SUL DIMENSIONAMENTO DELLA RETE SCOLASTICA FUGA IN AVANTI DELLA REGIONE PUGLIA: I SINDACATI INSORGONO

Le scriventi Organizzazioni Sindacali, alla luce della proposta di dimensionamento della rete scolastica pugliese, decisa dalla regione in maniera autoreferenziale e da cui prendono le distanze, stigmatizzano il comportamento dell’assessorato all’istruzione. “Vogliamo ricordare che le decisioni si assumono a valle di un percorso che vede coinvolti, come ogni anno, tutti gli attori, così come indicato nelle linee di indirizzo deliberate dalla stessa giunta regionale’. La proposta, con cui addirittura si creano “mostri” di scuole da quasi 1.800 alunni, non ha fatto altro che generare tensioni inutili, avendo la Regione invertito un percorso decisionale che parte dalle proposte delle comunità educanti e degli enti locali per sfociare nella delibera di giunta regionale entro il mese di novembre. Considerato quanto accaduto e la situazione di caos generata dalla pubblicazione del piano di dimensionamento nonché dalla contemporanea diffusione tramite gli organi di stampa, le scriventi auspicano una nota di chiarimento da parte dell’assessore competente oltre che la contemporanea convocazione di un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali.

Bari, 17 agosto 2023

FLC CGIL   CISL SCUOLA      UIL SCUOLA      SNALS-CONFSAL      FGU-GILDA
E. Falco              G. Guido               G.Verga                  V. Masciale         F. Capacchione

Comunicato stampa

In Piena sintonia “ esordisce il segretario regionale Snals Vito Masciale” con quanto espresso a livello nazionale dal segretario generale Elvia Serafini “ dissentiamo totalmente dal metodo proposto dall ‘assessorato regionale per la riduzione delle scuole in Puglia nel rispetto di quanto previsto dalla legge nazionale. I criteri proposti non portano ad una soluzione che assicuri sul territorio l’erogazione di un servizio di istruzione di qualità che metta al centro la persona/ alunno così come richiesto dalla costituzione e dalle teorie didattiche degli ultimi anni. In Puglia regione col triste primato di una dispersione scolastica al 17% il rischio che si corre con istituti elefantiaci ed ingovernabili è di veder aumentare l’abbandono scolastico già dalla scuola dell’obbligo con gravi ripercussioni sociali e per lo sviluppo futuro della nostra regione. ” Ci auguriamo “conclude il segretario Masciale “che l’assessore non lasci inascoltato l’appello che con tutte le altre sigle sindacali gli abbiano rivolto altrimenti sarà un autunno di grandi tensioni nella scuola pugliese già in sofferenza per i problemi legati alla riformulazione del Pnrr.”

IL NUOVO DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO INIZIA A PRODURRE I SUOI DELETERI EFFETTI PER LA SCUOLA E COLPISCE SOPRATTUTTO IL SUD

 

La Giunta regionale della Puglia ha approvato i criteri per il nuovo dimensionamento della rete scolastica, voluto dalla legge di bilancio e messo in atto con un decreto interministeriale unilaterale. A farne le spese in Puglia soprattutto le scuole del primo ciclo, cioè scuole dell’infanzia , primaria e medie, con una riduzione di 58 autonomie scolastiche situate in 60 Comuni. Saranno proprio i Comuni quindi a doversi assumere la responsabilità di scelte calate dall’alto, dietro lo scudo del PNRR che non ha imposto la riduzione delle scuole ma solo l’eliminazione progressiva delle reggenze.

lì PNRR, tra l’altro, mette a disposizione notevoli risorse ma queste risorse sono destinate a investimenti in conto capitale. Non basta potenziare le strutture quando non sono previsti finanziamenti per sostenere i servizi che le rendono fruibili realmente. Basti pensare agli investimenti per le strutture destinate ai servizi educativi per l’infanzia senza un adeguato rifinanziamento dei fondi per gli enti locali.

La costituzione di Istituti autonomi attraverso l’aggregazione di più plessi dislocati anche in Comuni diversi, a grandi distanze fra loro, determinerà notevoli problemi di gestione del servizio scolastico, soprattutto al Sud. In Puglia, per esempio, dove il territorio regionale è molto differenziato dal punto di vista geografico, la riduzione lineare del numero delle scuole comporterà notevoli disagi alla popolazione scolastica. Il PNRR anziché creare nuove opportunità di sviluppo per le zone più povere rischia di aumentare i divari territoriali.

La forte crisi demografica legata alla denatalità, anziché essere un’occasione per investire sulla qualità della scuola, è stata invece il pretesto per ridurre ulteriormente il numero delle scuole, accentuando le difficoltà gestionali con gravi ripercussioni sulla qualità dell’insegnamento e sul diritto all’apprendimento degli alunni. Avremo una riduzione degli organici del personale ATA, una forte limitazione della partecipazione democratica negli organi collegiali di istituto, resi ingovernabili da un eccessivo numero di partecipanti, soprattutto nei segmenti formativi come quelli dell’infanzia e della primaria che hanno necessità di consolidare le relazioni con i bambini e le famiglie.

Lo Snals Confsal non potrà mai condividere scelte che assimilano le scuole a tutte le altre amministrazioni pubbliche con logiche esclusivamente gestionali, senza tener conto delle finalità educative dell’autonomia funzionale ad esse attribuita. Gli investimenti previsti dal PNRR per la scuola richiedono invece la presenza di istituzioni scolastiche che per dimensioni e complessità siano in grado di gestire le complesse procedure amministrative che dovranno essere attivate.

Lo Snals Confsal metterà in atto ogni iniziativa di lotta a livello territoriale contro l’autonomia differenziata nel settore dell’istruzione chiamando alla mobilitazione tutto il personale della scuola.

Elvira Serafini

Si comunica che la sede di Bari e le sedi territoriali delle province Bari-Bat  interromperanno la consulenza in presenza da lunedì 14 a giovedì 24 agosto. L’attività riprenderà regolarmente con l’orario estivo 15.30-18.30 a partire da lunedì 28 agosto. Per le urgenze è possibile inviare una mail all’indirizzo info@snalsbari.it indicando la motivazione ed un recapito telefonico. Si assicura pronto riscontro. Grazie per la collaborazione e auguri di serene vacanze a tutta la famiglia Snals.

 

Con lo schema di decreto del Presidente della Repubblica, deliberato oggi dal Consiglio dei Ministri, saranno autorizzate le assunzioni in ruolo a tempo indeterminato di oltre 62 mila immissioni in ruolo.

Nello specifico, spiega il Ministero, si tratta di

52 unità di personale educativo-PED;
50.807 unità di personale docente (di cui 32.784 su posto comune e 18.023 su sostegno);
419 unità di insegnanti di Religione cattolica;
10.913 unità di personale assistenti tecnico ausiliari-ATA;
280 unità di dirigenti scolastici.

Si tratta di un significativo passaggio per il sistema nazionale d’istruzione e formazione, importante per la funzionalità della scuola italiana e per la riduzione del precariato. Al numero di 50.807 si aggiungeranno 30.000 posti per il prossimo concorso PNRR, programmato per settembre, al fine di realizzare nei prossimi anni il target finale di 70.000”, ha dichiarato il Ministro Giuseppe Valditara.

Il titolare del dicastero di Viale Trastevere ha annunciato in merito che presto le procedure concorsuali inizieranno: “Anche la macchina dei concorsi è avviata in quanto abbiamo ottenuto l’autorizzazione a bandirli e stiamo condividendo i regolamenti di concorso con Bruxelles. Contiamo di avviare le procedure di concorso in autunno”.

 

A seguito del primo incontro sulla salute e sicurezza sul lavoro, tenutosi

il 22 giugno 2023 con il Ministro Elvira Calderone, il 05 luglio 2023

si è svolta presso il Ministero del Lavoro una riunione di prosecuzione

dei lavori sulle misure introdotte dal Decreto Lavoro, convertito in legge 3 luglio 2023,
n. 85, in ordine al sistema di istruzione e formazione.
In apertura della riunione sono state illustrate le norme introdotte

dal Decreto Lavoro di interesse per il settore dell’Istruzione:
Il Decreto Lavoro ha introdotto modifiche al D.lgs. 81/08 che pongono in capo

agli enti locali competenti la valutazione, in via congiunta con i dirigenti scolastici,

dei rischi connessi all’utilizzo degli edifici da parte delle scuole e i conseguenti

interventi con le risorse disponibili. Istituito un fondo per il risarcimento degli

infortuni in alternanza scuola lavoro. Estesa la copertura assicurativa
INAIL a tutti gli infortuni che avvengono durante tutte le attività formative.
La Confsal, rappresentata al tavolo dalla Segretaria generale Snals Elvira Serafini

e dalla Vicaria IreneTempera, ha sottolineato che la valutazione dei rischi da

parte degli enti locali, in via congiunta con i dirigenti scolastici, deve essere vincolante.

In caso di inerzia dell’ente locale, infatti, la responsabilità potrebbe ricadere di nuovo

in via esclusiva sui dirigenti scolastici. Inoltre, non dovrebbero essere posti limiti

di risorse finanziarie per interventi finalizzati a garantire l’incolumità
di alunni e personale.
La Confsal valuta poi positivamente, ai fini di una migliore qualificazione a

tutela di una maggiore sicurezza, l’inserimento di un ulteriore titolo di studio

per i coordinatori dei lavori nei cantieri temporanei o mobili e apprezza

l’impegno del Ministro Valditara per aver mantenuto l’impegno di
garantire maggiori e più estese tutele ad alunni e personale.
Il Decreto prevede anche, per le imprese che ospitano i PCTO, l’obbligo

di integrare il proprio documento di valutazione dei rischi con una sezione

dedicata alle misure di prevenzione per gli alunni coinvolti, con particolare

riferimento a dispositivi e segni identificativi.
Per la Confsal i PCTO devono essere distinti da qualsiasi surrettizia forma

di utilizzazione impropria di forza lavoro. I PCTO devono essere considerati

come una metodologia didattica finalizzata al consolidamento delle competenze

acquisite dagli alunni nei percorsi di studio ordinari. Così come
andranno individuate nuove risorse nel FMOF per la remunerazione dei docenti

che assumono il ruolo di tutor nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento.

Diventa fondamentale un percorso di formazione per tutti i soggetti interessati ai Percorsi di alternanza.

Egregio Presidente,
nel ringraziare la Commissione da Lei presieduta per la possibilità di esprimere il nostro punto di vista premettiamo che come Confsal siamo assolutamente d’accordo sull’aspetto comune ad entrambe le proposte A.C.373 e A.C. 630 circa l’introduzione all’interno della scuola secondaria dell’insegnamento in materia di sicurezza sul lavoro.
Tanto è vero che questo aspetto è uno dei punti più significativi delle proposte in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che la nostra Confederazione, ha reso pubbliche da tempo tramite il proprio “Decalogo per la prevenzione partecipata” che alleghiamo alla presente memoria, unitamente alle nostre ipotesi di modifica normativa per poterle attuare.
Ciò premesso, rispetto alle differenziazioni delle proposte di legge di cui trattiamo sottolineiamo, innanzitutto, che la ratio dell’AC 630 appare a nostro avviso, quale sindacato dei lavoratori, maggiormente condivisibile, vista l’impostazione più ampia “per promuovere la diffusione della cultura del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Per quanto bisognerebbe parlare di sicurezza “sul lavoro” e non più di sicurezza “nei luoghi di lavoro” vista l’evoluzione tumultuosa delle nuove forme di lavoro, ci sembra giusto inserire la salute e sicurezza sul lavoro in un ambito più ampio, quale appunto il diritto del lavoro che guardi allo status del lavoratore a tutto tondo…
Non per questo è disprezzabile la ratio dell’AC. 373 di insegnare la “cultura della sicurezza” in senso ampio, compreso quindi anche l’ambito domestico e scolastico, non solo quello lavorativo, ma ci permettiamo di sottolineare quanto a volte gli aspetti culturali in ambiti specifici che si nutrono di grandi tecnicismi, quali quello della salute e sicurezza sul lavoro, rischiano di essere poco efficaci se declinati con troppa genericità.
Per quanto riguarda le ipotesi divergenti fra i due progetti di legge in esame di inserire l’insegnamento della materia nelle scuole di primo e secondo grado ovvero solo in quelle di secondo grado, coerentemente con le nostre proposte richiamate all’inizio, riteniamo che debba essere introdotto l’insegnamento della materia in questione nei curricoli degli istituti di secondo grado.
Così come, per quanto riguarda il monte orario, riteniamo che venga calcolato nella misura non inferiore a un’ora per ciascuna settimana di lezione.
Circa, infine, la questione se i docenti debbano essere scelti tra quelli delle discipline scientifiche ovvero quelli afferenti alle discipline giuridiche ed economiche è di tutta evidenza quanto tale differenza sia legata alla ratio di fondo dell’una o dell’altra proposta, come già accennato sopra.
Per quanto ci riguarda quest’ultimo aspetto ha un’importanza relativa rispetto, invece, alla necessità di buona formazione dei docenti, così come alla possibilità di poter coinvolgere anche figure specialistiche della materia in ausilio ai docenti stessi, laddove ritenuto utile.
A completamento delle osservazioni esposte, alleghiamo la declinazione delle ipotesi di modifiche normative, presenti nel nostro Decalogo Sicurezza, a corredo del punto 2 che parla della fattispecie.
Fatto salvo, tutto quanto finora espresso, come Confsal pensiamo che il Parlamento non possa perdere l’occasione di portare a conclusione positiva un iter legislativo che comporti l’introduzione strutturale nei programmi didattici dell’insegnamento del lavoro salubre e sicuro e di come questo possa essere e rimanere tale nel rispetto dei fondamentali concetti legati al pericolo, al rischio e al danno potenziale ai quali si è esposti durante il lavoro.
A onor del vero il quadro normativo, com’è noto, prevede da tempo iniziative in materia di promozione della cultura della prevenzione da svolgere nel mondo scolastico.
Riferimenti espliciti vi sono negli articoli 9 e 11 del D.lgs 9 aprile 2008, n. 81 (Testo unico della sicurezza sul lavoro) così come in altre leggi (107/215 – 92/2019) e/o in accordi specifici tra Inail e le varie Istituzioni scolastiche ma qui parliamo di rendere strutturale l’insegnamento.
Questo obiettivo è fondamentale per porre le basi di un futuro migliore rispetto ai dati drammatici che oggi leggiamo nei “Dati Inail” che rendono note le statistiche di infortuni e malattie professionali, con una drammatica costanza degli accadimenti mortali che non scendono sotto gli oltre mille morti ogni anno.
Il Paese ha bisogno di uscire da questo dramma perenne e lo deve fare investendo molto in azioni di prevenzione e non solo di repressione in un percorso strategico di ampio respiro che veda anche l’investimento nell’educazione dei suoi cittadini, fin dalla scuola, su questa materia.
Nelle scuole passano i lavoratori e gli imprenditori del domani, è essenziale che siano educati alla prevenzione e al rispetto della salute e della vita.
Roma, 7 luglio 2023
ALLEGATO
Punto 2 “Decalogo della Prevenzione Partecipata” Confsal.
2. Educare le nuove generazioni alla cultura della sicurezza inserendo nei programmi didattici della scuola secondaria “La salute e sicurezza sul lavoro” come disciplina scolastica obbligatoria
INSERIMENTO STRUTTURALE DELLA MATERIA NEI PROGRAMMI DIDATTICI
Modifica Art.11 del D.lgs 81/2008
All’art 11 inserire il comma 1 bis:
“Viene introdotto nei curricoli degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado l’insegnamento della materia “Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro” per promuovere negli alunni la consapevolezza dei rischi legati a errati comportamenti nei luoghi di lavoro e la conoscenza delle misure di prevenzione e di contenimento dei rischi con le seguenti modalità:
a) A decorrere dall’anno scolastico successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente norma, il Ministro dell’Istruzione e del merito, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con proprio decreto, introduce l’insegnamento della materia “Salute e sicurezza sul lavoro” negli istituti di istruzione secondaria di secondo
grado stabilendo il monte ore di insegnamento della materia, calcolato nella misura non inferiore ad un’ora per ciascuna settimana di lezione, le discipline alle quali affidare tale insegnamento e le linee guida per l’insegnamento della materia con l’indicazione delle competenze e degli obiettivi specifici di apprendimento, in coerenza con le Indicazioni nazionali per i Licei e le Linee guida per gli Istituti tecnici e professionali. Gli organi collegiali competenti, nell’esercizio delle proprie funzioni di pianificazione dell’offerta formativa, stabiliscono le modalità di inserimento dell’insegnamento della materia nel monte ore scolastico.
b) Il Ministro dell’istruzione, e del merito, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con proprio decreto stabilisce le linee guida per l’insegnamento della materia con l’indicazione delle competenze e degli obiettivi specifici di apprendimento, in coerenza con le Indicazioni nazionali per i Licei e le Linee guida per gli Istituti tecnici e professionali”.
Al primo periodo del comma 2 dell’art 11 aggiungere dopo “comma 1” le parole “e comma 1 bis”

Il presidente della Provincia Bat, Bernardo Lodispoto ha annunciato l’apertura dell’Ufficio scolastico provinciale  Bat  a conclusione della complessa procedura avviata e conclusa dagli Uffici della Provincia Barletta Andria Trani, con la preziosa azione sinergica tra la Prefettura di Barletta Andria Trani, la Provincia di Barletta Andria Trani e il Comune di Barletta.  Il costituendo Ufficio Scolastico Provinciale sarà  ubicato nel Palazzo San Domenico in Barletta, messo a disposizione dall’Amministrazione Comunale e sarà operativo a partire dal prossimo mese di ottobre ,  al termine dei lavori di sistemazione della sede.

Si comunica che  gli uffici Snals di Bari e delle sedi territoriali della provincia di Bari a partire dal  1 luglio osserveranno il seguente orario estivo di apertura :  dal lunedi al giovedi dalle 15.30 alle 18.30 .

Per urgenze si invita ad inviare una mail all’indirizzo: info@snalsbari.it.

Sarà dato pronto riscontro.

Grazie per  l’attenzione e la collaborazione

.E’ questo il primo commento del segretario regionale Confsal Vito Masciale riferendosi ai dati pubblicati dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro sulla situazione dell’occupazione in Puglia. Sono felice di questi dati che premiamo soprattutto i lavoratori pugliesi che non hanno mai mollato durante il Covid e hanno continuato a credere nel lavoro con la tenacia propria della gente di questa bellissima nostra terra. Ed ecco i  risultati:

La Puglia dell’occupazione si rivela locomotiva del Sud e traina il vagone Mezzogiorno.  Dai dati viene fuori che dal primo trimestre del 2019 allo stesso periodo del 2023 sono stati creati 1oo mila posti di lavoro (+8,6%).   In sostanza, l’analisi – che sarà illustrata al Festival del Lavoro (in programma il 28 giugno a Bologna) – evidenzia come «a guidare la ripresa occupazionale Italiana, dopo l’emergenza Covid, è stato soprattutto il Mezzogiorno: su 474 mila nuovi lavoratori, più della metà, 262 mila (i155,3% del totale), risiedono nelle Regioni del Meridione. Il tasso di crescita in quest’area è stato, tra í1 2019 e il 2023, del 4,4%, più che doppio rispetto al resto del Paese. La ripresa del Sud è una buona notizia per tutti, visto che circa un terzo della popolazione italiana si concentra in quell’area. Le sue potenzialità sono enormi, sebbene anni di politiche poco lungimiranti abbiano impedito un inserimento lavorativo di lungo periodo . Anche  dal rapporto  della sede pugliese della Banca d’Italia era emersa una performance chiara spinta da settori chiave. «Nel 2022 le attivazioni nette – scrivono gli analisti di Bankitalia nel report sullo stato dell’economia – sono risultate positive in tutti i principali comparti. La dinamica è stata sostenuta soprattutto dai servizi e dalle costruzioni. In particolare, anche per effetto degli interventi governativi per la riqualificazione degli edifici, negli ultimi tre anni nell’edilizia sono stati creati più di 20.000 posti di lavoro alle dipendenze in Puglia, circa il 30 per cento del totale del settore privato non agricolo. Nel primo quadrimestre di quest’anno, in base ai dati disponibili, l’andamento dei posti di lavoro si è confermato moderatamente positivo». Il futuro? «Nei prossimi anni l’occupazione in questo comparto potrebbe beneficiare degli interventi del Pnrr». Il bello “continua il segretario Masciale

nella sua analisi dei dati” è che  protagonisti della ripresa sono soprattutto giovani e senior , il comparto edile prima (verosimilmente, in buona parte grazie agli incentivi fiscali per la ristrutturazione degli edifici), e il turismo nell’ultimo anno (quando, cioè, i contagi sono calati sensibilmente). L’incremento delle opportunità ha riguardato indistintamente uomini e donne, avvantaggiando sia i giovani sia gli adulti (+4,3%).  nella fascia 15-34 anni si sono registrati 70.000 addetti in più (+5,5%), a beneficio, però, della sola componente maschile, e assai più intensa è stata l’ascesa per i lavoratori fra i 55 ed i 64 anni (14,8%)». Le ragioni risiedono «nella contrazione occupazionale delle fasce anagrafiche centrali e nel loro calo demografico (-11,7%), che ha dirottato le imprese verso l’offerta più disponibile

Un dato questo in continuità rispetto alla particolare resilienza evidenziata dalla Puglia anche durante il periodo pandemico e registrata da diversi istituti di ricerca. «Questi dati  sono il frutto di un lavoro sinergico tra Regione Puglia, imprese e sindacati. L’accordo delle misure Covid del 2020, realizzato con una concertazione tra Regione e parti sociali, in cui furono messi in campo strumenti straordinari  per combattere la crisi economica è stata la migliore manovra economica italiana. Una iniezione di ottimismo, dunque, nell’auspicio che il Pnrr, una volta applicato e diventato realtà, permetta al Sud di fare il definitivo salto di qualità.   Adesso sarà importante utilizzare al massimo Pnrr e fondi di coesione perché potrebbero veramente rappresentare il salto di qualità per il Mezzogiorno: molto dipende anche dalle Regioni e dalle capacità che avranno di spendere in tempi rapidi». Un miliardo di euro di risorse regionali  hanno generato jn Puglia 5 miliardi di investimenti é stata la ricetta giusta per frenare la crisi.

Ma Il Sommerso purtroppo  dilaga ancora : Altri 44 casi la guardia di  Finanza ha individuato in provincia di Taranto, 44 lavoratori in nero o irregolari, e sono in corso approfondimenti su altre 13 posizioni lavorative. Le violazioni riscontrate hanno interessato varie attività, tra cui call center, autofficine e concessionarie di autoveicoli.  I datori di lavoro multati e in due casi è stato richiesto la stop all’attività. C’è ancora molto da fare “ conclude il segretario Masciale “ bene i  posti di lavoro in più  quindi ma con un trend che nel prossimi mesi dovrà essere  reso stabile ma oggi sorridiamo alle belle notizie .