Schede sintetiche sulle Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie per l’a.s. 2019/2020 elaborate dalla segreteria provinciale di Vicenza

personale docente

Normativa di riferimento
  • Ipotesi CCNI 12 giugno 2019
  • C.M. 20 giugno 2019 prot. n. 28978
Le domande
  • Le domande sia di utilizzazione che di assegnazione provvisoria vanno presentate :
    • personale docente (infanzia, primaria e secondaria): dal 9 luglio al 20 luglio 2019 su Istanze On Line
    • personale docente dei licei musicali e coreutici: dal 9 luglio al 20 luglio 2019 in modalità cartacea
    • personale docente assunto ex DDG 85/2018 le cui graduatorie siano state pubblicate entro il 31 agosto 2018: domande di assegnazione provvisoria in modalità cartacea dal 9 luglio al 20 luglio 2019
Destinatari delle utilizzazioni
  • In linea generale tutti i docenti, che, dopo le operazioni di trasferimento, risultino a qualunque titolo senza sede definitiva.
  • In particolare:
    • I docenti in esubero su provincia
    • I docenti trasferiti quali soprannumerari a domanda condizionata o d’ufficio che chiedono di essere utilizzati come prima preferenza nella scuola di precedente titolarità
    • I docenti appartenenti a ruoli, posti o classi di concorso in esubero che richiedono l’utilizzazione in altri ruoli, posti o classi di concorso per cui hanno titolo o su posti di sostegno anche se privi di specializzazione
    • I docenti titolari su insegnamento curriculare, in possesso della specializzazione, che chiedono di essere utilizzati sul sostegno
    • I docenti di scuola primaria titolari su posto comune, in possesso del titolo per l’insegnamento della lingua straniera, che chiedono di essere utilizzati su posto di lingua nella scuola di titolarità o in altra scuola, nel caso in cui nella propria non vi siano posti disponibili.
L’assegnazione provvisoria
  • L’assegnazione provvisoria può essere richiesta per uno dei seguenti motivi:
    1. ricongiungimento ai figli o agli affidati di minore età con provvedimento giudiziario;
    2. ricongiungimento al coniuge o alla parte dell’unione civile o al convivente, compresi parenti o affini, purché la stabilità della convivenza risulti da certificazione anagrafica;
    3. gravi esigenze di salute del richiedente comprovate da idonea certificazione sanitaria;
    4. ricongiungimento al genitore.
  • L’assegnazione provvisoria può essere richiesta per una sola provincia.
  • L’assegnazione provvisoria non può essere richiesta all’interno del comune di titolarità.
  • L’assegnazione provvisoria può essere richiesta anche dai docenti al 3° anno del FIT, assunti con DDG 85/2018 dal 1° settembre 2018 a seguito di graduatoria di merito pubblicata entro il 31 agosto 2018.
Immessi in ruolo dal 2019/20
  • Non sono consentite le assegnazioni provvisorie nei confronti del personale assunto a tempo indeterminato con decorrenza giuridica 2019/20.
Preferenze
  • L’assegnazione provvisoria può essere chiesta soltanto per una provincia o per quella di titolarità o per altra provincia, indicando fino a 20 preferenze per i docenti dell’infanzia e primaria e fino a 15 per i docenti della secondaria di primo e secondo grado.
  • Le preferenze sono esprimibili tramite i codici di scuola, comune, distretto, provincia.
Le precedenze di cui all’art. 8, valide sia per le utilizzazioni che per le assegnazioni provvisorie
  • Punto I – personale con gravi motivi di salute:
    • personale docente non vedente;
    • personale docente emodializzato.
  • Punto II – personale trasferito d’ufficio negli ultimi otto anni richiedente il rientro nella scuola o istituto di precedente titolarità.
  • Punto III – personale con disabilità e personale che ha bisogno di particolari cure continuative:
    • disabili di cui all’art. 21 della legge 104/92 con un grado di invalidità superiore ai 2/3 o con minorazioni ascritte alle categorie prima, seconda e terza della tabella A annessa alla legge 648/50;
    • personale che ha bisogno per gravi patologie di particolari cure a carattere continuativo (ad esempio chemioterapia);
    • disabili di cui all’art. 33, comma 6, della legge 104/92 (situazione di gravità).
  • Punto IV – assistenza:
    • personale che assiste i seguenti familiari disabili di cui all’art. 33, commi 5 e 7 (situazione di gravità e necessità di assistenza continuativa, globale e permanente) della legge 104/92 che sia:
      • genitore, anche adottante o chi esercita legale tutela, di soggetto con disabilità in situazione di gravità;
      • coniuge o parte dell’unione civile di soggetto con disabilità in situazione di gravità;
      • solo figlio/a individuato come referente unico che presta assistenza al genitore;
      • lavoratrici madri e lavoratori padri anche adottivi o affidatari con prole di età inferiore ai sei anni;
      • lavoratrici madri e lavoratori padri anche adottivi o affidatari con prole di età superiore a sei anni e inferiore a dodici anni limitatamente alle assegnazioni provvisorie interprovinciali.
      • unico parente o affine entro il secondo grado (ovvero entro il terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti) o unico affidatario di persona con disabilità in situazione di gravità.
  • Punto V – personale cessato a qualunque titolo dal collocamento fuori ruolo.
  • Punto VI – personale coniuge di militare o di categoria equiparata.
  • Punto VII – personale che ricopre cariche pubbliche nelle amministrazioni degli Enti Locali.
  • Punto VIII – personale che riprende servizio al termine dell’aspettativa sindacale.
Assegnazione provvisoria su altro grado di istruzione o per altra classe di concorso
  • L’assegnazione provvisoria può essere richiesta, oltre che per il posto o classe di concorso di titolarità, anche per altre classi di concorso o posti di grado diverso di istruzione alle seguenti condizioni:
  • aver superato il periodo di prova;
  • essere in possesso della relativa abilitazione per il posto o classe di concorso richiesta.
  • La richiesta di assegnazione provvisoria per altre classi di concorso o posti di grado diverso di istruzione è aggiuntiva rispetto a quella relativa al proprio posto o classe di concorso di titolarità.

personale ATA

Normativa di riferimento
  • Ipotesi CCNI 12 giugno 2019
  • C.M. 20 giugno 2019 prot. n. 28978
Le domande
  • Le domande sia di utilizzazione che di assegnazione provvisoria vanno presentate dal 9 luglio al 20 luglio 2019in modalità cartacea.
Destinatari delle utilizzazioni
  • In linea generale presenta domanda di utilizzazione il personale ATA che risulti a qualunque titolo senza sede definitiva.
  • In particolare:
    • Il personale in soprannumero sull’organico dell’istituto di titolarità.
    • Il personale trasferito a domanda condizionata o d’ufficio quale soprannumerario che chieda di essere utilizzato come prima preferenza nell’istituzione di precedente titolarità o, in subordine, nel comune di precedente titolarità.
    • Il personale che, dichiarato inidoneo a svolgere le mansioni del profilo di appartenenza, svolge mansioni di altro profilo comunque coerente.
L’assegnazione provvisoria
  • L’assegnazione provvisoria può essere richiesta per una sola provincia e per un massimo di 15 sedi.
  • L’assegnazione provvisoria può essere richiesta indifferentemente per uno dei seguenti motivi:
    1. ricongiungimento ai figli o agli affidati di minore età con provvedimento giudiziario;
    2. ricongiungimento al coniuge o alla parte dell’unione civile o al convivente, ivi compresi parenti o affini, purché la stabilità della convivenza risulti da certificazione anagrafica;
    3. gravi esigenze di salute del richiedente comprovate da idonea certificazione sanitaria;
    4. ricongiungimento al genitore.
  • Nella domanda occorre indicare, tra le preferenze, il comune di ricongiungimento, che deve precedere la preferenza per ogni altro comune
  • L’indicazione della preferenza sintetica del comune di ricongiungimento è obbligatoria solo allorquando vengano richiesti altri comuni.
  • L’assegnazione provvisoria non può essere richiesta all’interno del comune di titolarità, con l’eccezione dei comuni che comprendono più distretti.
Personale part time Per il personale part time l’assegnazione provvisoria, su specifica richiesta del personale interessato, può essere effettuata su spezzoni corrispondenti al proprio orario di servizio anche accorpando spezzoni diversi compatibili costituiti su più scuole.
Precedenze nelle operazioni di utilizzazione e di assegnazione provvisoria
  • Punto I – personale con gravi motivi di salute:
    • personale ATA non vedente;
    • personale ATA emodializzato.
  • Punto II – personale trasferito d’ufficio negli ultimi otto anni richiedente il rientro nella scuola o istituto di precedente titolarità.
  • Punto III – personale con disabilità e personale che ha bisogno di particolari cure continuative:
    • disabili di cui all’art. 21 della legge 104/92 con un grado di invalidità superiore ai 2/3 o con minorazioni ascritte alle categorie prima, seconda e terza della tabella A annessa alla legge 648/50;
    • personale che ha bisogno per gravi patologie di particolari cure a carattere continuativo (ad esempio chemioterapia);
    • disabili di cui all’art. 33, comma 6, della legge 104/92 (situazione di gravità).
  • Punto IV – assistenza:
    • personale che assiste i seguenti familiari disabili di cui all’art. 33, commi 5 e 7 (situazione di gravità e necessità di assistenza continuativa, globale e permanente) della legge 104/92 che sia:
      • genitore, anche adottante o chi esercita legale tutela, di soggetto con disabilità in situazione di gravità;
      • coniuge o parte dell’unione civile di soggetto con disabilità in situazione di gravità;
      • solo figlio/a individuato come referente unico che presta assistenza al genitore;
      • lavoratrici madri e lavoratori padri anche adottivi o affidatari con prole di età inferiore ai sei anni;
      • lavoratrici madri e lavoratori padri anche adottivi o affidatari con prole di età superiore a sei anni e inferiore a dodici anni limitatamente alle assegnazioni provvisorie interprovinciali.
      • unico parente o affine entro il secondo grado (ovvero entro il terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti) o unico affidatario di persona con disabilità in situazione di gravità.
  • Punto V – personale cessato a qualunque titolo dal collocamento fuori ruolo.
  • Punto VI – personale coniuge di militare o di categoria equiparata.
  • Punto VII – personale che ricopre cariche pubbliche nelle amministrazioni degli Enti Locali.
  • Punto VIII – personale che riprende servizio al termine dell’aspettativa sindacale.

Tenere fuori la scuola da ogni ipotesi di regionalizzazione

Il 26 giugno 2019 flash mob dei sindacati scuola davanti alla Camera dei Deputati

 

“Siamo fermamente convinti che la scuola vada lasciata fuori da ogni ipotesi di autonomia differenziata, operazione a nostro avviso in contrasto per molti aspetti col dettato costituzionale ed estremamente pericolosa – dichiarano Francesco Sinopoli, Maddalena Gissi, Giuseppe Turi, Elvira Serafini e Rino Di Meglio– perché destinata ad accentuare squilibri e disuguaglianze già oggi presenti, situazioni che andrebbero affrontate e risolte proprio con un deciso investimento in istruzione e formazione. Il carattere unitario e nazionale del sistema scolastico è per questo una risorsa preziosa di cui il Paese non può essere privato”.

L’esame dei testi da parte del Consiglio dei Ministri, previsto per oggi, sembra sia stato rinviato, ma i sindacati scuola non abbassano la guardia, forti anche del vasto consenso espresso dalla categoria in numerose iniziative svolte in tutte le regioni italiane e dell’altissimo numero di adesioni alla raccolta di firme contro la regionalizzazione.

Le ragioni del no ai progetti di autonomia differenziata che contemplano anche una regionalizzazione delle competenze in materia di istruzione sono state ribadite questa mattina con un flash mob, organizzato dalle segreterie regionali del Lazio, davanti alla Camera dei Deputati dai maggiori sindacati del comparto istruzione e ricerca (Flc CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams).

“Ricordiamo al Governo – affermano i segretari generali– che nell’intesa sottoscritta a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio vi sono impegni espliciti e chiari in questo senso, laddove si riconosce il ruolo assegnato alla scuola per garantire identità e unità culturale del Paese, anche attraverso l’unitarietà dello stato giuridico del personale, il valore nazionale dei contratti, un sistema nazionale di reclutamento del personale e le regole per il governo delle scuole autonome”.

L’impegno dei sindacati prosegue, non solo in relazione al procedere dell’iter delle intese, sulle quali peraltro hanno chiesto ai Presidenti delle Camere di farsi garanti di un pieno coinvolgimento del Parlamento su questioni che non possono essere gestite in un rapporto esclusivo tra Governo e singole regioni: per contrastare quello che ritengono un disegno disgregatore dell’unità nazionale le organizzazioni sindacali non trascureranno alcuna iniziativa.

Roma, 26 giugno 2019

Si è svolto, il 26 giugno 2019, presso la Direzione Generale per il Personale Scolastico – alla presenza del Capo Dipartimento, dott.ssa Carmela Palumbo, e del Direttore Centrale dell’INPS, dott. Luca Sabatini, – l’atteso incontro sulle cessazioni dal servizio del personale scolastico.
In apertura l’Amministrazione ha fornito i dati dell’INPS sulle domande di pensionamento di cui alla prima platea (domande presentate entro il 12 dicembre 2018) ed alla seconda platea (domande presentate entro il 28 febbraio 2019). Alla data del 24 giugno la percentuale delle domande di pensionamento già certificate è del 99,12% per la prima platea e del 79,77% per la seconda platea.
L’Amministrazione ha poi reso noto che presumibilmente tutte le certificazioni si completeranno entro la metà del mese di agosto, salvo poche eccezioni.
In merito alla richiesta avanzata dallo Snals di risolvere tutte quelle criticità legate a soggetti che, privi dei requisiti di cui alla legge Fornero, possano, però, ora per allora, essere comunque inseriti, avendone i requisiti, tra gli aventi diritto a pensione di cui alla seconda platea, l’Amministrazione si è impegnata a risolvere solo quei casi di coloro che si son visti respinta la domanda di pensionamento di cui al sistema Fornero, non possedendone i requisiti, ma abbiano presentato, entro il 28 febbraio 2019, in modalità cartacea la domanda di pensionamento di cui al sistema quota 100 al di fuori della procedura polis.
Le OO.SS. si incontreranno nuovamente con l’INPS e con il MIUR il prossimo 20 luglio per un’ulteriore valutazione dell’intera procedura e per fare il punto della situazione.
Inseriamo in area riservata il prospetto dell’INPS sulle certificazioni del diritto a pensione del personale della scuola per il 2019.

personale ata

Riapertura funzione istanza polis

 

Si  comunica che oggi 26 giugno dalle 7:00 alle 23.59 è prevista la riapertura delle aree (dalle 7:00 alle 23:59) per l’inserimento dell’istanza polis per la scelta delle sedi (allegato G) per la prima fascia d’istituto delle graduatorie del personale ATA

  24 Giu 2019 – 17:38 – Vincenzo Brancatisano

 

Regionalizzazione, Serafini (SNALS): no a frazionamento Italia con alcune regioni privilegiate

di Vincenzo Brancatisano

Il progetto di regionalizzazione della scuola va fermato. Se passasse ci sarebbero gravi ricadute sul piano didattico e su quello contrattuale.

E’ questa la preoccupazione di Elvira Serafini, segretaria generale dello Snals, di fronte all’idea sempre più concreta che il progetto di autonomia regionale differenziata previsto dal contratto di governo possa diventare legge, almeno nelle tre regioni che hanno firmato l’intesa con il governo: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

“Sul tema dell’autonomia differenziata – precisa Serafini – abbiamo criticato il metodo e il merito con cui questa importante questione è stata finora affrontata. Ma nell’Intesa del 24 aprile scorso che il Governo ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali rappresentative c’è uno specifico punto che fa riferimento alla scuola del Paese. L’impegno congiunto è stato quello di mantenere l’unitarietà del sistema di istruzione, lo stato giuridico degli insegnanti, i curricoli scolastici e la regolazione del rapporto di lavoro con la contrattazione a livello nazionale.

Ci aspettiamo che il Governo tenga fede agli impegni assunti. Il problema principale non è l’autonomia differenziata in sé, ma le differenze che esistono sul territorio nazionale in termini di efficacia formativa e di efficienza del servizio scolastico e di tutti quei servizi che altri soggetti istituzionali devono mettere in campo per i bambini e i ragazzi di tutte le scuole del Paese”.

Elvira Serafini, voi vi opponete da tempo a questo progetto

“Lo Snals sin dal 27 ottobre 2018 fece partire una petizione su questa questione, aperta non solo al mondo dell’istruzione, dove abbiamo raccolto le firme di sindaci e associazioni, di famiglie, raggiungendo un numero altissimo di adesioni, era una petizione a largo respiro per dire no a questo progetto. Ci teniamo a sottolineare che non vogliamo entrare nel merito degli altri settori dell’autonomia differenziata ma ci opponiamo alla separazione nel mondo della scuola per aree geografiche”.

Quali sono i motivi della vostra opposizione?

“Non è possibile frazionare l’Italia privilegiando alcune regioni e lasciando in una situazione di stallo e di solitudine altre. Tutti hanno lo stesso diritto di fare scuola allo stesso modo. L’Istruzione è un punto fermo per tenere l’itala unita. E’ impensabile che le opportunità che si hanno in Veneto siano diverse per programmi e opportunità offerte ai giovani che seguono l’istruzione in Puglia. Non è possibile che questo avvenga. L’istruzione è il midollo del Paese Tutti devono avere le stesse opportunità: non solo le famiglie ma anche i lavoratori. Tutti i lavoratori della scuola devono ricevere la stessa retribuzione, avere gli stessi programmi, sottoporsi allo stesso ordinamento. Gli stipendi devono essere uguali per tutti. Non è pensabile creare situazioni diverse e con contratti diversi. Bisogna mantenere la centralità del Miur sulla scuola e invece con la regionalizzazione ogni istituzione scolastica regionale dovrebbe rispondere al consiglio regionale e alla politica locale. Ci vuole un cambiamento nel migliorare e nel potenziare l’istruzione italiana, non certo frazionandola e dividendola. Dobbiamo scongiurare in ogni modo il  pericolo di un  sistema d’istruzione frammentato, che avrebbe come prima e grave conseguenza l’aumento delle disuguaglianze sociali, mentre mai come in questo momento storico l’Italia ha bisogno di una scuola che sblocchi l’ascensore sociale e riattivi la mobilità generazionale in forte crisi. Invece, corriamo il rischio di aggravare situazioni già critiche come, in particolare, quelle di molte aree del Mezzogiorno”.

A che punto si è arrivati con il progetto?

“Pare che il programma di governo stia prendendo una forza vitale e stia andando avanti. Il timore è che si era arenato in vista delle elezioni europee e ora, chiusa quella parentesi, si comincia a cavalcare l’idea di frazionare, frammentare la scuola e siamo seriamente preoccupati. Tutte le altre forme potrebbero andare, non sta a noi dirlo, ma non l’istruzione, che deve rimanere nazionale. Pensiamo a potenziare il sistema, a uniformarlo e a sostenerlo nelle zone più povere. Questa deve essere l’attenzione della politica: guardare a 360 gradi a tutta la scuola italiana, non certo frazionarla”.

Siete preoccupati per il contratto di lavoro?

“Certo. Il contratto non può essere regionale. Il problema va visto a tutto tondo. Occorre guardarlo nella sua globalità: nella sua ricaduta didattica e metodologica per quanto riguarda gli alunni e le famiglie e sul piano dei contratti e della tenuta del contratto nazionale che non può essere scisso su base regionale o locale. La scuola italiana è una e deve rimanere una e sola”.

Quali sono dal vostro punto di vista gli obiettivi che hanno ispirato il governo in questo percorso?

“L’obiettivo era quello soddisfare i desiderata di alcune Regioni del Nord che chiedevano e chiedono la regionalizzazione della scuola”.

Perché chiedono questo? Ci sono anche motivi di tipo culturale?

“Non si parla di aspetti culturali ma di arrivare ad avere una stabilità dei docenti e dei dirigenti, perché si pensa che lo stipendio del docente sia troppo basso per vivere al Nord . La tenuta stipendiale non è adeguata e molti insegnanti arrivano e poi chiedono il trasferimento. Dando una retribuzione diversa – si parla di 280-300 euro in più – si vuole fare qualcosa per invogliarli a rimanere in quelle zone”.

Il problema del costo della vita in certe regioni è però innegabile

“Ci vogliono risorse per il rinnovo del contratto. Occorre che si trovino trovi risorse per adeguare gli stipendi a quelli dell’Eurozona. Ma per tutte le regioni, non solo per alcune. L’inadeguatezza degli stipendi è un problema che riguarda tutti settori, ma per la scuola siamo quelli peggio pagati in Europa”.

Il ministro Bussetti si è dimostrato più volte sensibile al tema degli stipendi degli insegnanti

“Ci sono stati degli incontri, ce ne vorranno molti altri, siamo in attesa dell’atto di indirizzo e speriamo anche che si arrivi al risultato”.

Ottimista?

“Vista la situazione critica dell’economia, siamo molto dubbiosi sul buon esito di un contratto che abbia delle risorse soddisfacenti per il mondo della scuola”.

Come se ne esce?

“E’ una storia difficile e complessa per poterne uscire”.

Torniamo al progetto di autonomia differenziata. Pensa che alla fine sarà attuata?

“Essendo uno dei punti del programma di governo, ci affidiamo al buon senso dei parlamentari e chiediamo che siano sentite le parti sociali: non è possibile che le parti sociali non vengano ascoltate per una decisione così importante per il Paese. Anche perché tutti i sindacati si sono pronunciati in tal senso e tutti insieme diciamo che l’istruzione non può e non deve essere regionalizzata. Siamo stati ascoltati la notte tra il 23 e il 24 aprile dal premier Conte e dal ministro Bussetti, che furono d’accordo a mettere nell’intesa il punto fermo per quanto riguarda la regionalizzazione. Ora attendiamo di vedere se terranno fede a questo accordo oppure al programma di governo. Ma riteniamo che l’impegno del Governo e del Parlamento per mantenere il carattere unitario e nazionale della scuola italiana debba essere prioritario. E per questo, come sindacato, lavoreremo con determinazione”.

 

 

 

24 Giu 2019 – 15:36 – redazione

Serafini (SNALS) su regionalizzazione: unitarietà scuola non si tocca 

di redazione

“Sul tema dell’autonomia differenziata abbiamo criticato il metodo e il merito con cui questa importante questione è stata finora affrontata”.

Ma nell’Intesa del 24 aprile scorso che il Governo ha sottoscritto con le OO.SS. rappresentative c’è uno specifico punto che fa riferimento alla scuola del Paese.

L’impegno congiunto è stato quello di mantenere l’unitarietà del sistema di istruzione, lo stato giuridico degli insegnanti, i curricoli scolastici e la regolazione del rapporto di lavoro con la contrattazione a livello nazionale. Ci aspettiamo che il Governo tenga fede agli impegni assunti.

E’ dallo scorso anno che lo Snals-Confsal ha preso, per primo tra i sindacati, l’iniziativa di avviare una raccolta di firme sulla questione dell’autonomia differenziata, non solo tra il personale della scuola ma anche presso le famiglie, raggiungendo un numero altissimo di adesioni. Anche sindaci e rappresentanti di istituzioni locali hanno rappresentato la loro adesione alla nostra petizione.

Il problema principale non è l’autonomia differenziata in sé, ma le differenze che esistono sul territorio nazionale in termini di efficacia formativa e di efficienza del servizio scolastico e di tutti quei servizi che altri soggetti istituzionali devono mettere in campo per i bambini e i ragazzi di tutte le scuole del Paese.

Dobbiamo scongiurare in ogni modo il pericolo di un sistema d’istruzione frammentato, che avrebbe come prima e grave conseguenza l’aumento delle disuguaglianze sociali, mentre mai come in questo momento storico l’Italia ha bisogno di una scuola che sblocchi l’ascensore sociale e riattivi la mobilità generazionale in forte crisi. Invece, corriamo il rischio di aggravare situazioni già critiche come, in particolare, quelle di molte aree del Mezzogiorno.

Per tutto questo riteniamo che l’impegno del Governo e del Parlamento per mantenere il carattere unitario e nazionale della scuola italiana debba essere prioritario. E per questo, come sindacato, lavoreremo con determinazione”.

In data 24 giugno, sul sito dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia – UFFICIO III – Ambito Territoriale per la Provincia di Bari, sono stati pubblicati i movimenti del personale docente, per l’a.s. 2019/2020 con l’indicazione, a fianco di ogni nominativo, della scuola di destinazione, della tipologia di posto richiesto, del punteggio complessivo, delle eventuali precedenze, nel rispetto delle norme di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e successive modificazioni e al regolamento Europeo in materia di protezione dei dati personali n. 2016/679.

Allegati al link: http://www.uspbari.it/usp/movimenti-del-personale-docente-di-ogni-ordine-e-grado-a-s-20192020.html

 

 

Si comunica che dal 9 al 20 luglio p.v.  i docenti di ogni ordine e scuola potranno presentare le domande di assegnazione provvisoria e di utilizzazione utilizzando la piattaforma di istanze on line.

Anche il  personale ATA potrà presentare le domande di assegnazione provvisoria e di utilizzazione dal 9 al 20 luglio p.v., ma in modalità cartacea.

La sede provinciale di Bari e le sedi territoriali sono a disposizione degli iscritti per supportarli anche in queste operazioni.

Invitiamo  e sollecitiamo tutti i nostri iscritti che hanno superato le prove preselettive per accedere al tfa di sostegno  , con i quali ci congratuliamo per il risulato conseguito, a leggere con attenzione gli ultimi  relativi comunicati dell’Uniba e a rispettare le scadenze indicate ad es .quella del 26 giugno come termine ultimo per l’iscrizione pena l’esclusione.

 

Selezione per l’ammissione ai corsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, A.A. 2018/2019

Decreti Approvazione atti – Risultati finali

 

I candidati vincitori, per ciascuna selezione, dovranno procedere all’iscrizione al corso a decorrere dal giorno 19 giugno 2019 ed entro il giorno 26 giugno 2019, pena la decadenza da tale diritto, secondo le modalità di cui al seguente:

Allegato 2 (Modalità iscrizione vincitori)

In caso di collocazione in posizione utile in graduatorie relative a diversi ordini scolastici, il candidato deve optare per l’iscrizione e la frequenza di un solo corso.

I candidati soprannumerari di cui agli elenchi pubblicati di seguito dovranno iscriversi entro i termini indicati secondo le modalità di cui al seguente:

Allegato 4 (Modalità iscrizione soprannumerari)

utilizzando la seguente modulistica:

Modulistica iscrizione soprannumerari

In data 28 giugno 2019 saranno indicate, mediante pubblicazione di apposito avviso, le modalità di copertura dei posti rimasti eventualmente vacanti a seguito di mancata iscrizione di vincitori.

 

personale ata

 

In attuazione dell’intesa del 24 aprile 2019 si è svolto oggi, 20 giugno 2019, il primo incontro sulla valorizzazione del personale Ata.

In premessa i sindacati hanno richiesto un puntuale impegno al rispetto dell’intesa di palazzo Chigi relativamente al tema della valorizzazione di tutto il personale Ata, nonché per assicurare il riconoscimento dell’esperienza di quei tanti assistenti amministrativi che in questi anni hanno svolto le funzioni di Dsga.

Il MIUR ha rappresentato le molteplici difficoltà di carattere normativo e giuridico a bandire il concorso riservato per Dsga per gli assistenti amministrativi sprovvisti di titolo di studio specifico.

Per i sindacati, invece, l’Intesa politica del 24 aprile scorso ha posto le condizioni per superare tali ostacoli , indicando come obiettivo quello di permettere a tutti coloro che hanno i requisiti delle 3  annualità, compreso l’anno in corso, di   accedere ad un concorso riservato straordinario. Analogamente è stato chiesto di affrontare tutti gli aspetti concernenti la valorizzazione professionale del personale ATA: passaggi di profilo, tramite mobilità professionale, attivazione  posizioni economiche.

Le parti hanno concordato di proseguire il confronto su tutte le tematiche affrontate attraverso la redazione e l’invio, da parte dei sindacati, di una proposta puntuale, da rendere disponibile entro  i prossimi giorni. Il Miur provvederà solo successivamente a calendarizzare un nuovo incontro.

 

 Coffee break     19 giugno 2019, h.9,40

 

La puntata, incentrata sui temi del lavoro, delle tasse e degli investimenti, ha dedicato un ampio spazio ai problemi della scuola. Ospite insieme alle europarlamentari Irene Tinagli e Susanna Ceccardi, nonché al giornalista Roberto Arditti, Serafini ha diffusamente illustrato l’azione del sindacato in favore di scuola, università, afam e ricerca, soffermandosi in particolare sugli esiti dell’Intesa Governo-Sindacati del 24 aprile scorso e sulla sua valenza politica.

Il Segretario generale ha spiegato i termini dell’accordo per la stabilizzazione dei docenti, sottolineando come il risultato raggiunto per i docenti precari con trentasei mesi di servizio pregresso sia solo il primo passo di un’azione più generale, volta a tutelare le varie tipologie di precariato stratificatosi nella scuola nel corso di decenni.

Ripetutamente coinvolta nella discussione, Serafini ha sottolineato l’impegno del sindacato per riaprire la stagione dei rinnovi contrattuali, con l’obiettivo prioritario di riallineare le retribuzioni del comparto a quelle dell’Eurozona. A questo proposito ha specificato che tra le proposte del sindacato c’è la richiesta di spostare nel tabellario le risorse attualmente destinate a bonus e premialità.

In conclusione di puntata, il Segretario generale ha commentato la classifica della World University Ranking che inserisce ben 34 università italiane nella classifica mondiale dei migliori atenei. A tal proposito Serafini ha osservato come la qualità della scuola e dell’università italiane sia tale da assicurare una formazione di alto livello dei giovani, ma che il sistema Paese necessiti di politiche ed investimenti adeguati nei settori produttivi, per ridurre il fenomeno della fuga dei cervelli.

La puntata integrale di Coffee Break è visibile al link:
http://www.la7.it/coffee-break/rivedila7/coffee-break-19-06-2019-275201

Gli estratti degli interventi del Segretario generale sono reperibili nel nostro canale youtube: