manifesto sciopero 8 giugno 2020

In una lettera aperta agli alunni e genitori, i sindacati scuola, spiegano le ragioni dello sciopero del 8 giugno 2020.

Pubblichiamo in allegato stralcio del verbale n° 82 della riunione tenutasi presso il  Dipartimento della Protezione Civile del 28 maggio 2020 sulle modalità di ripresa delle attività didattiche del prossimo anno scolastico e vi invitiamo a leggerlo con molta attenzione

2 DOCUMENTO TECNICO SULL’IPOTESI DI RIMODULAZIONE DELLE MISURE CONTENITIVE NEL SETTORE SCOLASTICO

 

Roma, 29 maggio 2020
Prot. n. 147/2020 flcgil FS/AS-stm
Alla Presidenza del Consiglio Dipartimento Funzione Pubblica
Al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali
Al Ministero dell’Istruzione
Alla Commissione di garanzia sul Diritto allo sciopero
ll.ss.
Oggetto: Proclamazione dello Sciopero della Sezione Scuola e Area della Dirigenza del Comparto istruzione e Ricerca e ai sensi dell’art. 4 dell’allegato al CCNL 1998-2001 sottoscritto il 29 maggio 1999 in attuazione della legge 146/90.

Le scriventi OO.SS., esperito il tentativo di Conciliazione in data odierna e verificato l’esito negativo, come da Verbale delle parti, proclamano lo SCIOPERO dell’INTERA GIORNATA per lunedì 8 GIUGNO 2020 della Sezione Scuola e dell’Area della Dirigenza
del Comparto istruzione e Ricerca per rivendicare:
• un piano straordinario di investimenti al fine di rendere possibile la ripresa in condizioni di sicurezza delle attività scolastiche in presenza, come peraltro si evince dalla lettura del documento del CTS “Modalità di ripresa delle attività didattiche del prossimo anno scolastico” del 28/05/2020 e pertanto richiedono il coinvolgimento della Presidenza del Consiglio al fine di individuare nuovi investimenti in materia di personale e sostegno dell’offerta formativa, da inserire a partire dal decreto “Rilancio”;
• adeguate risorse economiche, per consentire un necessario potenziamento degli organici, sia per il personale docente che per il personale Ata, condizioni indispensabili per;
• la riduzione del numero di alunni per classe e consentire un a didattica per gruppi ridotti di alunni. Segnalano, inoltre, episodi inaccettabili di gestione in sede locale degli organici che non sembra tenere conto delle indicazioni riguardanti la necessità di
prevedere una didattica gestita con gruppi classe di ridotta consistenza
• il rispetto rigoroso del tetto massimo di 20 alunni per classe in presenza di alunni con disabilità
• la piena funzionalità alle segreterie scolastiche, garantendo sorveglianza e rigorosa applicazione delle misure di sicurezza e anti-contagio in tutti i plessi e in ogni singolo piano degli edifici
• Il consolidamento, a regime, della figura dell’assistente tecnico in tutte le scuole del primo ciclo
• la revisione dei parametri per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche,attribuendo DS e DSGA titolari alle istituzioni scolastiche con almeno 500 alunni e individuando come limite massimo 900 alunni per ogni istituzione scolastica
• L’Assunzione a tempo indeterminato dal 1° settembre 2020 attingendo da graduatoria per soli titoli del personale con almeno tre anni di servizio
• il Rinnovo delle graduatorie provinciali con procedura on line entro agosto 2020 al fine di consentire l’accesso all’insegnamento ai nuovi aspiranti ed evitare il ricorso alle cosiddette “messe a disposizione”
• l’emanazione del Bando di un concorso riservato per Dsga riservato agli assistenti amministrativi facenti funzione con almeno tre anni di servizio sul profilo privi del titolo di studio specifico
Analoghe rivendicazioni vengono rappresentate per quanto concerne la responsabilità della dirigenza scolastica e le problematiche retributive.
Per l’Area della Dirigenza non sono più procrastinabili:
• gli interventi relativi alla responsabilità in materia di sicurezza;
• l’attivazione delle procedure relative alla rilevazione dello stress lavoro correlato dei dirigenti scolastici;
• l’erogazione delle risorse economiche necessarie a compensare il taglio del FUN a partire dall’anno scolastico 2017/18, in applicazione dell’Intesa sottoscritta il 20 dicembre 2019.
Per garantire un funzionamento delle scuole sono inoltre indispensabili specifici investimenti per:
• un piano di formazione di tutto il personale;
• il potenziamento degli strumenti informatici
• assicurare un rinnovo contrattuale che sappia riconoscere le diverse professionalità operanti nel sistema scuola con risorse aggiuntive
• provvedere a incrementare le risorse per il miglioramento dell’offerta formativa
• intervenire in tema di edilizia scolastica se non altro per consentire di lavorare e studiare in edifici sicuri.
Infine, rappresentano la forte contrarietà per la conclusione della vertenza relativa al precariato dei docenti con 36 mesi di servizio ribadendo, ancora una volta, la necessità di interventi per assicurare alle scuole tutti i docenti necessari, attraverso un percorso per
soli titoli che valorizzi l’esperienza e la professionalità come anche la mancata attenzione per un apposito percorso di abilitazione semplificato rivolto a tutto il personale docente, anche già di ruolo. Inaccettabile, inoltre, tenuto conto dell’assoluto bisogno di docenti
specializzati, l’assenza di opportune soluzioni per assicurare l’immediata stabilizzazione del personale di sostegno con il titolo.
FLC CGIL Francesco Sinopoli CISL Scuola Maddalena Gissi
UIL Scuola Rua Giuseppe Turi SNALS Confsal Elvira Serafini
GILDA Unams Rino Di Meglio

Tavolo di conciliazione: risposte insoddisfacenti da parte del Ministero.
I Sindacati indicono lo sciopero della scuola l’8 giugno.
Per ripartire servono investimenti straordinari, non piccoli aggiustamenti.
Si è svolto oggi in videoconferenza l’incontro col Ministero dell’Istruzione per il tentativo di conciliazione chiesto dai sindacati a seguito della proclamazione dello stato di agitazione. L’incontro, presieduto dal Capo di Gabinetto, Dott. Luigi Fiorentino, ha lasciato del tutto insoddisfatte le organizzazioni sindacali che l’avevano richiesto, rappresentate dai loro segretari generali.
Eccezion fatta per l’aggiornamento delle graduatorie dei supplenti, proposta che aveva già trovato risposta risolutiva nel testo di conversione del Decreto Scuola approvato nei giorni scorsi dal Senato, su tutte le altre questioni esposte nella lettera inviata per il tentativo di conciliazione le Organizzazioni Sindacali hanno dovuto prendere atto della totale assenza di precisi impegni da parte dell’Amministrazione.
In modo particolare, nessuna disponibilità rispetto alla richiesta di un potenziamento degli organici del personale docente e ATA, la cui necessità è resa evidente dai contenuti del documento con cui il Comitato Tecnico Scientifico indica le misure indispensabili per un riavvio in sicurezza delle attività in presenza, fissando parametri di distanziamento che imporranno un’articolazione del lavoro su gruppi ridotti di alunni. Tale documento, nel fornire un dettagliato quadro della situazione di cui si dovrà tenere conto nel programmare la riapertura delle scuole dal prossimo settembre, alla luce di tutte le precauzioni da adottare per prevenire rischi di contagio, ha reso ancor più evidente l’insufficienza delle risorse destinate al sistema d’istruzione per fronteggiare l’emergenza; per consentire di far fronte all’accresciuto fabbisogno di docenti e collaboratori scolastici, oltre che alla necessaria dotazione di materiali igienico sanitari e di DPI per alunni e personale, occorre infatti prevedere un loro sostanzioso incremento. Se davvero si vuol tornare in sicurezza alle attività in presenza, non bastano piccoli aggiustamenti, servono investimenti straordinari.
Ugualmente non accolte, nell’incontro di oggi, tutte le richieste avanzate dai sindacati: garantire il rigoroso rispetto del limite di 20 alunni per classe in caso di presenza di allievi con disabilità, rivedere almeno nella presente emergenza i parametri per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, provvedere alla messa in sicurezza degli edifici, promuovere modifiche normative che sottraggano i Dirigenti Scolastici da responsabilità improprie in merito alla manutenzione degli edifici, incrementare le risorse del FUN per la Dirigenza, prevedere un concorso riservato agli assistenti amministrativi facenti funzione di DSGA. Tutto ciò si aggiunge alla mancata attuazione degli impegni che avrebbero consentito a molti precari con almeno tre anni di servizio una stabilizzazione del rapporto di lavoro già il prossimo settembre, così come non vi è alcuna certezza sulle risorse da destinare al rinnovo del Contratto per il triennio 2019-21.
Dall’esito totalmente negativo del tentativo di conciliazione consegue la decisione dei sindacati di indire lo sciopero di tutto il personale della scuola statale per l’intera giornata di lunedì 8 giugno. È una decisione assunta nella piena consapevolezza del carattere
straordinario della situazione in cui la scuola si trova costretta a operare, in un contesto di generale emergenza per l’intera collettività, nel quale tuttavia sono emersi con ancor più evidenza ritardi e carenze da cui il nostro sistema è afflitto per la mancanza di un adeguato livello di investimento, evidenziato più volte negli ultimi anni nelle indagini e nei confronti internazionali. Proprio per questo si fa oggi ancor più pressante la necessità di ridare a istruzione e formazione la dovuta centralità nelle scelte politiche, perché il superamento dell’attuale emergenza, con un ritorno in piena sicurezza alle attività in presenza, segni anche per il sistema scolastico un momento importante di rinnovamento e di crescita.
È forte il timore per la riapertura delle scuole, mancando ad oggi un progetto chiaro e ben definito sulle modalità con cui tornare all’attività didattica in presenza. Il personale della scuola ha dato in questi mesi una grande prova di responsabilità, senso civico, passione per il proprio lavoro: non possono essere queste le uniche risorse su cui far conto, è il momento che faccia fino in fondo la sua parte chi ha la responsabilità di governare il Paese.
Roma, 29 maggio 2020
Flc CGIL Francesco Sinopoli  CISL Scuola Maddalena Gissi
UIL Scuola Rua Giuseppe Turi SNALS Confsal Elvira Serafini
GILDA Unams Rino Di Meglio

Verbale di incontro
Con riferimento allo stato di agitazione proclamato dalle organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl Fsur, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e FGU Gilda Unams con riferimento alla sezione Scuola del comparto e dell’Area della dirigenza dell’Istruzione e ricerca è stato convocato per il giorno 29 maggio 2020, alle ore 12.00, presso l’Ufficio di Gabinetto del Ministero dell’Istruzione l’Organismo di conciliazione a livello nazionale di cui al D.M.127/2000.
Sono presenti
per il Ministero dell’Istruzione:
per le OO.SS.
Flc Cgil Francesco Sinopoli
Cisl Scuola Fsur Maddalena Gissi
Uil Scuola Rua Giuseppe Turi
Snals Confsal Elvira Serafini
FGU Gilda Unams Rino Di Meglio
Le organizzazioni sindacali rappresentano forti preoccupazioni per la ripresa delle attività didattiche per il prossimo anno e per lo stato delle relazioni sindacali. In particolare,
• rivendicano un piano straordinario di investimenti al fine di rendere possibile la ripresa in condizioni di sicurezza delle attività scolastiche in presenza, come peraltro si evince dalla lettura del documento del CTS “Modalità di ripresa delle attività didattiche del prossimo anno scolastico” del 28/05/2020 e pertanto richiedono il coinvolgimento della Presidenza del Consiglio al fine di individuare nuovi investimenti in materia di personale e sostegno dell’offerta formativa, da inserire a partire dal decreto “Rilancio”;
• richiedono adeguate risorse economiche, per consentire un necessario potenziamento degli organici, sia per il personale docente che per il personale Ata, condizioni indispensabili per;
o Ridurre il numero di alunni per classe e consentire un a didattica per gruppi ridotti di alunni. Segnalano, inoltre, episodi inaccettabili di gestione in sede locale degli organici che non sembra tenere conto delle indicazioni riguardanti la necessità di prevedere una didattica gestita con gruppi classe di ridotta consistenza
o Rispettare rigorosamente il tetto massimo di 20 alunni per classe in presenza di alunni con disabilità
o Assicurare piena funzionalità alle segreterie scolastiche, garantendo sorveglianza e rigorosa applicazione delle misure di sicurezza e anti-contagio in tutti i plessi e in ogni singolo piano degli edifici
o Consolidare a regime la figura dell’assistente tecnico in tutte le scuole del primo ciclo
o Rivedere i parametri per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche, attribuendo DS e DSGA titolari alle istituzioni scolastiche con almeno 500 alunni e individuando come limite massimo 900 alunni per ogni istituzione scolastica
o Assumere a tempo indeterminato dal 1° settembre 2020 attingendo da graduatoria per soli titoli del personale con almeno tre anni di servizio
o Rinnovare le graduatorie provinciali con procedura on line entro agosto 2020 al fine di consentire l’accesso all’insegnamento ai nuovi aspiranti ed evitare il ricorso alle cosiddette “messe a disposizione”
o Bandire un concorso riservato per Dsga riservato agli assistenti amministrativi facenti funzione con almeno tre anni di servizio sul profilo
Analoghe preoccupazioni vengono rappresentate per quanto concerne la responsabilità della dirigenza scolastica e le problematiche retributive.
Per l’Area della Dirigenza non sono più procrastinabili:
• gli interventi relativi alla responsabilità in materia di sicurezza;
• l’attivazione delle procedure relative alla rilevazione dello stress lavoro correlato dei dirigenti scolastici;
• l’erogazione delle risorse economiche necessarie a compensare il taglio del FUN a partire dall’anno scolastico 2017/18, in applicazione dell’Intesa sottoscritta il 20 dicembre 2019.
Per garantire un funzionamento delle scuole sono inoltre indispensabili specifici investimento per:
• un piano di formazione di tutto il personale;
• il potenziamento degli strumenti informatici
• assicurare un rinnovo contrattuale che sappia riconoscere le diverse professionalità operanti nel sistema scuola con risorse aggiuntive
• provvedere a incrementare le risorse per il miglioramento dell’offerta formativa
• intervenire in tema di edilizia scolastica se non altro per consentire di lavorare e studiare in edifici sicuri.
Infine, rappresentano la forte amarezza e contrarietà per la conclusione della vertenza relativa al precariato dei docenti con 36 mesi di servizio ribadendo, ancora una volta, la necessità di interventi per assicurare alle scuole tutti i docenti necessari, attraverso un percorso per soli titoli che valorizzi l’esperienza e la professionalità come anche la mancata attenzione per un apposito percorso di abilitazione semplificato rivolto a tutto il personale docente, anche già di ruolo. Inaccettabile, inoltre, tenuto conto dell’assoluto bisogno di docenti specializzati, l’assenza di opportune soluzioni per assicurare l’immediata stabilizzazione del personale di sostegno con il titolo.
L’Amministrazione, nella sua replica con riferimento alle risorse economiche necessarie indica quanto già finanziato per l’edilizia scolastica sia con i provvedimenti già approvati che con quelli in approvazione.
Per quanto concerne le risorse di organico necessarie a garantire il giusto distanziamento sociale previsto dalla attuale normativa ritiene di non poter intervenire causa l’attuale calo demografico che, a detta dell’Amministrazione, verrebbe a provocare fenomeno di surplus di personale.
Per quanto riguarda il riferimento alla questione dei precari ribadisce di osservare la volontà del legislatore senza commentare ulteriormente. In merito al personale facente funzione rinvia a tavoli tecnici con l’ARAN l’individuazione delle possibili soluzioni tenendo conto delle attuali disposizioni di legge.
Le Organizzazioni Sindacali, in replica, osservano come sia indispensabile un preciso impegno politico al fine di rimettere la scuola al centro del progetto del rilancio del Paese sia con opportuni investimenti, che si ritengono, allo stato attuale, fortemente carenti ed assolutamente insufficienti per i bisogni, sia con gli indispensabili incrementi di organici del personale per consentire a tutti gli studenti e le studentesse una serena e fattiva ripresa delle attività didattiche.
In conclusione, preso atto che
• sono ormai trascorsi due anni dall’inizio della vertenza;
• sono stati sottoscritti due accordi di cui uno con l’attuale Presidente del Consiglio
• preso atto delle risposte assolutamente insufficienti dell’Amministrazione
le Organizzazioni Sindacali si dichiarano assolutamente insoddisfatte e confermano lo stato di agitazione e proclamano lo sciopero
29 maggio 2020

pubblichiamo in allegato la tabella riepilogativa pubblicata dal ministero relativa ai posti dei dirigenti scolastici disponibili al 22 maggio

Riepilogo posti D.S. al 22 maggio 2020 (1)

I

Si è svolto il 27 maggio alle ore 12 al Miur, in videoconferenza, il confronto sugli incarichi dei dirigenti scolastici con decorrenza 1.9.2020, richiesto dall’amministrazione a seguito dell’informazione resa il 22 maggio.

L’amministrazione era rappresentata dal Capo Dipartimento Dott Bruschi, dalla Dott.ssa Sabrina Capasso e dalla Dott.ssa Guglielmi.

Le dotazioni organiche dei dirigenti scolastici per il prossimo anno scolastico fanno registrare un totale di 8.054 istituzioni scolastiche di cui 398 sottodimensionate per complessivi 7.785 posti di dirigente scolastico di cui 129 per i CPIA. Le scuole sottodimensionate saranno ricoperte da incarichi di reggenza. Considerando le cessazioni (508) i posti accantonati per le riserve (52) e i trattenimenti in servizio(39), restano 479 posti vacanti.

Secondo la nota che ci è stata illustrata la scadenza per domande di mutamento di incarico e per la mobilità interregionale è fissata al 22 giugno mentre gli USR dovranno completare le operazioni entro il 15 luglio.

Gli USR devono inviare le istanze di mobilità interregionale agli uffici di destinazione entro il 6 luglio e dovranno inoltre comunicare, eventualmente entro il 22 luglio, alla DGPER, il numero dei posti vacanti e disponibili, dopo le operazioni di mobilità, per consentire di calcolarne il 20% da destinare ai soggetti inclusi nelle graduatorie di cui al DDG 13 luglio 2011 della Regione Campania, previo assenso degli uffici regionali interessati. Successivamente saranno fornite le indicazioni per i candidati interessati alla procedura.

La mobilità interregionale sarà attuata con le previsioni del C.C.N.L. Area Dirigenziale Istruzione e Ricerca, sottoscritto in data 08/07/2019, che modificano l’articolo 9, comma 4 del CCNL Area V del 15/7/2010. E’ pertanto possibile procedere alla mobilità interregionale, su richiesta del dirigente scolastico alla scadenza del suo incarico, fino al limite del 30% dei posti annualmente vacanti nei ruoli della regione di destinazione, con il solo assenso del dirigente dell’Ufficio scolastico regionale di provenienza, mentre non è più previsto il consenso del dirigente dell’Ufficio scolastico della regione richiesta.  L’assegnazione degli incarichi dirigenziali è effettuata nell’ordine previsto dall’articolo 11 comma 5 del C.C.N.L. – Area V – sottoscritto in data 11/07/2006 e s.m.i.:

  1. a) conferma degli incarichi ricoperti alla scadenza del contratto;
  2. b) assegnazione di altro incarico per ristrutturazione, riorganizzazione o sottodimensionamento dell’ufficio dirigenziale;
  3. c) conferimento di nuovo incarico alla scadenza del contratto e assegnazione degli incarichi ai dirigenti scolastici che rientrano, ai sensi delle disposizioni vigenti, dal collocamento fuori ruolo, comando o utilizzazione, ivi compresi gli incarichi sindacali e quelli all’estero;
  4. d) mutamento d’incarico in pendenza di contratto individuale;
  5. e) mutamento d’incarico in casi eccezionali.

 

Nel corso dell’incontro, lo Snals-Confsal ha sottoposto all’attenzione dell’amministrazione alcune osservazioni chiedendone la verbalizzazione.

Le operazioni di mobilità interregionale dovrebbero essere attuate con maggiore trasparenza rispetto al passato e dovrebbero essere garantite dall’uso di criteri oggettivi, anche al fine di evitare arbitrari mutamenti di incarico in pendenza di contratto.

Chiediamo di fornire indicazioni a tutte le Regioni affinché applichino il limite massimo del 30% dei posti vacanti da destinare alla mobilità interregionale.

Dovrebbe essere prevista e richiamata nella nota la possibilità di chiedere la mobilità interregionale anche in pendenza di incarico per i dirigenti neoassunti per casi di particolare rilevanza previsti da norme speciali.

Segnaliamo la necessità, anche in considerazione della drammatica attualità che stiamo vivendo, di sostenere sul piano legislativo un provvedimento che consenta una deroga ai limiti di mutamento di incarico per i dirigenti scolastici che si trovano a lavorare fuori regione in ragione delle scelte imposte dal DDG del 2017 relativo al concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici.

Poniamo all’attenzione dell’amministrazione la necessità di trasferire al livello politico l’eventuale ricollocamento in graduatoria, magari in coda, per i depennati dell’ultimo concorso per rinuncia. Sollecitiamo, inoltre, il Ministero in sede di conferenza Stato–Regioni a rivedere i criteri per l’attribuzione delle dirigenze per le scuole sottodimensionate ma che per volontà delle regioni hanno conservato la personalità giuridica.

L’amministrazione ha posto un sostanziale rifiuto a considerare il mutamento di incarico con la mobilità interregionale per i dirigenti neoassunti per i limiti posti dal bando di concorso di cui al DDG del 2017 ma ha anche posto la propria disponibilità a considerare in un tavolo di confronto le procedure per le immissioni in ruolo per il prossimo anno scolastico.

Da parte del Ministero è stata auspicata anche l’apertura di un confronto su nuove modalità di supporto ed accompagnamento dei dirigenti neoassunti, in considerazione delle drammatiche condizioni in cui si trovano ad esercitare la funzione dirigenziale.

 

Lo Snals-Confsal, preso atto della volontà del Ministero dell’Istruzione di destinare i posti resisi disponibili per i cd pensionamenti “quota 100” 2018/19 e alle immissioni in ruolo relative al contingente 2019/2020 sottraendoli alle operazioni di mobilità

COMUNICA

di aver già predisposto le necessarie azioni giudiziarie avverso il provvedimento ministeriale al fine di garantire la priorità, legislativamente prevista, dei docenti che hanno presentato domanda di mobilità con l’indicazione della preferenza sui posti resisi disponibili in relazione alle cessazioni indicate.

Infatti, con  Decreto n. 12 del 18.05.2020 il Ministero dell’Istruzione ha autorizzato il contingente per le assunzioni a tempo indeterminato di personale docente per la scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado (pari a 4.500 posti) stabilendo che le stesse sono da effettuarsi a valere sull’anno scolastico 2019/20 in applicazione dell’art. 1, comma 18-quater, del decreto legge 29 ottobre 2019, n. 126, convertito con modificazioni dalla legge 20 dicembre 2019, n. 159, in quanto ascrivibili alle cessazioni dal servizio cd quota 100 e considerata l’effettiva disponibilità di aspiranti nelle graduatorie vigenti.

Le immissioni in ruolo verranno disposte sulle sedi resisi libere con decorrenza 1° settembre 2019 ledendo così il principio che tutte le sedi resisi disponibili in organico devono “passare prima dai trasferimenti” mentre le nuove nomine in ruolo vanno fatte sulle sedi residue.

In forza della disposizione di cui all’art. 3 del comma 6 del predetto decreto, recante la disciplina della “sequenza delle operazioni” è disposto infatti che “l’assegnazione delle sedi ai soggetti immessi in ruolo ai sensi dell’articolo 1 avverrà con priorità rispetto alle ordinarie operazioni di mobilità e di immissione in ruolo da disporsi per l’anno scolastico 2020/2021”.

Tale disposizione è adottata sulla base della previsione di cui all’art. 1 comma 18 quater della legge n. 159 del 20.12.2019 secondo cui “In via straordinaria, nei posti dell’organico del personale docente, vacanti e disponibili al 31 agosto 2019, per i quali non è stato possibile procedere alle immissioni in ruolo, pur in presenza di soggetti iscritti utilmente nelle graduatorie valide a tale fine, in considerazione dei tempi di applicazione dell’articolo 14, comma 7, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, sono nominati in ruolo i soggetti inseriti a pieno titolo nelle graduatorie valide per la stipulazione di contratti di lavoro a tempo indeterminato, che siano in posizione utile per la nomina rispetto ai predetti posti. La predetta nomina ha decorrenza giuridica dal 1° settembre 2019 e decorrenza economica dalla presa di servizio, che avviene nell’anno scolastico 2020/2021. I soggetti di cui al presente comma scelgono la provincia e la sede di assegnazione con priorità rispetto alle ordinarie operazioni di mobilità e di immissione in ruolo da disporsi per l’anno scolastico 2020/2021”.

Tali disposizioni sono lesive della competenza riservata alla contrattazione sindacale in materia di ripartizione tra posti riservati alla mobilità da fuori provincia e quelli riservati alle immissioni in ruolo così come specificamente previsto dalla disposizione di cui all’art. 470 del Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 recante la disciplina della “Mobilità professionale” secondo cui

1. Specifici accordi contrattuali tra le organizzazioni sindacali ed il Ministero della pubblica istruzione definiscono tempi e modalità per il conseguimento dell’equiparazione tra mobilita professionale (passaggi di cattedra e di ruolo) e quella territoriale, nonché per il superamento della ripartizione tra posti riservati alla mobilità da fuori provincia e quelli riservati alle immissioni in ruolo, in modo che queste ultime siano effettuate sui posti residui che rimangono vacanti e disponibili dopo il completamento delle operazioni relative alla mobilità professionale e territoriale in ciascun anno scolastico.

  1. Con gli accordi di cui al comma 1 sono parimenti determinati l’ordine di priorità tra le varie operazioni di mobilità, criteri e le modalità di formazione delle relative graduatorie”.

Ne consegue che la sottrazione di tale competenza alla contrattazione sindacale è illegittima come recentemente stabilito dal Consiglio di Stato (nell’Ordinanza del 22.07.2019): l’art. 470 del d.Lgs. 297/1994 prevede una riserva di negoziazione e in base alla sua attuale formulazionela priorità alle nuove nomine in ruolo esiste solo per i posti liberi all’esito delle operazioni di mobilità.

Lo Snals-Confsal pertanto, ha predisposto l’az. N.18/2020 disponibili sul sito internet del sindacato all’indirizzo www.snals.it, nell’area ufficio legale per la relativa adesione.

Per aderire al ricorso gli interessati dovranno compilare la scheda di adesione online e trasmettere per posta (con racc. A.R. 1) all’Ufficio Legale Snals, all’indirizzo Via Leopoldo Serra n. 5 – 00153 Roma – entro e non oltre il 30.06.2020 (in formato A4, non fronte/retro, e soprattutto i documenti non devono essere spillati) i documenti che saranno indicati in piattaforma.

Il tutto dovrà essere anticipato all’indirizzo email legale@snals.it indicando in oggetto il numero dell’azione.

 

Il contributo per il ricorso è di €. 100,00.

Si precisa che  verranno attivati i ricorsi con un numero minimo di 20 ricorrenti.

 

Infine, si ricorda che  tutte le informazioni inerenti i ricorsi sono sempre disponibili sul sito internet del sindacato all’indirizzo www.snals.it, nell’area ufficio legale (RICORSI proposti dall’Ufficio legale SNALS CONFSAL – Riepilogo per l’anno 2020), sul sito di giustizia amministrativa.

 

Cordiali saluti.

SNALS  CONFSAL

F.to Elvira Serafini