Vito Masciale

 

Si è tenuto il 19 novembre, presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, un incontro informativo sullo schema di decreto che avvierà la sperimentazione dei percorsi quadriennali di istruzione tecnico-professionale (4+2) per l’anno scolastico 2025/2026.

La sperimentazione del percorso 4+2, che verrà testata per tre anni scolastici (2024-2027), può rappresentare un’opportunità per ripensare l’istruzione tecnica e professionale, visto l’obiettivo finale: “creare un sistema educativo capace di formare tecnologi in grado di affrontare il futuro con competenze adeguate e una visione integrata del mondo del lavoro”.

Il nuovo modello di offerta formativa integrata prevede il raccordo tra i percorsi dell’istruzione tecnica e professionale, i quali dureranno quattro anni anziché cinque, e il sistema degli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy), presso cui gli studenti con diploma conseguito al quarto anno, pienamente valido anche per l’iscrizione all’Università o per entrare nel mondo del lavoro , potranno seguire direttamente, senza sottoporsi ad alcun test di ammissione,  un ulteriore biennio formativo di specializzazione e conseguire un ulteriore titolo professionale : il Diploma di tecnico superiore . Il decreto prevede la partecipazione delle Regioni alla programmazione dell’offerta formativa, tenendo conto delle esigenze degli studenti e della configurazione del mercato del lavoro sul territorio. Le scuole, statali o paritarie, che intendono aderire alla sperimentazione dovranno prima costituirsi in rete, collaborando con ITS Academy e istituzioni formative regionali. I percorsi quadriennali, a invarianza di organico, dovranno garantire il raggiungimento degli stessi obiettivi di apprendimento previsti per il quinto anno dei percorsi quinquennali tradizionali.

Questo è quanto prevede, sulla carta, la riforma. Non è nello stile dello Snals bocciare o acclamare a priori qualunque riforma che riguardi la scuola. Certo, un’idea il sindacato ce l’ha ma attendiamo di vedere cosa accadrà quando la nuova formula sarà concretamente messa alla prova nelle aule e se ci saranno riflessi importanti sul futuro lavorativo degli studenti.

Da dove nasce questa riforma? Trova origine essenzialmente nella difficoltà, segnalata ormai da anni dalle imprese, di trovare i profili professionali richiesti dalle esigenze produttive. È il cosiddetto “mismatch” tra domanda e offerta. La scuola italiana è da sempre stata accusata di essere autoreferenziale e poco incline a confrontarsi con le esigenze territorio. La formula del 4+2 punta a colmare questa lacuna. L’obiettivo principale è formare figure professionali più specializzate, denominate “tecnologi”, capaci di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro con competenze integrate e aggiornate. Il concetto di “tecnologo” è centrale nella riforma: nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe essere un professionista che possiede le competenze tecniche per svolgere il lavoro e sa anche gestire e coordinare un team per raggiungere obiettivi complessi. I percorsi 4+2 sono progettati per fornire una formazione multidisciplinare, che include competenze pratiche e teoriche applicabili a contesti lavorativi specifici, rispondendo alle esigenze dei territori e alle richieste delle aziende.

Cosa cambierà nel lavoro quotidiano in aula?  Partiamo dall’orario. Certamente non si recupera il monte ore totale dei 5 anni. Non si spalmano le ore del quinto anno nei quattro anni di scuola, ma si costruiscono programmi studiati per i quattro anni, non comprimendo quelli tradizionali poiché alla fine del quadriennio si devono assicurare le stesse conoscenze del quinquennio. Nel piano di studi alcune materie di indirizzo professionalizzanti si iniziano prima, anche per consentire di realizzare il PCTO con le conoscenze base. Si anticipa, quindi, ma con  lo stesso numero di ore. I percorsi prevedono attività di apprendimento organizzate con il supporto degli ITS e delle aziende partner, che potranno svolgersi al di fuori dell’orario scolastico tradizionale, come durante i periodi estivi (ad esempio, per quanto riguarda i PCTO).

L’impresa, quindi, entra nella scuola e i ragazzi escono, già dalla seconda superiore, formati per entrare in azienda.  Ci sono accordi con le imprese per il Pcto e i tirocini e si possono introdurre moduli didattici e attività laboratoriali fatti da professionisti del mondo delle imprese. La domanda è: quanto la scuola rischia di abdicare al suo ruolo formativo ed educativo? Servirà vigilare molto su questo aspetto.

L’istruzione tecnica e professionale è orientata verso il mondo del lavoro e deve fornire anche le competenze specifiche per entrare nel mondo del lavoro il più presto possibile. Questa sperimentazione   promette  di formare quadri intermedi subito pronti per essere assunti.

Sono stati ammessi alla sperimentazione 171 istituti tecnici e professionali per 193 corsi. In Puglia 25 istituti hanno creato 31 filiere ma sul territorio la diffusione è a macchia di leopardo: in provincia di Bari gli istituti sono dieci, uno nella Bat, sette a Brindisi, tre a Foggia, sei a Lecce e uno a Taranto.

La fase di sperimentazione prevede anche un piano di accompagnamento promosso da Indire. Tale piano è stato progettato per supportare le scuole nella transizione verso la nuova struttura formativa e mira a fornire assistenza tecnica, formativa e metodologica alle istituzioni scolastiche coinvolte, garantendo ai docenti e gli amministratori di potersi adattare efficacemente alle nuove modalità didattiche e organizzative.

La riforma, insomma, parte con tanti buoni propositi ma di buoni propositi, recita un detto popolare, è lastricata la via per l’inferno. Servirà un attento e puntuale monitoraggio in questa fase, in vista di un futuro coinvolgimento di tutte le scuole. Serviranno soprattutto i dati di placement (di collocamento nel mondo del lavoro) dei ragazzi che finiranno questo percorso. Per il bene dei ragazzi e del Paese ci si augura che funzioni, ma va detto che la scuola avrà bisogno di essere supportata con nuove e ingenti risorse economiche per adeguare attrezzature e laboratori ad un’evoluzione tecnologica che corre più veloce della luce. Ci saranno queste risorse?

F.TO VITO MASCIALE

 

Gentile ministro Valditara,

al netto delle celebrazioni e delle manifestazioni di sensibilizzazione per la giornata nazionale contro la violenza nei confronti del personale scolastico, voglio proporle una riflessione tra addetti ai lavori, da estendere, poi, anche all’opinione pubblica, sul fenomeno che sta minando l’autorevolezza e compromettendo la dignità del mestiere di educare. Vorrei, insieme a lei, fare il punto sulle misure poste in essere per far fronte ad un’emergenza che si sta, purtroppo, trasformando in “normalità”: le aggressioni fisiche e/o verbali nei confronti dei lavoratori della scuola da parte di studenti o genitori degli stessi per i più disparati motivi.

Era l’8 febbraio del 2023 quando, a seguito dell’allarmante aumento degli episodi di violenza nei confronti degli insegnanti e del personale scolastico all’interno degli istituti, il MIM inviò alle scuole la circolare prot. 15.184, in cui si comunicava la decisione di far difendere dall’Avvocatura generale dello Stato, in sede civile e penale, insegnanti e ATA che fossero stati vittime di aggressioni nell’esercizio delle loro funzioni. Mi sembrò un segnale positivo ma, già allora, sollevai dubbi sul rischio che la procedura prevista potesse incontrare ostacoli sul piano burocratico. Oggi colgo l’occasione per chiederle un riscontro su quell’iniziativa: quante sono state le segnalazioni fatte dai dirigenti scolastici agli Uffici Scolastici Regionali competenti e quante le situazioni effettivamente prese in carico dall’Avvocatura di Stato? Non devo ricordarle io quanto sia misero lo stipendio di un docente e quanto su questo possa incidere la parcella di un legale. A quasi due anni da quella circolare posso, però, dire con certezza che un forte sentimento di sfiducia nella possibilità di avere giustizia dei torti subiti percorre le tante segnalazioni che giungono alla segreteria regionale pugliese dello Snals. Poiché, nel frattempo, il fenomeno è divenuto endemico, in coerenza con lo Statuto del sindacato, ho deciso di studiare, insieme al mio staff, misure di prevenzione e contrasto che agissero come deterrente per i potenziali aggressori e come supporto concreto per le vittime. Sì, perché dalle barricate che ogni giorno condividiamo con i lavoratori della scuola la prospettiva è completamente diversa e l’urgenza di difendersi e di difendere diventa evidentissima e inderogabile.

La legge n.25 del 4 marzo 2024 ha introdotto, con importanti modifiche sul codice penale, un’aggravante comune per i reati commessi nei confronti del personale scolastico e tutta una serie di misure a tutela della sua sicurezza. Ottima iniziativa. Vorrei, però, sapere cosa ne è stato dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico, previsto dalla stessa legge. Per quel che risulta leggendo regolarmente comunicati e circolari del dicastero da lei guidato, non è ancora operativo.

Nella lettera inviata a docenti e dirigenti il 2 dicembre per aprire le celebrazioni della “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico”, che quest’anno si è scelto di anticipare al 12 dicembre, lei ha colto, giustamente, l’occasione per “richiamare l’attenzione sulla necessità di proseguire nell’azione di monitoraggio degli episodi di violenza a carico del personale scolastico che dovessero continuare a verificarsi.” Lo Snals Puglia quel monitoraggio lo sta facendo in maniera sistematica dal 19 giugno scorso, data in cui è stato istituito l’Osservatorio regionale, con il compito di schedare e processare le segnalazioni a fini statistici e di studio. L’ambizione è quella di poter dialogare con l’Osservatorio ministeriale; deve solo dirci come. Da docente, ritengo fondamentale che si studino le caratteristiche del fenomeno (di qualunque fenomeno) per poter predisporre adeguati interventi di risposta. Non di meno, giudico indispensabile continuare a studiarlo per capire se gli interventi già predisposti stanno funzionando oppure necessitano di correttivi. Ispirandoci alle iniziative e alle posizioni espresse dal suo dicastero, sentendo forte la responsabilità di dare risposte immediate ai lavoratori sul territorio, abbiamo sottoscritto con l’associazione Gens Nova OdV, da vent’anni attiva sul territorio nazionale per la tutela della legalità, un Protocollo d’intesa per la sicurezza dei lavoratori della scuola. Si tratta di un pacchetto di misure che vanno dalla prevenzione alla tutela legale delle vittime. Mi piacerebbe che Snals Puglia e tutti i soggetti impegnati attivamente nel contrasto alle violenza contro il personale della scuola fossero maggiormente coinvolte in un confronto con il MIM e con gli Uffici Scolastici Regionali. A febbraio 2024 la mia segreteria aveva chiesto un tavolo di confronto sul tema all’Ufficio Scolastico Regionale della Puglia, quale emanazione del MIM, ma non è stato concesso. Mi auguro questo possa accadere nel prossimo futuro, atteso che il problema richiede sforzi congiunti e sinergie e che la mia segreteria non ha mai pensato di mettersi in competizione con nessuno. Piuttosto, ritengo che la strategia vincente nell’interesse della scuola pubblica italiana possa e debba essere sempre quella della collaborazione.

 

 

Il segretario regionale di Snals Puglia

Prof. Vito Masciale

 

E’ stato pubblicato, alla pagina https://reclutamento.istruzione.it/mim/dirigenti-tecnici/ e sul Portale InPA, il bando di “Concorso pubblico, per titoli ed esami, per l’assunzione a tempo indeterminato di n. 145 dirigenti tecnici per le esigenze dell’Amministrazione centrale e periferica del Ministero dell’istruzione e del merito” (DDG prot. DGRUF-2269 del 9-12-2024).

Le domande di partecipazione, per le quali occorre disporre di SPID o CIE, dovranno essere compilate online su https://reclutamento.istruzione.it/, entro le ore 18:00 del 23 gennaio 2025.

 

 

Cari Colleghi, il Segretario Provinciale, il Prof. Vito Masciale, vi comunica che la sede territoriale SNALS di Bitonto, sarà aperta al pubblico ogni mercoledì dalle ore 16.30 alle 19.00.

 

Si è svolto al MIM, presso la DGRUF, il previsto incontro con le organizzazioni sindacali per la prosecuzione delle trattative per il CIN relativo alla determinazione della parte variabile della retribuzione di posizione e della retribuzione di risultato. Per l’Amministrazione erano presenti i Capo Dipartimento Dott.ssa Palumbo e il Dott Greco, il Direttore generale della DGRUF, Dott.ssa Antonella Iunti e il Direttore generale Fabrizio Manca.

Il FUN 24/25 è stato incrementato con le nuove risorse contrattuali. Con la nuova determinazione del FUN, l’amministrazione ha proposto i seguenti importi della parte variabile della retribuzione di posizione: Fascia A: € 22.100,00; Fascia B: € 18.100,00; Fascia C: € 14.100,00. Lo Snals ha evidenziato  la necessità di continuare a garantire la clausola di salvaguardia per coloro che in corso di incarico cambiano fascia di appartenenza.

Il CIN 24/25 introdurrà la nuova determinazione della retribuzione di risultato, legata agli esiti della nuova valutazione dei dirigenti scolastici, per la quale è ancora in corso il confronto sindacale. Anche se non abbiamo ancora il testo definitivo del DM che introduce il nuovo sistema di valutazione dei dirigenti scolastici lo Snals ha proposto di graduare per fasce di punteggio la retribuzione di risultato e, in caso di parità, fare riferimento alla fascia di complessità delle scuole di servizio con l’ intento  di rendere graduale, progressiva e contenuta, soprattutto nella fase di avvio del nuovo sistema di valutazione, la differenza retributiva tra i dirigenti scolastici in relazione ai risultati della valutazione.

Lo Snals ha  inoltre chiesto di aprire una specifica sequenza contrattuale per inserire tra gi incarichi di cui al comma 1 dell’art 19 del CCNL 19 aprile 2006 anche quelli connessi all’attuazione degli interventi previsti dal PNRR e dalla Programmazione Nazionale 2021-2027., per evitare su tali compensi i versamenti agli USR. Per i Dirigenti Scolastici in particolari posizioni di stato, di cui all’articolo 13 comma 4, del C.C.N.L. relativo al personale dell’Area V della Dirigenza per il quadriennio normativo 2002-2005, sottoscritto in data 11 aprile 2006, riteniamo che la retribuzione di posizione parte variabile debba essere determinata nell’identica misura di quella attribuita nella sede di titolarità. Per il medesimo personale lo Snals ha  proposto che la retribuzione di risultato sia determinata nella misura media della retribuzione di risultato corrisposta ai dirigenti scolastici assegnati alle istituzioni scolastiche e infine proposto di limitare al 5% la quota dei dirigenti scolastici destinatari della maggiorazione della retribuzione di risultato pari al 30%.

L’amministrazione ha mostrato interesse nei confronti di gran parte delle  richieste Snals .

Le trattative riprenderanno a breve. Vi aggiorneremo tempestivamente sugli sviluppi della contrattazione.

 

 

Si è svolta, nel pomeriggio di ieri, al MIM, l’informativa sulle bozze dei bandi del prossimo concorso PNRR 2. Si avvia così la seconda procedura di reclutamento dei docenti sulla base del nuovo reclutamento avviato con il DL 36/22.

Ecco le principali novità:

I posti messi a concorso sono 19.032, di cui 8.355 nella primaria e infanzia e 10.667 per la secondaria.

 

Domande di partecipazione

Le domande di iscrizione ai due concorsi – primaria e infanzia e secondaria – sono distinte.

Bando della primaria e dell’infanzia, si può presentare istanza in un’unica regione per tutte le tipologie di posto per cui si ha titolo a insegnare. Il candidato che concorre per più tipologie di posti/gradi presenta un’unica istanza con l’indicazione delle procedure cui intende partecipare.

Bando della secondaria i candidati possono presentare istanza di partecipazione in una sola regione e per una sola classe di concorso, distintamente per la scuola secondaria di primo e di secondo grado, nonché per le distinte e relative procedure sul sostegno.

 

E’ imminente l’apertura della procedura per l’iscrizione al concorso. E   in questo concorso i candidati avranno solo 20 giorni a disposizione: dalle ore 14:00 del giorno in cui il bando viene pubblicato sul portale unico del reclutamento www.inpa.gov.it fino alle ore 23:59 del 19° giorno successivo a quello di apertura delle istanze.

Requisiti di accesso per scuola primaria e dell’infanzia

abilitazione ottenuta con la laurea in scienze della formazione primaria;

diploma magistrale abilitante o diploma sperimentale a indirizzo linguistico, conseguiti presso gli istituti magistrali entro l’a.s. 2001/2002.

In particolare per la scuola primaria:

corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell’istituto magistrale, iniziati entro l’a.s. 1997-1998 aventi valore di abilitazione, incluso diploma di sperimentazione ad indirizzo linguistico di cui alla CM 11 febbraio 1991, n. 27;

per la scuola dell’ infanzia:

corsi triennali e quinquennali sperimentali della scuola magistrale, ovvero dei corsi quadriennali o quinquennali sperimentali dell’istituto magistrale abilitanti, iniziati entro as 1997-98, incluso il diploma di sperimentazione ad indirizzo linguistico di cui alla Circolare Ministeriale 11 febbraio 1991, n. 27.

Requisiti di accesso per la scuola secondaria:

laurea magistrale/specialistica/ V.O., diploma AFAM di II livello coerente con le classi di concorso + abilitazione specifica;

laurea magistrale/specialistica/ V.O., diploma AFAM di II livello + 3 anni di servizio negli ultimi 5 nelle scuole statali di cui almeno 1 nella specifica classe di concorso;

laurea magistrale/specialistica/ V.O., diploma AFAM di II livello + 24 CFU/CFA conseguiti entro il 31 ottobre 2022

laurea magistrale/specialistica/ V.O., diploma AFAM di II livello, o titolo equipollente o equiparato + 30 CFU/CFA (articolo 2-bis del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59) oppure essere iscritti al percorso per l’acquisizione dei 30 CFU/CFA con riserva da sciogliere entro il 30 giugno 2025;

laurea magistrale/specialistica/ V.O., diploma AFAM di II livello, o titolo equipollente o equiparato + iscrizione ai percorsi formativi abilitanti (DA 30 O DA 60 CFU/CFA) dell’a.a. 2023/24.

Requisiti di accesso ITP

abilitazione all’insegnamento per la specifica classe di concorso o titolo di acceso previsto dalla normativa vigente in materia di classi di concorso (diploma).

 

Requisiti per il sostegno:

titolo di accesso relativo allo specifico grado e specializzazione per le attività di sostegno didattico con disabilità.

 

Titoli esteri

titolo di accesso conseguito all’estero e riconosciuto in Italia oppure è possibile essere ammessi con riserva se, in relazione al titolo estero, si è presentata la domanda di riconoscimento.

Per le classi di concorso della tabella B è stato chiarito che entro il 31 dicembre 2024 saranno ancora validi come titolo di accesso la laurea + 24 CFU, conseguiti entro il 31 ottobre 2022 e il diploma ITP.

Il concorso si articola in una prova scritta e una prova orale

La prova scritta consiste in una prova computer based unica (cioè una per la scuola primaria e dell’infanzia e una per la secondaria) valida per tutte le classi di concorso e le tipologie di posto (comune e sostegno). La durata della prova è di 100 minuti e ogni quesito presenta 4 opzioni di risposta di cui solo 1 è corretta. Ogni risposta corretta varrà 2 punti, mentre le risposte sbagliate o non date non attribuiranno punteggio. Sarà necessario ottenere almeno 70/100 per superare la prova scritta.

Gli argomenti dei 50 quesiti sono così ripartiti:

10 quesiti di ambito pedagogico

15 di ambito psicopedagogico e aspetti relativi all’inclusione

15 di ambito metodologico didattico

5 relativi alla conoscenza della lingua inglese al livello B2 del QCER

5 sulle competenze digitali e l’uso didattico delle tecnologie

La prova orale è volta ad accertare le conoscenze e competenze sulla disciplina/tipologia di posto, le competenze didattiche generali, la capacità di progettazione didattica efficace e comprende anche la lezione simulata.

 

Per il sostegno la prova valuta la competenza nelle attività di sostegno, la capacità di definire ambienti di apprendimento, la progettazione didattica e curricolare per garantire l’inclusione e il raggiungimento di obiettivi adeguati alle possibili potenzialità e alle differenti tipologie di disabilità, anche mediante l’impiego didattico delle tecnologie.

 

La prova dura 30 minuti per la primaria e la scuola dell’infanzia e 45 minuti per la secondaria.

 

Le domande disciplinari sono estratte a sorte all’inizio della prova, l’argomento della lezione simulata è estratto 24 ore prima.

 

Sulla base delle recenti modifiche al regolamento concorsuale sono ammessi all’orale i candidati che hanno raggiunto il voto di almeno 70/100 in numero pari al massimo a tre volte i posti messi a bando.

 

La valutazione è espressa in 250^esimi , con 100 punti alla prova scritta, 100 all’orale/prova pratica, 50 ai titoli accademici, scientifici, professionali.

Per accedere all’orale  bisognerà rientrare nel triplo dei posti messi a bando. Se l’ultimo candidato utile e il primo escluso avranno lo stesso punteggio, anche quest’ultimo parteciperà all’orale. La prova orale sarà composta da domande disciplinari e da una lezione simulata. Anche in questo caso come per lo scritto, il punteggio minimo sarà di 70/100.

La graduatoria finale includerà solo i vincitori, ovvero i candidati rientranti nei posti banditi, tenendo conto anche delle riserve: il 30% dei posti sarà riservato a chi ha tre anni di servizio negli ultimi 10 anni nella scuola statale  di cui almeno 1 nella specifica classe di concorso/tipologia di posto  ex art. 13, cc. 9 e 10, DM 205/2023 e ulteriori  tre diverse tipologie di riserva: quella prevista dalla Legge 12 marzo 1999 n. 68 a favore dei lavoratori disabili, quella del decreto legislativo 15 marzo 2010 n. 66 relativa ai volontari in ferma breve e ferma prefissata delle Forze armate e ufficiali di complemento in ferma biennale e agli ufficiali in ferma prefissata, quella del decreto-legge 22 aprile 2023 n. 44 relativa agli operatori volontari che hanno concluso il servizio civile universale. Le graduatorie comprenderanno un numero di candidati pari ai posti messi a bando, salvo eventuali surroghe in relazione a rinunce.

 

La  delegazione Snals :

– si è dichiarata fortemente contraria a questa seconda procedura concorsuale in presenza di numerosi idonei del precedente concorso PNRR 1, che per molte classi di concorso è ancora in svolgimento;

– ha chiesto venga prevista la partecipazione con riserva anche per gli specializzandi del TFA attualmente in corso ed un aumento dei posti per il sostegno;

– ha chiesto di calcolare i posti da mettere a bando al netto di quelli ancora da assegnare alle altre procedure concorsuali ancora in corso.

–  ha chiesto che gli idonei non vincitori del concorso PNRR 1 possano beneficiare di un punteggio aggiuntivo nella valutazione dei titoli per il superamento del concorso ordinario.

 

 

-ha chiesto all’Amministrazione di poter avere una informativa sui numeri delle immissioni in ruolo effettuate per il corrente anno scolastico e sulle graduatorie del concorso PNRR 1 che non verranno pubblicate entro il prossimo 10 dicembre e di prevedere la possibilità di conferire la nomina giuridica sui posti a ruolo assegnati per scorrimento dopo il 31 dicembre.

 

La segreteria provinciale e le sedi territoriali sono a disposizione come sempre degli iscritti per fornire ulteriori informazioni personalizzate e consulenza per l’invio della domanda.

 

 

Il 21 novembre si è svolto al MIM presso la DGRUF il previsto incontro con le organizzazioni sindacali per la definizione dei compensi per le reggenze e la retribuzione di risultato relative all’as 2023/24. Per l’Amministrazione erano presenti il Capo Dipartimento Dott Greco, il Direttore generale della DGRUF, Dott.ssa Antonella Iunti e il Direttore generale Fabrizio Manca.

Il FUN per l’a.s. 2023/2024 è pari a € 273.449.781,64.  Per l’as 23/24 la retribuzione di risultato , ancora legata proporzionalmente alla fascia di complessità, risulta così distribuita: Fascia A € 7.184,25 ; Fascia B € 5.853,84 ;

Fascia C € 4.523,42

Per quanto riguarda il compenso per la retribuzione delle reggenze sono previsti i seguenti compensi per fascia e per l’intero anno scolastico

fascia A € 17.280,00

fascia B € 14.080,00

fascia C € 10.880,00.

 

Il FUN 24/25 è stato incrementato con le nuove risorse contrattuali. Con la nuova determinazione del FUN,  per il quale l’Amministrazione ha proposto l’erogazione di 500 euro lodo dipendente a tutte le fasce , l’amministrazione ha proposto i seguenti importi della parte variabile della retribuzione di posizione: Fascia A: € 22.100,00 ; Fascia B: € 18.100,00 ; Fascia C: € 14.100,00 . Abbiamo sottolineato la necessità di continuare a garantire la clausola di salvaguardia per coloro che in corso di incarico cambiano fascia di appartenenza.

Come già abbiamo avuto modo di segnalarvi, il CIN 24/25 introdurrà la nuova determinazione della retribuzione di risultato, legata agli esiti della nuova valutazione dei dirigenti scolastici, già oggetto di un nostro resoconto. Anche se non abbiamo ancora il testo definitivo del DM che introduce il nuovo sistema di valutazione dei dirigenti scolastici e conseguentemente non disponiamo degli obiettivi e degli indicatori previsti, abbiamo proposto di graduare per fasce di punteggio la retribuzione di risultato ed, caso di parità, fare riferimento alla fascia di complessità delle scuole di servizio. Il nostro intento è quello di rendere graduale, progressiva e contenuta, soprattutto nella fase di avvio del nuovo sistema di valutazione,  la differenza retributiva tra i dirigenti scolastici in relazione ai risultati della valutazione.

Le trattative riprenderanno il 3 dicembre.

m_pi.AOOGABMI.Registro Decreti(R).0000104.29-05-2024 bando religione secondaria.pdf