In data 15 marzo sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale le date per l’espletamento delle prove preselettive per il concorso DSGA e l’accorpamento delle commissioni per le regioni con un numero esiguo di posti disponibili.

E’ importante sottolineare che le prove preselettive si svolgeranno comunque nella regione per la quale si concorre e che, eventuali modifiche alle date indicate del 11, 12 e 13 giugno saranno comunicate con la Gazzetta Ufficiale serie speciale concorsi ed esami n. 42 del 28/5/2019.

Si riporta quanto integralmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» n. 21 del 15-03-2019

Diario della prova preselettiva del concorso pubblico, per esami e titoli, a duemilaquattro posti di direttore dei servizi generali ed amministrativi del personale ATA.

Ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dall’art. 12, comma 2, del D.D.G. n. 2015 del 20 dicembre 2018, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» – n. 102 del 28 dicembre 2018, si comunica che la prova preselettiva del concorso pubblico, per esami e titoli, a duemilaquattro posti di direttore dei servizi generali ed amministrativi, si svolgerà l’11, il 12 e il 13 giugno 2019.

Si rende noto, altresì, che almeno venti giorni prima rispetto alle date su indicate, sul sito internet del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (www.miur.gov.it), sarà pubblicata la banca dati di 4000 quesiti da cui verranno estrapolati i quesiti oggetto della prova preselettiva.

Tale pubblicazione ha valore di notifica a tutti gli effetti.

Si comunica, infine, che l’elenco delle sedi con la loro esatta ubicazione, l’indicazione della destinazione dei candidati distribuiti sulla base della regione per la quale hanno presentato la domanda di partecipazione, nonché l’ora di svolgimento della prova preselettiva e le ulteriori istruzioni operative, saranno comunicate almeno quindici giorni prima della data di svolgimento della prova tramite avviso pubblicato sul sito internet del Ministero (www.miur.gov.it) e degli USR competenti.

I candidati si dovranno presentare nelle rispettive sedi d’esame muniti di un documento di riconoscimento in corso di validità e del proprio codice fiscale.

La prova preselettiva avrà la durata massima di 100 minuti.

Di ogni altra comunicazione relativa alla procedura concorsuale, nonché di una eventuale modifica delle suddette date, verrà dato avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» – n. 42 del 28 maggio 2019.

Ogni ulteriore informazione e documentazione inerente alla procedura concorsuale è disponibile all’indirizzo www.miur.gov.it fascia «MONDO MIUR», tramite l’apposito banner «Concorso DSGA», sezione «Prova Preselettiva».

 

Riportiamo l’intervista del Segretario Generale, Elvira Serafini, rilasciata ad Orizzonte Scuola che può essere letta anche al link https://www.orizzontescuola.it/serafini-snals-stipendio-piu-alto-con-bonus-500-euro-e-progetti-precari-36-mesi-vanno-assunti-con-concorso-riservato/

 

   di redazione    14 Mar 2019 – 9:19

 

Serafini, Snals: stipendio più alto con bonus 500 euro e progetti, precari 36 mesi vanno assunti con concorso riservato

Intervista a Elvira Serafini, Segretario Generale Snals-Confsal sui principali temi del momento: Pensioni quota 100, stipendi, precariato, TFA sostegno. 

 

Pensioni quota 100: sembra esserci una chiusura, da parte dell’INPS, alla possibilità di utilizzare questi posti per la mobilità 2019. Quali margini potrebbero ancora esserci? E se non per la mobilità, almeno per le immissioni in ruolo? 

“Va subito detto che all’avvio del prossimo anno scolastico verranno a mancare ben 140 mila insegnanti. Un dato enorme che prospetta disservizi se non si farà tutto il possibile per ridurre questa cifra. La situazione è complicata anche dalle domande di pensionamento con quota 100.  L’INPS ha comunicato l’impossibilità di analizzare tutte le 16000 richieste del personale scolastico in tempi utili per la mobilità e per le immissioni in ruolo, poiché prevede di concludere l’esame delle domande entro agosto.

Il sindacato ha fortemente contestato questo scenario, chiedendo che vengano espletati tutti gli adempimenti in tempi utili per la mobilità. Abbiamo anche richiesto al Miur la costituzione di un tavolo tecnico con OO.SS., Miur e Inps allo scopo di individuare procedure e mettere in atto sinergie per semplificare e accelerare le operazioni relative alle domande di pensionamento, eventualmente ricorrendo a unità aggiuntive di personale da impiegare allo scopo.

Vedremo se il Miur manterrà la promessa di attivare un piano di interventi in tal senso.”

Il precariato docenti e ATA è una delle emergenze che avete posto come preminente nella piattaforma di mobilitazione strutturata insieme agli altri sindacati firmatari del Contratto. Qual è la vostra proposta? Concorso selettivo o anche concorso riservato a determinate categorie di docenti? 

“L’anomalia tutta italiana del precariato storico ci vede impegnati da anni in dure battaglie per la sua definitiva risoluzione. Quello che è mancato nel passato e manca anche oggi è una risposta al problema nella sua interezza: spesso la politica ha cercato di mantenere un equilibrio instabile tra interessi contrapposti di diversi gruppi di precari, con risultati insoddisfacenti.

Vedo un paradosso nell’enorme numero di cattedre vacanti a cui facevo riferimento e nella negazione del diritto all’assunzione dei docenti precari che da anni lavorano con contratti a termine. Lo Snals Confsal ritiene che dopo 36 mesi di rinnovi contrattuali a tempo determinato i precari abbiano diritto a essere assunti a tempo indeterminato con un concorso riservato e semplificato. Tuttavia, la legge di bilancio ha previsto per questi precari un concorso ordinario selettivo che, però, presenta delle incongruità che il nostro sindacato ha posto all’attenzione degli organismi parlamentari per la loro correzione.

In ogni caso, una soluzione organica al problema sarebbe rappresentata dalla copertura di tutti i posti vacanti, calcolati su base triennale ed eliminando le distinzioni tra organico di fatto e di diritto. Altri elementi risolutivi sarebbero rappresentati da un adeguato riconoscimento del servizio precario e dallo svuotamento delle Gae, ma soprattutto è indispensabile una programmazione costante e periodica di concorsi per cattedre ordinarie e per il sostegno.

Aumenti stipendiali: da aprile in busta paga tornerà l’indennità di vacanza contrattuale. Quali sono gli scenari che si prospettano? A fronte di un mancato avvio della contrattazione, su quali incentivi potranno contare i docenti? Il bonus 500 euro per l’autoaggiornamento e il bonus premiale docenti continueranno ad essere erogati nelle modalità consuete?

“Gli stanziamenti della legge di bilancio per il 2019 prevedono un incremento a regime delle retribuzioni per il triennio 2019-2021 pari all’1,95% complessivo: meno della metà dell’inflazione stimata dall’Istat per lo stesso periodo, pari al 4,1%. Si nega di fatto la possibilità di aprire la fase di contrattazione per il rinnovo del CCNL del Comparto istruzione e ricerca e diventa più lontano l’obiettivo di un adeguamento delle retribuzioni di tutto il suo personale. Si mantiene, dunque, la distanza degli stipendi dei docenti italiani rispetto alla media di quelli dei loro colleghi europei con una forbice che, già presente all’inizio della loro carriera, diventa più marcata al termine, soprattutto per i docenti della scuola primaria. C’è un’emergenza salariale e allora è urgente riconsiderare tutto il monte delle risorse a disposizione per i compensi, comprese quelle dei vari bonus e progetti, e avviare un confronto con il sindacato per individuare le misure più adeguate per il miglioramento retributivo. Resta ferma, comunque, la nostra protesta per ottenere più investimenti per il settore dell’istruzione e della ricerca, dove presta servizio un’alta percentuale di personale con contratti precari e che non vede neanche rispettato il diritto alla puntuale retribuzione.”

Le Università stanno predisponendo i bandi per l’avvio dei corsi di specializzazione per il sostegno: 14.000 posti per quest’anno, 40mila nel triennio. Una misura sufficiente a colmare i vuoti in organico? Cosa si potrebbe fare nell’immediato?

“Sono anni che denunciamo una cronica carenza di personale specializzato sui posti di sostegno, che è drammatica soprattutto nelle regioni del nord. I dati che abbiamo ci dicono che i posti per i corsi banditi dalle università sono del tutto insufficienti, soprattutto per la mancanza di una seria programmazione sul territorio. Esiste infatti un gap tra posti banditi al nord, di numero assai inferiore al fabbisogno di insegnanti specializzati, e posti messi a bando nelle università del sud dove la carenza di personale è più contenuta.

Anche per il sostegno occorre la stabilizzazione nell’organico di diritto per lo meno degli oltre 50.000 posti autorizzati tra organico di fatto e deroghe per quest’anno scolastico, peraltro coperti per circa il 36% da insegnanti privi di formazione specifica.

È, dunque, un’altra emergenza da affrontare con misure straordinarie e veloci, come quella di consentire l’accesso al TFA ai tanti docenti precari che da anni lavorano in questo settore con incarichi al 30 giugno e prevedere anche per i posti su sostegno una fase straordinaria di reclutamento per tutti gli ordini di scuola in numero adeguato al fabbisogno. Occorre garantire qualità e continuità ad un servizio rivolto a soggetti che ne hanno più bisogno e diritto.

C’è anche la questione dei costi per i corsi per la specializzazione sul sostegno, si arriva in Sicilia anche a 3.700 euro. Gli aspiranti sono in agitazione, ritengono che le cifre siano eccessive. Qual è la vostra posizione?

“Il sindacato chiede la riduzione dei costi dei percorsi di specializzazione su sostegno, lasciati esclusivamente alla totale autonomia delle università, e l’incremento dei posti disponibili, soprattutto al nord, perché oltre al pagamento delle tasse occorre aggiungere anche le spese di viaggio, vitto e alloggio, che molti aspiranti sanno costretti a sostenere per le incongruenze nella distribuzione territoriale dell’offerta.

Anche in questo caso non c’è stato alcun confronto sulla necessità di coordinare l’offerta di formazione con i fabbisogni e la domanda sulla base di dati reali. Avrebbe portato a decisioni più risolutive, infatti, l’attento esame del numero dei soggetti disabili anche rispetto alla popolazione scolastica, il rapporto alunni/classi, il numero dei posti scoperti e il progressivo incremento dei posti di sostegno. È una situazione molto grave che genera ancora una volta disservizi, discriminazioni, mobilità involontaria e inutile.”

La segreteria Snals della sede di Bari organizza per il 18 marzo un incontro gratuito aperto a tutti per dare risposte ai tanti quesiti pervenuti in sede sul prossimo TFA sostegno.

L’incontro sarà presieduto dal segretario provinciale  prof. Vito Masciale e vedrà la presenza del gruppo di esperti Snals  Bari che sta già realizzando un corso di  formazione alla prova preselettiva per accedere al corso universitario di sostegno.

Ricordiamo che possono partecipare al TFA sostegno per la scuola secondaria di primo e secondo grado i docenti in possesso di uno dei seguenti requisiti:

  1. abilitazione specifica sulla classe di concorso
  2. laurea coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del
    concorso+ 24 CFU i
    n discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche
  3. laurea coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del
    concorso + 3 annualità di servizio
    , nel corso degli otto anni scolastici precedenti,anche non successive, valutabili come tali ai sensi dell’articolo 11, comma 14, della legge 3 maggio 1999, n. 124, su posto comune o di sostegno, presso le istituzioni del sistema educativo di istruzione e formazione.

Gli ITP partecipano con il diploma.

Se si   può partecipare al corso di specializzazione con i requisiti previsti nel sopra riportato punto 2:

  • laurea coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del
    concorso+ 24 CFU i
    n discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche

gli interessati, comunque, devono verificare se la propria laurea sia completa per l’accesso alle classi di concorso (con tutti i crediti e le materie previste) nelle tabelle allegate al DPR 19/2016, come modificato dal DM 259/2017.La laurea, quindi , deve essere coerente con le classi di concorso vigenti, ossia comprendere quelle discipline, raggruppate in settori scientifico-disciplinari e crediti formativi universitari, senza le quali non si può accedere alla classe di concorso

In allegato la locandina dell’incontro con orari e luogo e la scheda di pre-adesione.

 

Comunicato stampa

Serafini (Snals): Mettiamo insieme tutte le energie a sostegno delle richieste del personale di Istruzione e Ricerca

Roma, 13 marzo 2019 – Il segretario generale dello SNALS-Confsal, Elvira Serafini, al termine dei lavori della Direzione Nazionale, riunita a Roma, ieri 12 marzo, ha dichiarato: “Lo Snals-Confsal continuerà, a livello nazionale, a dialogare con le altre forze sindacali per mettere insieme tutte le energie a sostegno delle richieste del personale e per richiamare l’attenzione del governo e delle forze politiche sulle problematiche del sistema di istruzione ancora insolute, soprattutto su: regionalizzazione del sistema di istruzione, emergenza salariale, precariato, emergenza personale ATA”.

Tutte le strutture territoriali – ha concluso Serafini – sono impegnate a mettere in campo le iniziative di mobilitazione della categoria ritenute più opportune anche in relazione alle peculiari situazioni locali”.

Nonostante le numerose pressioni esercitate dallo Snals-Confsal a livello ministeriale perchè tutti i posti resi vacanti dal personale della scuola collocati in quiescenza con i requisiti della c.d. “Quota 100” il MIUR ritiene di non poter considerare tali posti ai fini della mobilità in quanto l’INPS non garantisce la “lavorazione” degli stessi in tempi utili all’inserimento in piattaforma.

Tale ritardo pregiudica i diritti e le aspettative di quanti aspirano ad una stabilizzazione tramite la mobilità.

Per tali motivi lo Snals-Confsal ha presentato all’INPS la diffida che si riporta di seguito.

 

 

Lo Snals-Confsal

nella persona del Segretario Generale Elvira Serafini

CONSIDERATO: l’ingente numero di domande di dimissione volontaria dal servizio presentate dal personale della scuola di diversa categoria e profilo professionale ai sensi della nuova normativa vigente;

CONSIDERATO:che i posti liberati dovranno essere coperti da personale titolare nel più breve tempo possibile;

CONSIDERATO:la necessità di dover garantire la stabilità dei titolari e la continuità didattica nelle scuole;

CONSIDERATO:i termini di scadenza indicati dall’O.M. 203/2019 sulla mobilità per l’anno scolastico 2019/2020

invita

L’INPS,nella persona del Presidente dott. Boeri,  ad accertare tempestivamente il possesso dei requisiti richiesti dalla legge per accedere al collocamento a riposo di coloro che ne hanno presentato domanda con decorrenza 1 settembre 2019;

diffida

di comunicare al MIUR il numero effettivo degli aventi diritto a pensione per consentire al Sistema informativo di acquisire i posti disponibili ai fini della mobilità in tempo utile e comunque entro e non oltre il 20 maggio 2019.

Il 12 marzo ha avuto luogo l’audizione dello Snals-Confsal e delle altre OO.SS. convocate presso la VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati che ha esaminato n. 13 proposte di legge presentate da deputati di diversa estrazione politica in materia di Educazione civica, educazione alla cittadinanza e alla Costituzione.

Il Presidente della Commissione, on. Luigi Gallo, ha dato la parola ai rappresentanti sindacali e ai deputati presenti, informando che la Commissione ha programmato lo svolgimento di alcune audizioni informali sull’argomento.
Tutti gli auditi hanno espresso le loro osservazioni sulle proposte di legge in materia, illustrando le rispettive memorie già consegnate in commissione.

La posizione dello Snals-Confsal
La delegazione Snals-Confsal ha illustrato una propria memoria, nella quale è contenuta la posizione del nostro sindacato sulla questione. Ha premesso che l’art. 1 della legge 169/2008, tuttora in vigore, prevedeva “azioni di sensibilizzazione e formazione del personale finalizzate all’acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a ‘Cittadinanza’ e  ‘Costituzione’ ”. La legge è rimasta inapplicata per vari motivi: non c’è stata formazione del personale, non è stata avviata alcuna sperimentazione nazionale della materia, l’insegnamento della disciplina è attribuito al docente di area storico-geografica e storico-sociale, senza peraltro prevedere finanziamenti.

La delegazione Snals-Confsal ha poi proposto:
1) l’unificazione delle proposte di legge che presentano molti punti in comune;
2) l’autonomia dell’educazione civica, riservandole una o due ore settimanali, senza sottrarre ore alle altre discipline;
3) una valutazione  propria quale disciplina autonoma;
4) l’affidamento della disciplina ad un insegnante appositamente formato, appartenente ad una nuova classe di concorso;
5) l’individuazione degli oneri necessari per una/due ore aggiuntive all’attuale curricolo, accertato che per la scuola secondaria di primo e secondo grado sarebbero necessari circa 25mila nuovi docenti (vedi tabella n. 1 “Fabbisogno di nuovi docenti per garantire n. 2 ore di educazione civica” contenuta nella memoria depositata).

Alleghiamo il testo integrale della memoria Snals-Confsal: AUDIZIONE VII-Comm Cam ED-CIVICA 12 MARZO 2019 SNALSConfsal

Leggere anche su Orizzonte Scuolahttps://www.orizzontescuola.it/ed-civica-snals-serve-nuova-classe-di-concorso-e-insegnanti-formati/

E’ proseguita in data 12/03/2019 l’illustrazione dei criteri con i quali verranno rideterminate le dotazione organiche del personale docente per l’a.s. 2019/20 tenuto conto della fine del blocco triennale degli organici e del calo degli alunni iscritti (69.000).

Durante l’incontro, ancora del tutto interlocutorio, il MIUR ha fornito una prima tabella dell’organico di diritto su scala nazionale. A fronte del predetto calo di alunni, che inevitabilmente determinerà delle rimodulazioni dell’organico di diritto a livello di singole regioni, ci saranno le compensazioni frutto degli incrementi di posti vincolati. L’Amministrazione ha reso noto che la circolare sugli organici sarà in buona parte uguale a quella dello scorso anno, ma conterrà i necessari aggiornamenti normativi per quanto riguarda le seguenti dotazioni:

TEMPO PIENO: commi 728 e 729 della legge di Bilancio;

LICEI MUSICALI: comma 730 della legge di Bilancio;

ITP: incremento di 1169 posti per mettere a regime le classi seconde nel passaggio tra vecchio e nuovo ordinamento;

INFANZIA: non si parlerà più di potenziamento essendo già state date al riguardo tutte le dovute informazioni sul contingente dell’anno scorso;

PRIMARIA: il riferimento sarà all’incremento del tempo pieno per le classi prime per le quali saranno, quindi, possibili delle nuove attivazioni nei limiti dell’organico di diritto assegnato e, comunque, in caso di sforamento sempre a risorse di organico di diritto invariato. Il numero degli alunni delle classi prime a tempo normale ed il tasso di scopertura del tempo pieno saranno i due parametri che verranno presi in considerazione dall’Amministrazione per assegnare l’organico di diritto aggiuntivo tra le diverse regioni;

PROFESSIONALI: si farà riferimento al nuovo regolamento attuativo sui profili in uscita emanato nel 2018;

IeFP: si richiamerà il consueto accordo Stato-Regioni del 27/7/2011 e la specifica normativa in materia.

Come detto per i docenti il MIUR prevede di attenuare il taglio dell’organico grazie a risorse aggiuntive messe a disposizione dalle normative vigenti prevedendo circa 3.569 posti aggiuntivi, di cui

      2.000 posti per l’ampliamento del tempo pieno nella Scuola Primaria;

      400 posti di strumento per i Licei Musicali;

      1.169 posti di ITP.

In base a questi numeri l’organico per i posti comuni sarà di 617.267 posti.

Come chiarito i posti aggiuntivi avranno un vincolo di utilizzo e quindi, nel caso in cui non potessero essere attivati in determinate province, non saranno convertiti in altre tipologie di posti.

 

Lo SNALS-CONFSAL, in piena intesa con le altre OO.SS. ha chiesto che, per quanto attiene la Scuola dell’infanzia, venga comunque ribadito che la quota di organico di potenziamento resta assegnata, come già previsto fin dall’anno passato.

In riferimento al tempo pieno nella Scuola Primaria l’incremento di organico (2.000 posti sul territorio nazionale) sia utilizzato prioritariamente per l’aumento del tempo pieno nella classi prime, ma anche, eventualmente, per riportare alla norma (2 insegnanti per classe e 40 ore settimanali) quelle situazioni che determinate dalla richiesta delle famiglie e per carenze di organico si siano eventualmente avviate in maniera ridotta non conforme all’impostazione prevista dalla norma, cioè con meno di due docenti per classe e con meno ore rispetto alle 40 settimanali canoniche.

Inoltre, lo SNALS-CONFSAL ha sollevato il problema delle scuole carcerarie, dove il numero dei docenti fissato (uno solo per la scuola primaria nei percorsi di primo livello) pare del tutto insufficiente sia da un punto di vista funzionale (tra gli alunni, in genere, si contano molti analfabeti o analfabeti di ritorno), sia in riferimento alla tenuta degli organici dei docenti. Va ricordato che i maestri delle scuole carcerarie sono tutti in possesso di specifici titoli di specializzazione.

Lo SNALS-CONFSAL, sempre in accordo con le altre sigle sindacali, ha altresì affermato che la riunione di oggi non poteva che avere valore propedeutico, di indicazione di principi da inserire nella C.M.: il vero “confronto” contrattualmente previsto avverrà solo al momento in cui alle OO.SS. sarà presentata, per la discussione, la bozza di O.M..

Lo SNALS-CONFSAL e le altre OO.SS. hanno chiesto all’Amministrazione di chiarire con urgenza le numerose criticità createsi sui titoli di ammissione al prossimo TFA sul sostegno, anche mediante l’utilizzo di apposite FAQ segnalandone, informalmente, già alcune.

per l’a.s. 2019/20 tenuto conto della fine del blocco triennale degli organici e del calo degli alunni iscritti (69.000).

Durante l’incontro, ancora del tutto interlocutorio, il MIUR ha fornito una prima tabella dell’organico di diritto su scala nazionale. A fronte del predetto calo di alunni, che inevitabilmente determinerà delle rimodulazioni dell’organico di diritto a livello di singole regioni, ci saranno le compensazioni frutto degli incrementi di posti vincolati. L’Amministrazione ha reso noto che la circolare sugli organici sarà in buona parte uguale a quella dello scorso anno, ma conterrà i necessari aggiornamenti normativi per quanto riguarda le seguenti dotazioni:

TEMPO PIENO: commi 728 e 729 della legge di Bilancio;

LICEI MUSICALI: comma 730 della legge di Bilancio;

ITP: incremento di 1169 posti per mettere a regime le classi seconde nel passaggio tra vecchio e nuovo ordinamento;

INFANZIA: non si parlerà più di potenziamento essendo già state date al riguardo tutte le dovute informazioni sul contingente dell’anno scorso;

PRIMARIA: il riferimento sarà all’incremento del tempo pieno per le classi prime per le quali saranno, quindi, possibili delle nuove attivazioni nei limiti dell’organico di diritto assegnato e, comunque, in caso di sforamento sempre a risorse di organico di diritto invariato. Il numero degli alunni delle classi prime a tempo normale ed il tasso di scopertura del tempo pieno saranno i due parametri che verranno presi in considerazione dall’Amministrazione per assegnare l’organico di diritto aggiuntivo tra le diverse regioni;

PROFESSIONALI: si farà riferimento al nuovo regolamento attuativo sui profili in uscita emanato nel 2018;

IeFP: si richiamerà il consueto accordo Stato-Regioni del 27/7/2011 e la specifica normativa in materia.

Come detto per i docenti il MIUR prevede di attenuare il taglio dell’organico grazie a risorse aggiuntive messe a disposizione dalle normative vigenti prevedendo circa 3.569 posti aggiuntivi, di cui

      2.000 posti per l’ampliamento del tempo pieno nella Scuola Primaria;

      400 posti di strumento per i Licei Musicali;

      1.169 posti di ITP.

In base a questi numeri l’organico per i posti comuni sarà di 617.267 posti.

Come chiarito i posti aggiuntivi avranno un vincolo di utilizzo e quindi, nel caso in cui non potessero essere attivati in determinate province, non saranno convertiti in altre tipologie di posti.

 

Lo SNALS-CONFSAL, in piena intesa con le altre OO.SS. ha chiesto che, per quanto attiene la Scuola dell’infanzia, venga comunque ribadito che la quota di organico di potenziamento resta assegnata, come già previsto fin dall’anno passato.

In riferimento al tempo pieno nella Scuola Primaria l’incremento di organico (2.000 posti sul territorio nazionale) sia utilizzato prioritariamente per l’aumento del tempo pieno nella classi prime, ma anche, eventualmente, per riportare alla norma (2 insegnanti per classe e 40 ore settimanali) quelle situazioni che determinate dalla richiesta delle famiglie e per carenze di organico si siano eventualmente avviate in maniera ridotta non conforme all’impostazione prevista dalla norma, cioè con meno di due docenti per classe e con meno ore rispetto alle 40 settimanali canoniche.

Inoltre, lo SNALS-CONFSAL ha sollevato il problema delle scuole carcerarie, dove il numero dei docenti fissato (uno solo per la scuola primaria nei percorsi di primo livello) pare del tutto insufficiente sia da un punto di vista funzionale (tra gli alunni, in genere, si contano molti analfabeti o analfabeti di ritorno), sia in riferimento alla tenuta degli organici dei docenti. Va ricordato che i maestri delle scuole carcerarie sono tutti in possesso di specifici titoli di specializzazione.

Lo SNALS-CONFSAL, sempre in accordo con le altre sigle sindacali, ha altresì affermato che la riunione di oggi non poteva che avere valore propedeutico, di indicazione di principi da inserire nella C.M.: il vero “confronto” contrattualmente previsto avverrà solo al momento in cui alle OO.SS. sarà presentata, per la discussione, la bozza di O.M..

Lo SNALS-CONFSAL e le altre OO.SS. hanno chiesto all’Amministrazione di chiarire con urgenza le numerose criticità createsi sui titoli di ammissione al prossimo TFA sul sostegno, anche mediante l’utilizzo di apposite FAQ segnalandone, informalmente, già alcune.

In data 11 marzo 2019 hanno avuto inizio le procedure per la presentazione delle domande di mobilità del personale docente, educativo ed ATA per l’anno scolastico 2019/20.

Ricordiamo di seguito le scadenze:

Il personale docente che vuole presentare domanda di mobilità per il prossimo anno scolastico potrà farlo dall’11 marzo al 5 aprile 2019.

Per il personale educativo le istanze potranno essere presentate dal 3 al 28 maggio 2019.

Per il personale ATA le istanze potranno essere presentate dall’1 al 26 aprile 2019.

Per la mobilità professionale e territoriale verso le discipline specifiche dei Licei Musicali la presentazione delle domande è stabilita dal 12 marzo al 5 aprile 2019.

Per gli insegnanti di religione cattolica le domande, infine, potranno essere presentate dal 12 aprile al 15 maggio 2019”.

La Struttura Provinciale SNALS e le sedi decentrate sono a disposizione di tutti coloro che hanno bisogno di supporto per la compilazione degli allegati e l’invio delle domande.

In allegato:

L’intervista a Elvira Serafini su OggiScuola.com

Diplomati Magistrale. Dopo la sentenza gemella del CdS si attende la Cassazione il 12 marzo. Quale secondo il sindacato è la soluzione più idonea per le maestre?

SERAFINI Il Consiglio di Stato, a Sezioni riunite, ha pronunciato un’altra sentenza relativa al complesso problema dei diplomati magistrali. La sentenza riconferma, sostanzialmente, quanto già deliberato a novembre 2018.

In attesa della pronuncia della Cassazione, la cui udienza è fissata per il 12 marzo, coloro che hanno una supplenza annuale sulla base del Decreto Dignità devono poterla proseguire in virtù della norma che prevede l’applicazione di sentenze passate in giudicato entro quattro mesi dalla data del giudizio.

È evidente che questi colleghi parteciperanno al concorso riservato straordinario, che dovrà concludersi con le graduatorie regionali pubblicate entro il prossimo 30 luglio.

Come si vede ci sono diversi passaggi ancora da realizzare e, pertanto, lo Snals Confsal ha chiesto al Ministero l’emanazione di una nota che precisi quanto sopra e di operare affinché i tempi delle procedure concorsuali vengano rispettati onde evitare la vanificazione dei provvedimenti fin qui adottati, cosa che sarebbe veramente drammatica per gli interessati.

 

Terza Fascia. Dopo le promesse del Senatore Pittoni ora si dà il contentino dei punti extra al concorso. Si poteva optare per una soluzione diversa per chi ha decenni di precariato alle spalle?

SERAFINI Sono anni che lo Snals Confsal denuncia la mancanza di una seria politica del personale, non solo dal punto di vista retributivo ma anche professionale. Il precariato storico è un’anomalia della scuola italiana che va decisamente eliminato. La politica ha dato e dà ancora risposte parziali e molte volte ingiuste, cercando un incerto equilibrio tra interessi contrapposti anche tra gli aspiranti docenti.

Sta di fatto che nell’ultima tornata di immissioni in ruolo più del 50% delle cattedre disponibili non è stato assegnato. Ci sono ancora 100 mila cattedre da coprire e necessitano di norme urgenti sul reclutamento che consentano l’assegnazione di tutti i posti a chi ne ha diritto. Il nostro sindacato ritiene che sia necessaria un’azione decisa in favore dei docenti precari che da anni lavorano con contratti a termine. Dopo 36 mesi di rinnovi contrattuali a tempo determinato i precari hanno diritto a essere assunti a tempo indeterminato, secondo la direttiva europea 1999/70/CE.

La vera soluzione sarebbe quella di coprire tutte le vacanze di posti che devono essere calcolati su base triennale e senza distinzione tra organico di diritto e di fatto. Il salto di qualità della scuola sarebbe, dunque, possibile con un riconoscimento adeguato del servizio prestato in condizione di precarietà, il progressivo svuotamento delle Gae e con uno svolgimento regolare dei concorsi sia per posti ordinari sia per il sostegno. Una seria programmazione e il rispetto dei tempi è essenziale per la scuola.

 

Classi pollaio. Si torna a discutere alla Camera sull’annoso problema, ma a monte mancano le risorse finanziarie. È ancora il caso di parlarne?

SERAFINI Il problema del sovraffollamento delle classi è reale e attuale. Tocca da vicino tutti coloro che hanno a che fare con le istituzioni scolastiche: alunni, famiglie, docenti, dirigenti e personale ATA. Classi affollate pregiudicano la qualità della didattica e la tutela della sicurezza. L’incremento del rapporto alunni/classe previsto dal D.L. 25/6/2008, n. 112, ha anche comportato una riduzione dell’organico di circa 87000 docenti, tutto questo è avvenuto senza un contestuale intervento normativo per la riqualificazione degli edifici scolastici.

Lo Snals Confsal, in VII Commissione alla Camera dei Deputati nei giorni scorsi, si è espresso a favore della proposta di legge Azzolina sulla formazione delle classi, che tende a ridurre il numero di alunni per classe. Abbiamo fatto rilevare, però, delle criticità che possono essere corrette innanzitutto prendendo in considerazione un elemento sfuggito al legislatore: una classe è sovraffollata in ragione della capienza dell’aula. In un’aula molto piccola anche 21-22 studenti possono essere troppi.

Se Lei mi chiede se ci vorranno nuove aule, Le rispondo che il problema non è irrisolvibile; ci sono spazi dismessi in questi dieci anni di applicazione del D.L. 112/2008 che possono essere ripristinati.

 

Autonomia scolastica. La regionalizzazione aumenta il divario tra Nord e Sud oppure la scuola è pronta alla tanto amata proposta del Governo?

SERAFINI La regionalizzazione, o meglio l’autonomia differenziata è prevista dalla Costituzione consentendo l’attribuzione, a singole regioni, di ulteriori forme di autonomia in tutte le materie di legislazione concorrente e in tre materie di legislazione statale: istruzione, ambiente e giustizia di pace. Questo nuovo assetto istituzionale implica una serie di problemi di natura politica ed economica di cui attualmente è difficile prevedere la portata e le conseguenze. Il tema è d’interesse generale, è per questo che, prima di entrare nel merito delle singole proposte delle regioni che hanno avanzato richiesta in tal senso, è necessario aprire nel paese e in parlamento un dibattito pubblico.

Fondamentali, innanzitutto, sono la definizione di un quadro generale di norme e criteri, anche per quanto riguarda il federalismo fiscale, e dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale anche in materia di istruzione e che devono concorrere a superare quei divari già esistenti tra aree geografiche del nostro paese e riguardanti gli esiti formativi, il tempo scuola, l’adeguatezza delle strutture e i servizi resi dagli enti locali.

Sono convinta che la presa di posizione del sindacato a sostegno dell’unitarietà del sistema dell’istruzione e della ricerca sia servita a mettere a fuoco i punti critici di questo processo che deve avere la massima trasparenza e condivisione, che al momento sono del tutto mancate.

 

Ampia unità dei sindacati sulle emergenze della scuola. Decisa la mobilitazione.

No alla regionalizzazione, rinnovo del contratto, lotta alla precarietà, situazione del personale ATA

Unite su obiettivi comuni le organizzazioni sindacali più rappresentative del mondo della scuola, dell’università e della ricerca avviano una fase di iniziative organizzate insieme su temi diversi, individuati come vere emergenze, a partire dalle azioni di contrasto alle ipotesi di regionalizzazione del sistema scolastico. Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e Gilda Unams ritengono che quella attuale sia una fase straordinaria e cruciale nella quale è indispensabile rilanciare con forza la valenza strategica del sistema di istruzione, rivendicando significativi investimenti per la valorizzazione delle professionalità e la stabilità del lavoro, condizioni necessarie per assicurare al Paese una scuola di qualità. Obiettivi irrinunciabili da perseguire con un’azione incisiva e determinata. Nei prossimi giorni verrà definito un piano dettagliato di iniziative di mobilitazione, puntando a raccogliere il massimo di unità e compattezza della categoria.

Tante e di grande rilievo le questioni sul tappeto. In primo luogo i progetti di regionalizzazione del sistema di istruzione, contro cui nelle scorse settimane sono scesi in campo sindacati e associazioni, di diversa ispirazione, uniti nel rivendicare la salvaguardia del carattere unitario e nazionale del sistema scolastico, come risorsa posta a garanzia del pieno esercizio dei diritti di cittadinanza indicati nella Costituzione.

C’è un’emergenza salariale, affermano i segretari generali, che si trascina da tempo; trattamenti economici inadeguati a riconoscere l’importanza e il valore del lavoro nei settori della conoscenza determinano una situazione che vede il nostro Paese in pesante svantaggio rispetto alla media delle retribuzioni europee, come attestato più volte da indagini e ricerche internazionali. Le scelte fatte con la legge di stabilità per il 2019 negano ad oggi la possibilità di compiere, col rinnovo del contratto, un passo significativo in direzione di un riallineamento retributivo alla media europea: smentiti ancora una volta impegni e promesse, che non hanno alcuna credibilità se non trovano riscontro in precise e concrete scelte di investimento.

Continua e si aggrava l’emergenza precariato. Il ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato non si è affatto ridotto negli ultimi anni, nonostante ripetuti interventi legislativi in materia di reclutamento. Occorrono soluzioni che consentano da subito la stabilizzazione dei rapporti precari sia nell’area del personale docente che del personale ATA. Non è in gioco solo il diritto al lavoro di tante persone, è la stessa regolarità del servizio che rischia ogni anno di essere compromessa.

Un’altra emergenza riguarda il personale ATA, costretto a carichi di lavoro crescenti e sempre più gravosi, con organici inadeguati e ricorso abnorme, anche in questo settore, a contratti a termine. Pesano norme che ostacolano o impediscono la sostituzione del personale quando si assenta, si accumulano sugli uffici di segreterie incombenze di ogni genere, spesso senza adeguato supporto in termini di strumentazione.

 

Roma, 7 marzo 2019

Flc CGIL                     CISL SCUOLA              UIL SCUOLA RUA              SNALS Confsal                GILDA UNAMS