Si è svolto oggi al MIUR un incontro fra il ministro Lorenzo Fioramonti e i segretari generali dei cinque sindacati più rappresentativi del comparto istruzione e ricerca (Flc CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal, GILDA Unams), convocati per un confronto che gli stessi sindacati avevano sollecitato sui contenuti della legge di bilancio e sui riflessi che questi hanno su questioni diverse, a partire da quella del rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Da parte dei segretari generali sono state esposte al ministro le forti preoccupazioni per lo scarto evidente che si registra fra le richieste di una significativa rivalutazione dei trattamenti retributivi del comparto e le risorse a tal fine disponibili, al momento del tutto insufficienti, così come rimane ampiamente sotto la media OCSE il livello complessivo di investimento in istruzione e ricerca.

Al ministro è stata anche ribadita l’urgenza di avviare il previsto confronto sui contenuti del disegno di legge collegato in materia di abilitazioni del personale docente, preciso impegno assunto nell’intesa del 1° ottobre per completare il quadro delle misure contenute nel decreto 126/2019, anch’esse peraltro da integrare e migliorare in sede di conversione.

Il ministro, confermando la volontà di continuare a sostenere con molta determinazione anche all’interno della compagine di governo scelte che assumano i settori della conoscenza come ambito prioritario di una forte politica di investimento, ha assicurato il massimo impegno anche al fine di reperire ulteriori risorse nell’ambito delle decisioni che potranno scaturire dal dibattito in sede parlamentare.

Si è detto inoltre impegnato a mantenere attraverso l’Amministrazione un rapporto costante di confronto con le organizzazioni sindacali.

I Segretari Generali hanno preso atto della volontà di una positiva gestione degli aspetti propedeutici al rinnovo contrattuale. Negoziato che può essere aperto solo se ci saranno risorse sufficienti per un incremento retributivo a tre cifre.

A questo proposito, saranno messe in campo forme di pressione e mobilitazione, al fine di indurre il Governo a fare scelte in discontinuità rispetto alle politiche relative all’Istruzione, all’Università e alla Ricerca. Misure che andranno caratterizzate per scelte di investimento e di rilancio della scuola di questo paese.

Una prima iniziativa nazionale, oltre a quelle territoriali e interregionali già in corso di svolgimento su precariato e personale ATA, sarà la riunione dei direttivi unitari in programma a Roma, al teatro Quirino, mercoledì 20 novembre.

Roma, 13 novembre 2019

Flc CGIL

CISL FSUR

UIL Scuola Rua

SNALS Confsal

GILDA Unams

Francesco Sinopoli

Maddalena Gissi

Giuseppe Turi

Elvira Serafini

Rino Di Meglio

Allegati PDF

Lo Snals-Confsal, il giorno 12 novembre 2019, ha partecipato all’audizione informale dinanzi alle commissioni XI e VII riunite della Camera ed ha illustrato le proprie proposte emendative al decreto 126/2019, inviate alla Commissioni nella giornata precedente (che alleghiamo).

La prima questione posta all’attenzione dei membri delle commissioni è stata quella delle inadempienze che caratterizza il decreto sul precariato (v. a.C. 2222 DdL di conversione del DL 126/2019).

Il decreto, pubblicato sulla GU il 30.10.2019, costituisce un passo indietro:

  1. – rispetto all’Intesa del 24 aprile 2019 e alla bozza di decreto di agosto 2019, dove era prevista una pubblicazione contestuale del concorso straordinario riservato, peraltro, ad una platea più ampia di personale, e del concorso ai soli fini abilitativi;
  2. – rispetto all’Intesa del 1° ottobre 2019, in quanto è inaccettabile l’esclusione dal concorso riservato per accedere ai posti di DSGA del personale Assistente Amministrativo che ha ricoperto tale incarico nella scuola per almeno tre anni. A differenza di quanto riportato nell’Intesa (anche in deroga al requisito della laurea specifica prevista per l’accesso dall’esterno)il decreto legge consente l’accesso al concorso ai soli laureati;
  3. – rispetto all’Intesa del 18 ottobre 2019, perché, in questo decreto, sono stati dimenticati i diplomati magistrali.

 

Sulla base di queste premesse, lo Snals Confsal, al fine di recuperare quanto già concordato nelle Intese precedenti, ha proposto, tra le altre cose:

  • – di ampliare la platea dei partecipanti al concorso straordinario,
  • – che le tre annualità siano state svolte in un periodo di tempo più ampio,
  • – di prevedere che i titoli siano valutati fino alla scadenza della presentazione della domanda; con riserva di conseguire il titolo entro l’a.s. 2019-2020,
  • – che i docenti con le tre annualità che hanno insegnato su sostegno, senza specializzazione, provenendo dalle graduatorie di istituto incrociate, possano partecipare al concorso per la materia da cui sono stati chiamati per insegnare sostegno,
  • – esplicitare che gli anni di servizio – sia a t.i. che a t.d. – siano validi anche se prestati a seguito di assunzione “con riserva”.

Lo Snals-Confsal ha anche chiesto

  • – un percorso più celere per il concorso ai soli fini abilitativi e una chiara definizione di coloro che potranno partecipare. Serve a dare risposta a tutti coloro per i quali si è creata l’aspettativa di conseguire un’abilitazione e che ha prestato tre annualità di servizio in tutti gli ordini e gradi scuola (td, ti, abilitati, con CFU, IeFP, dottori di ricerca, IRC, …). Questi docenti potrebbero passare in seconda fascia di istituto, partecipare ai concorsi ordinari o alla mobilità professionale;
  • – prevedere che i docenti con titolo di studio per insegnare una classe di concorso senza posti vacanti e disponibili possano comunque seguire il solo percorso abilitativo (superamento della prova scritta e della prova orale).

Abbiamo, altresì, evidenziato l’enorme criticità legata agli Assistenti Amministrativi facenti funzioni di DSGA. Essi devono poter partecipare al concorso riservato anche in deroga al requisito della laurea specifica prevista per l’accesso dall’esterno (come previsto nell’Intesa).

Sulla questione diplomati magistrale, lo Snals-Confsal ha chiesto di salvaguardare la continuità didattica e i posti di lavoro in corso.

Ha proposto, inoltre,  un’operazione necessaria e urgente – da concludere entro 30 giorni dalla conversione in legge del decreto – che costituisce un primo passo per ridurre il ricorso ai contratti a termine e garantire la continuità didattica e la stabilità al personale:

Poiché le assunzioni in ruolo con decorrenza 1.9.2019 non sono state disposte sulla totalità dei posti assegnati, occorre rendere obbligatorio, fermo restando il limite del contingente assegnato, destinare tali eccedenze a favore di altre graduatorie, compresa quella del concorso straordinario diplomati magistrale,  anche di diverso ordine e grado di scuola.

L’operazione è senza ulteriori oneri per lo Stato perché i posti sono già stati autorizzati dal MEF.

Ha, infine, sottolineato che:

  • – la semplificazione delle procedure di reclutamento dei dirigenti scolastici necessita anche di previsioni che garantiscano la limitazione del contenzioso ed assetti organizzativi che assicurino equità, terzietà e professionalità;
  • – che  59 posti previsti per il ruolo dei dirigenti tecnici sono insufficienti a colmare gli organici del ruolo ispettivo.
  • – che i provvedimenti per l’Università e la Ricerca si limitano a prorogare le procedure provvisorie relative ad approvvigionamenti e reclutamento non prevedendo misure stabili e sostenibili di stabilizzazione qualificata dei tanti giovani che lavorano nelle strutture universitarie.

Lo Snals-Confsal ha concluso con l’auspicio che durante la conversione in legge, il decreto possa essere migliorato, anche con i contributi da noi proposti.

personale ata

Si è svolta in data 12 novembre 2019, presso la sede dell’ARAN, una riunione della Commissione paritetica per la revisione dei profili professionali del personale ATA, che sarà seguita da ulteriori incontri propedeutici alla trattativa contrattuale vera e propria. Lo Snals-Confsal ha partecipato con una sua delegazione.

L’incontro è stato aperto dal neo eletto Presidente dell’Aran, Dott. Naddeo -al quale le OO.SS hanno dato il benvenuto – che ha invitato il Dott. Mastrogiuseppe ad illustrare i contenuti dell’incontro.

Sono state quindi prese in esame le proposte dell’ARAN circa le modalità operative da seguire per la prosecuzione dei lavori e alcune delle modifiche che l’ARAN propone di inserire come, ad esempio, l’identificazione delle aree con un nome e non più con una lettera, per rendere subito chiaro il ruolo svolto dai profili ad esse afferenti.

Come già anticipato nell’incontro dell’11 giugno scorso, l’Aran propone la suddivisione nelle Aree, A, B, C e D, con l’accorpamento delle aree A e As in un’unica area, considerato che le rispettive declaratorie sussistenti sono molto simili e utilizzando un’indennità professionale per compensare e gestire il disallineamento economico.

E’ stato anche proposto di gestire le maggiori competenze richieste ai collaboratori scolastici che si occupano di alunni disabili tramite un sistema di incarichi che l’ARAN considera un istituto contrattuale utile anche come strumento per la progressione della carriera all’interno dell’area dedicata ai collaboratori scolastici.

Il nuovo modello che l’ARAN propone per la classificazione professionale, infatti, è teso ad una maggiore flessibilità relativamente al passaggio tra i vari profili, proprio tramite l’attribuzione di incarichi, visti come strumento di riconoscimento di maggiori capacità e competenze e come una sorta di percorso formativo che offre una possibilità di carriera.

Lo Snals-Confsal, pur apprezzando il lavoro svolto, ha sottolineato con forza che nell’ambito del nuovo modello proposto, deve essere rispettata e salvaguardata la specificità della scuola e della sua organizzazione, che non è possibile omologare al pubblico impiego. Si è dichiarato, comunque, disponibile a valutare le proposte presentate e ad esprimere osservazioni più approfondite dopo un’attenta lettura, precisando che va tenuta sempre presente la necessità di specificare in modo chiaro le mansioni delle singole professionalità che operano all’interno delle istituzioni scolastiche.

Ha anche richiesto con forza che i nuovi profili che si andranno a delineare, siano supportati da un adeguato riconoscimento economico, senza il quale non è possibile parlare di rinnovamento.

RICONOSCERE IL VALORE DEL LAVORO E DELL’ESPERIENZA

 

Le OO.SS. sul DL 126/19: non possiamo che chiamare i lavoratori interessati alla mobilitazione il prossimo 11 novembre, con un’iniziativa a Roma nel pomeriggio e diversi presìdi concomitanti in altre città

COMUNICATO STAMPA

DECRETO SCUOLA, INTESE NON RISPETTATE: AL VIA LA MOBILITAZIONE

Esclusi i facenti funzione DSGA, mancano i percorsi abilitanti e la norma sui diplomati magistrali

 

Con la pubblicazione del Decreto Legge sulle misure urgenti per la scuola in Gazzetta Ufficiale, constatiamo con rammarico che il Governo disattende gli impegni assunti, prima a Palazzo Chigi nell’aprile scorso, e poi nell’accordo del 1° ottobre con il Ministro dell’Istruzione.

Che siano stati ammessi alla procedura riservata i docenti delle paritarie ai soli fini abilitanti rientra tra le nostre richieste, ma tale modalità non può essere disgiunta da un quadro generale di acquisizione delle abilitazioni per l’insegnamento. Oltretutto il confronto sulle abilitazioni è in stallo. E questo è inaccettabile in quanto concorso straordinario e abilitazioni devono procedere in parallelo: sono aspetti dell’intesa collegati tra loro che non possono essere scissi.

L’apertura al personale delle scuole paritarie non esaurisce la partita dei concorsi abilitanti per gli altri esclusi da inserire in un collegato alla legge di bilancio.

Analogamente bisogna dare seguito all’accordo del 18 ottobre sui diplomati magistrali con la proroga delle previsioni del decreto dignità.

E’ inaccettabile l’esclusione dal concorso riservato per accedere ai posti di DSGA del personale Assistente Amministrativo che ha ricoperto tale incarico nella scuola per almeno tre anni. Una scelta politica inammissibile che non vogliamo pensare sia frutto di qualche improvviso cambio di opinione, magari con motivazioni tecnocratiche per fare venire meno la parola data e scritta.

Aver depennato dal concorso riservato i facenti funzione di DSGA senza il titolo di studio previsto (laurea specifica) è fuori da ogni logica e non riconosce il lavoro del personale. Le motivazioni giuridiche addotte sono inaccettabili, avendo in sé la contraddizione palese per cui i facenti funzione sono ammessi al concorso ordinario e sono esclusi da quello straordinario, che serve proprio a sanare posizioni consolidate da anni di attività in mansioni superiori che hanno permesso e permettono alle scuole di funzionare. Poiché, come abbiamo più volte rappresentato, non basta certo il concorso in via di svolgimento per DSGA a colmare il vuoto di vent’anni di mancata indizione di prove concorsuali, e per non lasciare le scuole prive di direzione amministrativa, ribadiamo il buon diritto di chi ha svolto con merito tale funzione, talora per ben più di otto anni, di avere una prospettiva certa in un percorso riservato.

FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal, GILDA Unams indicono pertanto la mobilitazione del personale interessato, che si avvia con le assemblee, proseguirà con una manifestazione nazionale da svolgersi nei prossimi giorni davanti alle sedi istituzionali e comporterà le dimissioni dall’incarico di facenti funzione di DSGA.

Per queste ragioni non possiamo che chiamare i lavoratori interessati alla mobilitazione il prossimo 11 novembre, con un’iniziativa a Roma nel pomeriggio e diversi presìdi concomitanti in altre città.

Roma, 31 ottobre 2019

Flc CGIL

CISL FSUR

UIL Scuola Rua

SNALS Confsal

GILDA Unams

Francesco Sinopoli

Maddalena Gissi

Giuseppe Turi

Elvira Serafini

Rino Di Meglio

Allegati PDF

In attesa dell’emanazione della circolare sui pensionamenti 2020 da parte del MIUR, che dovrà tener conto di quanto verrà deciso nella Manovra di Bilancio 2020 in materia di pensioni, nei media vengono fornite notizie non sempre veritiere ed attendibili.

A tal proposito, confermando che il testo del d.d.l. Bilancio 2020, dopo la “Bollinatura” della Ragioneria Generale dello Stato e la firma del Presidente della Repubblica, è stato trasmesso al Senato, il prof. Boninsegna, della Segreteria provinciale SNALS di Verona, ha elaborato delle tabelle sinottiche per le cessazioni dall’1.9.2020 per le diverse tipologie di pensioni, basandosi sul testo della manovra in oggetto, che ha raccolto in una scheda.

Nella scheda, oltre le novità previste per l’Ape social e l’opzione donna, sono state riportate le condizioni richieste, il tipo di cessazione, i codici di cessazione SIDI, la scadenza di presentazione delle domande, le precisazioni e la normativa relativa ad ogni tipologia di pensionamento.

E’, inoltre, riportata la tempistica di pagamento del TFS e del TFR.

In data 5 novembre 2019, si è svolto all’Aran il secondo incontro sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali nella scuola e sulle procedure di conciliazione in caso di sciopero.

Per l’Aran era presente il Direttore Pierluigi Mastrogiuseppe.

La discussione è proseguita sulla bozza di accordo predisposta dall’Aran su sollecitazione della Commissione di Garanzia per l’attuazione della legge 146/90.

Le OO.SS. presenti hanno rilevato lo scarso tempo a disposizione per la formulazione di osservazioni e rilievi sulla bozza di accordo, pervenuta alle segreterie generali solo ieri sera.

Lo Snals-Confsal ha ribadito la propria totale indisponibilità a sottoscrivere un’intesa che limita il diritto di sciopero senza tutelare nemmeno in maniera adeguata ed equilibrata il diritto all’istruzione.

In particolare abbiamo dichiarato non ammissibile l’estensione dei contingenti obbligatori di lavoratori in caso di sciopero al personale docente, ritenendo illegittima la definizione dell’Istruzione scolastica come servizio essenziale senza il riferimento alle particolari prestazioni quali scrutini, ecc. già previste dalla legge 146/90.

Netta poi la nostra opposizione ai nuovi obblighi previsti in capo alle scuole, cioè ai dirigenti scolastici e alle segreterie, circa le comunicazioni da rendere agli utenti su carattere dello sciopero, motivazione, voti raccolti nelle elezioni e adesioni registrate in passate azioni di sciopero. Per non parlare dell’obbligo del personale di dichiarare la propria adesione o non adesione o addirittura la condizione di non aver maturato la scelta di aderire allo sciopero.

Alle scuole poi, tramite intesa sindacale con la rsu, la definizione di un accordo di scuole e conseguentemente l’emanazione di un regolamento con i numeri specifici dei contingenti e i servizi assicurati.

Riteniamo che la strada intrapresa dall’Aran, su indicazione della commissione di garanzia, sia non solo inutile ma anche infruttuosa se vuole difendere il diritto all’istruzione.

Non potremo mai accettare che il diritto di sciopero sia limitato e che i servizi di assistenza e vigilanza comprimano il diritto di sciopero.

Il confronto proseguirà lunedì 25 novembre alle ore 10.

personale ata

Alla presenza del Sottosegretario Dott. De Cristofaro, del Dott. Greco, della Dott.ssa Palumbo e del Dott. Serra, in data 5 novembre 2019 alle ore 11.30 si è svolto presso il MIUR un incontro, durante il quale è stato presentato il Decreto Ministeriale che disciplina la procedura finalizzata all’assunzione a tempo indeterminato del personale dipendente delle imprese di pulizie operanti presso le istituzioni scolastiche, che inseriamo in area riservata.

La procedura selettiva si svolge su base provinciale, tramite la compilazione della domanda su Istanze on Line. I requisiti per partecipare sono:

  • il possesso del diploma di scuola secondaria di primo grado,
  • 10 anni di servizio anche non continuativo, a tempo indeterminato presso imprese titolari di contratti per lo svolgimento di servizi di pulizia e ausiliari presso le istituzioni scolastiche statali,
  • i requisiti generali per l’accesso all’impiego nelle pubbliche amministrazioni.

L’assunzione dei candidati utilmente collocati in graduatoria avverrà a decorrere dal 1° gennaio 2020 con contratto a tempo pieno e/o parziale ed indeterminato.

Durante l’incontro, al quale hanno partecipato anche le varie associazioni sindacali di categoria rappresentanti dei lavoratori delle imprese di pulizia, lo SNALS ha espresso la propria preoccupazione, sottolineando la ricaduta che l’assunzione di questi lavoratori avrà sull’organico ATA dei collaboratori scolastici e sulle immissioni in ruolo degli stessi nel prossimo anno scolastico.

Infatti, anche se i posti loro destinati sono già accantonati, potrebbero sorgere problemi al momento dell’individuazione dei perdenti posto e del successivo accantonamento del contingente per il ruolo 2020/21, soprattutto in considerazione che i molti posti che saranno assegnati a part time, nell’organico ATA sono considerati comunque posti interi.

La Dott.ssa Palumbo ha chiarito che il problema è ben presente e che si cercherà di trovare una soluzione, anche se difficile, per avere meno ripercussioni possibile sul personale ATA in servizio e, soprattutto per il personale inserito nelle graduatorie provinciali di 1^ fascia.

E’ stata fatta, da parte delle OO.SS. la richiesta di avere una rilevazione dettagliata delle persone interessate alla procedura concorsuale perché di fatto non è possibile fare una previsione attendibile su quanti posti potrebbero essere assegnati interi e quanti in regime di part-time, ma il Dott. Greco ha precisato che questo sarà possibile solo ad acquisizione delle domande avvenute.

Le OO.SS. sul DL 126/19: non possiamo che chiamare i lavoratori interessati alla mobilitazione il prossimo 11 novembre, con un’iniziativa a Roma nel pomeriggio e diversi presìdi concomitanti in altre città

COMUNICATO STAMPA

DECRETO SCUOLA, INTESE NON RISPETTATE: AL VIA LA MOBILITAZIONE

Esclusi i facenti funzione DSGA, mancano i percorsi abilitanti e la norma sui diplomati magistrali

 

Con la pubblicazione del Decreto Legge sulle misure urgenti per la scuola in Gazzetta Ufficiale, constatiamo con rammarico che il Governo disattende gli impegni assunti, prima a Palazzo Chigi nell’aprile scorso, e poi nell’accordo del 1° ottobre con il Ministro dell’Istruzione.

Che siano stati ammessi alla procedura riservata i docenti delle paritarie ai soli fini abilitanti rientra tra le nostre richieste, ma tale modalità non può essere disgiunta da un quadro generale di acquisizione delle abilitazioni per l’insegnamento. Oltretutto il confronto sulle abilitazioni è in stallo. E questo è inaccettabile in quanto concorso straordinario e abilitazioni devono procedere in parallelo: sono aspetti dell’intesa collegati tra loro che non possono essere scissi.

L’apertura al personale delle scuole paritarie non esaurisce la partita dei concorsi abilitanti per gli altri esclusi da inserire in un collegato alla legge di bilancio.

Analogamente bisogna dare seguito all’accordo del 18 ottobre sui diplomati magistrali con la proroga delle previsioni del decreto dignità.

E’ inaccettabile l’esclusione dal concorso riservato per accedere ai posti di DSGA del personale Assistente Amministrativo che ha ricoperto tale incarico nella scuola per almeno tre anni. Una scelta politica inammissibile che non vogliamo pensare sia frutto di qualche improvviso cambio di opinione, magari con motivazioni tecnocratiche per fare venire meno la parola data e scritta.

Aver depennato dal concorso riservato i facenti funzione di DSGA senza il titolo di studio previsto (laurea specifica) è fuori da ogni logica e non riconosce il lavoro del personale. Le motivazioni giuridiche addotte sono inaccettabili, avendo in sé la contraddizione palese per cui i facenti funzione sono ammessi al concorso ordinario e sono esclusi da quello straordinario, che serve proprio a sanare posizioni consolidate da anni di attività in mansioni superiori che hanno permesso e permettono alle scuole di funzionare. Poiché, come abbiamo più volte rappresentato, non basta certo il concorso in via di svolgimento per DSGA a colmare il vuoto di vent’anni di mancata indizione di prove concorsuali, e per non lasciare le scuole prive di direzione amministrativa, ribadiamo il buon diritto di chi ha svolto con merito tale funzione, talora per ben più di otto anni, di avere una prospettiva certa in un percorso riservato.

FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal, GILDA Unams indicono pertanto la mobilitazione del personale interessato, che si avvia con le assemblee, proseguirà con una manifestazione nazionale da svolgersi nei prossimi giorni davanti alle sedi istituzionali e comporterà le dimissioni dall’incarico di facenti funzione di DSGA.

Per queste ragioni non possiamo che chiamare i lavoratori interessati alla mobilitazione il prossimo 11 novembre, con un’iniziativa a Roma nel pomeriggio e diversi presìdi concomitanti in altre città.

 

Roma, 31 ottobre 2019

Flc CGIL

CISL FSUR

UIL Scuola Rua

SNALS Confsal

GILDA Unams

Francesco Sinopoli

Maddalena Gissi

Giuseppe Turi

Elvira Serafini

Rino Di Meglio

Allegato:

Dalla relazione del Segretario generale Elvira Serafini:

 

Apriamo questo Consiglio in un momento di grande attività per il sindacato, come d’altra parte accade sempre in occasione del nostro incontro autunnale: la Nota di aggiornamento al DEF ha delineato la cornice entro cui va definita la Legge di Bilancio per il 2020, senza peraltro che sia emerso alcun chiaro orientamento sui settori che ci riguardano, né sono incoraggianti gli stanziamenti del Governo per i rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego, previsti nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles.

Tutte le energie dello Snals-Confsal sono dedicate a fare in modo che Scuola, Afam, Università e Ricerca non paghino il conto della neutralizzazione dell’aumento dell’IVA e della stabilità del bilancio pubblico.

 

Di seguito la mozione finale approvata all’unanimità:

 

 MOZIONE FINALE

 

Il Consiglio Nazionale dello SNALS-CONFSAL

ascoltata

la relazione del Segretario generale Elvira Serafini sull’attuale fase politico-sindacale, sulle proposte volte al cambiamento delle politiche del personale di tutto il Comparto dell’Istruzione e della Ricerca, sulle linee di organizzazione e sviluppo del sindacato

l’approva.

Il Consiglio Nazionale condivide la proposta di realizzare ulteriori occasioni di approfondimento sui temi trattati nel Convegno Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la gestione dell’esistente:

  • per determinare una vera svolta culturale che metta al centro delle politiche l’educazione, l’istruzione di tutti i livelli e la ricerca;
  • per mantenere una costante attenzione su fenomeni che incidono negativamente sull’esercizio delle funzioni della scuola e dei docenti e sul benessere dei giovani;
  • per uscire dalle emergenze e superare i divari esistenti a livello territoriale che mettono a rischio la coesione, l’unitarietà e lo sviluppo.

Il Consiglio Nazionale, nel raccogliere anche gli esiti del dibattito, ribadisce la necessità di esercitare ogni forma di pressione sulle forze politiche e sul Governo affinché:

  • sia data attuazione agli accordi e alle intese sottoscritte con le organizzazioni sindacali e siano assunte decisioni coerenti quale esito dei tavoli tecnici su tutte le questioni che riguardano i settori della scuola, dell’università, dell’afam e degli enti pubblici di ricerca, con l’eliminazione delle molte forme di precarietà e il riconoscimento pieno della libertà di insegnamento e dell’autonomia;
  • siano apportate modifiche al documento di programmazione economica finalizzato alla legge di Bilancio 2020 ritenendo le previsioni contenute non sufficienti a garantire:
  • un rinnovo dei contratti di tutto il pubblico impiego che rispondano alle attese in particolare del personale di tutte le istituzioni del Comparto dell’Istruzione e della Ricerca e assicurino un netto miglioramento delle condizioni lavorative, retributive e professionali;
  • investimenti significativi a qualificare il sistema italiano dell’istruzione, della formazione e della ricerca e a innalzare progressivamente il rapporto tra risorse ad esso destinate e la quota del PIL nazionale per portarla ai livelli della media dell’Unione europea.

Il Consiglio Nazionale:

  • condivide le prospettive di sviluppo organizzativo che, attraverso una gestione partecipata e condivisa dello SNALS, incrementino la presenza e le attività sul territorio, anche in relazione al rinnovo della RSU;
  • fa proprie le proposte della Confsal che si fondano su: la centralità della persona, dell’istruzione e dell’educazione, la connessione tra tutte le istituzioni del comparto istruzione e ricerca con il mondo delle imprese, per favorire l’inserimento lavorativo delle giovani generazioni, la diminuzione degli squilibri territoriali e la competitività del nostro Paese.

Allegato: (CN_22-24ott2019_Relazione_SG)

23 ottobre 2019

Affrontare le tante problematiche di oggi per guardare alla scuola del futuro. Si è svolto oggi a Roma all’auditorium Barcelo’ Aran Mantegna in via Andrea Mantegna 130 il convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la gestione dell’esistente’, a cura dello Snals-Confsal. Un punto sullo stato di salute dell’intero comparto istruzione, dalla scuola dell’infanzia, all’università, passando per la Ricerca, gli Afam e gli Its. Con una particolare attenzione alle disparità territoriali, ancora troppo marcate nel nostro Paese. Tanti gli interventi al tavolo dei relatori. Ad aprire i lavori, dopo un videomessaggio del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, è stato il segretario generale Snals-Confsal, Elvira Serafini, con una approfondita relazione. Quindi, la tavola rotonda a cui hanno preso parte il primo ricercatore, responsabile area Indagini internazionali Invalsi, Laura Palmerio, lo psicologo e psicoterapeuta, direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma, Federico Bianchi di Castelbianco, e il direttore Svimez, Luca Bianchi. A chiudere, l’intervista del segretario generale Confsal, Angelo Raffaele Margiotta. A moderare, la giornalista del Tg2, Manuela Moreno.

Link alle video interviste sul sito DIRE

FIORAMONTI: “LA FORMAZIONE COLMA IL DIVARIO SOCIALE DEL PAESE”

“Sono molto contento dei temi scelti dal convegno. L’importanza della formazione, dedicata a rafforzare la democrazia e a colmare il divario sociale, sempre più significativo nel nostro Paese. Il ruolo del docente, in una scuola che cambia, si porta dietro una serie di responsabilità enormi, come mai prima nella nostra storia. Dobbiamo far sì che il ruolo del docente non solo sia valorizzato a livello salariale ma che venga percepito come un ruolo cardine per lo sviluppo sociale della nostra società“. Così il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti nel videomessaggio inviato al convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la Gestione dell’esistente’, organizzato dallo Snals Confsal a Roma.  “Dobbiamo collegare – prosegue il ministro – il mondo della scuola sempre di più con quello dell’università e della ricerca. Dobbiamo riconoscere in particolare alla ricerca, una sua specificità: non si può trattare questo settore semplicemente come se fosse un elemento della pubblica amministrazione. Quindi, è necessario colmare il divario territoriale: non possiamo più permetterci un Paese a tante velocità diverse. Dove è possibile fare innovazione solo in alcuni territori. Dobbiamo avere un sistema di finanziamento perequativo che premi coloro che fanno meglio anche in condizioni di estrema difficoltà”.

 

SERAFINI (SNALS): “LA LEGGE DI BILANCIO SARA’ IL PRIMO BANCO DI PROVA DEL GOVERNO”

“Tutte le priorità strategiche, le necessità evidenziate, i risultati attesi dall’azione politica, sottendono una centralità fondamentale. È quella dello sviluppo di conoscenze e di competenze solide e innovative che devono essere diffuse nella popolazione a garanzia della parità di diritti, della solidarietà e dell’accessibilità universale di beni e servizi. Saranno le singole decisioni che definiranno il quadro delle nuove politiche. Decisioni che avranno nella legge finanziaria il primo e decisivo banco di prova”. Così il segretario generale Snals-Confsal, Elvira Serafini, aprendo il convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca, guardare oltre la gestione dell’esistente’, in corso a Roma. “Conosciamo bene gli ostacoli e le compatibilità da considerare, ma valuteremo il Governo sulla serietà dell’impegno e sulla concretezza dei risultati”, ha concluso Serafini.

“POTENZIARE ITS E RENDERE ACCESSIBILI LE STRUTTURE”

“Bisogna subito riportare a scuola, nell’università e negli Afam i giovani che si disperdono o che non completano il ciclo di studi, rendere più attrattiva l’offerta degli Its e dei Cpia che, peraltro, hanno un’utenza nelle fasce più fragili della popolazione adulta, italiana e straniera. Bisogna anche rendere disponibile l’uso delle strutture scolastiche per maggiore tempo, per altre esperienze formative. Strutture più sicure e più adeguate per altre attività che saranno più efficaci se riusciranno a raccogliere le indicazioni degli studenti e dei giovani che hanno nuovi bisogni di formazione, nuovi modi di apprendimento e nuovi obiettivi sociali e personali”.

“BENE AVVIO CON MIUR, MA I RISULTATI SIANO A LUNGO TERMINE”

“Pur in una situazione fortemente condizionata dalla legge finanziaria per il 2019, abbiamo considerato significativi alcuni risultati e molto positivo l’avvio di una stagione di più corrette relazioni tra amministrazione e organizzazioni sindacali, che hanno portato all’Accordo del 24 aprile e all’Intesa dell’11 giugno, sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e dal Presidente del consiglio Conte”, ha spiegato Serafini. “Avevamo dinanzi a noi le tante, troppe, questioni irrisolte- prosegue Serafini- Crediamo, infatti, con molta convinzione che sia venuto il momento di guardare oltre la gestione dell’esistente per dare nuove politiche all’istruzione e alla ricerca nel nostro Paese. Nessun processo di educazione e di istruzione e nessuna riforma, quando attuata, portano risultati a breve. Vanno dati condizioni, risorse e tempi adeguati che non possono essere tarati solo sui bisogni dell’oggi, ma anche sugli scenari del futuro”.

“CALO DEMOGRAFICO UN’OPPORTUNITÀ? NO VA COMBATTUTO”

“Vogliamo anche dire che abbiamo forti perplessità verso chi ritiene che il calo demografico sia un’opportunità per il sistema di istruzione, perché il significativo decremento di studenti e insegnanti produrrebbe una riduzione della spesa corrente, da reinvestire nel sistema di istruzione. Siamo perplessi per due motivi. Il primo. La scuola, l’università, l’afam e la ricerca hanno bisogno di una politica che decida, con un programma pluriennale certo, su misure strutturali e risorse. Di una politica che faccia capire concretamente che il bilancio dello Stato impegna le risorse della collettività su un bene comune strategico. Dopo la stagione dei tagli, non possiamo accettare quella dell’autofinanziamento. Il secondo motivo: Il calo demografico è un segnale di declino del Paese che va contrastato”, ha dichiarato il segretario generale Snals-Confsal.

“PERSONALE, RICERCA ED EQUITÀ TERRITORIALE SONO LE PRIORITÀ”

“Abbiamo scelto 3 temi di prospettiva che riteniamo cruciali: la valorizzazione del personale della scuola, considerando anche gli aspetti sociali e relazionali; la costruzione di un sistema integrato dell’istruzione terziaria e della ricerca; il superamento dei divari territoriali“, ha spiegato Serafini. Sul primo punto, “il terreno del nostro impegno- ha aggiunto Serafini- sarà certamente quello della valorizzazione della professionalità del personale della scuola e dell’incremento delle retribuzioni”. Il secondo tema “riguarda la costruzione di un sistema d’istruzione terziaria e della ricerca che deve fare, dell’integrazione di competenze e responsabilità, la sua caratteristica principale”. Infine, il terzo tema è quello dei divari territoriali e dell’equità nell’efficienza dei servizi e nell’efficacia formativa. Vogliamo essere chiari. Lo Snals ha assunto una posizione contraria al percorso – peraltro non parlamentare – sull’attuazione dell’autonomia differenziata, così come era stato impostato dal precedente governo”, ha concluso Serafini.

 

MARGIOTTA (CONFSAL): “LA SPESA ITALIANA PER L’ISTRUZIONE E’ MINORE DI QUELLA DEI PAESI DELL’EST”

Per il comparto istruzione “non si riesce a rimediare a questo divario e a cambiare l’incidenza sul Pil della spesa dedicata, che ci vede relegati addirittura dopo i paesi dell’Est”. Lo ha detto il segretario generale Confsal, Raffaele Margiotta, durante il convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la Gestione dell’esistente’. “Per quanto riguarda il pubblico impiego- ha concluso- non si riesce a uscire da un retaggio culturale per cui viene visto come una spesa, quando invece è un investimento. Il lavoro pubblico è la leva strategica per avere crescita e sviluppo“.

 

BIANCHI DI CASTELBIANCO: “I PROBLEMI DEI RAGAZZI SONO SPESSO SCONOSCIUTI AGLI ADULTI”

“I ragazzi vivono il loro mondo, una dimensione parallela di cui noi adulti non sappiamo assolutamente nulla. Capiamo qualcosa quando accadono delle tragedie, allora veniamo piano piano a sapere come queste avvengono e ci meravigliamo che sia potuto accadere tutto nel silenzio. Quindi dobbiamo prendere atto di questa realtà diversa: i ragazzi le loro cose se le tengono, anche quando sono molto negative, per loro stessi”. Lo ha detto lo psicologo e psicoterapeuta dell’età evolutiva, direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma, Federico Bianchi di Castelbianco, durante il convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la Gestione dell’esistente’. Cosa fare, come aprire un varco? “È necessario che i ragazzi siano sempre impegnati in sane attività, con un adulto che possa seguirli e guardarli, dalle elementari, alle superiori. Le scuole il pomeriggio devono essere aperte per avere una maggior capacità di relazione. I ragazzi devono fare attività che spaziano dal teatro alla musica, cioè vivere dei sentimenti, sensazioni e relazioni buone dentro la scuola. Quindi bisogna portarli a vivere la scuola come ambiente sano e non come il posto dove, magari, possono diventare vittime di bullismo senza che nessuno se ne accorga”, ha concluso Bianchi di Castelbianco.

 

PALMERIO (INVALSI): “MIGLIORATA LA FORMAZIONE DEI DOCENTI”

“L’Ocse ha rilasciato nel giugno scorso dei dati internazionali di un’indagine proprio sugli insegnanti e dirigenti scolastici che ha messo in evidenza tantissimi aspetti di questa professione e che diciamo costituisce una una fonte di dati veramente preziosa. Ovviamente l’Ocse l’ha fatta con l’obiettivo di dare ai Paesi dei dati sui quali basare degli interventi migliorativi in questo ambito. Quindi dei suggerimenti ai Paesi e a sua volta stabilisce degli indicatori comparativi internazionali che sono utili per le politiche. Ovviamente i Paesi possono poi utilizzarli, se vogliono, per decidere in quale direzione andare con gli interventi di politica su vari livelli”. Lo ha detto la responsabile dell’area indagini internazionale dell’Invalsi, Laura Palmerio, in occasione del convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la Gestione dell’esistente’, organizzato dallo Snals Confsal a Roma.

Dall’indagine “è emerso qualche dato rilevante dal punto di vista italiano. Per esempio un aspetto rilevante che emerge dal trend, perché questa è la terza edizione di questa indagine, è un aumento della partecipazione all’attività di sviluppo professionale e un corrispondente decremento nel bisogno, percepito dagli insegnanti, di formarsi in determinati aspetti cruciali della professione. Questo punto è positivo perché evidentemente le attività di sviluppo professionale funzionano e contribuiscono ad abbassare un bisogno, che invece prima era superiore e veniva percepito in modo più rilevante dagli insegnanti. Poi sono emersi altri aspetti, c’è un rapporto internazionale pubblicato dall’Ocse ricchissimo, si va dalle pratiche didattiche a quelle educative, ai contesti scolastici, alla formazione non solo dei docenti ma anche dei dirigenti scolastici”, ha concluso Palmerio.

 

BIANCHI (SVIMEZ): “CRESCE IL DIVARIO NORD-SUD”

Il convegno “è stato l’occasione per mettere al centro la scuola in relazione al divario nord-sud. Soprattutto nel corso degli ultimi anni, dopo la crisi del 2008, si è riaperta la forbice in termini di livelli di istruzione”. Lo ha detto il direttore Svimez, Luca Bianchi, in occasione del convegno ‘Politiche per l’Istruzione e la Ricerca. Guardare oltre la Gestione dell’esistente’. “Questo- ha aggiunto- riguarda sia il tema delle infrastrutture scolastiche, dove abbiamo ancora l’80% degli edifici del Sud che non hanno il certificato di agibilità e il 60% degli edifici senza palestre, ma riguarda anche il tema dell’abbandono scolastico. Purtroppo, soprattutto per le famiglie meno abbienti, nel sud comincia a diventare un tema rilevante perché quasi il 20% dei ragazzi finita la scuola media abbandona gli studi”. “Serve una politica più attenta al tema dell’istruzione e soprattutto più attenta a colmare le distanze, sia tra famiglie ricche e famiglie povere, che poi inevitabilmente diventano fattori anche territoriali. Quindi la politica per lo sviluppo alle Mezzogiorno deve necessariamente partire dalla scuola e dall’istruzione”, ha concluso Bianchi.

 

Serena Tropea  s.tropea@agenziadire.com