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Carissime amiche a carissimi amici,

voglio innanzi tutto condividere con voi il piacere di poterci confrontare sul tema del lavoro in Italia che è la stessa essenza del nostro essere CONFSAL.

Il lavoro è il futuro di ogni individuo e di un intero Paese e su questo siamo tutti d’accordo, senza lavoro non c’è dignità ed è impossibile progettare il proprio futuro personale che si interseca con quello del Paese e anche su questo siamo tutti d’accordo. E spostando leggermente l’ordine delle parole si aprono davanti alle nostre riflessioni due ampi orizzonti: quale futuro lavoro e quale lavoro futuro.

Noi non facciamo politica eppure, nel nostro impegno civile ci dobbiamo confrontare con la politica dei salari, la politica fiscale, la politica delle pensioni, la politica delle imprese: tutta la politica alla fine confluisce nel mondo del lavoro.

Il mondo del lavoro in Italia è disarmonico: lo è come diffusione sul territorio (e non sto pensando all’annosa differenza fra nord e sud perché in entrambe  queste macro  aree  in cui i titoli dei giornali dividono il paese ci sono zone molto povere e molto ricche di lavoro), lo è come appartenenza di genere (e qui penso a settori come la scuola dove la presenza delle donne è massiccia e ai consigli di amministrazione dove sono ancora una sparuta minoranza)  lo è come attribuzione di ruoli (lo sappiamo tutti non scopro l’acqua calda di quanto inaccettabile sia la forbice salariale fra un impiegato ed un amministratore  o fra i vari settori pubblici e privati).

Io adesso voglio condividere con voi il piacere del conforto che ci deriva dal rileggere gli articoli della nostra carta costituzionale in vigore dal 1° gennaio 1948 e scritta con grande saggezza dai padri e dalle madri costituenti senza distinzione partitica.

PRINCIPI FONDAMENTALI

Articolo 1 L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.  La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Articolo 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

PARTE I – DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI 

Titolo III Rapporti economici

Articolo 35 La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.  Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.  Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.  Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero.

Articolo 37 La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione.  La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.  La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.

Articoli bellissimi, completi chiari dove ci sono espresse tutte le situazioni di lavoro che noi affrontiamo.

E’ per tutelare questi diritti che noi ci sediamo al tavolo delle trattative e forse in cima ai contratti collettivi di lavoro dovremmo mettere: come previsto dall’art. 1 etc etc della Costituzione Italiana perché tutto nasce da lì e perché lì ci sono le fondamenta del nostro paese del lavoro di noi tutti e del suo futuro.

IL LAVORO DEVE RIPARTIRE DAL SUD: lavoro di qualità, investimenti e politiche industriali indispensabili per ridurre i divari.

Il tasso di occupazione giovanile al Sud si ferma al 29,8%, ben 15 punti in meno della media europea. Solo una donna su tre lavora, il tasso di occupazione complessivo si ferma attorno al 50%. A dicembre la Svimez denunciava che nel 2023 il Pil meridionale si potrebbe contrarre fino a -0,4%, mentre il dato medio italiano dovrebbe attestarsi intorno a +0,5%. La dispersione scolastica arriva al 16,6%.

Il presidente Mattarella, nelle celebrazioni a Reggio Emilia del Primo Maggio, ha detto che il divario tra Nord e Sud è intollerabile e viola la Costituzione Ed ha messo in evidenza come l’elemento vero di coesione sia il lavoro.

Non c’è crescita per il Paese se non c’è sviluppo anche nel Sud e se non si recupera il divario storico che si è determinato in tutti questi decenni e che di fatto ha rallentato lo sviluppo.

Nel Mezzogiorno c’è la necessità di costruire politiche industriali all’altezza delle sfide di questa epoca, servono le politiche sociali che abbiano la capacità di migliore la qualità della vita. I divari dipendono dal fatto che la loro riduzione e lo sviluppo del Sud non è mai stata considerata una priorità dell’Italia intera, una precondizione per lo sviluppo complessivo del Paese.

È fondamentale adottare politiche che favoriscano la nascita di nuove imprese e lo sviluppo delle attività esistenti, creando un ambiente favorevole agli investimenti e all’innovazione. È necessario investire in formazione professionale per creare nuove opportunità di lavoro e incoraggiare la permanenza dei giovani nelle loro regioni di origine.

Il Sud Italia resta in fondo alla classifica europea sul lavoro femminile, con Sicilia, Campania, Calabria e Puglia nelle ultime quattro posizioni. Il dato emerge dalle tabelle Eurostat sull’occupazione nel 2022. In Sicilia, che è appunto all’ultimo posto nella Ue, l’anno scorso solo il 30,5% delle donne tra i 15 e i 64 anni lavoravano (erano il 29,1 nel 2021) a fronte del 64,8% medio dell’area euro. Appena più su la Campania (30,6%) e la Calabria (31,8%) e quart’ultima la Puglia con l’occupazione femminile al 35,4%.

Secondo lo Svimez, poi, il lavoro delle donne al Sud è penalizzato dalla mancanza di servizi. Nel Mezzogiorno solo il 35,3% delle madri con figli in età prescolare lavorano rispetto al 64% del Centro-Nord. A livello nazionale il tasso medio di occupazione per donne con figli fino a 6 anni è del 53,9%, mentre sale al 60,5% quando i figli hanno da 6 a 17 anni. Inoltre, segnala lo Svimez, nelle famiglie italiane si registrano tassi di occupazione più elevati per i genitori che per i figli (67,8% contro il 56,1%), e il tasso di occupazione dei padri italiani è pari all’83,2% a fronte del 55,1% di quello delle madri, penalizzate – si sottolinea – dalla carenza di posti negli asili nido, dagli elevati costi di accesso al servizio e dalla scarsa diffusione del tempo pieno nelle scuole dell’infanzia nel Mezzogiorno.

I divari sia in termini economici che demografici del Mezzogiorno italiano rispetto al resto del Paese, sono da sempre oggetto di studio e riflessione. I temi ricorrenti che da sempre penalizzano queste regioni sono burocrazia, illegalità, minore qualità del capitale umano e la riduzione della popolazione giovanile residente, diminuita di oltre un milione e mezzo, ed emerge una profonda crisi demografica nel Mezzogiorno italiano.

Negli ultimi 25 anni abbiamo infatti assistito ad una massiccia emigrazione dei lavoratori, soprattutto giovani (-1,6 milioni), verso zone con più possibilità occupazionali. Da qui il progressivo e inesorabile calo del Pil prodotto dal Sud.

Per scongiurare questo pericolo occorre: valorizzare i punti di forza del territorio, come il turismo, una risorsa inestimabile per il Sud, e utilizzare al meglio le risorse, sia quelle statali che di derivazione europea, per migliorare il capitale umano e produttivo, investendo soprattutto sui giovani e sulle imprese locali.

E ora per finire uno sguardo alla mia regione

Svetta  la Puglia che traina Il Sud.

La Puglia dell’occupazione si rivela locomotiva del Sud e traina il vagone Mezzogiorno. A rilevarlo è lo studio della Fondazione studi Consulenti del Lavoro – si evidenzia come «a guidare la ripresa occupazionale italiana, dopo l’emergenza Covid, è stato soprattutto il Mezzogiorno.

«La ripresa del Sud è una buona notizia per tutti, visto che circa un terzo della popolazione italiana si concentra in quell’area.

Ma il sommerso dilaga: Le violazioni riscontrate hanno interessato varie attività, tra cui call center, autofficine e concessionarie di autoveicoli.  I datori di lavoro multati e in due casi è stato richiesto lo stop all’attività.

C’è molto da fare per tutti noi e sono sicuro che molto faremo.

Grazie per l’attenzione.

 

La Segreteria Nazionale dello SNALS ha riconosciuto nuovamente il lavoro profuso dalla Segreteria Provinciale di Bari con l’elezione nel CONSIGLIO NAZIONALE dello SNALS di n. 3 rappresentanti: il prof. Vito Masciale , il prof. Vito Francesco Lozito e la prof.ssa Annunziata Berloco.
Inoltre, il nostro capitano, nonché Segretario Provinciale, prof. Vito Masciale è stato riconfermato membro della DIREZIONE NAZIONALE. Non vanno dimenticati anche i diversi rappresentanti eletti nei vari settori.
Un plauso va ai nostri iscritti per la fiducia riposta nello SNALS con le parole espresse dal Prof. Vito Masciale: “Ringrazio tutti coloro che hanno fiducia in me e nella squadra che abbiamo creato”. SOLO UNITI SI VINCE
Di seguito uno stralcio dell’intervento al XII Congresso Nazionale SNALS:
“…. Non esistono formule magiche se non una: la scuola è dei ragazzi, per i ragazzi con i ragazzi.
Ma che scuola vogliono i ragazzi?
I ragazzi vogliono una scuola che li ascolti, che li capisca che li aiuti ad essere consapevoli di chi sono, del loro valore, della loro dignità che li aiuti a realizzare se stessi.
Per pensare alla scuola futura dobbiamo puntare su 3 parole: INNOVAZIONE, dopo l’esperienza della DAD e la sperimentazione della DDI, stiamo andando verso una scuola in cui le tecnologie multimediali e digitali possono dar forma a nuove competenze e nuovi modelli di apprendimento. Da questo punto di vista, siamo ancora molto indietro e dobbiamo fare di più. Ben l’82% delle aule ha una connessione inadatta alla didattica digitale. 300mila studenti italiani sono ancora sprovvisti di PC o connessione internet in casa. Gli studenti, i bravi studenti e la buona scuola creano una società sana attraverso l’innovazione.
SOSTENIBILITÀ, oggi più che mai, essere cittadini consapevoli vuol dire rispettare la natura e tutelare l’ambiente. La cura nei confronti del pianeta inizia in classe e nelle scuole. Anche qui i numeri non sono incoraggianti, il 29,1% degli edifici scolastici necessiterebbe di una manutenzione urgente, mentre ben il 58,9% non ha l’agibilità. Solo il 6,4% è in classe energetica A.
INCLUSIONE, abbiamo bisogno di una scuola per tutti collaborativa e basata su ascolto e dialogo. La scuola di domani dovrà fare grossi passi in avanti anche nell’integrazione e nella sensibilizzazione, temi spesso sottovalutati ……”
Il Segretario Provinciale di Bari, prof. Vito Masciale

Avviso importante!!!!

 

Grandi  momenti di esercizio di democrazia, di confronto di idee e progettazione del futuro lavorativo  vedranno protagonisti tutti gli iscritti SNALS nel mese di giugno.

Nei giorni 28-29-30 giugno si terrà a Roma il XII congresso nazionale sul tema: “L’impegno dello Snals- Confsal, per la rinascita del Paese, per il futuro delle giovani generazioni. Riforme, risorse, valorizzazione del personale della Scuola, dell’AFAM, dell’Università e della Ricerca”.

In preparazione a questo evento avrà luogo il 10 giugno dalle 15.00 in poi, presso l’auditorium della parrocchia Beata Vergine Immacolata via Abbrescia 96 in Bari, l’assemblea  precongressuale nel pieno rispetto della attuale normativa anticovid19.

Si rende necessario procedere anche con le operazioni elettorali relative agli organi statutari provinciali. Pertanto la segreteria provinciale all’unanimità in data odierna ha approvato la linea proposta dal segretario di una lista unica di candidati e nominato quali componenti della commissione elettorale:

  • Murgolo Nicola;
  • Castellano Giuseppe;
  • Serlenga Antonia.

 

Dalla relazione del Segretario generale Elvira Serafini:

 

Apriamo questo Consiglio in un momento di grande attività per il sindacato, come d’altra parte accade sempre in occasione del nostro incontro autunnale: la Nota di aggiornamento al DEF ha delineato la cornice entro cui va definita la Legge di Bilancio per il 2020, senza peraltro che sia emerso alcun chiaro orientamento sui settori che ci riguardano, né sono incoraggianti gli stanziamenti del Governo per i rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego, previsti nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles.

Tutte le energie dello Snals-Confsal sono dedicate a fare in modo che Scuola, Afam, Università e Ricerca non paghino il conto della neutralizzazione dell’aumento dell’IVA e della stabilità del bilancio pubblico.

 

Di seguito la mozione finale approvata all’unanimità:

 

 MOZIONE FINALE

 

Il Consiglio Nazionale dello SNALS-CONFSAL

ascoltata

la relazione del Segretario generale Elvira Serafini sull’attuale fase politico-sindacale, sulle proposte volte al cambiamento delle politiche del personale di tutto il Comparto dell’Istruzione e della Ricerca, sulle linee di organizzazione e sviluppo del sindacato

l’approva.

Il Consiglio Nazionale condivide la proposta di realizzare ulteriori occasioni di approfondimento sui temi trattati nel Convegno Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la gestione dell’esistente:

  • per determinare una vera svolta culturale che metta al centro delle politiche l’educazione, l’istruzione di tutti i livelli e la ricerca;
  • per mantenere una costante attenzione su fenomeni che incidono negativamente sull’esercizio delle funzioni della scuola e dei docenti e sul benessere dei giovani;
  • per uscire dalle emergenze e superare i divari esistenti a livello territoriale che mettono a rischio la coesione, l’unitarietà e lo sviluppo.

Il Consiglio Nazionale, nel raccogliere anche gli esiti del dibattito, ribadisce la necessità di esercitare ogni forma di pressione sulle forze politiche e sul Governo affinché:

  • sia data attuazione agli accordi e alle intese sottoscritte con le organizzazioni sindacali e siano assunte decisioni coerenti quale esito dei tavoli tecnici su tutte le questioni che riguardano i settori della scuola, dell’università, dell’afam e degli enti pubblici di ricerca, con l’eliminazione delle molte forme di precarietà e il riconoscimento pieno della libertà di insegnamento e dell’autonomia;
  • siano apportate modifiche al documento di programmazione economica finalizzato alla legge di Bilancio 2020 ritenendo le previsioni contenute non sufficienti a garantire:
  • un rinnovo dei contratti di tutto il pubblico impiego che rispondano alle attese in particolare del personale di tutte le istituzioni del Comparto dell’Istruzione e della Ricerca e assicurino un netto miglioramento delle condizioni lavorative, retributive e professionali;
  • investimenti significativi a qualificare il sistema italiano dell’istruzione, della formazione e della ricerca e a innalzare progressivamente il rapporto tra risorse ad esso destinate e la quota del PIL nazionale per portarla ai livelli della media dell’Unione europea.

Il Consiglio Nazionale:

  • condivide le prospettive di sviluppo organizzativo che, attraverso una gestione partecipata e condivisa dello SNALS, incrementino la presenza e le attività sul territorio, anche in relazione al rinnovo della RSU;
  • fa proprie le proposte della Confsal che si fondano su: la centralità della persona, dell’istruzione e dell’educazione, la connessione tra tutte le istituzioni del comparto istruzione e ricerca con il mondo delle imprese, per favorire l’inserimento lavorativo delle giovani generazioni, la diminuzione degli squilibri territoriali e la competitività del nostro Paese.

Allegato: (CN_22-24ott2019_Relazione_SG)