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Carta docente ai supplenti, è costituzionale. Si pronuncia la Corte: “Trovare le risorse è compito del Parlamento, non dei giudici”.

La Corte Costituzionale è intervenuta per valutare se alcune norme della legge conosciuta come Buona Scuola siano compatibili con la Costituzione. Il punto centrale riguarda la Carta docente, un bonus annuale da 500 euro previsto per gli insegnanti di ruolo assunti per acquistare libri, software, corsi di formazione o entrare a eventi culturali.
Negli ultimi anni, molti insegnanti con contratto a tempo determinato hanno chiesto di ricevere anche loro questo bonus, sostenendo che svolgono lo stesso lavoro degli insegnanti di ruolo e che quindi devono avere gli stessi diritti.
L’antefatto
Il Tribunale di Torino ha sollevato il problema “se spettasse agli insegnanti con contratto a tempo determinato” alla Corte Costituzionale, dopo che :
la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha detto che è ingiusto escludere i supplenti da questo bonus;
la Corte di Cassazione ha confermato che anche i supplenti hanno diritto alla Carta docente, se hanno ricevuto incarichi annuali o fino alla fine delle attività scolastiche.
Il Tribunale di Torino ha però sollevato un dubbio: la legge prevede una certa somma di denaro per coprire il bonus (circa 381 milioni di euro all’anno), calcolata solo sugli insegnanti di ruolo. Ora che anche i supplenti devono riceverlo, i fondi non sarebbero più sufficienti. Questo, secondo il Tribunale, potrebbe violare l’articolo 81 della Costituzione, che dice che ogni spesa dello Stato deve essere coperta da fondi precisi.
La risposta del Governo :
anche se mancano fondi, questo non rende automaticamente incostituzionale la norma;
se lo Stato deve pagare più del previsto, si attivano strumenti previsti dalla legge per trovare le risorse necessarie.
nel 2025 è stata aumentata la copertura economica per tenere conto dei nuovi insegnanti aventi diritto.
La Corte Costituzionale ha sentenziato e ha stabilito che:
i supplenti hanno diritto alla Carta docente, come già deciso dalle corti europee e italiane;
la legge non è incostituzionale anche se i fondi inizialmente previsti non sono più sufficienti;
trovare nuove risorse è compito del Parlamento, non dei giudici.
La Corte ha anche spiegato che esistono strumenti già previsti per affrontare questi casi, come nuove leggi o interventi straordinari del Ministero dell’Economia.
Chi ha svolto incarichi di supplenza ha diritto alla Carta docente, anche per gli anni passati, secondo quanto stabilito dalla Cassazione. Se non l’ha ricevuta, può rivolgersi al giudice per ottenerla.
La sentenza della Corte Costituzionale conferma che il problema dei fondi non blocca questo diritto: sarà il Governo a doversi occupare della copertura economica.