Anche il Lazio si allinea alle scelte di Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Liguria, Piemonte ed Emilia-Romagna, oltre alle province di Trento e di Bolzano.

Come annunciato in vari quotidiani ed in particolare dal “Messaggero”, nel Lazio non sarà più obbligatorio portare il certificato medico quando il bambino torna a scuola dopo un periodo di malattia. La svolta è stata decisa dalla giunta Zingaretti nella nuova legge sulle semplificazioni (chiamata anche collegato) e arriverà oggi in consiglio regionale per l’approvazione. Ciò che interessa le famiglie dei 733 mila studenti del Lazio è il superamento dell’obbligo del certificato, che fino ad oggi veniva richiesto per il rientro a scuola dopo cinque giorni di assenza.

Nel Nord vi sono alcune regioni che hanno preceduto il Lazio in questa riforma: Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Liguria, Piemonte ed Emilia-Romagna, oltre alle province di Trento e di Bolzano.

Sono state seguite le indicazioni degli esperti, a partire dall’Istituto Spallanzani, che confermano l’inutilità di questo tipo di certificato.

In pratica, i medici hanno spiegato che di fatto le malattie sono contagiose nel periodo dell’incubazione, ma non nella fase di convalescenza. C’è anche una sentenza del Consiglio di Stato (la 1276 del 14 marzo 2014) che sostiene questa linea in un pronunciamento che riguardava la Regione Liguria: «È da ritenersi legittima l’abolizione dei certificati di riammissione a scuola, dopo i cinque giorni d’assenza»; «la scelta, oltre ad essere coperta da fonte legislativa, si palesa, altresì, perfettamente in linea con le osservazioni del Gruppo di lavoro ministeriale, nel cui ambito è emersa la scarsa utilità delle predette certificazioni, sull’assunto che le malattie infettive sono spesso contagiose in fase di incubazione, ma raramente quando il soggetto è convalescente. La legge regionale del Lazio, il cui percorso di approvazione in consiglio parte in questi giorni, all’articolo 36 esclude l’obbligatorietà della certificazione medica a scuola, con una sola eccezione, quando sia richiesta «da misure di profilassi previste a livello nazionale e internazionale per esigenze di sanità pubblica».

Dopo che i relatori delle commissioni Bilancio ed Affari costituzionali Giuseppe Buompane e Vittoria Baldino hanno esaminato l’emendamento presentato dalla maggioranza per confermare l’obbligo dei vaccini per la frequenza scolastica (La maggioranza M5s – Lega aveva infatti proposto la soppressione del comma 3 dell’art. 6 del decreto legge che prevede la proroga dell’obbligo di vaccinazione per l’iscrizione scolastica all’anno 2019/2010 accompagnata dai pareri favorevoli espressi dall’opposizione, dall’Associazione dei Presidi e da alcune rappresentanze dei genitori), nel corso della serata del 6 settembre è stato presentato un nuovo emendamento al decreto milleproroghe con il quale si rafforza il contenuto della circolare Grillo riguardo all’autocertificazione. Di fatto la norma prorogherà la possibilità di autocertificare, prevista nel DL Lorenzin per l’anno scolastico 2017/2018, 2018/2019. Il termine per presentare i documenti di cui si certifica l’esistenza sarà sempre il 10 marzo 2019. Intanto sono in corso in tutta Italia controlli da parte dei carabinieri dei Nas nelle scuole per verificare la veridicità della documentazione presentata dalle famiglie per individuare a livello nazionale casi di falsificazioni di documentazioni sia in forma di autocertificazione sia in forma di certificati rilasciati dalla ASL di competenza.

Si ricordano le principali novità introdotte dal Decreto Lorenzin:

  • le vaccinazioni obbligatorie e gratuite passano da quattro a dodici: antipoliomelitica; anti-difterica; anti-tetanica; anti-epatite B; anti-pertosse; anti Haemophilus influenzae tipo B; anti-meningococcica B; anti-meningococcica C; anti-morbillo; anti-rosolia; anti-parotite; anti-varicella;
  • le dodici vaccinazioni obbligatorie divengono un requisito per l’ammissione all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia (per i bambini da 0 a 6 anni);
  • la violazione dell’obbligo vaccinale comporta l’applicazione di significative sanzioni pecuniarie.

Le dodici vaccinazioni elencate devono essere tutte obbligatoriamente somministrate ai nati dal 2017. Ai nati dal 2001 al 2016 devono essere somministrate le vaccinazioni contenute nel Calendario Vaccinale Nazionale relativo a ciascun anno di nascita. Precisamente:

  • i nati dal 2001 al 2004, devono effettuare (ove non abbiano già provveduto) le quattro vaccinazioni già imposte per legge (anti-epatite B; anti-tetano; antipoliomielite; anti-difterite) e l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’antipertosse e l’anti-Haemophilus influenzae tipo b, raccomandate dal Piano Nazionale Vaccini 1999-2000;
  • i nati dal 2005 al 2011, devono effettuare, oltre alle quattro vaccinazioni già imposte per legge, anche l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’antipertosse e l’anti-Haemophilus influenzae tipo b, previsti dal Calendario vaccinale incluso nel Piano Nazionale Vaccini 2005-2007;
  • i nati dal 2012 al 2016 devono effettuare, oltre alle quattro vaccinazioni già imposte per legge, anche l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’antipertosse, l’anti-Haemophilus influenzae tipo b e l’anti-meningococcica C, previste dal Calendario vaccinale incluso nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2012- 2014§;
  • i nati dal 2017, devono effettuare, oltre alle quattro vaccinazioni già imposte per legge, anche l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse, l’antiHaemophilus influenzae tipo b, l’anti-meningococcica C, l’antimeningococcica B e l’anti-varicella, previste dal Calendario vaccinale incluso nel nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019.

Sono esonerati dall’obbligo di vaccinazione:

  • i soggetti immunizzati per effetto della malattia naturale. Ad esempio i bambini che hanno già contratto la varicella non dovranno vaccinarsi contro tale malattia;
  • i soggetti che si trovano in specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta. Ad esempio per i soggetti che abbiano avuto pregresse gravi reazioni allergiche al vaccino o ad uno dei suoi componenti;
  • Entro il 10 settembre 2017, per l’avvenuta vaccinazione: può essere presentata la relativa documentazione oppure un’autocertificazione; per l’omissione, il differimento e l’immunizzazione da malattia: deve essere presentata la relativa documentazione; coloro che sono in attesa di effettuare la vaccinazione: devono presentare copia della prenotazione dell’appuntamento presso l’ASL;
  • Entro il 10 marzo 2018, nel caso in cui sia stata precedentemente presentata l’autocertificazione, deve essere presentata la documentazione comprovante l’avvenuta vaccinazione.

lettera confsal al presidente del consiglio dei ministri

Vito Masciale

SNALS-CONFSAL_7 SETTEMBRE_REPUBBLICA

Comunicato Stampa – Il Consiglio nazionale dello Snals, nel corso di un ampio dibattito che ha visto la presenza anche di tutti i responsabili territoriali provinciali e regionali 

Il Consiglio nazionale dello Snals, nel corso di un ampio dibattito che ha visto la presenza anche di tutti i responsabili territoriali provinciali e regionali

  • pur  confermando  la posizione fortemente critica sul testo del contratto che ritiene lesivo di diritti, carente nella parte normativa e insoddisfacente nella parte economica;
  • denunciando  le opinabili interpretazioni normative che hanno determinato la pesante compressione delle prerogative sindacali attraverso l’esclusione dai tavoli relativi a tematiche complesse e delicate, tra le quali sanzioni disciplinari, mobilità, ordinamenti professionali e tutte le materie di contrattazioni integrativa, confronto ed informativa, impedendo, di fatto, allo Snals l’esercizio della rappresentatività;
  • ritenendo indispensabile e doveroso assicurare la tutela dei propri  iscritti, delle RSU,  e dei lavoratori tutti in un momento particolarmente difficile delle relazioni sindacali;

ha deliberato la sottoscrizione del contratto con firma di adesione critica accompagnata da una dura nota a verbale.

La sottoscrizione è stata condivisa dalla Confederazione generale Confsal.

Nota a verbale

Lo Snals-Confsal, nel sottoscrivere il CCNL 2016/2018, ritiene necessario e opportuno precisare che:

• Conferma la posizione fortemente critica sul contratto che ritiene lesivo di diritti, carente nella parte normativa e insoddisfacente nella parte economica;
• Denuncia le opinabili interpretazioni normative che hanno determinato la pesante compressione delle prerogative sindacali impedendo, di fatto, l’esercizio della rappresentatività attraverso l’esclusione dai tavoli relativi a tematiche complesse e delicate, tra le quali sanzioni disciplinari, mobilità, ordinamenti professionali e tutte le materie di contrattazioni integrativa, confronto ed informativa.

Lo Snals quindi, con la firma per adesione critica, intende tutelare i suoi iscritti, le sue RSU e i lavoratoti tutti del comparto in un momento particolarmente difficile delle relazioni sindacali.

Il Segretario Generale
Elvira Serafini

Scarica qui il CCNL 2016/2018

 

 

 

Si è svolto  il previsto incontro del 29 agosto dei  rappresentanti delle organizzazioni

sindacali col ministro Bussetti ed il capo di gabinetto dott.  Giuseppe Chinè sulle

tematiche connesse all’avvio dell’anno scolastico.

 

I rappresentanti sindacali   hanno messo in rilievo le principali problematiche

delle scuole ed in particolare quelle relative alla sicurezza degli edifici,

alle responsabilità dei dirigenti scolastici,

alla definizione degli organici , al gravoso problema delle reggenze ,

e alle carenze del personale ATA.

Lo Snals in particolare ha posto l’accento su:

– i problemi del reclutamento dei docenti e sull’urgenza di avviare le

procedure concorsuali, sia quelle riservate che quelle ordinarie.

– la necessità di una  corretta e tempestiva programmazione

dell’ azione amministrativa che  può consentire di avere il quadro certo

delle risorse e degli interventi propedeutici necessari al corretto avvio

dell’anno scolastico.

–  la questione dell’alternanza scuola lavoro per liberarla

dagli obblighi previsti dalla legge 107  che nulla hanno a che vedere

con le specifiche esigenze di una  istituzione scolastica.

–  l’urgenza di rivedere l’applicazione di molte altre norme della legge 107

ed in particolare di quelle relative alla costituzione degli

ambiti territoriali,  sulla scorta delle intese già raggiunte sulla

cosiddetta “chiamata diretta”.

–  l’avvio delle trattative per il rinnovo del CCNL ormai prossimo

alla scadenza.

–  il concreto avvio delle trattative per il rinnovo del CCNL dell’area

istruzione e ricerca relativa  dirigenza scolastica ,scaduto ormai da dieci anni,

– la necessità di  una urgente convocazione sulle problematiche che investono

i Settori Università e Afam .

Il Ministro ha mostrato particolare attenzione ai temi affrontati ed alle analisi

svolte e si è riservato di approfondire nelle sedi opportune

soprattutto il tema fondamentale del reperimento delle risorse necessarie

non solo al riconoscimento del lavoro del personale

della scuola ma anche alla messa in sicurezza delle strutture e all’adeguamento

degli spazi e delle attrezzature a disposizione delle scuole.

La riunione si è conclusa con la previsione un nuovo incontro di

aggiornamento sulle iniziative intraprese.

 

 

Giorno 23 agosto, si è svolto alla presenza   del Ministro

un tavolo tecnico sulle problematiche relative alle problematiche

vaccinali sui  cui esiti abbiamo  già dato notizia

Il 28 agosto si è tenuto un altro incontro fra il Miur e i sindacati

nel corso del quale si è chiesto che si apra subito un confronto,

con tavoli tecnici dedicati ai vari problemi per provare a trovare

soluzioni condivise.

Il dott. Chiné si è reso molto disponibile al confronto ed ha calendarizzato

subito un incontro per il prossimo 5 settembre che riguarderà il reclutamento

del personale docente, i futuri concorsi,compreso quello dedicato ai Dsga,

e il bando MAECI (contingente estero).

In quell’occasione saranno calendarizzati i successivi  incontri sulle  altre tematiche

 

Sul sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è disponibile l’O.M. firmata dal Ministro Marco Bussetti che fissa il calendario delle festività nazionali e degli Esami per l’anno scolastico 2018/2019.  La prima prova scritta degli esami di stato sarà  il 19 giugno 2019, dalle 8.30. Gli Esami conclusivi del I ciclo si svolgeranno nel periodo compreso tra il termine delle lezioni e il 30 giugno 2019, secondo i calendari definiti dalle commissioni.

Le prove scritte a carattere nazionale Invalsi si dovranno tenere per gli alunni delle classi terze della scuola secondaria di I grado e per gli studenti dell’ultimo anno della scuola secondaria di II grado, tra il primo e il 18 aprile 2019.

Ordinanza ministeriale ”Calendario delle festività e degli esami a. s. 2018-2019”

 

 Il 1° settembre quest’anno sarà un sabato.

Alcune scuole hanno calendarizzato  il collegio docenti già per quella giornata, altre invece hanno rimandato al 3 settembre lunedì.

Comunque  ci sono docenti e ATA che il 1° settembre dovranno prendere servizio, ossia presentarsi a scuola per la firma e il disbrigo delle pratiche amministrative.

Sono obbligati:

 1^ I neoimmessi in ruolo  docenti e il personale ATA. Dal 1° settembre 2018 partirà la decorrenza giuridica ed economica del contratto.

2^ Il personale trasferito in una nuova scuola deve prendere servizio affinché la titolarità sia modificata a partire dal 1° settembre 2018.

3^ Devono prendere servizio nella nuova scuola di assegnazione/utilizzazione (anche se coincidente con quella dell’anno precedente) o nella scuola di titolarità docenti ed ATA in assegnazione provvisoria.

4^ I docenti di ruolo che per tutto l’a.s. 2017/18 o comunque per una parte di esso e fino al 31 agosto 2018 hanno usufruito di un’aspettativa per anno sabbatico, motivi di famiglia, dottorato di ricerca e altre tipologie di aspettative o congedi.

Tutti gli altri docenti, che non cambiano scuola  non hanno l’obbligo della presa di servizio, eccetto se per il 1° settembre 2018  sia stata calendarizzata una riunione di collegio. La presenza, infatti, è richiesta solo nella data degli incontri collegiali programmati.

Per la  presa di servizio nelle scuole in cui vige la settimana corta, la soluzione suggerita dal Miur nel corso  di un incontro con i sindacati consisterebbe in una dichiarazione, da parte del dirigente scolastico, dell’impossibilità dei docenti interessati alla presa di servizio. Cosi  sarebbe possibile l’inserimento del contratto alla data il 1° settembre 2018.

È il caso che i neo assunti si rivolgano per tempo alla scuola di riferimento per informarsi su quando poter prendere servizio.

Infatti  alcune scuole con settimana corta stanno organizzando il servizio in modo da tenere aperta la scuola e permettere la presa di servizio a chi è obbligato a farlo.

I documenti da non dimenticare di portare con sé per la presa di servizio:

  • cedolino (per chi ne ha già uno precedente), o comunque IBAN o riferimento per la riscossione dello stipendio.
  • documento di riconoscimento in corso di validità.

I docenti neoimmessi in ruolo dovranno inoltre portare i documenti richiesti per l’avvio della posizione lavorativa.

Attenzione!

L’art. 9 del DPR 3/1957 (richiamato a sua volta dall’art. 560 del Dlgs 297/94) così recita:

  • La nomina dell’impiegato  che per giustificato motivo assume servizio con ritardo sul termine prefissogli decorre, agli effetti economici, dal giorno in cui prende servizio. Colui che ha conseguito la nomina, se non assume servizio senza giustificato motivo entro il termine stabilito, decade dalla nomina”.

Ne deriva che:

  • l’eventuale differimento della presa di servizio per un giustificato motivo (es. malattia) comporterà anche il differimento della decorrenza economica;
  • l’eventuale differimento della presa di servizio senza giustificato motivo comporterà la decadenza della nomina.