Domenica 12 giugno si torna ai seggi. Ma per cosa? circa 1.000 Comuni vanno al voto per le elezioni amministrative, che interessano quasi 9 milioni di elettori. Ma in contemporanea, si vota in tutto il Paese per 5 quesiti referendari sui quali l’elettore è chiamato ad esprimersi.
Di seguito la normativa di riferimento per le scuole in queste occasioni.

SCUOLE SEDE DI SEGGIO ELETTORALE
UTILIZZO DEL PERSONALE – PERMESSI – RIPOSI COMPENSATIVI
In occasione di elezioni del Parlamento nazionale ed europeo, elezioni comunali,
provinciali e regionali ed in occasione delle consultazioni referendarie, nelle scuole sede di
seggio le attività didattiche possono essere sospese a causa della chiusura totale o parziale
dei locali, che sono utilizzati temporaneamente dall’amministrazione comunale che dovrà
restituirli così come gli sono stati consegnati.
Di seguito analizziamo i casi in cui i docenti e il personale ATA non devono prestare
l’attività lavorativa; quali sono i diritti previsti per esercitare il voto elettorale e per
svolgere l’attività di scrutatori, segretari o presidenti di seggio, rappresentanti di una lista
o componenti dei Comitati promotori in caso di referendum.
Pulizia e predisposizione dei locali sedi del voto
Compete esclusivamente al Comune la predisposizione dei locali, il loro funzionamento e
la pulizia al termine delle elezioni.
Pertanto, il personale ATA non può essere utilizzato a tali fini, a meno che non ci
sia stato un preventivo accordo col Comune per tale utilizzo, ma solo su base volontaria,
dietro corresponsione di compensi e con successivo riposo compensativo al pari di chi
è impegnato direttamente al seggio.
Un eventuale ordine di servizio in senso contrario va respinto.
UTILIZZO DEL PERSONALE DOCENTE E ATA

CHIUSURA TOTALE DELLA SCUOLA
In caso di chiusura totale della scuola tutti gli allievi restano a casa e le assenze
del personale sono equiparate a quelle disposte dalle autorità competenti per
particolari motivi come, per esempio, nevicate, alluvioni, interventi di manutenzione
straordinaria, ecc., che precludono al personale e agli allievi l’accesso
ai locali. L’attività didattica è sospesa .
I giorni di chiusura per causa di forza maggiore, infatti, compresi quindi quelli dedicati
alle consultazioni elettorali, sono assimilati al servizio effettivamente e regolarmente
prestato in quanto il dipendente non può eseguire la propria attività per cause esterne
e non direttamente a lui imputabili.
Per tale motivo la chiusura è “utile” a qualunque titolo: es. ai fini dell’anno di
formazione ,dell’anno di prova, di una proroga o conferma della supplenza,
della maturazione delle ferie ecc..
In tali occasioni, quindi, le assenze dei docenti e del personale ATA sono pienamente
legittimate e non devono essere “giustificate”, recuperate o essere oggetto di decurtazione economica.
Il principio giuridico di riferimento è fissato dall’art. 1256 del Codice civile, che recita: “L’obbligazione si
estingue quando, per una causa non imputabile al debitore [nel nostro caso dipendente della scuola], la
prestazione diventa impossibile. Se l’impossibilità è solo temporanea, il debitore, finché essa perdura, non è
responsabile del ritardo dell’adempimento”.
Attenzione: non è possibile obbligare il personale docente e ATA a fruire di giorni di ferie
CHIUSURA PARZIALE DELLA SCUOLA
Succede che solo uno o più plessi dell’istituzione scolastica siano individuati come sede di seggio elettorale:
▪ nei plessi individuati sede di seggio elettorale (anche se è compresa la sede centrale): gli allievi non
svolgono la lezione e il personale docente e ATA che svolge la prestazione lavorativa in quei plessi (il
docente che ha lì le proprie classi e il personale ATA assegnato a quel plesso) è pienamente
legittimato a non svolgere l’attività lavorativa e l’assenza non deve essere “giustificata”, recuperata
o essere oggetto di decurtazione economica.
Una eventuale disposizione da parte del Dirigente Scolastico, attraverso un ordine di servizio che preveda la
prestazione lavorativa dei docenti in materia di supplenza, o di presenza del personale ATA, originariamente
assegnati ai plessi dove non si svolgono le elezioni, nel plesso o nei plessi in cui si svolge la normale attività
didattica, può avvenire, in relazione a conclamate esigenze di servizio, solo nell’ambito di quanto previsto
dalla contrattazione di istituto.
In assenza nel contratto di istituto di previsioni in tal senso, il personale docente e ATA è esentato dal
servizio senza obblighi di recupero della prestazione lavorativa non svolta.
Attenzione ancora : non è possibile obbligare il personale docente e ATA a fruire di giorni di ferie.
▪ nei plessi non individuati sede di seggio elettorale: in tali plessi si dovrà svolgere normale attività
didattica e dunque questi edifici dovranno necessariamente rimanere aperti. Pertanto, docenti e
personale ATA assegnati a tali plessi dovranno recarsi a scuola regolarmente e secondo il proprio
orario di servizio.
PERMESSI RETRIBUITI STRAORDINARI
La materia è riportata dalla circolare della Ragioneria Generale dello Stato Igop n. 23 del 10.3.1992.
Si parla di permessi retribuiti per chi deve esercitare il voto in località diversa da quella della scuola con
cambio di residenza in atto.
Il permesso interamente retribuito è infatti previsto per recarsi a votare in comune diverso da quello della
sede di servizio “esclusivamente “ nell’ipotesi in cui il dipendente risulti trasferito di sede nell’approssimarsi
delle elezioni e non abbia ottenuto in tempo l’iscrizione nelle liste elettorali della nuova sede di servizio.
In questo caso i permessi sono retribuiti e sono concessi secondo i seguenti criteri:
▪ un giorno per le distanze da 350 a 700 chilometri;
▪ due giorni per le distanze oltre i 700 chilometri o per spostamenti da e per le isole.
PERMESSI RETRIBUITI E NON RETRIBUITI ORDINARI
Chi non si trova nella situazione sopra descritta ovvero abbia la residenza in comune diverso da quello di
servizio senza però che abbia richiesto il cambio di residenza (in quanto ne rimane intatta la facoltà), non
beneficia del permesso retribuito elettorale e potrà utilizzare solo dei permessi previsti dai CCNL 2006-
09 e 2016-18 (motivi personali e familiari e ferie) per raggiungere il proprio comune di residenza ed esercitare
il diritto di voto.
Personale docente a tempo indeterminato
Può fruire fino a 9 giorni in un anno scolastico:
▪ da 1 a 3 giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari di cui all’articolo 15, comma
2 del CCNL 2006-2009;
▪ da 1 a 6 giorni di ferie da fruire con gli stessi criteri e le stesse modalità dei giorni di permesso per
motivi personali o familiari (art. 15, comma 2 e art. 13, comma 9 del CCNL 2006-09).
Personale ATA a tempo indeterminato
Può fruire fino a 18 ore (anche cumulativamente) di permesso retribuito per motivi personali o familiari
di cui all’art. 31 del CCNL 2016-2018.
Personale docente e ATA a tempo determinato
Può fruire fino ad un massimo di 6 giorni di permesso non retribuito per motivi personali o familiari di cui
all’art. 19, comma 7 del CCNL 2006-2009.
AGEVOLAZIONI SULLE SPESE DI VIAGGIO
Su presentazione della tessera elettorale
Elettori residenti in Italia
▪ Treno: Riduzione del 60% sulla tariffa ordinaria (andata e ritorno) sia per la 1^ che per la 2^ classe;
▪ Nave: Riduzione del 60% sulla tariffa ordinaria (andata e ritorno).
Elettori residenti all’estero
▪ Treni: Riduzione del 60% sulla tariffa ordinaria di 1^ classe e gratuità del viaggio per la 2^ classe;
▪ Aerei (ITA): Riduzione del 30% sulla tariffa ordinaria;
▪ Nave: Riduzione del 60% nella classe superiore e del 100% nella classe inferiore;
▪ Auto: Gratuità del pedaggio autostradale.

PERSONALE CHIAMATO AD ADEMPIERE FUNZIONI PRESSO I SEGGI ELETTORALI
(Presidente o scrutatore nel seggio, rappresentante di lista)
Il lavoratore dipendente può essere nominato presidente di seggio, segretario, scrutatore, rappresentante
di lista, di gruppo, di partiti, componente dei Comitati promotori in caso di referendum, in occasione di
qualsiasi consultazione elettorale (elezioni del Parlamento nazionale ed europeo, per le elezioni comunali,
provinciali e regionali ed in occasione delle consultazioni referendarie).
I giorni di assenza sono validi come servizio a tutti gli effetti (intera retribuzione, maturazione delle ferie ecc.).
ASSENZA PER OPERAZIONI DI VOTO E DI SCRUTINIO
(Non è consentito richiedere prestazioni lavorative nei giorni coincidenti con le operazioni elettorali)
Ci si può assentare dal lavoro per il periodo corrispondente alla durata delle operazioni di voto e di scrutinio.
Attenzione: La norma dispone che non è consentito richiedere prestazioni lavorative nei giorni coincidenti
con le operazioni elettorali, per cui anche se eventuali obblighi di servizio fossero collocati in orario diverso
da quello di impegno ai seggi, ciò che conta è la giornata in cui tali impegni sono collocati.
Es. se l’impegno ai seggi comincia alle ore 15 del sabato , e tale giornata è lavorativa per il dipendente,
quest’ultimo ha diritto di assentarsi dal servizio, non solo per le operazioni di voto (domenica) e, per esempio,
quelle di scrutinio (lunedì), ma anche per l’intera giornata del sabato se questa è lavorativa e
indipendentemente dall’orario di servizio (es. 8-14) che svolge il dipendente in quella giornata. In tale caso,
quindi, il personale non dovrà recarsi a scuola il sabato.
DOCUMENTAZIONE
Il dipendente, preventivamente, prima di assumere l’incarico, a titolo di preavviso, consegna al dirigente
scolastico la copia della convocazione inviatagli dall’ufficio elettorale.
Successivamente, a giustificazione dell’assenza, presenterà al dirigente:
✓ la dichiarazione di presenza al seggio con orari di inizio e fine delle operazioni (Scrutatore e Segretari);
✓ la dichiarazione vistata dal vicepresidente con indicazione dei giorni e degli orari delle operazioni di
seggio (Presidente di seggio);
✓ il certificato del presidente di seggio che comprovi l’incarico ricevuto dalla lista, e di quali elezioni si tratti,
con l’orario di inizio di presenza al seggio (soprattutto se questo riguardi anche il sabato) e quello di fine
delle operazioni di spoglio dell’ultimo giorno (Rappresentante di lista o componente dei Comitati
promotori in caso di referendum).
GIORNI FESTIVI E NON LAVORATIVI E RIPOSO COMPENSATIVO
I giorni festivi e quelli non lavorativi (la domenica e il sabato per le scuole che adottano la settimana corta),
sono recuperati con una giornata di riposo compensativo (art. 35 del DPR n. 3 del 1957).
I dipendenti che partecipano alle operazioni elettorali hanno diritto a recuperare le giornate non lavorative
di impegno ai seggi con giorni di recupero compensativo oppure, in alternativa, ad una quota di retribuzione
della l. 69/1992). giornaliera aggiuntiva a quella normale (art. 119 comma 2 DPR 361/57 come modificato dall’art. 1 comma1

Riposo compensativo e orario di servizio distribuito su cinque giorni settimanali
I dipendenti che fruiscono di orario di servizio distribuito su cinque giorni settimanali, esclusa pertanto la
giornata del sabato, qualora impegnati in tale giornata per espletamento delle suddette funzioni elettorali,
hanno titolo al recupero con altro giorno lavorativo (C.M. n. 160 del 14 giugno 1990).
Pertanto, i lavoratori interessati avranno diritto a restare a casa con il riconoscimento dell’intera retribuzione
nei due giorni successivi alle operazioni elettorali (se il sabato è non lavorativo).
Giorni lavorativi da lunedì a venerdì. Sabato non lavorativo e domenica festivo:
✓ Se le operazioni di scrutinio terminano entro la giornata di lunedì (entro la mezzanotte), spettano
come risposi compensativi martedì e mercoledì.
✓ Se le operazioni di scrutinio terminano dopo la mezzanotte del lunedì (prime ore del martedì),
spettano come risposi compensativi mercoledì e giovedì.
Ovviamente le giornate di assenza per impegno al seggio di lunedì ed eventualmente di martedì sono
giustificate e considerate a tutti gli effetti giorni di attività lavorativa e retribuite come se il lavoratore avesse
normalmente lavorato.
Attenzione: Se si fruisce del “giorno libero” (es. scuola di I e II grado) questo non rientra nella c.d. “settimana
lavorativa di 5 giorni”: chi dovesse essere impegnato nelle operazioni di voto o di seggio il sabato o il lunedì
che coincidono con il “giorno libero”, non ha diritto ad un ulteriore giorno di riposo ma rientra nelle condizioni
di recupero di un solo giorno di chi ha l’orario di servizio distribuito su sei giorni settimanali.
Riposo compensativo e orario di servizio distribuito su sei giorni settimanali
Giorni lavorativi da lunedì a sabato. Domenica festivo.
La giornata di sabato impegnata al seggio è considerata a tutti gli effetti giorno di attività lavorativa e
retribuita come se il dipendente avesse normalmente lavorato:
✓ Se le operazioni di scrutinio terminano entro la giornata di lunedì (entro la mezzanotte), spetta come
risposo compensativo martedì;
✓ Se le operazioni di scrutinio terminano dopo la mezzanotte del lunedì (prime ore del martedì), spetta
come risposo compensativo mercoledì.
Ovviamente al pari del sabato anche le giornate di assenza per impegno al seggio di lunedì ed eventualmente
di martedì sono giustificate e considerate a tutti gli effetti giorni di attività lavorativa e retribuite come se il
lavoratore avesse normalmente lavorato.
Tempistica dei riposi compensativi
Il lavoratore ha diritto al recupero delle giornate festive (la domenica), o non lavorative (il sabato, nel caso di
settimana corta), destinate alle operazioni elettorali, nel “periodo immediatamente successivo ad esse”.
Pertanto, come detto, i dipendenti interessati avranno diritto a restare a casa retribuiti nei due giorni
successivi alle operazioni elettorali (se il sabato è non lavorativo), o nel giorno successivo (se il sabato è
lavorativo). Nulla toglie che i termini per la fruizione del riposo compensativo possano anche esser e
correttamente concordati con il dirigente e pertanto i riposi possano essere fruiti in giornate diverse da quelle
immediatamente successive all’impegno al seggio (laddove, per esempio, ci sono diverse esigenze di servizio
da ottemperare).
Personale in part time verticale o in servizio in più scuole
In caso di part-time verticale con prestazione concentrata solo su alcuni giorni della settimana il dipendente
ha diritto a fruire di tanti giorni di riposo compensativo per quanti sono i giorni festivi o non lavorativi
compresi nel periodo di svolgimento delle funzioni elettorali. Per determinarne esattamente il numero,
occorre prendere in considerazione la distribuzione delle giornate di lavoro all’interno della settimana:
Es. se il dipendente in part-time verticale lavora tre giorni alla settimana, dal martedì al giovedì, e le
operazioni elettorali iniziano il sabato e terminano il lunedì successivo, egli avrà diritto a 3 giorni di riposo
compensativo perché sia il sabato e la domenica sia il lunedì sono per lui giorni “festivi o non lavorativi”.
Ovviamente i riposi dovranno essere necessariamente fruiti nelle giornate in cui il dipendente è tenuto a
rendere la prestazione (tra martedì e giovedì). La stessa cosa va fatta con riferimento al personale che sia in
servizio in più scuole (es. spezzoni orari in scuole diverse). In questi casi i riposi saranno fruiti nelle giornate
in cui il dipendente è tenuto a rendere la prestazione e dovranno essere concordati con il DSGA (se personale
ATA) ed il DS (se docenti) previo accordo tra le due o più scuole
PERMESSI PER LO SVOLGIMENTO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE
Il personale con contratto a tempo indeterminato può richiedere, cumulativamente,
▪ per i docenti: tre giorni di permesso retribuito previsti per motivi personali o familiari nonché, dei sei
giorni lavorativi di ferie di cui all’art. 15 comma 2 del CCNL 2006-2009 (nota 3121 del 17.4.1996 della
Presidenza del Consiglio Dipartimento Funzione Pubblica);
▪ per il personale ATA: fino a 18 ore di permesso retribuito per motivi personali o familiari di cui all’art. 31
del CCNL 2016-2018, nonché, fino a un massimo di quindici giorni di ferie di cui all’art. 13 comma 11 del
CCNL 2006-2009.
Il personale con contratto a tempo determinato per l’intero anno scolastico (fino al 31 agosto) ovvero fino
al termine delle attività didattiche (fino al 30 giugno) può richiedere la fruizione dei 6 giorni di permesso
senza retribuzione, ai sensi del comma 7 dell’art. 19 del CCNL 2006-2009.
Tutto il personale, ad eccezione di quello con contratto temporaneo (supplenze brevi), può fruire di un
ulteriore periodo di aspettativa non retribuita, non valida ai fini del trattamento di quiescenza e di
previdenza, ai sensi dell’art. 18 comma 1 del CCNL del 2006-2009.

Ieri il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è stato a Bergamo, all’Istituto “Giulio Natta”, per la chiusura dell’anno scolastico 2021/2022 e per l’occasione ha tenuto un discorso .che si può riascoltare nella versione integrale collegandosi a youtube .Qui di seguito ne riportiamo alcuni punti :
Le parole del ministro: “L’inno di Mameli ci ricorda i doveri che abbiamo nei confronti del nostro Paese. Bergamo è una città che, negli ultimi anni, ha sofferto molto. Siamo ripartiti, siamo ripartiti dalla scuola. La scuola è ripartita, la scuola è il battito della comunità. Al Ministero stiamo lavorando con tutte le nostre forze e con tutte le scuole per disegnare una nuova prospettiva di crescita. Vogliamo una scuola innovativa, accogliente e affettuosa, cioè capace di mettere al centro le persone. La scuola non si è mai fermata, nemmeno nei mesi più difficili”.
E ancora: “La scuola deve formare cittadini responsabili e consapevoli dei propri diritti e doveri e facendo questo li prepara anche al loro futuro lavorativo. Entro la fine dell’anno realizzeremo tre riforme fondamentali per combattere la dispersione scolastica e l’alto numero di Neet nel nostro Paese. Ci sarà la riforma dell’istruzione tecnica e professionale, ci sarà quella degli istituti tecnici superiori che hanno un fortissimo radicamento con il tessuto produttivo, ma sono ancora poco conosciuti. Infine ci sarà anche la riforma dell’orientamento per accompagnare ragazze e ragazzi nel proprio percorso”.
E poi: “Siamo un Paese strano, sempre pronti a criticarci ferocemente . La mascherina non è un’imposizione ma un atto di rispetto reciproco. La democrazia c’è non quando io ho un diritto ma quando sono sicuro che il mio vicino, che non conosco, goda del mio stesso diritto”. la mascherina è un atto di rispetto reciproco e si toglierà quando riterremo che il nostro vicino sarà al sicuro. Stiamo immediatamente pensando all’avvio del nuovo anno, che non sarà facile ma l’affronteremo insieme”.
E ancora “Dopo la sofferenza siamo ripartiti e siamo ripartiti insieme dalla scuola. Quando la scuola si ferma, la comunità è perduta. Siamo tornati diversi, siamo più consci nell’uso delle tecnologie. Salutiamo tutti gli studenti d’Italia, tutti gli insegnanti, il personale. Abbiamo ritrovato il piacere di essere a scuola. Mi sono chiesto più volte : ma in epoca di internet e di whikipedia ,quando basta schiacciare un bottone per avere risposte c’è ancora spazio per la scuola?e mi sono risposto: C’è più spazio di prima. perché, a volte, liberati dalle necessità di informazioni, la scuola torna ad essere un grande luogo di formazione della comunità. La mia idea è che la scuola debba essere aperta, inclusiva e affettuosa. “Una scuola aperta “è quella che non ha paura di confrontarsi e di affrontare grandi temi. Questa è la scuola per cui stiamo lavorando”.
Gli insegnanti sono il punto di riferimento, quello che i ragazzi si ricorderanno nel tempo .
Bianchi ha poi rivolto un pensiero all’Ucraina: “È stato un anno scolastico difficile ma durante il quale abbiamo saputo dimostrare di essere un Paese accogliente. Sono arrivati da noi più di 27.000 ragazzi ucraini e oggi il nostro pensiero va tutto a quel Paese. Tacito diceva: ‘Hanno fatto un deserto e la chiamano pace’. La pace è pace non è il risultato della guerra. E questo è il mandato principale che oggi abbiamo nelle nostre scuole”, ha concluso.

Le ordinanze ministeriali definiscono regole e procedure per l’ammissione, lo svolgimento e la valutazione degli esami di Stato.
Ma come saranno in pratica gli esami di stato 2022?L più grande differenza rispetto agli anni della pandemia è il ritorno delle prove scritte.

Per il primo ciclo:
1. la prima prova scritta ha l’obiettivo di verificare le “competenze di italiano o della lingua nella quale si svolge l’insegnamento”.Si potra’ scegliere tra tracce diverse:
o un testo narrativo e descrittivo;
o un testo argomentativo;
o lettura e riassunto di un testo letterario, divulgativo o scientifico.
2. La seconda prova scritta servirà ad accertare le competenze logico-matematiche
3. Seguirà un colloquio che accerterà anche la padronanza delle competenze di lingua inglese, della seconda lingua comunitaria, nonché dell’educazione civica; per i percorsi a indirizzo musicale, ci sarà anche una prova pratica di strumento. .
4. Tra i requisiti d’accesso non sono previste le prove Invalsi,
5. Non ci sono verifiche scritte sulle lingue straniere .
6. L’Esame si svolgerà nel periodo compreso tra il termine delle lezioni e il 30 giugno 2022.
7. Le prove scritte saranno obbligatoriamente in presenza mentre per l’orale in caso di documentata necessità sarà possibile sostenere la prova da remoto.
8. Il voto è calcolato in decimi. L’esame è superato con un punteggio minimo di sei decimi.
Il voto finale può essere accompagnato dalla lode.

Per il secondo ciclo:
1) Il Consiglio di classe, durante gli scrutini di giugno, ammette a sostenere gli esami
gli studenti che posseggono i seguenti requisiti:
o votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con un unico voto
o voto di comportamento non inferiore a sei decimi
C’è la possibilità di essere ammessi, con provvedimento motivato, nel caso di una insufficienza in una sola disciplina. Quest’anno la partecipazione alle prove nazionali Invalsi (che si terranno nelle settimane che precedono l’esame) e lo svolgimento dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento non rientrano tra i requisiti di ammissione.
2. Lo svolgimento dei percorsi di scuola-lavoro (Pcto) non sarà requisito di ammissione all’esame di Stato. I Pcto saranno invece analizzati nel corso del colloquio.
3. Il consiglio di classe può decidere la non ammissione all’esame quando lo studente non possiede uno o più requisiti di ammissione.
4. L’esame si svolgerà in presenza. Solo gli orali, per seri e documentati motivi, potranno tenersi in videoconferenza.
5. La commissione è composta da sei commissari interni e un presidente esterno. L’ufficio scolastico regionale di riferimento nomina il presidente, mentre i consigli di classe nominano i commissari interni. Per ciò che riguarda i docenti interni, non possono mancare l’insegnante d’italiano e quello della materia d’indirizzo che il Ministero ha identificato come oggetto della seconda prova scritta.
6. La prima prova scritta nazionale di italiano si svolgerà mercoledì 22 giugno alle 8.30.
La prova avrà una durata di sei ore. Il Ministero dell’istruzione proporrà sette tracce con tre diverse tipologie:
o analisi e interpretazione del testo letterario: qui saranno proposte due tracce
o analisi e produzione di un testo argomentativo: qui saranno proposte tre tracce di cui una di ambito storico
o riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità:
qui si potrà scegliere tra due tracce.
Il candidato dovrà scegliere e svolgere una delle sette tracce proposte.
7. Il 23 giugno si terrà la seconda prova scritta.
Questa prova avrà per oggetto una sola disciplina caratterizzante il corso di studi .
Sarà quindi una prova diversa a seconda del tipo di scuola frequentata e inoltre
sarà elaborata nei singoli istituti, in modo da tenere conto del lavoro effettivamente
svolto nel periodo dell’emergenza sanitaria.
8.Il colloquio si svolgerà a partire dall’analisi, da parte del candidato,
del materiale scelto dalla sottocommissione :un testo, un documento, un’esperienza, un problema o un progetto.
Il materiale è finalizzato a favorire la trattazione dei nodi concettuali caratterizzanti le
diverse discipline e del loro rapporto interdisciplinare. Nella predisposizione dei materiali
la commissione terrà conto del percorso didattico effettivamente svolto, delle
metodologie adottate, dei progetti e delle esperienze realizzati, delle eventuali iniziative
di personalizzazione intraprese nel percorso di studi.

Nel corso del colloquio, il candidato deve dimostrare
a) di aver acquisito i contenuti e i metodi propri delle singole discipline, di essere capace
di utilizzare le conoscenze acquisite e di metterle in relazione tra loro per argomentare
in maniera critica e personale, utilizzando anche la lingua straniera;
b) di saper analizzare criticamente e correlare al percorso di studi seguito e al PECUP,
mediante una breve relazione o un lavoro multimediale, le esperienze svolte nell’ambito dei PCTO,
con riferimento al complesso del percorso effettuato, tenuto conto delle criticità determinate
dall’emergenza pandemica;
c) di aver maturato le competenze di Educazione civica come definite nel curricolo d’istituto
e previste dalle attività declinate dal documento del consiglio di classe

La prova orale è quella che avrà più peso sul risultato dell’esame di Stato 2022. I commissari possono condurre l’esame in tutte le discipline per le quali hanno titolo secondo la normativa vigente, anche relativamente alla discussione degli elaborati relativi alle prove scritte. Ci saranno anche domande di educazione civica. Infine il candidato dovrà esporre una breve relazione o un lavoro multimediale per descrivere le esperienze svolte durante il Percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento. Per il secondo ciclo aumenta il peso del punteggio del credito scolastico, mentre viene rimodulato il punteggio delle prove.
Nella conduzione del colloquio, la commissione tiene conto delle informazioni contenute nel Curriculum dello studente. Con il Curriculum la commissione ha a disposizione, infatti, non solo dati che riguardano il percorso scolastico del candidato, ma anche informazioni sulle certificazioni, sulle esperienze significative, sulle competenze eventualmente acquisite in contesti non formali o informali inserite dallo studente nell’apposita area del Curriculum

9. Il voto dell’Esame di Stato è dato dalla somma tra i crediti assegnati per gli ultimi tre anni di scuola superiore e i punti maturati nel corso dell’esame. Per il corrente anno scolastico il credito scolastico è attribuito fino a un massimo di cinquanta punti. Per l’esame, potrà arrivare fino a 15 nella prova scritta di italiano, fino a 10 nella seconda e a 25 nell’orale. È prevista anche la possibilità di assegnare la lode.
il voto finale viene calcolato in centesimi :quindi il voto massimo resta 100, il minimo 60.
Il punteggio integrativo, per un massimo di cinque punti, potrà essere assegnato agli studenti che abbiano conseguito un credito scolastico di almeno quaranta punti e un risultato nelle prove di esame pari almeno a quaranta punti, secondo criteri stabiliti dalle commissioni.
La commissione potrà assegnare la lode agli studenti che, senza aver usufruito dei cinque punti di bonus, hanno ottenuto il massimo dei crediti con voto unanime del consiglio di classe e il massimo nelle prove d’esame.

C’è una notizia di cronaca che riguarda la scuola che un quotidiano nazionale nella sua edizione locale on line da un paio di giorni pubblica in bella evidenza e che qualifica come polemica. Questa mia riflessione non ha alcun intento polemico ma voglio condividere il pensiero che questa notizia suscita in me uomo del mondo scuola. I fatti: c’è una legge la 107 e c’è un Piano nazionale per la scuola digitale .C’è un istituto dove docenti e dirigente scolastico da anni si impegnano a realizzare quanto previsto dalle legge 107 e dal piano nazionale per la scuola digitale con progetti didattici mirati che fanno conseguire al loro istituto premi e riconoscimenti morali ai docenti che si impegnano a realizzarli (visto che quelli economici il ministero datore di lavoro si ostina a non volerli concedere) per far crescere cittadini digitali consapevoli. Ma la realizzazione di una didattica digitale richiede l’utilizzo di strumenti digitali che come tutti sappiamo sono tecnologicamente in continua evoluzione. Il dirigente scolastico ha dovuto comunicare alle famiglie la necessità dello strumento che sarà utilizzato come fino a poco tempo fa si davano indicazioni sui libri di testo e sui vocabolari. Per giunta il dirigente scolastico ha in qualche modo dovuto anche difendersi per le indicazioni date(ricordiamno che per il diritto italiano vige la presunzione di innocenza fino a prova contraria ) spiegando come si era arrivati in maniera legale legittima e trasparente alla individuazione del fornitore e alle motivazioni tecnologiche che avevano portato gli organi della scuola alla decisione. Ma… si c’è un grosso ma che nasce da lontano. E precisamente dalla nostra bellissima costituzione che recita così:
Articolo 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso , di razza, di lingua , di religione , di opinioni politiche , di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Articolo 21
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Articolo 30
E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
Articolo 31
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Articolo 34
La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Non servono commenti agli articoli della nostra bellissima Costituzione
E poi abbiamo il Presidente del consiglio e i ministri del governo del paese che quando assumono l’incarico giurano nelle mani del Presidente della Repubblica con la seguente formula : «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione.»
E anche qui non servono commenti.
Abbiamo un principio costituzionale ,abbiamo una legge dello stato, abbiamo un progetto nazionale ma riguardano la scuola e non abbiamo come quasi sempre i fondi per realizzarla o meglio abbiamo i soliti spiccioli che servono a coprire le esigenze di pochissimi. Insomma se si tratta della scuola si fanno le nozze con i fichi secchi.
Questo episodio di cronaca non è una polemica famiglie- scuola è solo l’ennesimo quotidiano tristissimo episodio di come la scuola di questo nostro bellissimo e amatissimo paese viene maltrattato dalla politica di questo paese .Con fondi adeguati le scuole potrebbero offrire a tutti gli alunni tablet di ultima generazione .
E la soluzione proposta del trasferimento in altra scuola limita di fatto la libertà di scelta per l’istruzione dei figli della famiglia. Inoltre la scuola italiana non può continuare ad essere una pelle di leopardo con macchie di eccellenza ma deve diventare tutta un fiorente campo di grano.
Ed infine consideriamo anche l’aspetto psicologico e la ricaduta sulla sensibilità dei giovani alunni in crescita. Quale situazione di imbarazzo vivranno nel rispondere ai nuovi compagni che chiederanno perché ti sei trasferito in questa scuola ? e le loro famiglie nel rispondere alla stessa legittima domanda fatta dal personale di segreteria della nuova scuola? Oltre a dover ricostruire i contatti con una nuova comunità educante !Si i cambiamenti sono sempre positivi ma quando non sono imposti e quando si è pronti a cambiare . Il personale della scuola italiana è cambiato da tempo ed è stanco di aspettare che cambi la politica scolastica e l’opinione pubblica diffusa sulla scuola di questo nostro bellissimo ed amatissimo paese . Buona festa della Repubblica a tutti noi .
f.to Vito Masvciale

MOBILITAZIONE 30 MAGGIO
MASCIALE: “I DOCENTI PUGLIESI ADERISCANO ALLO SCIOPERO, IL GOVERNO
PRENDE DECISIONI D’AUTORITÀ SULLA LORO PELLE.”

“La scuola pugliese è compatta e pronta allo sciopero generale indetto dalle cinque
sigle sindacali principali per protestare contro il DL 36/2022.”
Ne è convinto Vito Masciale, segretario di Snals Puglia, il sindacato della
scuola che conta solo nella nostra regione più di 14mila iscritti.
La mobilitazione condivisa, decisa da CGIL, CISL, Uil. Snals/Confsal
e Gilda dopo una serie di incontri interlocutori con il Ministero competente,
che non hanno avuto gli esiti sperati, riguarda tutto il comparto
Istruzione e Ricerca: docenti, dirigenti, educatori e personale Ata.
La richiesta è stralciare dal decreto del Governo tutte le disposizioni che
invadono il campo della contrattazione e mettono, quindi, in discussione il
ruolo dei sindacati. Centrale anche l’aspetto del rinnovo del contratto,
con risorse che proteggano gli stipendi dagli effetti dell’inflazione.
Poi, ancora, la formazione, la stabilizzazione dei precari e il rafforzamento degli
organici. Temi numerosi e cruciali che fanno presagire un’adesione massiccia allo sciopero.
“Stiamo vivendo un momento di grande difficoltà. – conclude Masciale –
Riprendo le parole del segretario generale Snals/Confsal Elvira Serafini, che dal palco
del primo maggio a Napoli ha lanciato un grido d’aiuto e un appello a tutta la confederazione.
Se la scuola non forma, il Paese va in sofferenza. Per questo chiediamo
che venga riconosciuto in tutte le sedi il ruolo del sindacato come portavoce del mondo del lavoro.”

Roma, 18 maggio 2022
Prot. n. 132/2022 flcgil FS/GD-stm
Al Presidente CONPER
Consulta dei Presidenti degli Enti di Ricerca
Prof. Antonio Zoccoli
Oggetto: Richiesta di incontro sull’avvio delle trattative per il rinnovo contrattuale
Con la convocazione dell’ARAN del 17 maggio, preceduta di pochi giorni
dall’emanazione dell’atto di indirizzo per il comparto Istruzione e ricerca, entra
nel vivo la fasedel rinnovo del CCNL anche per il personale degli Enti Pubblici
di Ricerca (EPR).
L’atto di indirizzo, a nostro avviso, non tende a salvaguardare e rafforzare
le specificità dell’organizzazione del lavoro delle istituzioni scientifiche
pubbliche ma ne rincorre l’omologazione alle realtà prevalenti nell’ambito
della pubblica amministrazione, mutuando da questi istituti, vincoli e
procedure che comprimono, anziché valorizzarle, le competenze e
professionalità dei nostri settori.
Non riteniamo opportuno addentrarci in una disamina dell’atto di indirizzo,
confidando in una sua interpretazione costruttiva da parte dell’ARAN,
ma crediamo utile un approfondimento e un confronto su alcuni temi di fondo
rispetto alla trattativa che a breve riguarderà le specifiche
sezioni del comparto istruzione e ricerca. In particolare riteniamo importante,
a nostro avviso, un confronto in merito all’impatto sulle trattative per il rinnovo
del CCNL del finanziamento previsto per il personale degli EPR vigilati dal MUR
dall’art.1 comma 310 della legge di bilancio 2022, sia per le criticità provocate
dalla sua assenza per il personale degli EPR non vigilati dal
MUR che per le inevitabili correlazioni con le questioni ordinamentali attualmente
in discussione.
Pertanto, sugli argomenti evidenziati e su eventuali ulteriori altri temi che destano
preoccupazione per il nostro settore, Le chiediamo una convocazione in tempi rapidi
al fine di verificare i punti di convergenza utili a creare le condizioni affinché
il prossimo CCNL rappresenti un reale passo in avanti nella valorizzazione
professionale del personale, elemento indispensabile per il rafforzamento
e lo sviluppo dei nostri Enti e settori di ricerca.
In attesa di riscontro Le porgiamo i nostri cordiali saluti.
FLC CGIL FSUR Pino Di lullo
CISL Settore Ricerca Raffaella Galasso
Fed. UIL Scuola Attilio Bombardieri
SNALS Confsal Elvira Serafini
FGU Dip. Ricerca Eleuterio Spiriti

Cosa fare in caso di sciopero nella scuola
(adempimenti, modalità di adesione e procedure)
I SERVIZI MINIMI E IL CONTINGENTE
La Legge 146/90 prevede che in caso di sciopero nei servizi pubblici essenziali
(tra cui la scuola) il Dirigente del servizio (il Dirigente scolastico) formi un
gruppo minimo (contingente) di lavoratrici e lavoratori che non sciopera per
garantire le prestazioni indispensabili (o servizi minimi). Nella scuola si
formano contingenti solo per il personale ATA o gli educatori di convitti o
educandati e solo in determinate circostanze. NON è previsto alcun contingente
per i docenti.
I servizi indispensabili da assicurare in caso di sciopero sono previsti e
individuati dall’Accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici
essenziali e sulle procedure di raffreddamento e conciliazione in caso
di sciopero del comparto Istruzione e ricerca, sottoscritto il 2 dicembre 2020
e attuativo appunto della L 146/90. Il Dirigente non può prevederne altri. Sono
servizi essenziali solo alcune attività che si svolgono a scuola in particolari
momenti dell’anno (es. “le attività dirette e strumentali riguardanti gli scrutini
e gli esami finali”) o in particolari istituzioni scolastiche (es. l’allevamento del
bestiame nell’azienda agraria di un istituto tecnico agrario).
Pertanto, in occasione di scioperi indetti nelle giornate di svolgimento delle
prove d’esame finali o di idoneità, i docenti “formalmente impegnati”, ne
dovranno assicurare l’espletamento.
L’Accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e sulle
procedure di raffreddamento e conciliazione in caso di sciopero sottoscritto
all’Aran il 2 dicembre 2020, definisce i criteri generali per determinare il
contingente per il personale ATA o educativo, da prevedere in caso di sciopero.
Il protocollo di intesa di scuola (di cui all’art 2 commi 2 e 3 dell’Accordo)
definisce i criteri specifici del contingente di quella scuola.
Tale contingente non va confuso con quello previsto in occasione delle
assemblee sindacali (art. 8 comma 9 lettera b del CCNL 2006/2009) che viene
definito in contrattazione di istituto.
Qui di seguito nel dettaglio quanto previsto
SERVIZI ESSENZIALI CONTINGENTI PERSONALE ATA O EDUCATORI
(accordo nazionale)
Per qualsiasi esame e scrutini finali sono previsti:
• Assistente amministrativo
• Assistente tecnico in rapporto alle specifiche aree di competenza
• Collaboratore scolastico per le attività connesse all’uso dei locali interessati,
per l’apertura e chiusura della scuola e per la vigilanza sull’ingresso principale.

Per Vigilanza sui minori durante i servizi di refezione, ove funzionanti, nei casi
in cui non sia possibile una adeguata sostituzione del servizio
Collaboratore scolastico (solo se, per motivi eccezionali, il servizio è mantenuto)

Per Vigilanza sui minori nelle istituzioni educative, anche nelle ore notturne
• Collaboratore scolastico
• Educatore
• infermiere

Per Raccolta, allontanamento e smaltimento dei rifiuti tossici, nocivi e
radioattivi (solo istituto con reparti di lavorazione)sono previsti:
• Assistente tecnico del reparto o del laboratorio
• Collaboratore scolastico al solo fine di garantire l’accesso ai locali interessati

Per Servizi di cucina e mensa nelle istituzioni educative, erogabili anche
attraverso la fornitura di pasti freddi o preconfezionati sono previsti :
Cuoco e/o collaboratore scolastico

Per Vigilanza degli impianti e delle apparecchiature, laddove l’interruzione
del funzionamento comporti danni alle persone o alle apparecchiature stesse
• Assistente tecnico del reparto o del laboratorio
• Collaboratore scolastico al solo fine di garantire l’accesso ai locali interessati

Per Attività riguardanti la conduzione dei servizi nelle aziende agricole per
quanto attiene alla cura e all’allevamento del bestiame:
• assistente tecnico in rapporto con le specifiche aree di competenza
• addetto alle aziende agrarie
• collaboratore scolastico e dei servizi

Per Adempimenti necessari per assicurare il pagamento degli stipendi e delle pensioni
per il periodo di tempo strettamente necessario in base alla organizzazione
delle singole istituzioni scolastiche, ivi compreso ilversamento dei contributi
previdenziali ed i connessi adempimentisono previsti :
Dsga e/o assistente amministrativo
Ciò premesso se ne deduce che :
• nella gran parte delle scuole e nella gran parte dell’anno non occorre formare
il contingente. Fanno eccezione le giornate in cui sono previsti esami
finali;
• non è prestazione indispensabile l’apertura della scuola, né la generica
vigilanza all’ingresso o all’interno della scuola o di tutti i plessi. Non è
previsto nessun obbligo di svolgimento di attività di segreteria, salvo quelle
indicate sopra. Se il Dirigente scolastico formasse unilateralmente un
contingente per assicurare queste prestazioni si configurerebbe attività
antisindacale.
Il Dirigente scolastico non può unilateralmente decidere come formare il contingente.
Se non vi fosse il protocollo di intesa di scuola, Dirigente scolastico e RSU potrebbero
concordare transitori criteri di formazione del contingente. Se neanche questo
accadesse, il Dirigente scolastico dovrebbe comunque informare la RSU dei criteri che
intende adottare. Una decisione unilaterale si configurerebbe come attività antisindacale

Di seguito l’articolo del segretario nazionale Elvira Serafini pubblicato su Italia oggi:
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge 36 del 30 aprile 2022, lo Snals Confsal insieme alle altre organizzazioni sindacali ha da subito deciso lo stato di agitazione di tutto il personale fino alla proclamazione dello sciopero generale della scuola per il 30 maggio. La volontà del Governo è stata smascherata: il Pnrr, da opportunità di crescita e valorizzazione della scuola, è diventato strumento di esclusione e penalizzazione. Con il dl 36 emergono tutte le contraddizioni di misure, ispirate al Pnrr e volte al potenziamento delle innovazioni didattiche ed al miglioramento della qualità del servizio scolastico, con il Def che porta la spesa per l’istruzione ai livelli di dieci anni prima. Con il nuovo sistema di reclutamento coloro che da anni lavorano nella scuola potranno accedere al ruolo solo con i concorsi quiz.
Mentre il Pnrr definisce prioritario il contrasto alla povertà educativa, il Governo propone, smentendo sé stesso, un reclutamento, basato sulla conoscenza di nozioni e non sulla capacità di insegnare, che non è coerente con le sue stesse intenzioni.
Tra l’altro i percorsi abilitanti previsti dal decreto-legge sono a carico dei corsisti e le spese di tutoraggio sono finanziate con le risorse previste per la Carta elettronica dei docenti. Il nuovo Ccnl disporrà di risorse già stanziate per gli anni 2019, 2020, 2021 che, tra l’altro, consentono appena di giungere ad aumenti medi dei livelli stipendiali iniziali di circa 50 euro mensili. Una politica retributiva che smentisce nei fatti gli obiettivi del Pnrr che considera invece l’istruzione lo strumento principale di contrasto alle povertà educative. Sulla formazione l’Atto di Indirizzo fornisce indicazioni in palese contrasto con quanto previsto dal DL 36. Richiama infatti le previsioni del CCNL del 2009 senza indicare risorse aggiuntive, aprendo di fatto la strada ad una formazione selettiva e discriminatoria che utilizzerà le risorse finora destinate all’aggiornamento. La nostra piattaforma rivendica invece le prerogative sindacali in materia di rapporto di lavoro, formazione, mobilità e retribuzione. Il nostro obiettivo strategico è l’allineamento degli stupendi di tutti i lavoratori della scuola alla media di quelli europei, avviando fin dal prossimo contratto collettivo nazionale la riduzione dei vistosi divari retributivi attualmente esistenti.
Attueremo ogni iniziativa di lotta per contrastare il disegno del Governo, sulla scorta della grande esperienza di contrasto della Legge 107 che ha riportato alla contrattazione diverse norme sul rapporto di lavoro trasferite alla legge. C’è una grossa partita in corso.
Lo sciopero del 30 maggio è solo la prima tappa di una nuova stagione di lotta per una reale valorizzazione di tutto il personale.

OGGI LA PUBBLICAZIONE degli esiti delle domande per la mobilità

Dove controllare posti disponibili

L’elenco di coloro che hanno ottenuto il trasferimento o il passaggio è pubblicato all’albo online dell’Ufficio territoriale di destinazione, con l’indicazione, a fianco di ogni nominativo, della scuola di destinazione, della tipologia di posto richiesto, del punteggio complessivo, delle eventuali precedenze.

Per gli assistenti tecnici, sono riportati i codici delle aree professionali richieste nella domanda.

Contemporaneamente alla pubblicazione degli elenchi e alla comunicazione del provvedimento alle istituzioni scolastiche, gli Uffici territorialmente competenti provvedono alle relative comunicazioni:

  1. a) all’istituzione scolastica di provenienza;
  2. b) all’istituzione scolastica di destinazione;
  3. c) alla competente ragioneria territoriale dello Stato.

I dirigenti scolastici degli istituti dove il personale trasferito deve assumere servizio dall’inizio dell’anno scolastico cui si riferisce il trasferimento devono comunicare l’avvenuta assunzione di servizio esclusivamente all’Ufficio territorialmente competente e alla competente ragioneria territoriale dello Stato.

Comunicazione via mail

Al  personale che ha ottenuto il trasferimento o il passaggio è data comunicazione del provvedimento presso l’Ufficio territoriale cui è stata presentata la domanda e per posta elettronica all’indirizzo inserito nel portale Istanze online.

Al personale che non ha ottenuto il trasferimento è data comunicazione per posta elettronica all’indirizzo inserito su Istanze on line e tale personale potrà consultare, attraverso l’apposita funzione resa disponibile su Istanze on line, l’esito della propria domanda.

Dopo giorni di assordante silenzio da parte del ministro Bianchi come risposta alle legittime proteste dei sindacati rappresentativi dei lavoratori della scuola e alle richieste di confronto e dialogo,sentita la base in una video conferenza nazionale fra i segretari nazionali delle principali sigle e gli eletti nelle RSU dallo stato di agitazione si è passati alla proclamazione dello sciopero. Dopo un biennio pieno di difficoltà e sacrifici il personale scolastico dovrà affrontare una fine d’anno dell’attività didattica lottando per tutelare i propri diritti.

Qui di seguito modi e tempi dello sciopero proclamato dallo Snals:

Il blocco degli scrutini lo facciamo per la scuola secondaria di primo e secondo grado.

 

Per la scuola DELL’INFANZIA:

SCIOPERO DELLA PRIMA ORA DEI DOCENTI DEL PRIMO TURNO e sciopero dell’ultima ora dei docenti del secondo turno.

– il primo giorno scioperano i docenti  del primo anno infanzia;

– il secondo giorno i docenti del secondo anno infanzia;

– il terzo giorno scioperano i docenti del terzo anno della scuola della infanzia .

 

Per la scuola PRIMARIA

Sciopero della prima ora di lezione dei docenti del primo turno

e sciopero dell’ultima ora dei docenti del secondo turno.

– il lunedì sciopereranno i docenti di prima elementare;

– il martedì quelli di seconda;

– il mercoledì i docenti di terza;

– il giovedì I colleghi di quarta elementare;

– il venerdì I docenti della quinta classe della scuola primaria.