MOBILITAZIONE 30 MAGGIO
MASCIALE: “I DOCENTI PUGLIESI ADERISCANO ALLO SCIOPERO, IL GOVERNO
PRENDE DECISIONI D’AUTORITÀ SULLA LORO PELLE.”

“La scuola pugliese è compatta e pronta allo sciopero generale indetto dalle cinque
sigle sindacali principali per protestare contro il DL 36/2022.”
Ne è convinto Vito Masciale, segretario di Snals Puglia, il sindacato della
scuola che conta solo nella nostra regione più di 14mila iscritti.
La mobilitazione condivisa, decisa da CGIL, CISL, Uil. Snals/Confsal
e Gilda dopo una serie di incontri interlocutori con il Ministero competente,
che non hanno avuto gli esiti sperati, riguarda tutto il comparto
Istruzione e Ricerca: docenti, dirigenti, educatori e personale Ata.
La richiesta è stralciare dal decreto del Governo tutte le disposizioni che
invadono il campo della contrattazione e mettono, quindi, in discussione il
ruolo dei sindacati. Centrale anche l’aspetto del rinnovo del contratto,
con risorse che proteggano gli stipendi dagli effetti dell’inflazione.
Poi, ancora, la formazione, la stabilizzazione dei precari e il rafforzamento degli
organici. Temi numerosi e cruciali che fanno presagire un’adesione massiccia allo sciopero.
“Stiamo vivendo un momento di grande difficoltà. – conclude Masciale –
Riprendo le parole del segretario generale Snals/Confsal Elvira Serafini, che dal palco
del primo maggio a Napoli ha lanciato un grido d’aiuto e un appello a tutta la confederazione.
Se la scuola non forma, il Paese va in sofferenza. Per questo chiediamo
che venga riconosciuto in tutte le sedi il ruolo del sindacato come portavoce del mondo del lavoro.”

Roma, 18 maggio 2022
Prot. n. 132/2022 flcgil FS/GD-stm
Al Presidente CONPER
Consulta dei Presidenti degli Enti di Ricerca
Prof. Antonio Zoccoli
Oggetto: Richiesta di incontro sull’avvio delle trattative per il rinnovo contrattuale
Con la convocazione dell’ARAN del 17 maggio, preceduta di pochi giorni
dall’emanazione dell’atto di indirizzo per il comparto Istruzione e ricerca, entra
nel vivo la fasedel rinnovo del CCNL anche per il personale degli Enti Pubblici
di Ricerca (EPR).
L’atto di indirizzo, a nostro avviso, non tende a salvaguardare e rafforzare
le specificità dell’organizzazione del lavoro delle istituzioni scientifiche
pubbliche ma ne rincorre l’omologazione alle realtà prevalenti nell’ambito
della pubblica amministrazione, mutuando da questi istituti, vincoli e
procedure che comprimono, anziché valorizzarle, le competenze e
professionalità dei nostri settori.
Non riteniamo opportuno addentrarci in una disamina dell’atto di indirizzo,
confidando in una sua interpretazione costruttiva da parte dell’ARAN,
ma crediamo utile un approfondimento e un confronto su alcuni temi di fondo
rispetto alla trattativa che a breve riguarderà le specifiche
sezioni del comparto istruzione e ricerca. In particolare riteniamo importante,
a nostro avviso, un confronto in merito all’impatto sulle trattative per il rinnovo
del CCNL del finanziamento previsto per il personale degli EPR vigilati dal MUR
dall’art.1 comma 310 della legge di bilancio 2022, sia per le criticità provocate
dalla sua assenza per il personale degli EPR non vigilati dal
MUR che per le inevitabili correlazioni con le questioni ordinamentali attualmente
in discussione.
Pertanto, sugli argomenti evidenziati e su eventuali ulteriori altri temi che destano
preoccupazione per il nostro settore, Le chiediamo una convocazione in tempi rapidi
al fine di verificare i punti di convergenza utili a creare le condizioni affinché
il prossimo CCNL rappresenti un reale passo in avanti nella valorizzazione
professionale del personale, elemento indispensabile per il rafforzamento
e lo sviluppo dei nostri Enti e settori di ricerca.
In attesa di riscontro Le porgiamo i nostri cordiali saluti.
FLC CGIL FSUR Pino Di lullo
CISL Settore Ricerca Raffaella Galasso
Fed. UIL Scuola Attilio Bombardieri
SNALS Confsal Elvira Serafini
FGU Dip. Ricerca Eleuterio Spiriti

Cosa fare in caso di sciopero nella scuola
(adempimenti, modalità di adesione e procedure)
I SERVIZI MINIMI E IL CONTINGENTE
La Legge 146/90 prevede che in caso di sciopero nei servizi pubblici essenziali
(tra cui la scuola) il Dirigente del servizio (il Dirigente scolastico) formi un
gruppo minimo (contingente) di lavoratrici e lavoratori che non sciopera per
garantire le prestazioni indispensabili (o servizi minimi). Nella scuola si
formano contingenti solo per il personale ATA o gli educatori di convitti o
educandati e solo in determinate circostanze. NON è previsto alcun contingente
per i docenti.
I servizi indispensabili da assicurare in caso di sciopero sono previsti e
individuati dall’Accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici
essenziali e sulle procedure di raffreddamento e conciliazione in caso
di sciopero del comparto Istruzione e ricerca, sottoscritto il 2 dicembre 2020
e attuativo appunto della L 146/90. Il Dirigente non può prevederne altri. Sono
servizi essenziali solo alcune attività che si svolgono a scuola in particolari
momenti dell’anno (es. “le attività dirette e strumentali riguardanti gli scrutini
e gli esami finali”) o in particolari istituzioni scolastiche (es. l’allevamento del
bestiame nell’azienda agraria di un istituto tecnico agrario).
Pertanto, in occasione di scioperi indetti nelle giornate di svolgimento delle
prove d’esame finali o di idoneità, i docenti “formalmente impegnati”, ne
dovranno assicurare l’espletamento.
L’Accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e sulle
procedure di raffreddamento e conciliazione in caso di sciopero sottoscritto
all’Aran il 2 dicembre 2020, definisce i criteri generali per determinare il
contingente per il personale ATA o educativo, da prevedere in caso di sciopero.
Il protocollo di intesa di scuola (di cui all’art 2 commi 2 e 3 dell’Accordo)
definisce i criteri specifici del contingente di quella scuola.
Tale contingente non va confuso con quello previsto in occasione delle
assemblee sindacali (art. 8 comma 9 lettera b del CCNL 2006/2009) che viene
definito in contrattazione di istituto.
Qui di seguito nel dettaglio quanto previsto
SERVIZI ESSENZIALI CONTINGENTI PERSONALE ATA O EDUCATORI
(accordo nazionale)
Per qualsiasi esame e scrutini finali sono previsti:
• Assistente amministrativo
• Assistente tecnico in rapporto alle specifiche aree di competenza
• Collaboratore scolastico per le attività connesse all’uso dei locali interessati,
per l’apertura e chiusura della scuola e per la vigilanza sull’ingresso principale.

Per Vigilanza sui minori durante i servizi di refezione, ove funzionanti, nei casi
in cui non sia possibile una adeguata sostituzione del servizio
Collaboratore scolastico (solo se, per motivi eccezionali, il servizio è mantenuto)

Per Vigilanza sui minori nelle istituzioni educative, anche nelle ore notturne
• Collaboratore scolastico
• Educatore
• infermiere

Per Raccolta, allontanamento e smaltimento dei rifiuti tossici, nocivi e
radioattivi (solo istituto con reparti di lavorazione)sono previsti:
• Assistente tecnico del reparto o del laboratorio
• Collaboratore scolastico al solo fine di garantire l’accesso ai locali interessati

Per Servizi di cucina e mensa nelle istituzioni educative, erogabili anche
attraverso la fornitura di pasti freddi o preconfezionati sono previsti :
Cuoco e/o collaboratore scolastico

Per Vigilanza degli impianti e delle apparecchiature, laddove l’interruzione
del funzionamento comporti danni alle persone o alle apparecchiature stesse
• Assistente tecnico del reparto o del laboratorio
• Collaboratore scolastico al solo fine di garantire l’accesso ai locali interessati

Per Attività riguardanti la conduzione dei servizi nelle aziende agricole per
quanto attiene alla cura e all’allevamento del bestiame:
• assistente tecnico in rapporto con le specifiche aree di competenza
• addetto alle aziende agrarie
• collaboratore scolastico e dei servizi

Per Adempimenti necessari per assicurare il pagamento degli stipendi e delle pensioni
per il periodo di tempo strettamente necessario in base alla organizzazione
delle singole istituzioni scolastiche, ivi compreso ilversamento dei contributi
previdenziali ed i connessi adempimentisono previsti :
Dsga e/o assistente amministrativo
Ciò premesso se ne deduce che :
• nella gran parte delle scuole e nella gran parte dell’anno non occorre formare
il contingente. Fanno eccezione le giornate in cui sono previsti esami
finali;
• non è prestazione indispensabile l’apertura della scuola, né la generica
vigilanza all’ingresso o all’interno della scuola o di tutti i plessi. Non è
previsto nessun obbligo di svolgimento di attività di segreteria, salvo quelle
indicate sopra. Se il Dirigente scolastico formasse unilateralmente un
contingente per assicurare queste prestazioni si configurerebbe attività
antisindacale.
Il Dirigente scolastico non può unilateralmente decidere come formare il contingente.
Se non vi fosse il protocollo di intesa di scuola, Dirigente scolastico e RSU potrebbero
concordare transitori criteri di formazione del contingente. Se neanche questo
accadesse, il Dirigente scolastico dovrebbe comunque informare la RSU dei criteri che
intende adottare. Una decisione unilaterale si configurerebbe come attività antisindacale

Di seguito l’articolo del segretario nazionale Elvira Serafini pubblicato su Italia oggi:
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge 36 del 30 aprile 2022, lo Snals Confsal insieme alle altre organizzazioni sindacali ha da subito deciso lo stato di agitazione di tutto il personale fino alla proclamazione dello sciopero generale della scuola per il 30 maggio. La volontà del Governo è stata smascherata: il Pnrr, da opportunità di crescita e valorizzazione della scuola, è diventato strumento di esclusione e penalizzazione. Con il dl 36 emergono tutte le contraddizioni di misure, ispirate al Pnrr e volte al potenziamento delle innovazioni didattiche ed al miglioramento della qualità del servizio scolastico, con il Def che porta la spesa per l’istruzione ai livelli di dieci anni prima. Con il nuovo sistema di reclutamento coloro che da anni lavorano nella scuola potranno accedere al ruolo solo con i concorsi quiz.
Mentre il Pnrr definisce prioritario il contrasto alla povertà educativa, il Governo propone, smentendo sé stesso, un reclutamento, basato sulla conoscenza di nozioni e non sulla capacità di insegnare, che non è coerente con le sue stesse intenzioni.
Tra l’altro i percorsi abilitanti previsti dal decreto-legge sono a carico dei corsisti e le spese di tutoraggio sono finanziate con le risorse previste per la Carta elettronica dei docenti. Il nuovo Ccnl disporrà di risorse già stanziate per gli anni 2019, 2020, 2021 che, tra l’altro, consentono appena di giungere ad aumenti medi dei livelli stipendiali iniziali di circa 50 euro mensili. Una politica retributiva che smentisce nei fatti gli obiettivi del Pnrr che considera invece l’istruzione lo strumento principale di contrasto alle povertà educative. Sulla formazione l’Atto di Indirizzo fornisce indicazioni in palese contrasto con quanto previsto dal DL 36. Richiama infatti le previsioni del CCNL del 2009 senza indicare risorse aggiuntive, aprendo di fatto la strada ad una formazione selettiva e discriminatoria che utilizzerà le risorse finora destinate all’aggiornamento. La nostra piattaforma rivendica invece le prerogative sindacali in materia di rapporto di lavoro, formazione, mobilità e retribuzione. Il nostro obiettivo strategico è l’allineamento degli stupendi di tutti i lavoratori della scuola alla media di quelli europei, avviando fin dal prossimo contratto collettivo nazionale la riduzione dei vistosi divari retributivi attualmente esistenti.
Attueremo ogni iniziativa di lotta per contrastare il disegno del Governo, sulla scorta della grande esperienza di contrasto della Legge 107 che ha riportato alla contrattazione diverse norme sul rapporto di lavoro trasferite alla legge. C’è una grossa partita in corso.
Lo sciopero del 30 maggio è solo la prima tappa di una nuova stagione di lotta per una reale valorizzazione di tutto il personale.

OGGI LA PUBBLICAZIONE degli esiti delle domande per la mobilità

Dove controllare posti disponibili

L’elenco di coloro che hanno ottenuto il trasferimento o il passaggio è pubblicato all’albo online dell’Ufficio territoriale di destinazione, con l’indicazione, a fianco di ogni nominativo, della scuola di destinazione, della tipologia di posto richiesto, del punteggio complessivo, delle eventuali precedenze.

Per gli assistenti tecnici, sono riportati i codici delle aree professionali richieste nella domanda.

Contemporaneamente alla pubblicazione degli elenchi e alla comunicazione del provvedimento alle istituzioni scolastiche, gli Uffici territorialmente competenti provvedono alle relative comunicazioni:

  1. a) all’istituzione scolastica di provenienza;
  2. b) all’istituzione scolastica di destinazione;
  3. c) alla competente ragioneria territoriale dello Stato.

I dirigenti scolastici degli istituti dove il personale trasferito deve assumere servizio dall’inizio dell’anno scolastico cui si riferisce il trasferimento devono comunicare l’avvenuta assunzione di servizio esclusivamente all’Ufficio territorialmente competente e alla competente ragioneria territoriale dello Stato.

Comunicazione via mail

Al  personale che ha ottenuto il trasferimento o il passaggio è data comunicazione del provvedimento presso l’Ufficio territoriale cui è stata presentata la domanda e per posta elettronica all’indirizzo inserito nel portale Istanze online.

Al personale che non ha ottenuto il trasferimento è data comunicazione per posta elettronica all’indirizzo inserito su Istanze on line e tale personale potrà consultare, attraverso l’apposita funzione resa disponibile su Istanze on line, l’esito della propria domanda.

Dopo giorni di assordante silenzio da parte del ministro Bianchi come risposta alle legittime proteste dei sindacati rappresentativi dei lavoratori della scuola e alle richieste di confronto e dialogo,sentita la base in una video conferenza nazionale fra i segretari nazionali delle principali sigle e gli eletti nelle RSU dallo stato di agitazione si è passati alla proclamazione dello sciopero. Dopo un biennio pieno di difficoltà e sacrifici il personale scolastico dovrà affrontare una fine d’anno dell’attività didattica lottando per tutelare i propri diritti.

Qui di seguito modi e tempi dello sciopero proclamato dallo Snals:

Il blocco degli scrutini lo facciamo per la scuola secondaria di primo e secondo grado.

 

Per la scuola DELL’INFANZIA:

SCIOPERO DELLA PRIMA ORA DEI DOCENTI DEL PRIMO TURNO e sciopero dell’ultima ora dei docenti del secondo turno.

– il primo giorno scioperano i docenti  del primo anno infanzia;

– il secondo giorno i docenti del secondo anno infanzia;

– il terzo giorno scioperano i docenti del terzo anno della scuola della infanzia .

 

Per la scuola PRIMARIA

Sciopero della prima ora di lezione dei docenti del primo turno

e sciopero dell’ultima ora dei docenti del secondo turno.

– il lunedì sciopereranno i docenti di prima elementare;

– il martedì quelli di seconda;

– il mercoledì i docenti di terza;

– il giovedì I colleghi di quarta elementare;

– il venerdì I docenti della quinta classe della scuola primaria.

 

Di seguito il testo integrale del comunicato unitario emesso dalle organizzazioni sindacali
SEMPRE E SOLO PER DECRETO.
LA COMUNITA’ SCOLASTICA NON MERITA TUTTO QUESTO

Con la pubblicazione del decreto sulla scuola in G.U. del 1°maggio il Governo
interviene pesantemente su molti aspetti della vita della scuola che, da autentica
risorsa per il Paese, torna ed essere terreno di tagli di spesa e di scontro politico ideologico.
I documenti di programmazione economica pluriennale non prevedono investimenti,
ma tagli che puntualmente il sistema subisce da decenni.
Ancora una volta si decidono questioni di grande rilievo per il sistema scolastico
attraverso atti unilaterali addirittura con Decreto legge, sfuggendo da ogni confronto
con il mondo della scuola. La consapevolezza che la partecipazione al cambiamento contribuisce,
accrescendone la qualità e il valore, ai processi di innovazione, evidentemente in questa fase
manca del tutto al Governo e alla “politica”. E questo dopo due anni di pandemia, in cui la scuola si è completamente reinventata, e con una guerra che comporta la necessità di accogliere i profughi
dall’Ucraina (ne sono arrivati ed accolti oltre 30.000, anche minori non accompagnati).
La scuola si sta confermando uno dei più efficaci strumenti di integrazione, attraverso atti di concreta e
solidale accoglienza, nell’ottica di una vera cultura di pace. Anche solo per questo avrebbe meritato un
trattamento diverso, caratterizzato da attenzione e coinvolgimento; analogamente lo avrebbero
meritato le organizzazioni sindacali alle quali il personale ha rinnovato pochi giorni or sono la propria
fiducia con una larghissima partecipazione al voto per il rinnovo delle RSU, legittimandone ancora una
volta il ruolo di rappresentanza.

Invece, solo dopo qualche giorno dal voto per il rinnovo delle RSU che ha visto un milione di lavoratori
dare la propria fiducia alle Organizzazioni Sindacali, si decide di procedere per decreto su tematiche così
importanti.

Per questo le Organizzazioni sindacali della scuola, unitariamente, hanno deciso una grande
mobilitazione, a partire dai lavoratori, per arrivare a coinvolgere l’intera comunità educante che si vede
ridurre l’ambito di autonomia, anch’esso di rilevanza costituzionale, al pari della libertà di insegnamento
che rischia di subire inaccettabili condizionamenti.

Tutto ciò in presenza di un’annosa e irrisolta questione retributiva che riguarda tutto il personale della
scuola. Il Governo sottrae le risorse aggiuntive inserite in legge di Bilancio per il rinnovo del contratto
destinandole a modalità di formazione incentivata decise unilateralmente, con evidente riduzione di
quelle destinate a rivalutare nel loro complesso le retribuzioni di tutti e con l’ipoteca di tagliare l’organico
nei prossimi anni. Per recuperare le risorse per una politica retributiva selettiva si ipotizza, fuori da ogni
confronto negoziale, anche l’impiego delle risorse attualmente utilizzate per la card docenti.

Nel frattempo non si affronta il tema del precariato, anzi il sistema di reclutamento delineato,
ulteriormente appesantito nei tempi e nei requisiti, appare oltremodo punitivo e non in grado di
risolvere la piaga del lavoro precario.

Non si prevede per la formazione iniziale una normale e legittima fase transitoria e non si tiene in alcun
conto la necessità di offrire opportunità di stabilizzazione del personale precario, per il quale non viene
previsto uno specifico percorso di accesso al ruolo.

Per tutte queste motivazioni, FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA, SNALS e GILDA hanno convenuto

di organizzare una forte mobilitazione, a partire da un’imponente campagna di informazione capillare
rivolta non solo al personale della scuola, ma anche alla società civile, alle famiglie e ai cittadini, cui va
immediatamente evidenziato come tali provvedimenti non riconoscano la necessaria centralità alle
politiche dell’istruzione e della formazione con scelte che rafforzino realmente il ruolo della scuola
pubblica e democratica del Paese, al fine di garantire il pieno esercizio del diritto allo studio.

Con il percorso di mobilitazione di tutto il personale FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA, SNALS e
GILDA intendono rimarcare il dissenso contro il Decreto Legge 36, per ottenerne radicali modifiche e
rivendicare la devoluzione di tutte le materie che incidono sul rapporto di lavoro al rinnovo del contratto,
per il quale chiedono l’immediato avvio delle trattative. È in tale sede che va ricondotto anche il
confronto sui percorsi di valorizzazione professionale per i quali è comunque indispensabile
l’investimento di ulteriori e specifiche risorse.

Riservandosi quindi di valutare il ricorso a tutte le azioni di mobilitazione che si renderanno necessarie,
anche in relazione allo sviluppo del confronto che intendono sollecitare e avviare con il Governo e le
forze politico parlamentari, indicono una serie di iniziative:

Convocazione di tutte le RSU elette nelle ultime elezioni per la giornata di venerdì 6 Maggio alle
ore 15 in diretta streaming con l’intervento dei 5 segretari generali di categoria (seguirà
volantino iniziativa)

Convocazione direttivi unitari dei 5 sindacati, per la giornata del 13 Maggio alle ore 15, sempre
in modalità on line

Dal 3 Maggio proclamazione dello stato di agitazione con invio piattaforma rivendicativa su cui
avviare le procedure di raffreddamento e contestuale blocco delle attività aggiuntive per tutto
il personale della scuola

Incontro con tutti i gruppi parlamentari

Nel corso delle iniziative sopra indicate saranno valutate ulteriori proposte di mobilitazione per
raggiungere i risultati necessari per tutto il personale della categoria.


Roma, 2 maggio 2022



Flc CGIL 
Francesco Sinopoli

CISL Scuola Ivana Barbacci
UIL Scuola Rua
Giuseppe Turi
SNALS Confsal
Elvira Serafini
GILDA Unams
Rino Di Meglio



Pubblichiamo l’opinione espressa dal segretario Prof. Vito Masciale su quanto accaduto al liceo Cirillo di Bari

Ci sono notizie di cronaca che si definirebbero fake news e che sembrano irrealizzabili ma sono purtroppo vere. Comincia così il prof. Vito Masciale segretario regionale Snals in merito all’episodio di violenza che ha visto protagonista un genitore e vittima un docente presso il liceo Cirillo di Bari e continua :”Innanzi tutto, esprimo tutta la mia solidarietà al collega colpevole di aver fatto solo il suo dovere ed esercitato il suo sacrosanto diritto, riconosciuto anche dalla costituzione, di libertà di insegnamento e di valutare il lavoro dei propri alunni che è un preciso dovere del suo ruolo. Non possiamo pensare di essere ancora una volta di fronte ad un genitore energumeno ma isolato. Certo per fortuna sono casi sporadici  ma casi che non dovrebbero neanche esistere ma che stanno diventando sempre più frequenti

Sono tanti gli aspetti che emergono da questo caso: la fragilità psicologica dei ragazzi che davanti ad un brutto voto che ritengo ingiusto non scelgono la via del dialogo col docente e dell’impegno a fare meglio, ma si arrendono al livello della loro preparazione vinti dalla insicurezza nelle loro capacità e si rifugiano nella famiglia come istituto che li deve difendere dalle difficoltà del mondo.E’ più che mai indispensabile la figura dello psicologo a scuola, sempre, tutti i giorni, perché possa respirare il clima della scuola in generale e intervenire col suo apporto nel percorso di crescita dei ragazzi.

Ignoro l’esito dell’aggressione che auspico poco lesiva a danno del collega ma l’episodio è ancor più grave se si è realizzato all’interno di un’aula luogo dove la scuola educa al rispetto dell’altro,al dialogo e alla tolleranza. Certo l’introduzione della seconda prova scritta reintrodotta dal Ministro agli esami di stato ha contribuito ad aumentare la già alta tensione di ragazzi e famiglie verso la prova finale.

Ma l’importanza selettiva del voto finale del percorso di studi  per accedere al lavoro o ad un percorso universitario non giustifica l’atto. Saremo sempre pronti al fianco del lavoratore colpevole solo di aver voluto svolgere il suo lavoro. Ma due esortazioni mi sento di fare: a volte questi episodi sono preceduti da segnali che vengono sottovalutati ma su cui sarebbe il caso di porre attenzione senza gridare al lupo al lupo prima del tempo o demonizzare nessuno. Prestare anche attenzione a cosa si scrive nelle chat di classe fra genitori perché si potrebbe involontariamente alimentare odio ingiusto solo per un proprio sfogo liberatorio legato alla propria situazione individuale. La seconda esortazione è per i rappresentanti di classe dei genitori che purtroppo, molte volte, nelle scuole secondarie superiori non vengono eletti perché nessuno si candida pensando che i ragazzi sono grandi e possono vedersela da soli. E’ una chiave di lettura molto riduttiva del ruolo del rappresentante di classe il cui ruolo non è limitato ad organizzare la pizza di classe di fine anno scolastico nelle scuole del settore infanzia e primaria ma è delegato al dialogo con la scuola per tutto quello che concerne il benessere collettivo in aula.

 

Sfogliando i giornali on line e cartacei degli ultimi giorni dove la scuola è tornata agli onori della cronaca mi è tornata in mente la frase di Oscar Wilde  “C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di , ed è il non far parlare di   ossia  “Parlarne bene o parlarne male non importa, purché se ne parli”.

E quanto si parla oggi della scuola in rete e non solo maahimè ancora una volta solo di un aspetto: le chat scuola famiglia anzi per essere precisi le chat professori alunni famiglia. Un aspetto certo importante: la comunicazione è fondamentale soprattutto nel contesto scuola dove professori e famiglie dovrebbero essere alleati e andare nella stessa direzione educativa.C’era una volta l’ora di ricevimento nell’orario di lavoro dei professori. un’ora a settimana i docenti a scuola ricevevano i genitori che andavano ad informarsi del rendimento e del comportamento scolastico dei propri figli. Poi nella maggior parte dei casi caddero in disuso perché le famiglie dove entrambi i genitori erano impegnati nel lavoro avevano difficoltà a recarsi a scuola e poi ogni professore aveva un orario di ricevimento diverso dalla maggior parte dei colleghi ed in giorni diversi ed allora il collegio dei docenti deliberò di ricevere le famiglie una volta a quadrimestre di pomeriggio con la presenza di tutti i docenti salvo eccezioni di situazioni particolari per cui il docente poteva far convocare i genitori o tramite l’alunno/a o tramite la segreteria della scuola. Questi incontri ebbero un discreto successo nel tempo ma poi arrivò il covid e cambiò tutte le regole del gioco. Niente alunni in classe niente prof dietro la cattedra niente scuola in presenza.Ma come sempre il bene si piange quando si perde ed ecco che gli alunni cominciarono a sentire la mancanza dei professori e viceversa e le famiglie si trovarono di colpo orfane di un cardine della loro organizzazione giornaliera di vita. ma in tutto questo deserto la tecnologia arrivò in aiuto: DAD che con tutti i limiti, i difetti e i problemi tecnici e di attrezzature teneva comunque in piedi un contatto un dialogo. Ma scuola era anche il compagno di banco a cui chiedere con cui ridere, confidarsi discutere e anche qui la tecnologia diede una grossa mano: le chat soprattutto su face book eWhatsApp erano a portati quasi di tutti bastava avere uno smartphone e ricreare in maniera virtuale il contatto di vicinanza. Ma se la battuta stupida o la cattiveria gratuita detta al compagno di banco si fermava lì in chat non è la stessa cosa. E anche i prof che dopo aver controllato un lavoro avrebbero dovuto aspettare il giorno dopo in aula per darlo all’alunno e commentarlo insieme sulla valutazione si votarono all’immediatezza della chat. Ma adesso il covid sta allentando la morsa e stiamo faticosamente cercando di tornare alle vecchie abitudini però sembra che poter andare allo stadio sia più semplice che smettere di chattare su cose della scuola. E così un’associazione territoriale dei dirigenti scolastici si è fatta portavoce di un disagio evidenziato dai propri docenti: una overdose di chat con alunni e famiglie e proporrà un codice deontologico per le comunicazioni scuola famiglia augurandosi che sia rispettato. Perché un codice di solito prevede regole e pene per chi non le rispetta ma in questo caso quali pene sarebbe possibile prevedere? Sui vari social dove ormai abbiamo trasferito il nostro confrontarci causa pandemia e conseguente  divieto ad incontrarci il dibattito è sentito e accesso ma animato soprattutto dai lavoratori della scuola che lamentano di essere contattati a tutte le ore anche durante le festività da alunni e famiglie con le richieste più improprie che a volte ledono anche  la libertà di insegnamento e sembrano ignorare che un docente non è tenuto ad essere a disposizione 24h ha un contratto di lavoro che prevede un orario di lavoro  ben definito. Magari nel prossimo imminente contratto bisognerà anche regolamentare questo diritto del docente a disconnettersi per evitare che dirigenti scolastici inviino a mezzanotte convocazioni per un collegio docenti ordinario il giorno dopo. L’emergenza sta quasi per finire e mi chiedo chi vieta ai docenti agli alunni e alle famiglie di cancellarsi dai gruppi, dalle comunity,dalle chat che avevano usato e animato in tempo di emergenza?Basta cancellarsi e bloccare una serie di numeri.Serve proprio una revisione di un codice deontologico?Se poi voglio continuare ad essere connesso allora i casi sono due: o riesco a fare una lezione di educazione civica sul rispetto del diritto dell’altro e della sua privacy e del suo tempo o forse ho sviluppato la dipendenza da chat: odio il mio aguzzino ma non posso farne a meno. Sono d’accordo assolutamente col presidente dell’ANP: serve il buon senso e l’educazione aggiungerei. Se il professore abitasse nel nostro palazzo andremmo alle 2 di notte a chiedere perché nostro figlio ha preso 6 e non sette? Molto probabilmente no. Mantenere le distanze reciproche è segno di rispetto ededucazione; per generazioni docenti senza chat sono stati i migliori amici dei propri alunni anche quando erano diventati adulti fuori dalle aule. la chat va benissimo per le emergenze perché dovrebbe servire a comunicare qualcosa che altrimenti non tutti potrebbero sapere in tempo. I gruppi sui social possono anche essere utili purché luogo di confronto ed arricchimento reciproco e non luogo di gossip e maldicenze.La scuola ha canali istituzionali per far arrivare i messaggi alle famiglie e ai lavoratori della scuola con tempi ben precisi da rispettare e sono funzionali allo scopo. Abbiamo qualcosa da dire a chi lavora nella scuola? Diciamolo de visu in presenza come abbiamo tanto invocato in tutti gli ultimi mesi ora possiamo:  stiamo tornando alla normalità

Il segretario provinciale

Vito Masciale