Roma, il Palazzo Viminale

martedì 25 febbraio 2020, ore 13:43

Falsa la notizia della chiusura delle scuole in tutta Italia

La Polizia di Stato ha segnalato la diffusione sui social media di molti messaggi falsi, le cosiddette fake news, che generano allarme ingiustificato, tra cui quella di una presunta disposizione di chiusura di tutte le scuole d’Italia a causa dell’emergenza coronavirus.

A questo proposito, la Polizia invita i cittadini a non condividere eventuali messaggi di allarme ricevuti e segnalarli tramite il sito https://www.commissariatodips.it/

Lo sciopero della scuola indetto per il 6 marzo non si effettuerà.

Non si effettuerà lo sciopero della Scuola indetto per il 6 marzo. La decisione è stata assunta dai Segretari generali di FLC CGIL, Francesco Sinopoli, CISL FSUR, Maddalena Gissi, UIL Scuola RUA, Pino Turi, SNALS Confsal, Elvira Serafini, FEDERAZIONE Gilda-Unams, Rino Di Meglio, in considerazione dell’emergenza sanitaria in corso, che ha causato fra l’altro la chiusura delle scuole in vaste aree del Paese impedendo lo svolgimento delle assemblee sindacali programmate. La decisione, assunta per senso di responsabilità dai sindacati, risponde anche all’appello diffuso nelle ultime ore dalla Commissione di garanzia di non effettuare le agitazioni già indette in diversi settori lavorativi.

In questa fase così delicata – affermano i segretari generali dei cinque sindacati – non possiamo non tenere conto dell’emergenza in atto. Da qui la decisione di non effettuare le azioni di sciopero, pur rimanendo confermate tutte le ragioni della loro proclamazione. Ci aspettiamo dalla ministra Azzolina analogo senso di responsabilità con la riapertura di un confronto nel merito di decisioni che confliggono con le nostre richieste e con le intese sottoscritte fra sindacati, Governo e Amministrazione”.

 

La convocazione dei sindacati al Ministero per la giornata di domani – aggiungono Sinopoli, Gissi, Turi, Serafini e Di Meglio –sarà l’occasione per esaminare congiuntamente i molti aspetti di una situazione delicata e complessa, in particolare per i temi legati alla gestione del personale che hanno natura prettamente sindacale”.

 

Pubblichiamo il pensiero del segretario provinciale SNALS -Bari sulla chiusura delle scuole della Puglia.
DOMANI IN MATTINATA alle ORE 10.00 CI SARÀ RIUNIONE TRA PRESIDENTE Conte e tutti i Governatori delle Regioni d’Italia.
Al termine della riunione comunicheranno se le scuole andranno chiuse o meno.
Sarebbe auspicabile chiusura almeno per effettuare una disinfestazione seria degli ambienti e dotare le scuole di prodotti igienizzanti.
Com’è noto a tutti in quasi tutte le scuole dei nostri territori il comune sapone viene comprato da genitori ed insegnanti. Sarebbe il caso, in questo momento di emergenza sanitaria, provvedere a livello statale a dotare le scuole dei giusti prodotti.
Segretario Provinciale
prof. Vito Masciale

Pubblichiamo di seguito l’ordinanza odierna della Regione Puglia contenente regole generali per l’emergenza Coronavirus.Domani dopo l’incontro stato-regioni sarà pubblicata un’ordinanza relativa al funzionamento delle scuole su tutto il territorio nazionale.
Ve ne daremo notizia appena verrà resa pubblica.

Il Presidente della Regione Puglia

Disposizioni urgenti in materia di prevenzione “COVID-19”

Ritenuto che allo stato il Presidente della Regione Puglia non dispone dei poteri di emergenza di cui all’art. 1 comma 1 del Decreto Legge 23 febbraio 2020, n. 6 recante Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 che prevede che per la applicabilità dello stesso ci sia almeno un caso positivo nel territorio della Regione Puglia;
Visto il Comunicato del Ministro della Salute n.89 del 24 febbraio 2020 con cui ha evidenziato che “è indispensabile che ci sia un solo centro di coordinamento per la gestione dell’emergenza in cui siano pienamente coinvolte tutte le regioni e con la guida del nostro coordinamento scientifico. Così sta funzionando, come dimostrano le ordinanze firmate nella giornata di ieri. Non servono scelte unilaterali di singoli territori”;
Ritenuto che in attesa di specifici provvedimenti preannunziati da parte del Governo come da valutarsi nel corso del Tavolo Permanente istituito presso la Protezione Civile presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri convocato per domani ore 10.00 risulta urgente e necessario porre in essere ogni utile tentativo di prevenire o rallentare la possibilità di insorgenza di focolai epidemici comunque assai probabili stante la particolare espansività della contaminazione e il flusso di arrivo e rientro in Puglia di numerosissimi cittadini che a causa della adozione delle misure di contenimento adottate in altre Regioni contaminate stanno rientrando presso i luoghi di originaria residenza;
Considerato che l’attività di indirizzo in materia di prevenzione sanitaria rientra tra i poteri ordinari della Giunta Regionale anche al fine di conoscere e prevedere l’entità dell’effettivo rischio epidemiologico al fine di adottare decisioni organizzative che possano consentire di meglio fronteggiare l’eventuale inizio del contagio anche nel territorio della Regione Puglia;

Considerato

Che tutti gli individui che sono transitati e hanno sostato dal 1^ febbraio 2020 nei comuni di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini nella Regione Lombardia, di Vo’ nella Regione Veneto, come previsto dall’art. 1 del DPCM 23 febbraio 2020, HANNO L’OBBLIGO di “comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio, ai fini dell’adozione, da parte dell’autorità sanitaria competente, di ogni misura necessaria, ivi compresa la permanenza fiduciaria con sorveglianza attiva”;

INVITA

tutti i cittadini che comunque rientrano in Puglia provenienti dal Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e che vi abbiano soggiornato negli ultimi 14 giorni, a comunicare la propria presenza nel territorio della Regione Puglia con indicazione del domicilio al proprio medico di medicina generale ovvero, in mancanza, al Servizio Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Locale territorialmente competente al fine di permettere l’esercizio dei poteri di sorveglianza.

Bari, 24 febbraio 2020 Prot. n. 667/sp

Il Presidente
Michele Emiliano

SERAFINI (Snals): “SUI FACENTI FUNZIONE IL GOVERNO È IMMOBILE. 100 EURO AI DOCENTI? È IL MINIMO” 

INTERVISTA

Da Tecnica della Scuola – di Andrea Carlino – 20 Febbraio 2020

Venerdì 6 marzo sciopero generale indetto dai sindacati maggiori della scuola (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals).

Le organizzazioni sindacali protestano contro l’azione dell’attuale governo e in particolare contro le misure previste per i precari. Secondo i sindacati l’attuale ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, avrebbe disatteso gli impegni presi dai suoi predecessori.

Il livello dello scontro è ormai molto alto. A La Tecnica della Scuola interviene il segretario generale dello Snals, Elvira Serafini:

 

Il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, accusa senza mezzi termini i sindacati di voler sapere prima le domande dei quiz. Lei cosa ne pensa?

“La nostra richiesta di pubblicare la banca dati dei test previsti per il concorso straordinario si richiama ad una prassi ormai consolidata nei concorsi della pubblica istruzione, anche quelli per i dirigenti. La natura particolare dei test, tra l’altro con metodologia computer based, nel caso del concorso straordinario rivolto a docenti che a volte vantano moltissimi anni di servizio, non consente di verificare in maniera attendibile la preparazione dei docenti riducendo l’accertamento alla registrazione di nozioni e non di competenze. Quindi la disponibilità della banca dati consente un orientamento agli ambiti didattici correlati ai test e non è un modo per evitare l’impegno nello studio”.

 

I bandi dei concorsi sono vicino all’emanazione. Tanto, però, si deve ancora fare per abbattere il precariato. Quali sono le priorità?

“Si deve introdurre un nuovo sistema di reclutamento in grado di assicurare qualità del servizio insieme alla tutela di coloro che hanno già prestato molti anni di servizio per il sistema di istruzione. In primo luogo bisogna dar corso alle intese con il Governo ed il Miur per l’avvio dei percorsi di abilitazione. Bisogna ricondurre l’organico di fatto nella sua interezza all’organico dell’autonomia. Occorre risolvere la questione dei facenti funzione Dsga”.

 

Il 6 marzo ci sarà lo sciopero nazionale indetto dai sindacati più rappresentativi Qual è l’obiettivo? Pensa che ancora lo strumento dell’astenzione dal lavoro sia misura efficace?

“Gli obiettivi sono principalmente concentrati sul problema del precariato. Lo SNALS ha sempre visto lo sciopero come un’estrema forma di protesta. Il fatto che insieme ai sindacati più rappresentativi lo abbiamo proclamato indica che la situazione è grave e non può essere risolta con piccoli aggiustamenti. Il governo ed il MIUR devono dare risposte precise alle nostre richieste sia sui precari che sul contratto”.

 

Rinnovo del contratto, è davvero plausibile l’ipotesi di avere 100 euro netti per aumentare lo stipendio dei docenti?

“Per noi rappresenta un’ipotesi imprescindibile. Senza lo stanziamento di adeguate risorse che consentano l’avvio del percorso di adeguamento degli stipendi dei nostri docenti a quelli medi europei non c’è la nostra disponibilità all’avvio del dialogo per il rinnovo del CCNL. Tra l’altro non accettiamo che gli aumenti generati dai recenti provvedimenti di natura fiscale, volti a politiche di equità sociale, siano confusi con quelli contrattuali”.

 

Sui facenti funzione Dsga il Miur sta davvero facendo poco o nulla?

“Assolutamente nulla. È vergognoso che dopo anni di esercizio di una funzione che ha garantito la sopravvivenza amministrativa delle scuole ci si dimentichi di coloro che ne sono stati i protagonisti. Il Governo deve avere il coraggio di riconoscere i giusti e sacrosanti diritti di chi è già stato utilizzato per una funzione ed ora si vede escluso dalla possibilità di continuare ad esercitarla”.

 

Tfa sostegno, quinto ciclo: bastano 20mila docenti per dichiarare conclusa l’emergenza?

“Anche qui ci troviamo di fronte a provvedimenti che non risolvono il problema della copertura dei posti. Continueranno ad esserci decine di migliaia di posti vacanti per i quali sarà necessario continuare a ricorrere a personale privo di titolo. Tale condizione non sarà utile per garantire qualità e capacità realmente inclusive alle nostre scuole”.

Con la lettera che riportiamo di seguito il segretario generale della Confsal ha chiesto un incontro urgente al presidente del consiglio dott. Giuseppe Conte.Vi terremo aggiornati sugli esiti della richiesta e dell’incontro

Prot. 37 /ARM/SG

Ill.mo Presidente del Consiglio Prof. Giuseppe Conte

OGGETTO: EMERGENZA CORONAVIRUS – RICHIESTA INCONTRO

Nell’ottica della massima collaborazione e della piena solidarietà istituzionale a fronte della grave emergenza sanitaria, Le chiedo di predisporre un incontro urgente con una delegazione della Confsal, costituita dai massimi rappresentanti dei principali Comparti del lavoro pubblico e di quello privato. Nel corso del Confronto si potrà valutare: a) come i dipendenti pubblici e quelli privati, unitamente ai datori di lavoro, possano collaborare con le Istituzioni per meglio affrontare l’emergenza sanitaria; b) quali misure è necessario prendere per la tutela di tutti i lavoratori e delle piccole imprese in difficoltà. In attesa di un sollecito riscontro, Le porgo distinti saluti.

f.to

il segretario generale Confsal

Angelo Raffaele Margiotta

 

 

Ai Segretari regionali

Ai Segretari territoriali

 

Oggetto: Stato di agitazione settore scuola

 

In relazione alla proclamazione dello sciopero del settore scuola per il prossimo 6 marzo, centrato in modo particolare sulle problematiche del personale in situazione di precarietà, è indispensabile attivare da subito sul territorio ogni iniziativa utile a favorire il più ampio coinvolgimento della categoria sui contenuti e sugli obiettivi di un’azione sindacale destinata ad estendersi ad altre tematiche, tra queste la principale è l’apertura della contrattazione per il rinnovo del contratto di lavoro.

Per quanto riguarda le questioni oggetto dello sciopero del 6, illustrate nella conferenza stampa del 12 febbraio scorso, esse riguardano nello specifico:

  • le modalità di attuazione di quanto prevede il dl 126/2019, in particolare le modalità di svolgimento dei concorsi straordinari non coerenti con i criteri indicati nell’intesa del 24 aprile 2019 e successive intese col Ministero dell’Istruzione
  • la mancata attivazione delle iniziative contrattuali o legislative per portare a soluzione il problema dei facenti funzione di DSGA
  • il mancato avvio del confronto per la definizione in via strutturale di un nuovo sistema di percorsi di abilitazione aperti anche ai docenti di ruolo della scuola statale e ai docenti non abilitati delle scuole paritarie e dei centri di formazione professionali
  • la mancata convocazione del tavolo di contrattazione nazionale integrativa sulla mobilità, territoriale e professionale, del personale docente, educativo ed ATA.

Le strutture territoriali, oltre a organizzare, ove possibile, assemblee unitarie nelle scuole con la massima tempestività, sono invitate a mettere in atto anche ulteriori azioni a sostegno delle rivendicazioni e degli obiettivi della mobilitazione anche attraverso la più ampia diffusione delle rivendicazioni in atto mediante l’utilizzo dei canali televisivi e radiofonici locali. A tal fine può essere utile predisporre documenti da porre in votazione nel corso delle assemblee, nei quali evidenziare in modo particolare l’importanza di una valorizzazione del lavoro svolto dal personale precario, indispensabile a garantire il regolare funzionamento delle scuole, e la necessità di garantirne la stabilità come diritto dei lavoratori ed esigenza primaria del servizio.

Utilizzando tali documenti, è senz’altro utile richiamare su questi temi l’attenzione dei parlamentari del territorio, sollecitandone il diretto impegno a livello politico e legislativo.

Non appena disponibile, sarà diffuso a tutte le strutture il materiale grafico scelto per caratterizzare la mobilitazione in atto che si concluderà giorno 6 marzo con una manifestazione nazionale davanti al MIUR alle ore 11. Le strutture territoriali che non sono nelle condizioni di garantire un’adeguata partecipazione alla manifestazione nazionale si attiveranno per organizzare contestuali presidi regionali davanti agli USR. Si rimane a disposizione per ogni eventuale esigenza.

 

Roma, 17 FEBBRAIO 2020

 

I Segretari Organizzativi

 

 

Flc CGIL CISL Scuola UIL Scuola Rua SNALS Confsal GILDA Unams
Francesca Ruocco Ivana Barbacci Noemi Ranieri Irene Tempera Massimo Quintiliani

 

Nel Processo di riforma del sistema pensionistico, che ha visto il definitivo passaggio al sistema contributivo, la previdenza complementare è uno degli strumenti più importanti per assicurare ai lavoratori una maggiore serenità negli anni della pensione”. Così ha esordito il Presidente del Fondo Espero, Massimo Di Menna, nell’incontro organizzato il 12 febbraio 2020, al Miur, con il Fondo e i sindacati rappresentativi per il rilancio della previdenza complementare tra i lavoratori della scuola.

Nasce il progetto “Espero, formazione e informazione” supportato da un adeguamento alle normative europee. I segretari generali delle cinque sigle sindacali Snals-Confsal, Flccgil, Cisl scuola FSUR, Uil scuola Rua e Gilda Unams, condividendo l’obiettivo del rilancio del Fondo, sosterranno il percorso di rilancio attraverso varie fasi, dal coinvolgimento diretto dei lavoratori con l’ausilio di materiali, a specifici incontri interregionali di formazione, a una campagna di assemblee fino alla fine dell’anno scolastico, prevedendo a settembre un monitoraggio dell’esperienza.

Il Direttore di Espero, Francesco Moretti, ha sottolineato la necessità di formare e informare il mondo sindacale per diffondere una cultura della previdenza complementare affinché, già al momento della stipula del contratto di lavoro, i dipendenti della scuola posseggano le informazioni necessarie per pianificare la propria vita lavorativa e, quindi, la propria vecchiaia. Con il supporto di slides ha illustrato le tappe del progetto di rilancio del Fondo.

A seguire, i segretari generali delle cinque sigle rappresentative hanno espresso le loro considerazioni.

Il Segretario generale Elvira Serafini, dopo aver rimarcato l’assenza della rappresentanza datoriale, ha ricordato che lo Snals-Confsal ha contribuito fattivamente alla nascita e allo sviluppo del Fondo nella convinzione che il segmento previdenziale volontario sia un’opportunità per tutti i dipendenti della scuola, in particolare per i colleghi più giovani, per i quali è indispensabile integrare la pensione che risulterà fortemente penalizzata dal lungo status di precarietà  e  dal sistema  di  calcolo contributivo.

“Lo Snals-Confsal – ha aggiunto- dedica al Fondo Espero un’attenzione speciale, sulla base di un rapporto di sinergia e di fiducia tra il lavoratore e i nostri rappresentanti sul territorio. Bene, quindi, la formazione, primo passo per diffondere la conoscenza di Espero e per operare con professionalità.

Il ruolo del nostro sindacato – ha concluso – che condivide pienamente il rilancio di Espero, è centrale nella gestione della previdenza complementare, così come lo è nella tutela dei diritti di tutti i lavoratori della scuola”.

Link: FONDO ESPERO

Il MIUR, in data 7.2.2020, con la nota n. 2664 ha comunicato di aver attivato la funzione Polis su istanze on line, per poter cessare dall’1.09.2020 con l’opzione contributivo donna.

I requisiti richiesti di 35 anni di contributi e 58 anni di età debbono essere stati maturati entrambi entro il 31.12.2019, senza alcun arrotondamento.

Si consiglia alle interessate, che intendano andare in pensione dall’1.09.2020, di presentare entro la data di scadenza fissata per istanze on line 29.02.2020 anche la prevista domanda all’Inps.

Questo per consentire all’INPS di poter verificare quanto prima la maturazione dei requisiti da parte delle interessate, visto il ritardo con cui verranno presentate le loro domande; gli altri pensionandi hanno presentato le domande entro il 10 gennaio u.s..

Ricordiamo a coloro che, per vari motivi, non avessero ancora chiesto il riscatto della durata del corso di laurea e intendessero richiederlo “a costo agevolato”, tale richiesta va presentata all’Inps contestualmente con la domanda di cessazione opzione contributivo donne (circ. n. 6 INPS/20).

L’opzione contributiva donna è stata istituita con la legge Maroni n. 243/2004.

La possibilità dell’opzione era stata prevista a partire dall’1.01.2008 ed in via sperimentale fino al 2015.

L’opzione è stata poi ripresa dalla riforma Fornero del 2011 e prorogata negli anni a seguire dalle varie leggi di bilancio.

La scelta del calcolo tutto contributivo della pensione, nei primi anni di applicazione della normativa, orientativamente prevedeva che l’importo pensionistico si sarebbe ridotto di circa il 25/30%.

Quest’importo inferiore della pensione, che questa scelta determinava, era dovuto ai diversi anni di contributi che le interessate vantavano nel sistema retributivo entro il 31.12.1995. Le prime donne che hanno fatto questa scelta di pensionamento nel 2008, rinunciavano al calcolo retributivo di circa 22 anni:

2008 – 35 anni = 1973 inizio contributi 

1995-1973 = 22 anni contributi nel retributivo

Per le donne che andranno in pensione dal 2020, quindi nell’ex sistema di calcolo misto (meno di 18 anni al 31.12.1995), questa “rinuncia-perdita” si concretizza in solo 10/12 anni di contribuzione retributiva, quindi “la perdita” sull’importo pensionistico, rispetto le prime “fruitrici dell’opzione donna” si è dimezzata.

2019 – 35 anni = 1984 inizio contributi

1995-1984 = 11 anni contributi nel retributivo

Va comunque ricordato che i requisiti maturati al 31.12, richiesti nei vari anni, per opzione donna, sono “cristallizzati”.

La normativa, infatti non prevede la data entro la quale fare domanda di cessazione ma soltanto la data entro la quale vanno maturati i requisiti.

Questo, in pratica, non avendo l’opzione donna una scadenza di presentazione della domanda di cessazione (INPS), una volta maturati i requisiti (esempio al 31.12.2019), la domanda può essere presentata negli anni successivi 2020, 2021, ecc..

Riprova di quanto sopra ricordato è che prima della proroga al 2019, stabilita dalla finanziaria, su funzioni istanze on line POLIS con scadenza 10 gennaio, potevano far domanda di pensionamento all’1.09.2020, le donne che avevano maturato i requisiti entro il 31.12.2018 e quindi ancora in servizio nel 2019.

La “cristallizzazione” dei requisiti maturati permette, per il personale femminile della scuola, qualora raggiunga una classe stipendiale superiore dopo l’1.09.2020, di poter sfruttare economicamente il vantaggio di posticipare di uno o due anni la data del pensionamento.

Si ricorda che, ai fini dell’importo pensionistico, essendo il calcolo totalmente contributivo, la differenza mensile si concretizzerebbe in pochi euro.

Il ”montante contributivo individuale” verrebbe aumentato dalla differenza degli “importi contributivi” tra le due classi stipendiali e solo per pochi mesi.

Un vantaggio concreto di posticipare di un anno il pensionamento, si avrebbe sul calcolo della buonuscita che, anche avendo chiesto il calcolo contributivo della pensione, verrà calcolato con la normale formula.

Per cui gli anni utili alla buonuscita aumenteranno dell’anno lavorato in più e nel calcolo verrà utilizzato l’ultimo stipendio percepito relativo alla classe stipendiale superiore maturata, tenendo conto degli anni utili ex-se ai fini della buonuscita e di quelli eventualmente riscattati (laurea, militare, pre-ruolo e altr

RICORSO PER LA RICOSTRUZIONE DELLA CARRIERA IN FAVORE DEL PERSONALE DOCENTE E A.T.A. DI RUOLO

 

Con la pubblicazione di due importanti pronunce della Suprema Corte di Cassazione (Sentenza n. 31149 del 28/11/2019 e sentenza n. 31150 28/11/2019) è stato autorevolmente affermato che il riconoscimento parziale del servizio prestato dal personale Docente e A.T.A. anteriormente alla immissione in ruolo, in base al meccanismo previsto dagli artt. 485 e 569 del D.Lgs. n. 297/1994 (Testo unico dell’Istruzione), viola il divieto di discriminazione scolpito nella clausola 4 dell’Accordo Quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE.

Per quanto riguarda le condizioni di impiego, i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato, a meno che non sussistano ragioni oggettive.

Secondo la Corte di Cassazione, il servizio prestato in forza di contratti a termine prima della immissione in ruolo deve essere valutato per intero a fini giuridici ed economici.

A seguito delle richiamate pronunce, la Segreteria Provinciale dello S.N.A.L.S. di Bari intende supportare i propri iscritti per impugnare dinnanzi al Giudice del Lavoro, con il patrocinio dello Studio Legale Toscano & Partners di Bari, i decreti di ricostruzione della carriera che non risultino in linea con i principi autorevolmente affermati dalla Suprema Corte di Cassazione.

I ricorsi saranno proposti senza oneri per gli iscritti (fatto salvo l’eventuale contributo unificato) a seguito di valutazione individuale dei decreti di ricostruzione della carriera, purché emessi da non più di dieci anni, da trasmettersi all’indirizzo di posta elettronica snalsbari@gmail.com

Al vaglio preliminare seguirà il deposito del ricorso per il pieno riconoscimento, ai fini giuridici ed economici, del servizio pre-ruolo effettivamente prestato, previa consegna della documentazione necessaria all’avvio del contenzioso.

Il segretario provinciale

Prof. Vito Masciale