In data 10 aprile 2019, si è svolto al Miur un incontro tra amministrazione e sindacati, convocati per ricevere un’informativa sull’aggiornamento delle GAE relative alla scuola primaria e secondaria. Lo Snals-Confsal era presente con una sua delegazione.

A seguito dell’analisi della bozza di decreto sono state avanzate dalle OO.SS. proposte di modifica/integrazione.

Al termine della disamina, è stato concordato quanto segue:

–    entro il mese di aprile uscirà il bando per la presentazione delle domande di permanenza e/o aggiornamento del punteggio nelle GAE;

–    scadenza delle domande: seconda metà del mese di maggio. Relativamente al Mod. B ancora non si conosce la data di presentazione;

–    è stato deciso il reinserimento in graduatoria di tutti coloro che non presentarono domanda di permanenza e/o aggiornamento nelle GAE nelle pregresse procedure. Resta inteso che coloro che non presenteranno domanda di permanenza e/o aggiornamento del punteggio, saranno depennati per il triennio di validità della procedura, per poi potersi reinserire in quella successiva.

 

Lo Snals-Confsal, insieme alle altre OO.SS., ha chiesto la predisposizione di una nuova tempistica in grado di generare le GAE nella versione definitiva entro il 31 agosto. A riguardo è stata richiesta un’apposita riunione congiunta con il Capo Dipartimento, con la DGCASIS e con il servizio informativo.

Lo Snals-Confsal ha fatto presente ancora una volta la necessità di inserire a sistema le domande di pensione inerenti la Quota 100 in quelle province dove le stesse sono già state lavorate. Questo al fine di rendere disponibili i relativi posti per la mobilità 2019/2020.

Roma, 9.04.2019. La Confsal in sede di audizione al Senato della Repubblica sul DDL n. 1122 recante “Deleghe al Governo per il miglioramento della Pubblica Amministrazione”, ha espresso la propria posizione rivendicando prioritariamente lo stanziamento di risorse adeguate per i rinnovi contrattuali 2019 – 2021.

In merito al DDL n. 1122, ritenendo non necessario un ulteriore intervento di “riforma” sul lavoro pubblico, ha espresso la propria contrarietà sulla visione da cui parte il Governo ovvero l’assunto, errato, che il “problema” siano i lavoratori pubblici; nel contempo rilevando che ancora una volta non si prende in considerazione l’ipotesi della necessità di “semplificare” la montagna di norme che sottendono al lavoro pubblico e di intervenire sui modelli organizzativi.

E che da tale assunto si muova, nei confronti dei lavoratori pubblici, un processo/progetto punitivo; nulla di quanto si propone pone l’accento su processi collaborativi. È prevalente, se non assoluto, il pensiero che dalla sola “competizione” possano esserci risultati migliori; una tesi, già proposta in passato, che non ha funzionato e sarà destinata al fallimento considerando in particolare lo stato attuale degli organici, dove si sconta una prolungata carenza di personale alla quale si sommano le uscite naturali (vedasi età media del personale) e l’effetto delle uscite per “Quota 100”: carenze alle quali non si riuscirà a dare copertura adeguata nonostante le previste assunzioni.

Questa, e per i prossimi anni, sarà la condizione di operatività nelle amministrazioni pubbliche: meno personale per fornire più servizi ed in questo contesto che sarebbe più utile spingere sulla “collaborazione” anziché sulla “competizione”.

Nello specifico abbiamo illustrato le seguenti considerazioni:

  • Sull’articolo 3: “Merito e premialità”
    1. Dalla incisività con la quale si intende operare sui sistemi di misurazione e valutazione riteniamo si deprima il ruolo dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, e chiediamo che per meriti e premialità le Amministrazioni intervengano con risorse proprie (reperibili nelle entrate delle singole Amministrazioni) senza incidere sulle risorse economiche già destinate alla Contrattazione collettiva nazionale e integrativa; e, per quest’ultima, chiediamo vengano abrogate le norme che impongono dei limiti all’entità delle risorse economiche.
    2. Relativamente alle progressioni di carriera e alla differenziazione della retribuzione accessoria non si contesta lo spirito della differenziazione, ma considerando le norme vigenti già abbastanza stringenti saremmo disponibili solo se l’intenzione del legislatore fosse quella di aprire a nuove opportunità, altrimenti sarebbe preferibile non toccare niente.
  • Sull’articolo 4: “Riordino disciplina della dirigenza”
    1. Apprezziamo la previsione di intervenire affinché vi siano concorsi riservati al personale dipendente. Realisticamente ci vorrà del tempo e in attesa che questo sia pianificato, riteniamo opportuno, oggi, un intervento di impatto utile a coprire le notevoli carenze di organico con la conclusione dei concorsi in essere e con l’attivazione immediata di concorsi che tengano conto di esperienze già fatte e di incarichi rivestiti, e delle valutazioni, negli ultimi dieci anni;
    2. Determinare sostanzialmente per legge il trattamento retributivo dei dirigenti vanifica totalmente i CCNL di riferimento e questo porta diritti verso la “pubblicizzazione” del loro rapporto di lavoro in antitesi con il “ruolo manageriale” che si sbandiera.
  • Sull’articolo 5: “Mobilità del personale”
    1. Facilitare i processi di mobilità del personale, anche attraverso l’eliminazione del preventivo nulla osta delle Amministrazioni, è un auspicio che condividiamo; potrebbe essere utile indicare una tempistica entro la quale concludere il processo garantendo certezze al dipendente e alle Amministrazioni il modo di organizzarsi;
    2. Relativamente al personale messo in “disponibilità” particolare attenzione occorre porre in merito alle proposte di ricollocazione affinché non diventino “pretestuose” ai fini della risoluzione del rapporto di lavoro;
    3. Ben venga l’apertura anche al personale non dirigenziale di poter vivere, nell’arco del rapporto di lavoro come dipendente pubblico, una esperienza nel settore privato.
  • Sull’articolo 6: “In materia di contrattazione collettiva”
    1. Esprimiamo un grande timore su una nuova definizione degli ambiti di intervento della legge e della contrattazione collettiva; è latente il rischio che si spinga verso una ripubblicizzazione del rapporto di lavoro svuotando ruolo e prerogative dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro sulla regolamentazione e gestione del rapporto di lavoro e sui trattamenti economici;
    2. Buona occasione sarebbe questa per equiparare il lavoro pubblico ai settori privati, ad esempio iniziando ad applicare anche ai dipendenti pubblici la stessa normativa sul salario accessorio prevista per i settori privati in tema di defiscalizzazione, così come sarebbe un grande passo abrogare l’attuale normativa sul posticipo e la rateizzazione dei Trattamenti di Fine Servizio comunque denominati;
    3. Un intervento di indirizzo che invece noi auspichiamo sarebbe di intervenire, a modifica e integrazione, sul Dlgs 165/2001 nella parte che obbliga i CCNL, in merito alla classificazione del personale, ad istituire almeno tre aree introducendo l’Area Quadri; in similitudine con quanto già esiste per i settori privati e lasciando ai CCNL la individuazione dei destinatari e il loro trattamento economico eliminando quanto si è fino ad oggi prodotto, unilateralmente per legge, in tema di attribuzione di incarichi specifici.

Si è svolto al Miur il preannunciato incontro del Ministro Bussetti con le OO.SS

convocate per discutere sulle problematiche del Comparto Istruzione e Ricerca e,

in particolare, sulle quattro emergenze rappresentate dallo Snals-Confsal e

dagli altri sindacati:

 

rinnovo contratto,  precariato,  personale ATA, regionalizzazione della scuola.

 

Lo Snals-Confsal, presente con una delegazione guidata dal Segretario Generale,

Elvira Serafini,  ha sottolineato l’urgenza di  risposte concrete ed improrogabili

che al momento il Ministro non ha dato, riservandosi di rappresentare le suddette

problematiche al prossimo Consiglio dei Ministri.

Lo Snals-Confsal, pur valutando positivamente l’apertura al dialogo del Ministro,

conferma,

in assenza di risposte urgenti e concrete, lo stato di agitazione della categoria

                                    CONCORSO A DIRIGENTE SCOLASTICO

LA FUNZIONE DIRIGENZIALE NELLA SCUOLA DELL’AUTONOMIA

 

CORSO INTENSIVO DI FORMAZIONE

Tivoli (RM) Grand Hotel Duca D’Este – 6 – 7 Maggio 2019

 

Lo SNALS Confsal, in collaborazione con Confsalform, ente accreditato al MIUR, ha organizzato un corso di formazione utile a coloro che sono stati ammessi alle prove orali del concorso a dirigente scolastico. Il corso, articolato in due giornate, si svolgerà a Tivoli(RM) presso il Grand Hotel Duca d’Este ed è rivolto agli iscritti allo Snals per i quali la partecipazione è completamente gratuita, fatta eccezione per i costi del trasporto. I docenti non iscritti potranno perfezionare l’iscrizione allo Snals al momento della registrazione prevista dopo l’arrivo in hotel.

Poiché l’iniziativa è realizzata da Confsalform, ente accreditato al MIUR, i docenti potranno chiedere l’esonero dal servizio ai sensi dell’art 64 comma 5 del CCNL del 2007 per partecipare al corso su “La funzione dirigenziale nella scuola dell’autonomia”-Rich.Autorzz. 042/043/044/Serv,Tutor/2019 dek 5.4.2019. Al termine del corso sarà rilasciato l’attestato di partecipazione.

I relatori e i conduttori dei workshop tematici sono formatori di consolidata esperienza nel campo della formazione dei dirigenti scolastici ed operano nei diversi settori dell’istruzione.

Entro l’estate prossima sarà organizzata una successiva azione di formazione propedeutica ad agevolare la gestione delle prime fasi dell’attività funzionale dei nuovi dirigenti scolastici.

Per iscriversi, compilare il form disponibile al seguente link:

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSeWNe0qFU87dg44nOktlcyAq9MHYtlJ16OWI4nz6j_fMastyA/viewform

Le iscrizioni sono aperte dal 10.4.2019 al 30.4.2019 e comunque fino al raggiungimento del numero massimo di partecipanti ospitabili dalla struttura.

 

 

 

Ricorso al TAR contro esito prove scritte per avere ammissione alla prova orale

Comunicato ufficio legale

Grande attenzione ai temi della sicurezza delle strutture scolastiche, impegno a favorire per quanto di propria competenza le condizioni necessarie per un ampliamento del tempo scuola a partire dalla primaria. È quanto emerso dall’incontro svoltosi il 1° aprile c.a. a Bari fra i segretari generali dei maggiori sindacati scuolatra cui Vito Masciale in delega del nostro Segretario Generale Elvira Serafini impegnata a Roma – e il Presidente dell’ANCI, Antonio Decaro. Un incontro molto positivo.

Un’attenzione particolare è stata posta nell’incontro alla questione del tempo scuola. E se le risorse di organico a tal fine dedicate sono ben lontane dal reale fabbisogno, occorre garantire le condizioni di un loro effettivo utilizzo, mettendo a disposizione delle scuole i necessari supporti in termini di strutture e servizi. Le organizzazioni sindacali hanno ribadito l’istituzione di un apposito tavolo tecnico per affrontare i temi relativi a edilizia scolastica, sicurezza, manutenzione degli edifici e connesse responsabilità, ed estensione del tempo pieno. Il presidente dell’Anci ha garantito la massima attenzione a queste problematiche e promesso di verificare la fattibilità della creazione del tavolo tecnico.

Altro tema di scottante attualità affrontato nella discussione è stato quello dei progetti di autonomia regionale differenziata, Vito Masciale ha puntualizzato che non c’è più tempo da perdere. E’ necessario consolidare un fronte comune tra Istituzioni e cittadini perché l’applicazione del progetto di riforma rischia di scaraventarci in un baratro di disservizi, in quanto la scuola pubblica rappresenta lo strumento cardine del nostro Paese per garantire l’eguaglianza, la formazione e la libertà, poiché rappresenta il collante indispensabile tra territori e tra generazioni. Infine, evidenzia che regionalizzare la scuola pubblica significa mettere fine all’unità nazionale attraverso la disgregazione della nostra istituzione più rappresentativa. Discorso, continua Masciale, completamente diverso vale per le altre materie come l’ambiente, l’agricoltura e il turismo, cioè materie che, al contrario della scuola, potrebbero avere giovamento da una loro ricollocazione regionalistica. Il Presidente Decaro, che peraltro ha firmato, in qualità di primo cittadino di Bari, l’appello di sindacati e associazioni contro la regionalizzazione del sistema d’istruzione, si è detto impegnato a promuovere su questo tema un’adeguata sensibilizzazione ed un approfondito dibattito all’interno dell’Associazione da lui presieduta.

Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, attraverso un parere autonomo, ha ritenuto opportuno redigere una riflessione approfondita sul tema “Rapporto fra Scuola/Famiglia/Società”, nel corso dell’Adunanza plenaria svoltasi lo scorso 27 marzo presso il MIUR.

La trasformazione che sta subendo il compito educativo della scuola, nella percezione collettiva, è frutto anche della crisi dei modelli sociali e familiari che si ripercuotono sul modello educativo.

Riproponiamo al seguente link il documento completo del 27/03/2019: Parere_Autonomo_del_CSPI

Giovedì 11 aprile p. v., dalle ore 9:30 alle ore 13:30, si terrà, presso il Parlamentino del Cnel, un convegno sul tema “LAVORO E SICUREZZA: ASPETTI NORMATIVI, TECNICI, FORMATIVI E INNOVATIVI” organizzato dal Dipartimento salute e sicurezza nei luoghi di lavoro della Confsal.

Storicamente esisteva il medico di fabbrica, poi diventato l’attuale medico competente specialista in Medicina del lavoro. Per molto tempo la funzione del medico del lavoro è stata identificata nella sorveglianza sanitaria periodica finalizzata alla prevenzione delle malattie professionali. Oggi è necessaria, invece, una visione olistica della salute e della sicurezza di chi lavora.

Le nuove dimensioni dell’economia impongono nuovi sistemi di tutela della salute e della sicurezza in ambito lavorativo, confortati da illuminati orientamenti giurisprudenziali che, in non pochi casi, ispirano innovazioni normative sul tema. Purtroppo si tratta spesso di misure non esaustive, non efficienti e bisognose di continue rivisitazioni, anche e soprattutto alla luce dell’evoluzione industriale e dei repentini e nuovi rischi emergenti in campo lavorativo. Inoltre, non sono rari i casi in cui pratiche illegali ed elusive della norma nascondono realtà criminose e di lavoro nero.

Occorre quindi arginare tali condotte “malate” partendo dal fulcro dell’expertise, e cioè dalla formazione e dalla diffusione della cultura della sicurezza facendo leva, non solo sulla mera sensibilizzazione e informazione dei lavoratori, ma anche su dinamiche innovative e capillari, quali l’innovazione e l’addestramento virtuale certificato.

Roma, 29 marzo 2019. Al fine di sollecitare adeguate risposte del Governo ed in particolare del Dicastero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca alle giuste aspettative dei lavoratori che hanno partecipato numerosi alle riunioni degli attivi unitari, lo SNALS – Confsal ha sottoscritto un documento congiunto di proclamazione dello stato di mobilitazione sui principali punti di rivendicazione:

•  Rinnovo del CCNL. Il CCNL 2016-2018, già scaduto al 31/12/2018, è stato formalmente disdettato dalle scriventi, ma le risorse stanziate per il rinnovo nella legge di bilancio 2019 sono assolutamente insufficienti per concludere la trattativa. Occorrono inoltre risorse aggiuntive per superare quella che è una vera e propria emergenza salariale e ridurre così il divario stipendiale esistente rispetto alla media dei paesi Ocse. La sottoscrizione, con urgenza, di un nuovo CCNL per il triennio 2019-2021, è importante anche per ribadire la centralità del Contratto Nazionale di Lavoro come
strumento di potenziamento della funzione unificante che il sistema di istruzione e Ricerca svolge per l’intero Paese: diritti, doveri e salario debbono essere gli
stessi, indipendentemente dal luogo in cui viene resa la prestazione lavorativa;

•   no alle ipotesi di regionalizzazione del sistema di istruzione e salvaguardia della sua dimensione nazionale. La sottoscrizione, con urgenza, di un nuovo CCNL per il triennio 2019-2021, è importante anche per ribadire la centralità del Contratto Nazionale di Lavoro come strumento di potenziamento della funzione unificante che il sistema di istruzione e Ricerca svolge per l’intero Paese: diritti, doveri e salario debbono essere gli stessi, indipendentemente dal luogo in cui viene resa la prestazione lavorativa;

•   stabilizzazione precari. Individuare una fase transitoria che riguardi i docenti di II e Terza fascia ai fini della stabilizzazione del lavoro nella scuola su tutti i posti disponibili, ivi compresi quelli che si libereranno per effetto dell’introduzione della quota 100 ai fini pensionistici. Sono evidenti i riflessi positivi che ne deriverebbero per il buon andamento delle attività didattiche, messe a rischio dall’eccessiva precarietà del lavoro che genera instabilità e discontinuità;

•   soluzione delle problematiche del personale Ata. Procedere ad un piano straordinario di assunzioni su tutti i posti liberi, alla riattivazione della mobilità professionale (art. 48 Ccnl 2007), al riavvio delle posizioni economiche (art. 50 Ccnl 2007), alla semplificazione amministrativa per eliminare confusioni e conflitti di competenza di altri Enti pubblici.

Conseguentemente è stato chiesto l’esperimento del tentativo di conciliazione e la convocazione dell’apposito organismo.

È urgente creare le condizioni per il rinnovo del CCNL e per assicurare un inizio del prossimo anno scolastico in cui siano garantiti i diritti di tutto il personale e degli studenti.

Inseriamo in allegato la richiesta unitaria di conciliazione:

Proclamazione dello stato di agitazione nel Comparto Istruzione e Ricerca e richiesta di esperimento di tentativo di conciliazione ai sensi dell’art. 4 dell’allegato al CCNL/1998-2001 sottoscritto il 29 maggio 1999 in attuazione della legge 146/90.

 

Il 27 marzo si è svolta, presso la Camera dei Deputati, l’audizione del Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola, di cui fa parte lo Snals-Confsal, convocato per fare il punto sul sistema integrato zero sei.

Presenti lo Snals-Confsal con una sua delegazione e i rappresentanti delle altre sigle sindacali e dei componenti il Coordinamento. Sono intervenuti il dirigente scolastico Rosalba Marchiscianae il medico e psicoterapeuta Beniamino Gigli.

La voce della scuola è stata portata da Francesca Pellicone, insegnante Snals-Confsal scuola dell’infanzia e da Costanza Cesarini, educatrice nido.

La portavoce del Coordinamento Noemi Ranieri, ha introdotto i lavori illustrando un documento predisposto dal Coordinamento stesso in cui è delineata la situazione delle politiche per l’infanzia. Dai dati Istat risulta che mentre la scuola dell’infanzia per i bambini dai tre ai sei anni è diffusa per il 94% a livello nazionale, la dotazione dei servizi educativi per la prima infanzia ( asili nido e altri), oltre ad essere molto eterogenea sul territorio, “è ancora sotto il parametro del 33% fissato dall’Unione Europea per sostenere la conciliazione della vita familiare e lavorativa e promuovere la maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro”. Parametro che il decreto 65/2017, in applicazione della legge 107/2015, ha deciso di implementare portando la copertura del 33% entro il 2020.

Dall’analisi della prima attuazione del decreto 65/2017 “Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita a sei anni” emergono numerose criticità e nel documento in questione si avanzano proposte per un nuovo ruolo per la scuola dell’infanzia e per nuove prospettive, tra le quali l’elaborazione di Orientamenti pedagogici da parte del Miur rivolti allo zero tre per un necessario raccordo servizi educativi/scuole.

Tra gli argomenti affrontati l‘idea di introdurre le telecamere nelle classi. Non esiste nessuna evidenza scientifica che attesti che il loro uso a scuola favorisca lo sviluppo armonioso della classe, senza contare che le rilevanti risorse necessarie potrebbero essere finalizzate a ben altri scopi. A riguardo il coordinamento ha chiesto un approfondimento prima che vengano prese le decisioni finali, affermando che più che il controllo serve fiducia, occorre ricostruire la comunità educante, il rapporto diretto famiglie scuola.

L’insegnante Pellicone ha posto l’accento sul rischio per la scuola dell’infanzia di perdere di vista la propria specificità a causa della burocratizzazione delle pratiche educative e di una deriva disciplinaristica. Il rischio è che si creino dannose precocizzazioni e accelerazioni dei processi di apprendimento. E’ sempre più necessaria una formazione mirata non solo degli insegnanti, ma anche delle famiglie affinché vengano coinvolte nei percorsi educativi e recuperino nei confronti della scuola un rapporto di fiducia. A conclusione dei lavori ha portato il suo saluto Giovanni Simonetti, in rappresentanza del sottosegretario al Miur Salvatore Giuliano, manifestando la volontà del Ministero di sostenere le richieste del coordinamento.

In allegato:

Il contributo di Francesca Pellicore – Documento;

Rilanciare le politiche per l’infanzia nel sistema per lo zero sei – Documento del Coordinamento.