Vito Masciale

 

Si è tenuto il 19 novembre, presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, un incontro informativo sullo schema di decreto che avvierà la sperimentazione dei percorsi quadriennali di istruzione tecnico-professionale (4+2) per l’anno scolastico 2025/2026.

La sperimentazione del percorso 4+2, che verrà testata per tre anni scolastici (2024-2027), può rappresentare un’opportunità per ripensare l’istruzione tecnica e professionale, visto l’obiettivo finale: “creare un sistema educativo capace di formare tecnologi in grado di affrontare il futuro con competenze adeguate e una visione integrata del mondo del lavoro”.

Il nuovo modello di offerta formativa integrata prevede il raccordo tra i percorsi dell’istruzione tecnica e professionale, i quali dureranno quattro anni anziché cinque, e il sistema degli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy), presso cui gli studenti con diploma conseguito al quarto anno, pienamente valido anche per l’iscrizione all’Università o per entrare nel mondo del lavoro , potranno seguire direttamente, senza sottoporsi ad alcun test di ammissione,  un ulteriore biennio formativo di specializzazione e conseguire un ulteriore titolo professionale : il Diploma di tecnico superiore . Il decreto prevede la partecipazione delle Regioni alla programmazione dell’offerta formativa, tenendo conto delle esigenze degli studenti e della configurazione del mercato del lavoro sul territorio. Le scuole, statali o paritarie, che intendono aderire alla sperimentazione dovranno prima costituirsi in rete, collaborando con ITS Academy e istituzioni formative regionali. I percorsi quadriennali, a invarianza di organico, dovranno garantire il raggiungimento degli stessi obiettivi di apprendimento previsti per il quinto anno dei percorsi quinquennali tradizionali.

Questo è quanto prevede, sulla carta, la riforma. Non è nello stile dello Snals bocciare o acclamare a priori qualunque riforma che riguardi la scuola. Certo, un’idea il sindacato ce l’ha ma attendiamo di vedere cosa accadrà quando la nuova formula sarà concretamente messa alla prova nelle aule e se ci saranno riflessi importanti sul futuro lavorativo degli studenti.

Da dove nasce questa riforma? Trova origine essenzialmente nella difficoltà, segnalata ormai da anni dalle imprese, di trovare i profili professionali richiesti dalle esigenze produttive. È il cosiddetto “mismatch” tra domanda e offerta. La scuola italiana è da sempre stata accusata di essere autoreferenziale e poco incline a confrontarsi con le esigenze territorio. La formula del 4+2 punta a colmare questa lacuna. L’obiettivo principale è formare figure professionali più specializzate, denominate “tecnologi”, capaci di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro con competenze integrate e aggiornate. Il concetto di “tecnologo” è centrale nella riforma: nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe essere un professionista che possiede le competenze tecniche per svolgere il lavoro e sa anche gestire e coordinare un team per raggiungere obiettivi complessi. I percorsi 4+2 sono progettati per fornire una formazione multidisciplinare, che include competenze pratiche e teoriche applicabili a contesti lavorativi specifici, rispondendo alle esigenze dei territori e alle richieste delle aziende.

Cosa cambierà nel lavoro quotidiano in aula?  Partiamo dall’orario. Certamente non si recupera il monte ore totale dei 5 anni. Non si spalmano le ore del quinto anno nei quattro anni di scuola, ma si costruiscono programmi studiati per i quattro anni, non comprimendo quelli tradizionali poiché alla fine del quadriennio si devono assicurare le stesse conoscenze del quinquennio. Nel piano di studi alcune materie di indirizzo professionalizzanti si iniziano prima, anche per consentire di realizzare il PCTO con le conoscenze base. Si anticipa, quindi, ma con  lo stesso numero di ore. I percorsi prevedono attività di apprendimento organizzate con il supporto degli ITS e delle aziende partner, che potranno svolgersi al di fuori dell’orario scolastico tradizionale, come durante i periodi estivi (ad esempio, per quanto riguarda i PCTO).

L’impresa, quindi, entra nella scuola e i ragazzi escono, già dalla seconda superiore, formati per entrare in azienda.  Ci sono accordi con le imprese per il Pcto e i tirocini e si possono introdurre moduli didattici e attività laboratoriali fatti da professionisti del mondo delle imprese. La domanda è: quanto la scuola rischia di abdicare al suo ruolo formativo ed educativo? Servirà vigilare molto su questo aspetto.

L’istruzione tecnica e professionale è orientata verso il mondo del lavoro e deve fornire anche le competenze specifiche per entrare nel mondo del lavoro il più presto possibile. Questa sperimentazione   promette  di formare quadri intermedi subito pronti per essere assunti.

Sono stati ammessi alla sperimentazione 171 istituti tecnici e professionali per 193 corsi. In Puglia 25 istituti hanno creato 31 filiere ma sul territorio la diffusione è a macchia di leopardo: in provincia di Bari gli istituti sono dieci, uno nella Bat, sette a Brindisi, tre a Foggia, sei a Lecce e uno a Taranto.

La fase di sperimentazione prevede anche un piano di accompagnamento promosso da Indire. Tale piano è stato progettato per supportare le scuole nella transizione verso la nuova struttura formativa e mira a fornire assistenza tecnica, formativa e metodologica alle istituzioni scolastiche coinvolte, garantendo ai docenti e gli amministratori di potersi adattare efficacemente alle nuove modalità didattiche e organizzative.

La riforma, insomma, parte con tanti buoni propositi ma di buoni propositi, recita un detto popolare, è lastricata la via per l’inferno. Servirà un attento e puntuale monitoraggio in questa fase, in vista di un futuro coinvolgimento di tutte le scuole. Serviranno soprattutto i dati di placement (di collocamento nel mondo del lavoro) dei ragazzi che finiranno questo percorso. Per il bene dei ragazzi e del Paese ci si augura che funzioni, ma va detto che la scuola avrà bisogno di essere supportata con nuove e ingenti risorse economiche per adeguare attrezzature e laboratori ad un’evoluzione tecnologica che corre più veloce della luce. Ci saranno queste risorse?

F.TO VITO MASCIALE

 

Gentile ministro Valditara,

al netto delle celebrazioni e delle manifestazioni di sensibilizzazione per la giornata nazionale contro la violenza nei confronti del personale scolastico, voglio proporle una riflessione tra addetti ai lavori, da estendere, poi, anche all’opinione pubblica, sul fenomeno che sta minando l’autorevolezza e compromettendo la dignità del mestiere di educare. Vorrei, insieme a lei, fare il punto sulle misure poste in essere per far fronte ad un’emergenza che si sta, purtroppo, trasformando in “normalità”: le aggressioni fisiche e/o verbali nei confronti dei lavoratori della scuola da parte di studenti o genitori degli stessi per i più disparati motivi.

Era l’8 febbraio del 2023 quando, a seguito dell’allarmante aumento degli episodi di violenza nei confronti degli insegnanti e del personale scolastico all’interno degli istituti, il MIM inviò alle scuole la circolare prot. 15.184, in cui si comunicava la decisione di far difendere dall’Avvocatura generale dello Stato, in sede civile e penale, insegnanti e ATA che fossero stati vittime di aggressioni nell’esercizio delle loro funzioni. Mi sembrò un segnale positivo ma, già allora, sollevai dubbi sul rischio che la procedura prevista potesse incontrare ostacoli sul piano burocratico. Oggi colgo l’occasione per chiederle un riscontro su quell’iniziativa: quante sono state le segnalazioni fatte dai dirigenti scolastici agli Uffici Scolastici Regionali competenti e quante le situazioni effettivamente prese in carico dall’Avvocatura di Stato? Non devo ricordarle io quanto sia misero lo stipendio di un docente e quanto su questo possa incidere la parcella di un legale. A quasi due anni da quella circolare posso, però, dire con certezza che un forte sentimento di sfiducia nella possibilità di avere giustizia dei torti subiti percorre le tante segnalazioni che giungono alla segreteria regionale pugliese dello Snals. Poiché, nel frattempo, il fenomeno è divenuto endemico, in coerenza con lo Statuto del sindacato, ho deciso di studiare, insieme al mio staff, misure di prevenzione e contrasto che agissero come deterrente per i potenziali aggressori e come supporto concreto per le vittime. Sì, perché dalle barricate che ogni giorno condividiamo con i lavoratori della scuola la prospettiva è completamente diversa e l’urgenza di difendersi e di difendere diventa evidentissima e inderogabile.

La legge n.25 del 4 marzo 2024 ha introdotto, con importanti modifiche sul codice penale, un’aggravante comune per i reati commessi nei confronti del personale scolastico e tutta una serie di misure a tutela della sua sicurezza. Ottima iniziativa. Vorrei, però, sapere cosa ne è stato dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico, previsto dalla stessa legge. Per quel che risulta leggendo regolarmente comunicati e circolari del dicastero da lei guidato, non è ancora operativo.

Nella lettera inviata a docenti e dirigenti il 2 dicembre per aprire le celebrazioni della “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico”, che quest’anno si è scelto di anticipare al 12 dicembre, lei ha colto, giustamente, l’occasione per “richiamare l’attenzione sulla necessità di proseguire nell’azione di monitoraggio degli episodi di violenza a carico del personale scolastico che dovessero continuare a verificarsi.” Lo Snals Puglia quel monitoraggio lo sta facendo in maniera sistematica dal 19 giugno scorso, data in cui è stato istituito l’Osservatorio regionale, con il compito di schedare e processare le segnalazioni a fini statistici e di studio. L’ambizione è quella di poter dialogare con l’Osservatorio ministeriale; deve solo dirci come. Da docente, ritengo fondamentale che si studino le caratteristiche del fenomeno (di qualunque fenomeno) per poter predisporre adeguati interventi di risposta. Non di meno, giudico indispensabile continuare a studiarlo per capire se gli interventi già predisposti stanno funzionando oppure necessitano di correttivi. Ispirandoci alle iniziative e alle posizioni espresse dal suo dicastero, sentendo forte la responsabilità di dare risposte immediate ai lavoratori sul territorio, abbiamo sottoscritto con l’associazione Gens Nova OdV, da vent’anni attiva sul territorio nazionale per la tutela della legalità, un Protocollo d’intesa per la sicurezza dei lavoratori della scuola. Si tratta di un pacchetto di misure che vanno dalla prevenzione alla tutela legale delle vittime. Mi piacerebbe che Snals Puglia e tutti i soggetti impegnati attivamente nel contrasto alle violenza contro il personale della scuola fossero maggiormente coinvolte in un confronto con il MIM e con gli Uffici Scolastici Regionali. A febbraio 2024 la mia segreteria aveva chiesto un tavolo di confronto sul tema all’Ufficio Scolastico Regionale della Puglia, quale emanazione del MIM, ma non è stato concesso. Mi auguro questo possa accadere nel prossimo futuro, atteso che il problema richiede sforzi congiunti e sinergie e che la mia segreteria non ha mai pensato di mettersi in competizione con nessuno. Piuttosto, ritengo che la strategia vincente nell’interesse della scuola pubblica italiana possa e debba essere sempre quella della collaborazione.

 

 

Il segretario regionale di Snals Puglia

Prof. Vito Masciale

AVVISO IMPORTANTE

Lo Snals di BARI-BAT  mette a disposizione degli iscritti e degli interessati docenti esperti nella formazione per incontri di approfondimento in presenza  per la preparazione a:

Concorso PNRR 2

Concorso DSGA

Concorso Dirigenti tecnici

Preparazione al test di accesso al TFA sostegno

Per ricevere ulteriori informazioni mandare una mail all’indirizzo info@snalsbari.it riceverete pronto riscontro

Cari Colleghi, il Segretario Provinciale, il Prof. Vito Masciale, vi comunica che la sede territoriale SNALS di Bitonto, sarà aperta al pubblico ogni mercoledì dalle ore 16.30 alle 19.00.

 

Si svolto tra le OO.SS. e i rappresentanti del MIM l’incontro per l’informazione preventiva sulla bozza di DM con il quale viene indetto il concorso per titoli ed esami per l’accesso all’area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione per la copertura di 1.435 posti.

La procedura è indetta su base Regionale: il candidato può presentare la domanda di partecipazione per una sola Regione.

Per l’accesso al concorso è necessaria la Laurea vecchio ordinamento, Laurea Specialistica o Laurea Magistrale. Inoltre viene richiesta come titolo di accesso la Certificazione Internazionale di Alfabetizzazione Digitale che può essere conseguita entro la data di immissione in ruolo.

Il concorso consiste di una prova scritta computer based e di una prova orale.

La Commissione dispone di 150 punti di cui 60 per la prova scritta, 60 per la prova orale e 30 per la valutazione dei titoli.

La prova scritta consiste nella risoluzione di 60 quesiti, con 4 opzioni di risposta, di cui una sola corretta. La durata della prova scritta è di 120 minuti.

La prova si intende superata con il punteggio di almeno 42/60.

La prova orale, volta ad accertare la preparazione professionale del candidato, consiste in:

  1. a) Un colloquio sulle materie di esame di cui all’allegato B, che accerti la preparazione del candidato sulle medesime e verifichi la capacità di risolvere due casi riguardanti la funzione di DSGA;
  2. b) Una verifica della conoscenza degli strumenti informatici e delle TIC di più comune impiego;
  3. c) Una verifica della conoscenza della lingua inglese, mediante lettura e traduzione di un testo scelto dalla Commissione.

La durata massima complessiva della prova orale è di 50 minuti.

Alla prova orale è assegnato un punteggio massimo di 60 punti così ripartiti:

  1. a) 48 punti per il colloquio sulle materie di esame
  2. b) 6 punti per la prova di conoscenza degli strumenti informatici
  3. c) 6 punti per la prova di lingua inglese.

La prova è superata dai candidati che conseguono un punteggio di almeno 42/60.

La piattaforma per la presentazione delle domande dovrebbe essere aperta dal 16 Dicembre 2024 al 15 Gennaio 2025.

La prova scritta si dovrebbe svolgere intorno a fine Febbraio 2025 e la graduatoria finale dovrebbe essere pronta verso fine Maggio 2025, per garantire l’assunzione in servizio dei vincitori del concorso già dal 01 Settembre 2025.

In merito alla bozza di bando come SNALS-CONFSAL abbiamo evidenziato che nell’allegato C – Tabella di valutazione dei titoli dovrebbe trovare valutazione anche il servizio prestato come Assistente Amministrativo sia titolare di posizione economica che privo di tale posizione e che sarebbe opportuno rivedere il programmi di esame attribuendo un maggior peso alle materie specifiche che riguardano il lavoro del DSGA nonché la normativa scolastica specifica, piuttosto che il Diritto Civile e Penale.

 

 

 

Per quanto riguarda i contenuti del concorso, l’Amministrazione ha  precisato che il riferimento rimane il regolamento DM 863 del 18 dicembre 2018.

Viene aggiunta come requisito di accesso la CIAD (certificazione internazionale di alfabetizzazione digitale) da conseguire entro l’assunzione a tempo indeterminato.

Non è prevista la prova preselettiva; l’unica prova scritta si dovrebbe svolgere entro fine febbraio, mentre la prova orale si dovrebbe svolgere tra fine marzo e metà aprile; nel mese di maggio saranno valutati i titoli dichiarati dei candidati che hanno superato scritto ed orale; entro fine maggio sarà pubblicata la graduatoria dei vincitori che saranno assunti e prenderanno servizio il 1 settembre 2025.

Ricapitolando le date di svolgimento del concorso sono:

13 dicembre 2024: pubblicazione bando sul portale InPA;

16 dicembre 2024: apertura domande da parte dei candidati;

8 gennaio 2025: apertura domande per i componenti delle commissioni;

15 gennaio 2025: chiusura domande;

21 febbraio 2025: prova scritta;

dalla fine di marzo 2025: prova orale;

29 maggio 2025: pubblicazione graduatoria;

settembre 2025: assunzioni vincitori.

Il cronogramma potrebbe subire variazioni, specie per quel che riguarda la data della prova scritta e, di conseguenza, della data di pubblicazione della graduatoria.

La CIAD come titolo di accesso è stata introdotta dal CCNL 2019/21 sottoscritto il 18 gennaio 2024.

Cos’è la CIAD?

Per certificazione internazionale di alfabetizzazione digitale si intende: “la certificazione rilasciata da un ente accreditato presso l’ente di accreditamento nazionale che attesta la competenza e l’indipendenza degli organismi di certificazione e la conformità delle certificazioni ai framework europei. Tale certificazione deve essere registrata presso il medesimo ente di accreditamento, essere in corso di validità all’atto dell’iscrizione in graduatoria, attestare il superamento di un test finale relativo all’acquisizione delle competenze informatiche richieste, tra le quali: conoscenza dei sistemi operativi, di word processor, di fogli elettronici, di gestione della posta elettronica.”

L’ente di accreditamento nazionale è Accredia.

La certificazione, affinché sia valida, deve quindi:

essere rilasciata da un ente accreditato ad Accredia

essere registrata presso il medesimo ente di accreditamento,

essere in corso di validità all’atto dell’iscrizione in graduatoria,

attestare il superamento di un test finale relativo all’acquisizione delle competenze informatiche

I candidati possono partecipare al concorso con riserva e conseguire la CIAD entro l’assunzione in ruolo.

 

 

personale ata

 

In riferimento al progetto dedicato al Servizio di Assistenza e Consulenza per le Procedure Amministrative comunichiamo alcuni aggiornamenti:

–    Sono state programmate le date degli incontri per i mesi di dicembre e gennaio.

–    L’offerta formativa è stata ampliata con l’aggiunta di un corso specifico per le Posizioni Economiche ATA.

–    È ora possibile richiedere un attestato di frequenza per i webinar svolti.

Per rappresentare meglio all’ampliamento delle proposte e delle attività (in)formative è stato introdotto un nuovo nome, SosPra.

È già attiva la relativa piattaforma https://www.sospra.com/   che consente agli interessati di iscriversi all’iniziative proposte.

 

ISTRUZIONI OPERATIVE PER L’SCRIZIONE

Al fine di partecipare al corso di formazione RSU-SNALS, è necessario collegarsi al link di seguito, https://rsu.snalsformazione.com/,  cliccare sul link che trovate al centro della pagina “Per partecipare iscriviti al corso CLICCANDO QUI” e registrarsi. Successivamente riceverete via mail una convalida della registrazione da parte del Segretario Provinciale, il Prof. Vito Masciale, e potrete partecipare al corso di formazione.