Il giudice del lavoro del Tribunale di Bari , in data 20 febbraio 2023,ha emesso sentenza contestuale al dibattimento sul ricorso presentato nel 2022 contro il Miur e l’USR Puglia da una docente assistita dal nostro ufficio legale,ricorso contro il decreto di ricostruzione di carriera del 2011 elaborato dal la scuola, all’epoca sede di servizio, decreto in cui le venivano riconosciuti, in sede di ricostruzione della carriera, solamente 5 anni, 11 mesi e 19 giorni anziché 8 anni, 3 mesi e 19 giorni ossia quelli effettivamente prestati nel ruolo della scuola dell’infanzia applicando il l meccanismo della temporizzazione (art.6 del DPR 345/1983).
La sentenza ha ribadito il principio secondo il quale al docente di scuola superiore deve essere pienamente riconosciuta, in sede di ricostruzione di carriera, l’anzianità di servizio nella scuola materna purché maturata durante il ruolo, non applicando, pertanto, il cosiddetto criterio della “temporizzazione” facendo riferimento ad una precedente sentenza del Tribunale di Bari, la N. 6632/2013 e alla sentenza N. 2037/2013 della Corte di Cassazione in cui la suprema corte affermava il principio che “in tema di personale docente, se in passato gli art. 1 e 2, dl 370/1970, non consentivano il riconoscimento della pregressa anzianità nel passaggio dal ruolo della scuola materna a quello della scuola superiore, attualmente l’art. 57 L312/1980 e l’art.83 dPR 417/1974, introducendo diverse tipologia di mobilità che consentono di computare per intero l’anzianità pregressa, realizzano un’osmosi tra i distinti ruoli del personale docente della scuola avente specifici requisiti.”
La docente, pertanto, avrà diritto al riposizionamento nella ricostruzione di carriera e a cinque anni di arretrati, quelli che vanno dal 2017 al 2022. Sugli arretrati precedenti si applica la prescrizione, come previsto dal Codice civile.
Il segretario Vito Masciale, ha espresso grande soddisfazione per l’esito positivo del ricorso dimostrazione ancora una volta della professionalità del team di avvocati convenzionati con lo SNALS che come sindacato si conferma punto di riferimento nella difesa dei diritti dei lavoratori della scuola
Il Tar Lazio dice si all’insegnamento di matematica e fisica per i laureati in ingegneria vecchio ordinamento
Con sentenza n. 06542 / 2022 Reg. Prov. Coll. (N. 08440/2021 Reg.Ric.), pubblicata il 20/05/2022, la Sezione Terza Bis del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha accolto il ricorso di una docente, con laurea in ingegneria di vecchio ordinamento (V.O.), che era stata esclusa dalle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (G.P.S.) e dalle Graduatorie d’Istituto (G.I.) per la classe di concorso A027 (Matematica e Fisica), e ciò per una presunta inidoneità del titolo di studi.
Il TAR sulla vicenda ha disposto che “il ricorso deve trovare accoglimento, dovendosi disporre l’annullamento del provvedimento di esclusione dalla classe A027 “Matematica e Fisica” di parte ricorrente di cui in epigrafe, che deve ritenersi viziato alla stregua delle ragioni che precedono, in via derivata, a causa della illegittimità delle disposizioni contemplate dalla Tabella A del d.P.R. n. 19/2016 che, in parte qua, vanno parimente annullate per violazione dei principi di logicità e ragionevolezza (corollario della buona amministrazione), imparzialità, trasparenza (sotto il profilo della assenza di motivazione) e proporzionalità, dal momento che non consentono a laureati in ingegneria in possesso dei requisiti previsti per insegnare, singolarmente, matematica e fisica, così come individuati dal medesimo riferimento normativo, di poterlo fare anche sulla classe A027.”
Dopo giorni di assordante silenzio da parte del ministro Bianchi come risposta alle legittime proteste dei sindacati rappresentativi dei lavoratori della scuola e alle richieste di confronto e dialogo,sentita la base in una video conferenza nazionale fra i segretari nazionali delle principali sigle e gli eletti nelle RSU dallo stato di agitazione si è passati alla proclamazione dello sciopero. Dopo un biennio pieno di difficoltà e sacrifici il personale scolastico dovrà affrontare una fine d’anno dell’attività didattica lottando per tutelare i propri diritti.
Qui di seguito modi e tempi dello sciopero proclamato dallo Snals:
Il blocco degli scrutini lo facciamo per la scuola secondaria di primo e secondo grado.
Per la scuola DELL’INFANZIA:
SCIOPERO DELLA PRIMA ORA DEI DOCENTI DEL PRIMO TURNO e sciopero dell’ultima ora dei docenti del secondo turno.
– il primo giorno scioperano i docenti del primo anno infanzia;
– il secondo giorno i docenti del secondo anno infanzia;
– il terzo giorno scioperano i docenti del terzo anno della scuola della infanzia .
Per la scuola PRIMARIA
Sciopero della prima ora di lezione dei docenti del primo turno
e sciopero dell’ultima ora dei docenti del secondo turno.
– il lunedì sciopereranno i docenti di prima elementare;
– il martedì quelli di seconda;
– il mercoledì i docenti di terza;
– il giovedì I colleghi di quarta elementare;
– il venerdì I docenti della quinta classe della scuola primaria.
Pubblichiamo l’opinione espressa dal segretario Prof. Vito Masciale su quanto accaduto al liceo Cirillo di Bari
Ci sono notizie di cronaca che si definirebbero fake news e che sembrano irrealizzabili ma sono purtroppo vere. Comincia così il prof. Vito Masciale segretario regionale Snals in merito all’episodio di violenza che ha visto protagonista un genitore e vittima un docente presso il liceo Cirillo di Bari e continua :”Innanzi tutto, esprimo tutta la mia solidarietà al collega colpevole di aver fatto solo il suo dovere ed esercitato il suo sacrosanto diritto, riconosciuto anche dalla costituzione, di libertà di insegnamento e di valutare il lavoro dei propri alunni che è un preciso dovere del suo ruolo. Non possiamo pensare di essere ancora una volta di fronte ad un genitore energumeno ma isolato. Certo per fortuna sono casi sporadici ma casi che non dovrebbero neanche esistere ma che stanno diventando sempre più frequenti
Sono tanti gli aspetti che emergono da questo caso: la fragilità psicologica dei ragazzi che davanti ad un brutto voto che ritengo ingiusto non scelgono la via del dialogo col docente e dell’impegno a fare meglio, ma si arrendono al livello della loro preparazione vinti dalla insicurezza nelle loro capacità e si rifugiano nella famiglia come istituto che li deve difendere dalle difficoltà del mondo.E’ più che mai indispensabile la figura dello psicologo a scuola, sempre, tutti i giorni, perché possa respirare il clima della scuola in generale e intervenire col suo apporto nel percorso di crescita dei ragazzi.
Ignoro l’esito dell’aggressione che auspico poco lesiva a danno del collega ma l’episodio è ancor più grave se si è realizzato all’interno di un’aula luogo dove la scuola educa al rispetto dell’altro,al dialogo e alla tolleranza. Certo l’introduzione della seconda prova scritta reintrodotta dal Ministro agli esami di stato ha contribuito ad aumentare la già alta tensione di ragazzi e famiglie verso la prova finale.
Ma l’importanza selettiva del voto finale del percorso di studi per accedere al lavoro o ad un percorso universitario non giustifica l’atto. Saremo sempre pronti al fianco del lavoratore colpevole solo di aver voluto svolgere il suo lavoro. Ma due esortazioni mi sento di fare: a volte questi episodi sono preceduti da segnali che vengono sottovalutati ma su cui sarebbe il caso di porre attenzione senza gridare al lupo al lupo prima del tempo o demonizzare nessuno. Prestare anche attenzione a cosa si scrive nelle chat di classe fra genitori perché si potrebbe involontariamente alimentare odio ingiusto solo per un proprio sfogo liberatorio legato alla propria situazione individuale. La seconda esortazione è per i rappresentanti di classe dei genitori che purtroppo, molte volte, nelle scuole secondarie superiori non vengono eletti perché nessuno si candida pensando che i ragazzi sono grandi e possono vedersela da soli. E’ una chiave di lettura molto riduttiva del ruolo del rappresentante di classe il cui ruolo non è limitato ad organizzare la pizza di classe di fine anno scolastico nelle scuole del settore infanzia e primaria ma è delegato al dialogo con la scuola per tutto quello che concerne il benessere collettivo in aula.
Sfogliando i giornali on line e cartacei degli ultimi giorni dove la scuola è tornata agli onori della cronaca mi è tornata in mente la frase di Oscar Wilde “C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé ossia “Parlarne bene o parlarne male non importa, purché se ne parli”.
E quanto si parla oggi della scuola in rete e non solo maahimè ancora una volta solo di un aspetto: le chat scuola famiglia anzi per essere precisi le chat professori alunni famiglia. Un aspetto certo importante: la comunicazione è fondamentale soprattutto nel contesto scuola dove professori e famiglie dovrebbero essere alleati e andare nella stessa direzione educativa.C’era una volta l’ora di ricevimento nell’orario di lavoro dei professori. un’ora a settimana i docenti a scuola ricevevano i genitori che andavano ad informarsi del rendimento e del comportamento scolastico dei propri figli. Poi nella maggior parte dei casi caddero in disuso perché le famiglie dove entrambi i genitori erano impegnati nel lavoro avevano difficoltà a recarsi a scuola e poi ogni professore aveva un orario di ricevimento diverso dalla maggior parte dei colleghi ed in giorni diversi ed allora il collegio dei docenti deliberò di ricevere le famiglie una volta a quadrimestre di pomeriggio con la presenza di tutti i docenti salvo eccezioni di situazioni particolari per cui il docente poteva far convocare i genitori o tramite l’alunno/a o tramite la segreteria della scuola. Questi incontri ebbero un discreto successo nel tempo ma poi arrivò il covid e cambiò tutte le regole del gioco. Niente alunni in classe niente prof dietro la cattedra niente scuola in presenza.Ma come sempre il bene si piange quando si perde ed ecco che gli alunni cominciarono a sentire la mancanza dei professori e viceversa e le famiglie si trovarono di colpo orfane di un cardine della loro organizzazione giornaliera di vita. ma in tutto questo deserto la tecnologia arrivò in aiuto: DAD che con tutti i limiti, i difetti e i problemi tecnici e di attrezzature teneva comunque in piedi un contatto un dialogo. Ma scuola era anche il compagno di banco a cui chiedere con cui ridere, confidarsi discutere e anche qui la tecnologia diede una grossa mano: le chat soprattutto su face book eWhatsApp erano a portati quasi di tutti bastava avere uno smartphone e ricreare in maniera virtuale il contatto di vicinanza. Ma se la battuta stupida o la cattiveria gratuita detta al compagno di banco si fermava lì in chat non è la stessa cosa. E anche i prof che dopo aver controllato un lavoro avrebbero dovuto aspettare il giorno dopo in aula per darlo all’alunno e commentarlo insieme sulla valutazione si votarono all’immediatezza della chat. Ma adesso il covid sta allentando la morsa e stiamo faticosamente cercando di tornare alle vecchie abitudini però sembra che poter andare allo stadio sia più semplice che smettere di chattare su cose della scuola. E così un’associazione territoriale dei dirigenti scolastici si è fatta portavoce di un disagio evidenziato dai propri docenti: una overdose di chat con alunni e famiglie e proporrà un codice deontologico per le comunicazioni scuola famiglia augurandosi che sia rispettato. Perché un codice di solito prevede regole e pene per chi non le rispetta ma in questo caso quali pene sarebbe possibile prevedere? Sui vari social dove ormai abbiamo trasferito il nostro confrontarci causa pandemia e conseguente divieto ad incontrarci il dibattito è sentito e accesso ma animato soprattutto dai lavoratori della scuola che lamentano di essere contattati a tutte le ore anche durante le festività da alunni e famiglie con le richieste più improprie che a volte ledono anche la libertà di insegnamento e sembrano ignorare che un docente non è tenuto ad essere a disposizione 24h ha un contratto di lavoro che prevede un orario di lavoro ben definito. Magari nel prossimo imminente contratto bisognerà anche regolamentare questo diritto del docente a disconnettersi per evitare che dirigenti scolastici inviino a mezzanotte convocazioni per un collegio docenti ordinario il giorno dopo. L’emergenza sta quasi per finire e mi chiedo chi vieta ai docenti agli alunni e alle famiglie di cancellarsi dai gruppi, dalle comunity,dalle chat che avevano usato e animato in tempo di emergenza?Basta cancellarsi e bloccare una serie di numeri.Serve proprio una revisione di un codice deontologico?Se poi voglio continuare ad essere connesso allora i casi sono due: o riesco a fare una lezione di educazione civica sul rispetto del diritto dell’altro e della sua privacy e del suo tempo o forse ho sviluppato la dipendenza da chat: odio il mio aguzzino ma non posso farne a meno. Sono d’accordo assolutamente col presidente dell’ANP: serve il buon senso e l’educazione aggiungerei. Se il professore abitasse nel nostro palazzo andremmo alle 2 di notte a chiedere perché nostro figlio ha preso 6 e non sette? Molto probabilmente no. Mantenere le distanze reciproche è segno di rispetto ededucazione; per generazioni docenti senza chat sono stati i migliori amici dei propri alunni anche quando erano diventati adulti fuori dalle aule. la chat va benissimo per le emergenze perché dovrebbe servire a comunicare qualcosa che altrimenti non tutti potrebbero sapere in tempo. I gruppi sui social possono anche essere utili purché luogo di confronto ed arricchimento reciproco e non luogo di gossip e maldicenze.La scuola ha canali istituzionali per far arrivare i messaggi alle famiglie e ai lavoratori della scuola con tempi ben precisi da rispettare e sono funzionali allo scopo. Abbiamo qualcosa da dire a chi lavora nella scuola? Diciamolo de visu in presenza come abbiamo tanto invocato in tutti gli ultimi mesi ora possiamo: stiamo tornando alla normalità
Il segretario provinciale
Vito Masciale
Su sollecitazione del segretario provinciale prof. Vito Masciale l’ufficio legale
ha approfondito l’argomento interessante ed attuale della carta elettronica per l’aggiornamento.
L’ufficio legale ha espresso parere favorevole sul ricorso finalizzato ad ottenere l’accertamento del diritto alla c.d. carta docente in favore dei precari, con pagamento dei relativi importi annuali pari a euro 500.00, con riferimento a tutti gli anni di servizio resi in favore dell’amministrazione scolastica successivamente al 2015, nei limiti della prescrizione quinquennale.
Ricapitolando gli aspetti normativi :
La legge 107/2015 ha istituito la Carta elettronica
La legge 107/2015 ha previsto per i soli docenti di ruolo l’istituzione di una Carta elettronica del valore nominale di 500 euro per l’aggiornamento e la formazione del docente, da utilizzare per l’acquisto di libri e di testi, pubblicazioni e riviste comunque utili all’aggiornamento professionale, per l’acquisto di hardware e software, per l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale, per rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo, nonché per iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione.
L’esclusione dei precari è illegittima
Il Consiglio di Stato con la recente sentenza n. 1842/2022 ha tuttavia ritenuto illegittimo escludere il personale precario dall’erogazione della Carta elettronica, estendendo ai docenti precari di religione cattolica – ma il principio vale per tutti i docenti precari – il diritto di ottenere anch’essi, come tutto il restante personale di ruolo, la c.d. Carta elettronica del valore di 500 euro annui.
Ai precari la Carta docenti sia per il futuro che per il passato
Tutto il personale docente non di ruolo ha pertanto diritto non solo a ricevere per il futuro la Carta elettronica ma, alla luce della chiara decisione del Consiglio di Stato, ha anche diritto a riceverla per gli anni di servizio già prestati.
Come fare per rivendicare l’attribuzione della Carta elettronica !!!!!!!
Sarà necessaria un’azione legale innanzi al Giudice del lavoro per rivendicare il diritto alla corresponsione della Carta docenti per tutti gli anni di servizio prestati con contratto a tempo determinato, con la possibilità per ciascun docente di recuperare almeno 2500 euro se si è prestato servizio negli ultimi 5 anni.
1^ cosa da fare
È NECESSARIO intanto procedere con una lettera di messa in mora dell’Amministrazione, al fine di interrompere i termini di prescrizione, per poi procedere con l’azione legale.Trovate di seguito
un modello di lettera da compilare, firmare e trasmettere a mezzo pec da parte del personale precario interessato come prima azione da compiere e subito dopo segnalare con una mail all’indirizzo info@snalspuglia.it di averlo fatto per essere coinvolti nel ricorso GRATUITO che lo Snals della provincia Bari-Bat offre a tutti i suoi iscritti.
Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia
pec: ____________________________________
USR Puglia
Ambito Territoriale di ___________________
pec: ____________________________________
All’Istituto scolastico sede di servizio
_________________________________________
Via _____________________________________
pec.: ___________________________________
p.c.Allo studio legale Toscano & Partners
Via Marco Partipilo, 48 – Bari
pec: toscano.nicolaroberto@avvocatibari.legalmail.it
OGGETTO: PERSONALE DOCENTE PRECARIO: DIRITTO ALLA CARTA ELETTRONICA PER L’AGGIORNAMENTO E LA FORMAZIONE: ATTO DI DIFFIDA E MESSA IN MORA.
Il sottoscritto ____________________________________ nato a _______________________il _______________ in servizio presso _____________________________________________ in qualità di docente per la classe di concorso __________________,
DIFFIDA
le Amministrazioni di indirizzo a voler provvedere al riconoscimento del diritto alla CARTA ELETTRONICAPER L’AGGIORNAMENTO E LA FORMAZIONEex l. 107/2015 e così al pagamento del relativo importo annuo pari a € 500,00, con specifico riferimento ai servizi resi dallo scrivente in virtù di contratti a tempo determinato di durata annuale (fino a 30.6 ovvero al 31.8), con decorrenza dall’anno scolastico 2015/2016 come di seguito indicati anche ai sensi e per gli effetti del DPR 445/2000:
- dal______________ 2015 al _______________2016 presso ________________________;
- dal _______________2016 al _______________2017 presso ________________________;
- dal _______________2017 al ______________ 2018 presso ________________________;
- dal _______________ 2018 al ______________ 2019 presso _______________________;
- dal _______________ 2019 al _______________2020 presso ______________________;
- dal _______________2020 al ________________2021 presso ______________________;
- dal _______________ 2021 al ________________2022 presso _____________________.
Il riconoscimento domandato trova fondamento nei principi di uguaglianza, buon andamento, cura della formazione e dell’elevazione professionale, ricavabili da norme costituzionali, di contrattazione collettiva, e comunitarie.
La presente richiesta costituisce atto di formale messa in mora e s’intende interruttiva di ogni termine di decadenza e/o di prescrizione previsto dalla legge.
Data _________________
Firma ______________________________
Allegato: Diffida carta elettronica docenti
Riceviamo e pubblichiamo questa nota del nostro ufficio legale importantissima per i nostri iscritti docenti precari:
Con una sentenza innovativa di qualche giorno fa il Tribunale di Bari ha riconosciuto la Retribuzione professionale docenti per l’INTERO periodo di lavoro svolto in cattedra.
Attualmente la retribuzione professionale docenti è un compenso stabilito nel CCNL erogato ai docenti per l’espletamento della propria professione ed è riconosciuto:
- ai docenti di ruolo;
- ai docenti con contratti di supplenza al 30.06;
- ai docenti con contratti al 31.08.
Ma non è riconosciuta agli insegnanti che svolgono supplenze di tipo BREVE o SALTUARIO e neppure ai docenti con contratti cosi detto “covid”, anche nel caso in cui il periodo di servizio totale sia uguale a 180 giorni di docenza al 30.06, se tale periodo è stato raggiunto con diversi contratti seppur continuativi.
Ad esempio : una supplenza conferita su maternità.
Per il riconoscimento del diritto a percepire la retribuzione professionale docenti da parte dei docenti precari che si trovino nelle situazioni giuridiche prima descritte è necessario attualmente presentare ricorso presso i tribunali competenti e precisamente il ricorso va rivolto al Giudice del Lavoro.
Invitiamo pertanto tutti i nostri iscritti che si trovino in tale situazione e vogliano far valere questo loro diritto a prendere contatto al più presto con la segreteria provinciale di Bari-Bat inviando una mail all’indirizzo info@snalsbari.it affinchè possa fare da tramite con l’ufficio legale per l’assistenza necessaria all’avvio della procedura rivolta al Giudice del lavoro.
Lo Snals offrirà GRATIS ai propri iscritti l’assistenza legale in questo ricorso
Il sindacato Snals sempre pronto a difendere i diritti dei lavoratori .
La segreteria provinciale Snals-Confsal di Bari comunica che in occasione
delle feste di fine anno gli uffici delle varie sedi sui territori Bari/Bat
resteranno chiuse dal 22 dicembre 2021 al 10 gennaio 2022.
L’assistenza e la consulenza non si interrompe
Tutti gli iscritti e simpatizzanti che ne hanno necessità possono inviare richiesta via mail al NUOVO INDIRIZZO
valido per contattare tutte le sedi dei territori
Si assicura sollecito riscontro a tutte le mail .
Grazie per la collaborazione
Buone feste, sereno Natale e felice Anno nuovo a tutta la grande famiglia Snals