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Si è conclusa da pochissimo l’assemblea regionale Confsal che ha visto tre ore di confronto e dibattito con i rappresentanti regionali e provinciali dei sindacati e delle confederazioni dei vari settori produttivi presenti sul territorio pugliese. Il segretario regionale Confsal Vito Masciale alla fine dell’incontro ha espresso tutta la sua soddisfazione per il numero dei partecipanti in presenza e a distanza,il livello  propositivo dei vari interventi e la volontà unanime di incrementare sempre più la coesione all’interno della Confsal

A seguito del primo incontro sulla salute e sicurezza sul lavoro, tenutosi

il 22 giugno 2023 con il Ministro Elvira Calderone, il 05 luglio 2023

si è svolta presso il Ministero del Lavoro una riunione di prosecuzione

dei lavori sulle misure introdotte dal Decreto Lavoro, convertito in legge 3 luglio 2023,
n. 85, in ordine al sistema di istruzione e formazione.
In apertura della riunione sono state illustrate le norme introdotte

dal Decreto Lavoro di interesse per il settore dell’Istruzione:
Il Decreto Lavoro ha introdotto modifiche al D.lgs. 81/08 che pongono in capo

agli enti locali competenti la valutazione, in via congiunta con i dirigenti scolastici,

dei rischi connessi all’utilizzo degli edifici da parte delle scuole e i conseguenti

interventi con le risorse disponibili. Istituito un fondo per il risarcimento degli

infortuni in alternanza scuola lavoro. Estesa la copertura assicurativa
INAIL a tutti gli infortuni che avvengono durante tutte le attività formative.
La Confsal, rappresentata al tavolo dalla Segretaria generale Snals Elvira Serafini

e dalla Vicaria IreneTempera, ha sottolineato che la valutazione dei rischi da

parte degli enti locali, in via congiunta con i dirigenti scolastici, deve essere vincolante.

In caso di inerzia dell’ente locale, infatti, la responsabilità potrebbe ricadere di nuovo

in via esclusiva sui dirigenti scolastici. Inoltre, non dovrebbero essere posti limiti

di risorse finanziarie per interventi finalizzati a garantire l’incolumità
di alunni e personale.
La Confsal valuta poi positivamente, ai fini di una migliore qualificazione a

tutela di una maggiore sicurezza, l’inserimento di un ulteriore titolo di studio

per i coordinatori dei lavori nei cantieri temporanei o mobili e apprezza

l’impegno del Ministro Valditara per aver mantenuto l’impegno di
garantire maggiori e più estese tutele ad alunni e personale.
Il Decreto prevede anche, per le imprese che ospitano i PCTO, l’obbligo

di integrare il proprio documento di valutazione dei rischi con una sezione

dedicata alle misure di prevenzione per gli alunni coinvolti, con particolare

riferimento a dispositivi e segni identificativi.
Per la Confsal i PCTO devono essere distinti da qualsiasi surrettizia forma

di utilizzazione impropria di forza lavoro. I PCTO devono essere considerati

come una metodologia didattica finalizzata al consolidamento delle competenze

acquisite dagli alunni nei percorsi di studio ordinari. Così come
andranno individuate nuove risorse nel FMOF per la remunerazione dei docenti

che assumono il ruolo di tutor nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento.

Diventa fondamentale un percorso di formazione per tutti i soggetti interessati ai Percorsi di alternanza.

Egregio Presidente,
nel ringraziare la Commissione da Lei presieduta per la possibilità di esprimere il nostro punto di vista premettiamo che come Confsal siamo assolutamente d’accordo sull’aspetto comune ad entrambe le proposte A.C.373 e A.C. 630 circa l’introduzione all’interno della scuola secondaria dell’insegnamento in materia di sicurezza sul lavoro.
Tanto è vero che questo aspetto è uno dei punti più significativi delle proposte in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che la nostra Confederazione, ha reso pubbliche da tempo tramite il proprio “Decalogo per la prevenzione partecipata” che alleghiamo alla presente memoria, unitamente alle nostre ipotesi di modifica normativa per poterle attuare.
Ciò premesso, rispetto alle differenziazioni delle proposte di legge di cui trattiamo sottolineiamo, innanzitutto, che la ratio dell’AC 630 appare a nostro avviso, quale sindacato dei lavoratori, maggiormente condivisibile, vista l’impostazione più ampia “per promuovere la diffusione della cultura del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Per quanto bisognerebbe parlare di sicurezza “sul lavoro” e non più di sicurezza “nei luoghi di lavoro” vista l’evoluzione tumultuosa delle nuove forme di lavoro, ci sembra giusto inserire la salute e sicurezza sul lavoro in un ambito più ampio, quale appunto il diritto del lavoro che guardi allo status del lavoratore a tutto tondo…
Non per questo è disprezzabile la ratio dell’AC. 373 di insegnare la “cultura della sicurezza” in senso ampio, compreso quindi anche l’ambito domestico e scolastico, non solo quello lavorativo, ma ci permettiamo di sottolineare quanto a volte gli aspetti culturali in ambiti specifici che si nutrono di grandi tecnicismi, quali quello della salute e sicurezza sul lavoro, rischiano di essere poco efficaci se declinati con troppa genericità.
Per quanto riguarda le ipotesi divergenti fra i due progetti di legge in esame di inserire l’insegnamento della materia nelle scuole di primo e secondo grado ovvero solo in quelle di secondo grado, coerentemente con le nostre proposte richiamate all’inizio, riteniamo che debba essere introdotto l’insegnamento della materia in questione nei curricoli degli istituti di secondo grado.
Così come, per quanto riguarda il monte orario, riteniamo che venga calcolato nella misura non inferiore a un’ora per ciascuna settimana di lezione.
Circa, infine, la questione se i docenti debbano essere scelti tra quelli delle discipline scientifiche ovvero quelli afferenti alle discipline giuridiche ed economiche è di tutta evidenza quanto tale differenza sia legata alla ratio di fondo dell’una o dell’altra proposta, come già accennato sopra.
Per quanto ci riguarda quest’ultimo aspetto ha un’importanza relativa rispetto, invece, alla necessità di buona formazione dei docenti, così come alla possibilità di poter coinvolgere anche figure specialistiche della materia in ausilio ai docenti stessi, laddove ritenuto utile.
A completamento delle osservazioni esposte, alleghiamo la declinazione delle ipotesi di modifiche normative, presenti nel nostro Decalogo Sicurezza, a corredo del punto 2 che parla della fattispecie.
Fatto salvo, tutto quanto finora espresso, come Confsal pensiamo che il Parlamento non possa perdere l’occasione di portare a conclusione positiva un iter legislativo che comporti l’introduzione strutturale nei programmi didattici dell’insegnamento del lavoro salubre e sicuro e di come questo possa essere e rimanere tale nel rispetto dei fondamentali concetti legati al pericolo, al rischio e al danno potenziale ai quali si è esposti durante il lavoro.
A onor del vero il quadro normativo, com’è noto, prevede da tempo iniziative in materia di promozione della cultura della prevenzione da svolgere nel mondo scolastico.
Riferimenti espliciti vi sono negli articoli 9 e 11 del D.lgs 9 aprile 2008, n. 81 (Testo unico della sicurezza sul lavoro) così come in altre leggi (107/215 – 92/2019) e/o in accordi specifici tra Inail e le varie Istituzioni scolastiche ma qui parliamo di rendere strutturale l’insegnamento.
Questo obiettivo è fondamentale per porre le basi di un futuro migliore rispetto ai dati drammatici che oggi leggiamo nei “Dati Inail” che rendono note le statistiche di infortuni e malattie professionali, con una drammatica costanza degli accadimenti mortali che non scendono sotto gli oltre mille morti ogni anno.
Il Paese ha bisogno di uscire da questo dramma perenne e lo deve fare investendo molto in azioni di prevenzione e non solo di repressione in un percorso strategico di ampio respiro che veda anche l’investimento nell’educazione dei suoi cittadini, fin dalla scuola, su questa materia.
Nelle scuole passano i lavoratori e gli imprenditori del domani, è essenziale che siano educati alla prevenzione e al rispetto della salute e della vita.
Roma, 7 luglio 2023
ALLEGATO
Punto 2 “Decalogo della Prevenzione Partecipata” Confsal.
2. Educare le nuove generazioni alla cultura della sicurezza inserendo nei programmi didattici della scuola secondaria “La salute e sicurezza sul lavoro” come disciplina scolastica obbligatoria
INSERIMENTO STRUTTURALE DELLA MATERIA NEI PROGRAMMI DIDATTICI
Modifica Art.11 del D.lgs 81/2008
All’art 11 inserire il comma 1 bis:
“Viene introdotto nei curricoli degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado l’insegnamento della materia “Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro” per promuovere negli alunni la consapevolezza dei rischi legati a errati comportamenti nei luoghi di lavoro e la conoscenza delle misure di prevenzione e di contenimento dei rischi con le seguenti modalità:
a) A decorrere dall’anno scolastico successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente norma, il Ministro dell’Istruzione e del merito, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con proprio decreto, introduce l’insegnamento della materia “Salute e sicurezza sul lavoro” negli istituti di istruzione secondaria di secondo
grado stabilendo il monte ore di insegnamento della materia, calcolato nella misura non inferiore ad un’ora per ciascuna settimana di lezione, le discipline alle quali affidare tale insegnamento e le linee guida per l’insegnamento della materia con l’indicazione delle competenze e degli obiettivi specifici di apprendimento, in coerenza con le Indicazioni nazionali per i Licei e le Linee guida per gli Istituti tecnici e professionali. Gli organi collegiali competenti, nell’esercizio delle proprie funzioni di pianificazione dell’offerta formativa, stabiliscono le modalità di inserimento dell’insegnamento della materia nel monte ore scolastico.
b) Il Ministro dell’istruzione, e del merito, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con proprio decreto stabilisce le linee guida per l’insegnamento della materia con l’indicazione delle competenze e degli obiettivi specifici di apprendimento, in coerenza con le Indicazioni nazionali per i Licei e le Linee guida per gli Istituti tecnici e professionali”.
Al primo periodo del comma 2 dell’art 11 aggiungere dopo “comma 1” le parole “e comma 1 bis”

Carissime amiche a carissimi amici,

voglio innanzi tutto condividere con voi il piacere di poterci confrontare sul tema del lavoro in Italia che è la stessa essenza del nostro essere CONFSAL.

Il lavoro è il futuro di ogni individuo e di un intero Paese e su questo siamo tutti d’accordo, senza lavoro non c’è dignità ed è impossibile progettare il proprio futuro personale che si interseca con quello del Paese e anche su questo siamo tutti d’accordo. E spostando leggermente l’ordine delle parole si aprono davanti alle nostre riflessioni due ampi orizzonti: quale futuro lavoro e quale lavoro futuro.

Noi non facciamo politica eppure, nel nostro impegno civile ci dobbiamo confrontare con la politica dei salari, la politica fiscale, la politica delle pensioni, la politica delle imprese: tutta la politica alla fine confluisce nel mondo del lavoro.

Il mondo del lavoro in Italia è disarmonico: lo è come diffusione sul territorio (e non sto pensando all’annosa differenza fra nord e sud perché in entrambe  queste macro  aree  in cui i titoli dei giornali dividono il paese ci sono zone molto povere e molto ricche di lavoro), lo è come appartenenza di genere (e qui penso a settori come la scuola dove la presenza delle donne è massiccia e ai consigli di amministrazione dove sono ancora una sparuta minoranza)  lo è come attribuzione di ruoli (lo sappiamo tutti non scopro l’acqua calda di quanto inaccettabile sia la forbice salariale fra un impiegato ed un amministratore  o fra i vari settori pubblici e privati).

Io adesso voglio condividere con voi il piacere del conforto che ci deriva dal rileggere gli articoli della nostra carta costituzionale in vigore dal 1° gennaio 1948 e scritta con grande saggezza dai padri e dalle madri costituenti senza distinzione partitica.

PRINCIPI FONDAMENTALI

Articolo 1 L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.  La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Articolo 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

PARTE I – DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI 

Titolo III Rapporti economici

Articolo 35 La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.  Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.  Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.  Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero.

Articolo 37 La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione.  La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.  La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.

Articoli bellissimi, completi chiari dove ci sono espresse tutte le situazioni di lavoro che noi affrontiamo.

E’ per tutelare questi diritti che noi ci sediamo al tavolo delle trattative e forse in cima ai contratti collettivi di lavoro dovremmo mettere: come previsto dall’art. 1 etc etc della Costituzione Italiana perché tutto nasce da lì e perché lì ci sono le fondamenta del nostro paese del lavoro di noi tutti e del suo futuro.

IL LAVORO DEVE RIPARTIRE DAL SUD: lavoro di qualità, investimenti e politiche industriali indispensabili per ridurre i divari.

Il tasso di occupazione giovanile al Sud si ferma al 29,8%, ben 15 punti in meno della media europea. Solo una donna su tre lavora, il tasso di occupazione complessivo si ferma attorno al 50%. A dicembre la Svimez denunciava che nel 2023 il Pil meridionale si potrebbe contrarre fino a -0,4%, mentre il dato medio italiano dovrebbe attestarsi intorno a +0,5%. La dispersione scolastica arriva al 16,6%.

Il presidente Mattarella, nelle celebrazioni a Reggio Emilia del Primo Maggio, ha detto che il divario tra Nord e Sud è intollerabile e viola la Costituzione Ed ha messo in evidenza come l’elemento vero di coesione sia il lavoro.

Non c’è crescita per il Paese se non c’è sviluppo anche nel Sud e se non si recupera il divario storico che si è determinato in tutti questi decenni e che di fatto ha rallentato lo sviluppo.

Nel Mezzogiorno c’è la necessità di costruire politiche industriali all’altezza delle sfide di questa epoca, servono le politiche sociali che abbiano la capacità di migliore la qualità della vita. I divari dipendono dal fatto che la loro riduzione e lo sviluppo del Sud non è mai stata considerata una priorità dell’Italia intera, una precondizione per lo sviluppo complessivo del Paese.

È fondamentale adottare politiche che favoriscano la nascita di nuove imprese e lo sviluppo delle attività esistenti, creando un ambiente favorevole agli investimenti e all’innovazione. È necessario investire in formazione professionale per creare nuove opportunità di lavoro e incoraggiare la permanenza dei giovani nelle loro regioni di origine.

Il Sud Italia resta in fondo alla classifica europea sul lavoro femminile, con Sicilia, Campania, Calabria e Puglia nelle ultime quattro posizioni. Il dato emerge dalle tabelle Eurostat sull’occupazione nel 2022. In Sicilia, che è appunto all’ultimo posto nella Ue, l’anno scorso solo il 30,5% delle donne tra i 15 e i 64 anni lavoravano (erano il 29,1 nel 2021) a fronte del 64,8% medio dell’area euro. Appena più su la Campania (30,6%) e la Calabria (31,8%) e quart’ultima la Puglia con l’occupazione femminile al 35,4%.

Secondo lo Svimez, poi, il lavoro delle donne al Sud è penalizzato dalla mancanza di servizi. Nel Mezzogiorno solo il 35,3% delle madri con figli in età prescolare lavorano rispetto al 64% del Centro-Nord. A livello nazionale il tasso medio di occupazione per donne con figli fino a 6 anni è del 53,9%, mentre sale al 60,5% quando i figli hanno da 6 a 17 anni. Inoltre, segnala lo Svimez, nelle famiglie italiane si registrano tassi di occupazione più elevati per i genitori che per i figli (67,8% contro il 56,1%), e il tasso di occupazione dei padri italiani è pari all’83,2% a fronte del 55,1% di quello delle madri, penalizzate – si sottolinea – dalla carenza di posti negli asili nido, dagli elevati costi di accesso al servizio e dalla scarsa diffusione del tempo pieno nelle scuole dell’infanzia nel Mezzogiorno.

I divari sia in termini economici che demografici del Mezzogiorno italiano rispetto al resto del Paese, sono da sempre oggetto di studio e riflessione. I temi ricorrenti che da sempre penalizzano queste regioni sono burocrazia, illegalità, minore qualità del capitale umano e la riduzione della popolazione giovanile residente, diminuita di oltre un milione e mezzo, ed emerge una profonda crisi demografica nel Mezzogiorno italiano.

Negli ultimi 25 anni abbiamo infatti assistito ad una massiccia emigrazione dei lavoratori, soprattutto giovani (-1,6 milioni), verso zone con più possibilità occupazionali. Da qui il progressivo e inesorabile calo del Pil prodotto dal Sud.

Per scongiurare questo pericolo occorre: valorizzare i punti di forza del territorio, come il turismo, una risorsa inestimabile per il Sud, e utilizzare al meglio le risorse, sia quelle statali che di derivazione europea, per migliorare il capitale umano e produttivo, investendo soprattutto sui giovani e sulle imprese locali.

E ora per finire uno sguardo alla mia regione

Svetta  la Puglia che traina Il Sud.

La Puglia dell’occupazione si rivela locomotiva del Sud e traina il vagone Mezzogiorno. A rilevarlo è lo studio della Fondazione studi Consulenti del Lavoro – si evidenzia come «a guidare la ripresa occupazionale italiana, dopo l’emergenza Covid, è stato soprattutto il Mezzogiorno.

«La ripresa del Sud è una buona notizia per tutti, visto che circa un terzo della popolazione italiana si concentra in quell’area.

Ma il sommerso dilaga: Le violazioni riscontrate hanno interessato varie attività, tra cui call center, autofficine e concessionarie di autoveicoli.  I datori di lavoro multati e in due casi è stato richiesto lo stop all’attività.

C’è molto da fare per tutti noi e sono sicuro che molto faremo.

Grazie per l’attenzione.

 

Oggi a Roma nella prima giornata dei lavori del congresso nazionale Confsal si è proceduto alle votazioni per il rinnovo degli organismi di governo della confederazione sindacale. Terminate le votazioni, eletti nel Consiglio Nazionale Confsal Masciale Vito, Cataldo Rosselli, Vito Lozito.
Il Segretario Regionale Puglia Prof. Vito Masciale riconfermato nella Segreteria Nazionale.

Complimenti ed auguri di buon lavoro da parte di tutta la famiglia Snals

.E’ questo il primo commento del segretario regionale Confsal Vito Masciale riferendosi ai dati pubblicati dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro sulla situazione dell’occupazione in Puglia. Sono felice di questi dati che premiamo soprattutto i lavoratori pugliesi che non hanno mai mollato durante il Covid e hanno continuato a credere nel lavoro con la tenacia propria della gente di questa bellissima nostra terra. Ed ecco i  risultati:

La Puglia dell’occupazione si rivela locomotiva del Sud e traina il vagone Mezzogiorno.  Dai dati viene fuori che dal primo trimestre del 2019 allo stesso periodo del 2023 sono stati creati 1oo mila posti di lavoro (+8,6%).   In sostanza, l’analisi – che sarà illustrata al Festival del Lavoro (in programma il 28 giugno a Bologna) – evidenzia come «a guidare la ripresa occupazionale Italiana, dopo l’emergenza Covid, è stato soprattutto il Mezzogiorno: su 474 mila nuovi lavoratori, più della metà, 262 mila (i155,3% del totale), risiedono nelle Regioni del Meridione. Il tasso di crescita in quest’area è stato, tra í1 2019 e il 2023, del 4,4%, più che doppio rispetto al resto del Paese. La ripresa del Sud è una buona notizia per tutti, visto che circa un terzo della popolazione italiana si concentra in quell’area. Le sue potenzialità sono enormi, sebbene anni di politiche poco lungimiranti abbiano impedito un inserimento lavorativo di lungo periodo . Anche  dal rapporto  della sede pugliese della Banca d’Italia era emersa una performance chiara spinta da settori chiave. «Nel 2022 le attivazioni nette – scrivono gli analisti di Bankitalia nel report sullo stato dell’economia – sono risultate positive in tutti i principali comparti. La dinamica è stata sostenuta soprattutto dai servizi e dalle costruzioni. In particolare, anche per effetto degli interventi governativi per la riqualificazione degli edifici, negli ultimi tre anni nell’edilizia sono stati creati più di 20.000 posti di lavoro alle dipendenze in Puglia, circa il 30 per cento del totale del settore privato non agricolo. Nel primo quadrimestre di quest’anno, in base ai dati disponibili, l’andamento dei posti di lavoro si è confermato moderatamente positivo». Il futuro? «Nei prossimi anni l’occupazione in questo comparto potrebbe beneficiare degli interventi del Pnrr». Il bello “continua il segretario Masciale

nella sua analisi dei dati” è che  protagonisti della ripresa sono soprattutto giovani e senior , il comparto edile prima (verosimilmente, in buona parte grazie agli incentivi fiscali per la ristrutturazione degli edifici), e il turismo nell’ultimo anno (quando, cioè, i contagi sono calati sensibilmente). L’incremento delle opportunità ha riguardato indistintamente uomini e donne, avvantaggiando sia i giovani sia gli adulti (+4,3%).  nella fascia 15-34 anni si sono registrati 70.000 addetti in più (+5,5%), a beneficio, però, della sola componente maschile, e assai più intensa è stata l’ascesa per i lavoratori fra i 55 ed i 64 anni (14,8%)». Le ragioni risiedono «nella contrazione occupazionale delle fasce anagrafiche centrali e nel loro calo demografico (-11,7%), che ha dirottato le imprese verso l’offerta più disponibile

Un dato questo in continuità rispetto alla particolare resilienza evidenziata dalla Puglia anche durante il periodo pandemico e registrata da diversi istituti di ricerca. «Questi dati  sono il frutto di un lavoro sinergico tra Regione Puglia, imprese e sindacati. L’accordo delle misure Covid del 2020, realizzato con una concertazione tra Regione e parti sociali, in cui furono messi in campo strumenti straordinari  per combattere la crisi economica è stata la migliore manovra economica italiana. Una iniezione di ottimismo, dunque, nell’auspicio che il Pnrr, una volta applicato e diventato realtà, permetta al Sud di fare il definitivo salto di qualità.   Adesso sarà importante utilizzare al massimo Pnrr e fondi di coesione perché potrebbero veramente rappresentare il salto di qualità per il Mezzogiorno: molto dipende anche dalle Regioni e dalle capacità che avranno di spendere in tempi rapidi». Un miliardo di euro di risorse regionali  hanno generato jn Puglia 5 miliardi di investimenti é stata la ricetta giusta per frenare la crisi.

Ma Il Sommerso purtroppo  dilaga ancora : Altri 44 casi la guardia di  Finanza ha individuato in provincia di Taranto, 44 lavoratori in nero o irregolari, e sono in corso approfondimenti su altre 13 posizioni lavorative. Le violazioni riscontrate hanno interessato varie attività, tra cui call center, autofficine e concessionarie di autoveicoli.  I datori di lavoro multati e in due casi è stato richiesto la stop all’attività. C’è ancora molto da fare “ conclude il segretario Masciale “ bene i  posti di lavoro in più  quindi ma con un trend che nel prossimi mesi dovrà essere  reso stabile ma oggi sorridiamo alle belle notizie .

La Confsal nazionale ha voluto celebrare questa data organizzando un evento, di cui riportiamo una sintesi , dal titolo:
L’IMPEGNO COSTANTE DELLA CONFSAL PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO
Nel corso della mattinata del 27 aprile, presso l’Auditorium dell’Inail di Piazzale Giulio Pastore a Roma Eur, la Confsal si è confrontata con le forze parlamentari e le Istituzioni per illustrare la bozza di un disegno di legge a supporto delle proprie proposte in materia di salute e sicurezza sul lavoro riassunte nel “Decalogo della prevenzione partecipata” I numeri parlano e dicono che gli infortuni e le malattie professionali continuano a crescere. Il Paese soffre quotidianamente, in termini di morti e dolore, una piaga che non si riesce ancora a debellare che produce un costo annuale stimato del 6,3% del pil”.
Ha aperto i lavori il segretario generale della Confsal Margiotta (Confsal) ed ecco i punti salienti del suo intervento:
“Davanti all’Inail ci troviamo di fronte non a un’istituto, ma ad un’istituzione che si dedica alla soluzione del problema degli infortuni. Noi vogliamo che ci sia un coordinamento che sia unitario. Inail valuta il rischio di ogni attività lavorativa assegnando diversi tassi a seconda del livello di rischio “Noi – insiste – dobbiamo valorizzare il Dvr, Documento di valutazione dei rischi e i giovani devono ricordare che ogni attività ha un pericolo di cui ci si accorge quando è troppo tardi e il vero coraggio è quello di avere paura. Da una parte noi vogliamo relazionarci con l’Inail per fare proprie le iniziative e le ricerche dell’Istituto e dall’altra cercheremo di rapportarci sempre di più con le forze politiche”.
Ha poi preso la parola il presidente Inail Franco Bettoni dichiarando:
Sul Decalogo per la prevenzione partecipata della Confsal l’Inail ha manifestato piena disponibilità a mettere a disposizione le proprie competenze e i propri strumenti e a svolgere un ruolo attivo nell’elaborazione di una strategia nazionale per il contrasto del fenomeno infortunistico e delle malattie professionali che continua ad essere preoccupante .Il Decalogo della Confsal che si propone proprio questo obiettivo intervenendo sulle attività di vigilanza, formazione, informazione, supporto alle aziende, ricerca a fini prevenzionali e trasferimento dei risultati, sostegno ai modelli di organizzazione e gestione, non può non prevedere un diretto coinvolgimento dell’Istituto.L’ Inail come sempre sostiene iniziative come queste che stimolano il dibattito e sostengono la partecipazione, senza partecipazione non è possibile parlare di vera prevenzione. Proprio in tale ottica, per promuovere il confronto tra istituzioni, enti locali e parti sociali sulle strategie più efficaci da attuare per la tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, voglio ricordare che l’Istituto ha voluto organizzare il ‘Forum della prevenzione’, 23 appuntamenti regionali con l’evento conclusivo a Roma nel mese di ottobre. A fare da filo conduttore alle diverse tappe è il Piano triennale per la prevenzione 2022-2024, che delinea la missione dell’Istituto in coerenza con la Strategia europea per la salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027 e con l’Agenda Onu 2030. Il 4 maggio saremo a Venezia, il 9 a Genova, l’11 a Napoli.
Giovanni Luciano presidente dell’osservatorio sulla sicurezza Confsal ha ricordato che la Confsal, a valle di un impegno ormai pluriennale sugli aspetti della safety, ha condensato le proprie proposte in un decalogo che è stato reso pubblico a Bologna in occasione del Salone di Ambiente e Lavoro, principale Fiera nazionale della salute e della sicurezza sul lavoro, e che, aggiornato e integrato, è stato proposto al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, in occasione del primo incontro con le parti sociali convocato al Ministero il 12 gennaio 2023 ed è passato a presentarlo nel dettaglio:
1) Creare un’agenzia o polo nazionale, quale soggetto unico deputato a coordinare prevenzione e vigilanza, informazione e formazione, assistenza e consulenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
2) Educare le nuove generazioni alla cultura della sicurezza inserendo nei programmi didattici della scuola secondaria ‘La salute e sicurezza del lavoro’ come disciplina scolastica obbligatoria.
3) Diffondere una ‘prevenzione partecipata’ con il coinvolgimento attivo di tutti i lavoratori, mettendo la loro partecipazione al centro dell’azione di prevenzione unitamente a tutti gli attori coinvolti nel sistema di prevenzione.
4) Promuovere la diffusione di Mog-Sgsl – Sistemi di gestione della salute e sicurezza del lavoro – incentivandone economicamente l’adozione da parte delle aziende, tramite il credito di imposta e/o l’esenzione temporanea dal contributo Inail.
5) Favorire l’instaurarsi di un rapporto di cooperazione e collaborazione tra gli organi di vigilanza dello Stato e le aziende, dando a esse la possibilità di verificare preventivamente la propria situazione effettiva sul rispetto delle norme sulla sicurezza, per poter così rimediare alle difformità rilevate.
6) Incrementare fortemente l’organico degli ispettori tecnici per la sicurezza sul lavoro in modo che la vigilanza sull’applicazione della normativa abbia anche una funzione preventiva; assumendo a tal fine migliaia di giovani qualificati con adeguata preparazione nel campo ingegneristico, tecnico e scientifico.
7) Potenziare e migliorare la formazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza – rls – per ridurre il disequilibrio che si riscontra nella preparazione tecnica dei RLSrispetto alle altre figure aziendali impegnate nel sistema di prevenzione e protezione.
8) Garantire qualità ed efficacia alla preparazione delle principali figure di sistema, dando applicazione sollecita e concreta alle modifiche normative previste dal decreto legislativo 146/2021 (Legge 215/2021), per realizzare i cambiamenti previsti nell’ambito della formazione.
9) Potenziare il sostegno alle iniziative di prevenzione tramite la formazione, l’informazione e la consulenza attraverso maggiori investimenti da parte dell’Inail rispetto a quelli che attualmente mette a disposizione del tessuto produttivo del Paese.
10) Incrementare le risorse per la ricerca scientifica ‘prevenzionale’ su infortuni e rischi emergenti, tramite l’Inail, le Università e gli altri enti di ricerca, assicurando che i risultati dei progetti completati vengano resi più agevolmente accessibili per il trasferimento al mondo produttivo e alle parti sociali.
Ha quindi preso la parola Walter Rizzetto presidente della commissione Lavoro della Camera dove ha presentato la proposta dell’obbligatorietà dell’introduzione dell’insegnamento del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro nelle scuole secondarie di secondo grado, perché la prevenzione parte da lì. La formazione e la diffusione della cultura del lavoro rispetto alle condizioni di sicurezza resta fondamentale.Sono d’accordo con il decalogo Confsal – ha sottolineato – non so se riusciremo a fare tutto, ma concordiamo sui dieci punti. Il collettore del Polo unico quale soggetto unico deputato a coordinare prevenzione e vigilanza, informazione e formazione, assistenza e consulenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro deve essere l’Inail. Sogno l’istituto della verifica preventiva – ha concluso – che significa che prima di cominciare il lavoro si fa fare una verifica e si parte solo quando tutto è a norma. Dobbiamo poi eliminare i click day nel nostro Paese che penalizzano imprese che non sono veloci su Internet”.
E’ stata poi la volta del senatore Tino Magni che è stato relatore unico per la commissione d’inchiesta monocamerale sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, approvata all’unanimità. “C’è una convergenza a livello politico nella lotta agli infortuni” ha dichiarato. A differenza degli anni scorsi la Commissione, con cadenza, annuale e una volta conclusi i lavori, presenta al Senato una relazione sull’attività svolta e sui risultati dell’inchiesta. Non ci si può nascondere – avverte – dietro ai costi. La prevenzione è sicurezza e anche riduzione del precariato.
La deputata Chiara Tenerini ha affermato: Siamo qui per consegnare alle future generazioni qualcosa di diverso dall’attuale realtà :un lavoro sicuro e dignitoso e sottoscrivo virtualmente il Decalogo Confsal. La formazione nella scuola deve creare la consapevolezza della presenza all’interno della società e non un’ora aggiuntiva. I ragazzi devono prendere in mano il loro futuro per essere cittadini consapevoli del proprio futuro.
Anche Antonio D’alessio si dice d’accordo che “Per contrastare il fenomeno degli infortuni sul lavoro devono andare di pari passo la sensibilizzazione verso le giovani generazioni, le modifiche legislative e gli investimenti dello Stato nella consapevolezza che tutto ciò che si spende in questa materia è oro”.
Valentina Barzotti ritiene che Il Decalogo della Confsal è tendenzialmente condivisibile, cercando anche di vedere come Inail possa essere incisivo nella prevenzione. Nelle scuole – ha ricordato – ci sono esperienze virtuose per la formazione sulla sicurezza, ma è necessario un cambio di passo”.
Cesare Damiano componente del cda Inail ha citato i numeri della dolorosa realtà degli infortuni sul lavoro : 1000 morti l’anno circa 3 al giorno e sembra che al di sotto di questa soglia non si riesca ad andare. E’ importante la formazione ma ancora di più la prevenzione, serve spostare la spesa verso la prevenzione. “Vediamo il 1° maggio – sottolinea – cosa farà il governo in materia di prevenzione e sicurezza sul lavoro confermando il suo impegno. L’ Inail ha una vocazione sociale ,ha fatto dei protocolli con Ferrovie dello Stato, Enel, Eni, porti, Autostrade perché i cantieri che ci saranno riguardo il Pnrr saranno enormi. Sogno il cantiere digitale cioè tutti i lavoratori devono avere un budget che certifica che si dipende da quel cantiere perché si ha il contratto edile certificando che si ha una formazione adeguata.E’ impensabile che tutto rimanga uguale: in 60 anni è cambiato tutto: la percezione nei riguardi degli infortuni sul lavoro, l’azione dei sindacati, l’impegno degli imprenditori.
il sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon, intervenendo telefonicamente al dibattito ha dichiarato : “Già lunedì porteremo a casa risposte per la sicurezza del lavoro e vediamo di portare a casa dei risultati anche in collaborazione con ciò che l’Inail ha predisposto insieme al ministro Calderone “Il lavoro da fare – sottolinea – è molto e ringrazio il segretario Margiotta che si è sempre dimostrato preparato, attento e soprattutto disponibile al dialogo”.
Ha chiuso il dibattito Andrea Tardiola, direttore generale Inail, “Lavoriamo con grandi gruppi – racconta – come Ferrovie, Autostrade ed Eni, gruppi che sono grandi filiere industriali con una cultura molto elevata di sicurezza. Anticipiamo il Decalogo Confsal andando in giro per l’Italia rafforzando il network della sicurezza: un’esperienza umana, organizzativa e tecnologica. I dati sugli infortuni ci stanno dicendo che si sta verificando una forte polarizzazione verso due cosmi: abbiamo un ampliamento della numerosità degli infortuni a bassa gravità e schiacciamento verso l’alto di infortuni gravi. Dobbiamo diventare bravi a differenziare gli strumenti lavorando sulle due dinamiche. Ci stiamo provando e gli strumenti di Inail sono molti”.

 

Nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi  la Confsal, rappresentata
dal Segretario Generale
Angelo Raffaele Margiotta, ha sottolineato che, al di là dei
buoni propositi del DDL fiscale in corso di emanazione, l’auspicata riforma deve

avere un approccio sistemico rispetto a tre punti focali:
salari, occupazione e
sicurezza
. È necessario, inoltre, specificare quante risorse il Governo intende
investire nel taglio del cuneo fiscale e un maggiore dettaglio delle singole misure

che si vogliono implementare.

Purtroppo, assistiamo tutti alla progressiva perdita del potere d’acquisto dei salari,

nei settori pubblico e privato, schiacciati dalla progressiva crescita dell’inflazione,

che da anni affligge i bilanci delle famiglie dei lavoratori.

Abbiamo sottolineato la necessità che la “leva contrattuale” e la “leva fiscale”

concorrano insieme per l’obiettivo del recupero retributivo. Abbiamo quindi

proposto di rendere destinatarie delle agevolazioni fiscali e contributive

soprattutto quelle aziende che reinvestono gli utili a tutela della sicurezza e

dell’occupazione.

La Confsal si è dichiarata aperta a un costante confronto su questa questione, tanto

complessa quanto delicata che, per l’ennesima volta, si sta tentando di affrontare