tradotto: l’80% degli esami previsti nel piano ogni sei mesi. Il problema del prestito d’onore è anche capire quando restituirli, specie se dopo la laurea si fatica a trovare lavoro. La restituzione partirà da due anni dopo la laurea. Un periodo ponte in cui lo studente potrà trovare lavoro. E dopo 24 mesi potrà restituire la somma nell’arco di 15 anni con una rata mensile bassa e un tasso fisso concordato durante la sottoscrizione del prestito.

Anche gli studenti di enti di alta formazione post diploma come l’AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) o un master potranno accedere a “Per Merito”. E dal secondo trimestre 2019 sarà estesa la possibilità anche a chi frequenta gli ITS – Istituti Tecnici Superiori e altri enti formatori post diploma secondario, così come agli studenti che sono interessati a partecipare o estendere il periodo all’estero dell’Erasmus.

Il prestito può essere richiesto sul sito www.intesasanpaolo.com, sezione Giovani, offre una linea di credito fino a 5.000 euro l’anno per i fuori sede e 3.000 euro per chi studia in sede, fino a cinque anni, per coprire spese di studio, mobilità, residenza e periodi formativi all’estero. Per università all’estero, master o caratteristiche particolari del corso di studi si può arrivare fino a un massimo di 50.000 euro.

Il finanziamento ha un tasso fisso, più basso di quello previsto per i prestiti personali. Per soluzioni analoghe sul mercato, definito al momento della sottoscrizione della linea di credito, il tasso fisso, e pari oggi al 2%. Si paga solo il denaro che si utilizza. Il conto corrente usato per la linea di credito è gratuito, né sono previste spese accessorie. L’istruttoria è della massima semplicità e immediatezza. La linea di credito può essere usata in tutto o parzialmente, subito o nel tempo in base alle esigenze emerse durante gli studi.

Non ci sono vincoli di utilizzo: rette universitarie, PC, materiale scolastico, affitto per un alloggio per chi studia fuori sede o altro.

L’Istat certifica, nella Rilevazione 2017 che la laurea conviene in termini di tasso di occupazione (laureati 72% vs diplomati 63%). Conviene anche in termini di reddito medio: un adulto laureato guadagna il 55% più di uno senza titolo, il 39% più di un diplomato delle medie e il 25% più di un diplomato delle superiori. L’Italia è al penultimo posto in Europa per numero di laureati su cittadini fra 25 e 34 anni (27% vs Ue 38% e Ocse 44%).

Comunicato stampa

Pensioni. Confsal: “Bene Quota 100,  purché vada nella direzione  di riformare la legge Fornero”.

Roma, 25 feb. 2019 – La delegazione Confsal – guidata dal Vice segretario generale Bruno Mariani, con Vincenzo Di Biase ed Alfredo Mancini – ha partecipato insieme agli altri sindacati, al tavolo col Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon sul tema delle pensioni

In  quanto ai contenuti del provvedimento all’esame del parlamento  la Confsal   ha sollevato diverse  questioni, quali: rendere immediatamente  fruibile il Trattamento di fine rapporto, rendere permanenti “Opzione donna” e “Ape sociale”,  prevedere finestre per i lavori gravosi.

Alla luce dell’incontro odierno, il Segretario generale della Confsal Margiotta ha dichiarato: “Bene l’impegno del Governo a ripristinare le commissioni miste Ministero-parti sociali; prendiamo atto della disponibilità a recepire proposte emendative e siamo pronti a fornire il nostro contributo.  Sosteniamo, però, che,  occorre, al di là dei correttivi al decreto Quota 100, mettere mano a un’ampia riforma del sistema pensionistico, a una riscrittura della Legge Fornero,  rivedendo ad esempio il  coefficiente di trasformazione che è determinante per un  equo trattamento, e migliorando i requisiti di accesso alla pensione per le nuove generazioni.

Angelo Raffaele Margiotta

La nota Miur del 20 febbraio 2019 prot. n.4939 fornisce indicazioni circa le nuove regole contabili alle istituzioni scolastiche beneficiarie di risorse derivanti da fondi comunitari (ovvero fondi a valere su FSC – Fondo per lo Sviluppo e la Coesione), per adeguare le proprie attività di acquisto di beni e servizi alle disposizioni del nuovo regolamento amministrativo-contabile (D.I. n. 129/2018).

Le modifiche rispetto asl precedente impianto normativo sono le seguenti:

  • la soglia entro cui il dirigente scolastico può ricorrere in autonomia all’affidamento diretto viene innalzata da € 2.000 a € 10.000;
  • viene eliminato l’obbligo per il dirigente scolastico di procedere alla scelta del contraente previa comparazione delle offerte di almeno tre ditte direttamente interpellate, qualora l’importo posto a base dell’acquisto di beni e servizi fosse superiore a € 2.000 oppure il limite preventivamente fissato dal Consiglio d’istituto;
  • rimane ferma la possibilità di effettuare affidamenti diretti al di sopra di € 10.000 fino a € 40.000, con la precisazione che il Consiglio d’istituto deve preventivamente adottare una delibera che definisca i criteri ed i limiti di tali affidamenti.

Le istituzioni scolastiche ed educative che ancora non abbiano provveduto sono invitate ad adottare il prima possibile le delibere previste, al fine di adeguare la propria regolamentazione interna alla nuova disciplina. In attesa dell’adozione delle nuove delibere continueranno a trovare applicazione, in via transitoria, i provvedimenti regolatori del Consiglio d’istituto adottati sotto la vigenza del D.I. 44/2001.

Il termine per l’approvazione del programma annuale 2019 da parte del Consiglio d’istituto è stato prorogato al 15 marzo 2019.

Le risorse finanziarie relative ai progetti PON/FSC non ultimati nell’esercizio precedente sono confluite nell’avanzo di amministrazione. Al fine di consentire il loro immediato utilizzo è necessario procedere ad un’operazione di riporto nell’esercizio finanziario 2019.

Ciascuna Istituzione scolastica deve procedere alla corretta codificazione dei progetti in questione, al fine di garantire la rappresentazione omogenea dei fatti contabili ed il regolare andamento della separatezza di gestione da altri finanziamenti fino alla conclusione degli stessi.

La tabella allegata, Allegato1, alla nota MIUR n.4939 del 20.02.19 indica, per ogni progetto PON/FSC non ancora concluso la corrispondenza con la nuova classificazione per aggregati al terzo livello di destinazione da riportare nella scheda illustrativa finanziaria.

 

La nota Miur del 18 febbraio 2019 n. 3380 chiarisce in maniera definitiva le novità introdotte dalla legge di bilancio 2019 per l’attività di alternanza scuola lavoro prevista per le scuole secondarie di II grado dalla legge n. 107/2015, che viene rinominata “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”.

Le modifiche sono contenute nei commi 784 e 787 dell’art. 1 della legge 2018/145 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019/2021)

Viene ridefinito per ogni tipologia di scuola l’ammontare minimo delle ore destinate ai percorsi in oggetto e precisamente:

  1. a) non inferiore a 210 ore nel triennio terminale del percorso di studi degli istituti professionali;
  2. b) non inferiore a 150 ore nel secondo biennio e nell’ultimo anno del percorso di studi degli istituti tecnici;
  3. c) non inferiore a 90 ore nel secondo biennio e nel quinto anno dei licei.

La revisione delle ore minime dei percorsi permette alle istituzioni scolastiche in indirizzo, a partire dal corrente anno scolastico, di rimodulare la durata dei percorsi già progettati anche in un’ottica pluriennale, laddove, in coerenza con il Piano Triennale dell’Offerta Formativa, gli Organi Collegiali preposti alla programmazione didattica ne ravvedano la necessità.

La legge in esame prevede, inoltre, la definizione di Linee guida in merito ai suddetti percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, da emanare con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Dette Linee guida, attualmente in fase di predisposizione da parte del Miur , troveranno applicazione a partire dal prossimo anno scolastico, per i progetti che avranno inizio, ovvero saranno in corso, a tale epoca.

L’Ordinanza Ministeriale sugli esami di Stato comunicherà le indicazioni relative alla breve relazione o all’elaborato multimediale che i candidati dovranno presentare al colloquio.

Per quanto concerne le risorse finanziarie, si precisa che in attuazione della predetta disposizione normativa (Legge di Bilancio 2019) occorre ridurre per ciascuna istituzione scolastica, in misura proporzionale alla revisione delle ore minime dei percorsi, la risorsa finanziaria comunicata in sede di assegnazione preventiva relativamente al periodo gennaio-agosto 2019 (nota Direzione generale per le risorse umane e finanziarie prot. 19270 del 28 settembre 2018).

Entro il corrente mese di Febbraio si provvederà a comunicare definitivamente le risorse finanziarie assegnate alle istituzioni scolastiche per le attività relative ai percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento per il periodo gennaio-agosto 2019, con effetto anche nei confronti dei soggetti terzi.