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Giovedì 11 aprile p. v., dalle ore 9:30 alle ore 13:30, si terrà, presso il Parlamentino del Cnel, un convegno sul tema “LAVORO E SICUREZZA: ASPETTI NORMATIVI, TECNICI, FORMATIVI E INNOVATIVI” organizzato dal Dipartimento salute e sicurezza nei luoghi di lavoro della Confsal.

Storicamente esisteva il medico di fabbrica, poi diventato l’attuale medico competente specialista in Medicina del lavoro. Per molto tempo la funzione del medico del lavoro è stata identificata nella sorveglianza sanitaria periodica finalizzata alla prevenzione delle malattie professionali. Oggi è necessaria, invece, una visione olistica della salute e della sicurezza di chi lavora.

Le nuove dimensioni dell’economia impongono nuovi sistemi di tutela della salute e della sicurezza in ambito lavorativo, confortati da illuminati orientamenti giurisprudenziali che, in non pochi casi, ispirano innovazioni normative sul tema. Purtroppo si tratta spesso di misure non esaustive, non efficienti e bisognose di continue rivisitazioni, anche e soprattutto alla luce dell’evoluzione industriale e dei repentini e nuovi rischi emergenti in campo lavorativo. Inoltre, non sono rari i casi in cui pratiche illegali ed elusive della norma nascondono realtà criminose e di lavoro nero.

Occorre quindi arginare tali condotte “malate” partendo dal fulcro dell’expertise, e cioè dalla formazione e dalla diffusione della cultura della sicurezza facendo leva, non solo sulla mera sensibilizzazione e informazione dei lavoratori, ma anche su dinamiche innovative e capillari, quali l’innovazione e l’addestramento virtuale certificato.

CONVEGNO PROVINCIALE CONFSAL

 TARANTO 6 LUGLIO 2018

NUOVE ECONOMIE E LAVORO : SFIDE E OPPORTUNITÀ PER IL TERRITORIO JONICO  

Si è svolto oggi il Convegno provinciale della Confsal di Taranto. Tavolo delle grandi occasioni nella Sala Resta della Camera di Commercio che questa mattina ha ospitato oltre ai vertici nazionali del sindacato confederale, anche esponenti della politica e delle istituzioni territoriali.

I saluti sono arrivati dal Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e dal presidente della Camera di Commercio di Taranto, Luigi Sportelli.

Vi interrogate oggi sul mercato del lavoro che cambia – ha detto Melucci – e lo fate in una città che è chiamata a sfide importanti, in cui lo stesso sindacato è di fronte allo slinding doors del suo cambiamento. Mi aspetto pertanto un contributo vero da parte di un sindacato illuminato che sappia tornare ai suoi valori fondanti.

Ci interroghiamo su questo – ha ribadito Patrizia Mignolo, segretaria provinciale della Confsal di Taranto – consapevoli che la formazione, il bagaglio di competenze, l’istruzione, sono gli strumenti che la Confsal propone come antidoto alla precarietà, alla crisi, e che come Confsal provinciale, invochiamo di cominciare ad adottare partendo dalla realtà produttiva tarantina, che è si ILVA, Alenia, ENI, ma anche porto, bonifiche, mar piccolo, agricoltura, e nuovi strumenti di programmazione che disegneranno la città, i suoi confini, e le sue modalità di convivenza civica partendo dal nuovo PUG e dai modelli riferimento del nuovo PUMS.

E’ ferma volontà del nostro sindacato partire da qui – ha detto il segretario nazionale della Confsal, Angelo Raffaele Margiotta – e cominciare a sperimentare proprio sul terreno delicato della vertenza Taranto quello che a livello nazionale abbiamo presentato attraverso strumenti innovativi come l’indennità di professionalizzazione per i lavoratori e la Fabbrica delle competenze per meglio qualificare l’offerta occupazionale in base alle esigenze delle aziende. Aziende capaci di cambiare e innovare proprio nell’area di crisi di Taranto.

Ma è chiaro che l’investimento più importante si debba fare partendo dall’istruzione e dalla cultura – ha dichiarato Elvira Serafini, segretaria nazionale dello SNALS Confsal – Perché non è possibile pensare ad una crescita sostenibile senza passare dall’investimento in formazione e Taranto ha bisogno di una cura particolare, basti pensare agli anni di lotta per ottenere l’Università per poi assistere, come sta accadendo in questi anni, al suo lento e graduale spegnimento.

La formazione, la ricerca e le competenze sono secondo la Confsal la ricetta per il lavoro del futuro, ma su quali basi operare?

A queste domande ha risposto anche l’ex Ministro del lavoro, e attuale presidente nazionale dell’Associazione Lavoro&Welfare, l’on. Cesare Damiano.

Oggi esaminiamo il Decreto Dignità, con le sue luci e le sue ombre – ha detto Damiano – e mi pare che il Ministro Di Maio definendolo la Waterloo della precarietà, ci metta troppa enfasi.

Nel decreto – aggiunge l’ex Ministro – ci sono cose positive. Penso alle causali nei contratti a termine o all’aumento a 36 mesi delle indennità per i licenziamenti, ma penso anche che invece sia molto negativo confondere il lavoro in somministrazione con i contratti a termine.

La prova del nove sarà comunque la legge di Bilancio – ha concluso Damiano – lì si dovranno racimolare le risorse per bloccare l’aumento dell’IVA, per superare la Legge Fornero, per il reddito di cittadinanza e per la cosiddetta tassa piatta (ndr – flat tax). Arriviamo a decine di miliardi e le risorse non ci sono.

Ai lavori del Congresso provinciale Confsal sono intervenuti anche Vito Masciale segretario regionale Confsal, Lucia Massa, capo dipartimento formazione della segreteria nazionale e Michele Inversi, segretario nazionale dello SNADAPI.

 

Dopo la diffusione delle nuove tecnologie, la mondializzazione del commercio, della finanza e dell’informazione sarà l’impatto delle nuove economie a trasformare, insieme con i modelli di crescita e le politiche di sviluppo, i ruoli degli attori del mercato del lavoro. Imprese, lavoratori e sindacato sono chiamati in causa su vari fronti.

Riorganizzare i processi, creare nuovi modelli occupazionali, istruire nuove competenze professionali, rilanciare il ruolo della conoscenza, puntare sulle vocazioni del territorio e dell’ambiente attraverso un uso sapiente della tecnologia, sono alcune delle sfide. Ma occorre anche chiedersi: dove va il lavoro oggi e come si configura? Quali sono le nuove componenti dello sviluppo italiano, quali le nuove responsabilità dei suoi protagonisti? Qual è il ruolo della rappresentanza, quali modalità vanno trovate e sperimentate?

La mattina del 27 è stata dedicata all’approfondimento degli scenari futuri delle economie emergenti e dei riflessi che potranno determinarsi sui modelli di crescita sostenibile, anche per quanto riguarda il lavoro e la sostenibilità sociale.

Al convegno, sono intervenuti: il presidente del Cnel, Tiziano Treu, Mario Bozzo (Ufficio studi Confsal); Giorgio Rembado (Cida); Giuseppe De Rita (Censis); Gaetano Borrelli (Enea); Domenico De Masi (sociologo del lavoro); Leonello Tronti (ordinario di Economia del lavoro dell’Università Roma Tre); Andrea De Panizza (Istat); Andrea Bianchi (Confindustria); Cesare Damiano (ex ministro del Lavoro). Ha concluso i lavori il segretario generale della Confsal, Angelo Raffaele Margiotta.

L’agenzia ANSA ha riportato i punti salienti del Convegno Confsal “Nuove economie e lavoro: sfide e opportunità”:

(ANSA) – ROMA, 27 GIU – Serve un nuovo rapporto più stretto tra lo studio ed il mondo del lavoro per recuperare il deficit di competenze che l’Italia sta accumulando. Ne è convinta la Confsal che all’impatto delle nuove economie sul mondo del lavoro, le politiche di sviluppo, i modelli di crescita e i sistemi di welfare ha dedicato il convegno “Nuove economie e lavoro: sfide e opportunità”. Secondo l’analisi del sottosegretario al Lavoro, Claudio Cominardi, secondo quanto riporta una nota della Confsal, un mercato sempre più florido non genera più ricchezza per il Paese e gli
occupati. È una situazione di cui la politica deve prendere atto prevedendo e programmando soluzioni. Tra queste ha citato il Decreto dignità, uno dei primi e più importanti interventi del governo. E l’investimento di circa 2 mld l’anno per i centri per l’impiego. Per Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale Confsal, e Mario Bozzo, presidente dell’Ufficio studi Confsal, si tratta di reclutare nuove energie e di promuovere nuove competenze, perchè, spiega una nota, “oggi che il sistema è globalizzato e selettivo, è decisivo investire nell’istruzione e nella conoscenza”.
“La nostra Confederazione – ha dichiaro Margiotta – sta proponendo due nuovi 2 strumenti: l’indennità di professionalizzazione per i lavoratori e la Fabbrica delle competenze per meglio qualificare l’offerta occupazionale in base alle esigenze delle aziende”. Anche per Tiziano Treu, presidente del Cnel, in questa situazione d’incertezza, la formazione è fondamentale e le competenze sono le migliori vitamine per la resistenza e la sopravvivenza del lavoro. Per Giuseppe De Rita, presidente Censis “il quadro italiano è a tinte fosche” e “certamente occorre puntare sulla rappresentanza in filiera e sulle piattaforme di servizi spostate verso la dimensione industriale”.