SODDISFAZIONE DELLO SNALS PER L’INTRODUZIONE DEGLI ASSISTENTI TECNICI NEGLI ORGANICI DEGLI ISTITUTI COMPRENSIVI

RISOLUZIONE COMMISSIONI VII E XII CAMERA

 

E’ stata resa nota la Risoluzione 7-00208 delle Commissioni VII Istruzione, Cultura e informazione e XII Affari Sociali che, evidenziando l’importanza della figura dell’assistente tecnico nell’organizzazione scolastica sia per l’aspetto didattico educativo che per l’aspetto organizzativo legato al funzionamento amministrativo, impegna il Governo ad introdurre tale profilo professionale anche negli organici degli istituti comprensivi. Apprendiamo questa notizia con grande soddisfazione, poiché la nostra piattaforma contrattuale contiene questa richiesta specifica di inclusione della figura dell’assistente tecnico in ogni ordine di scuola, riconoscendone l’elevata professionalità, che troppo spesso non è giustamente valorizzata. Riteniamo questo passo fondamentale per poter avviare il tanto sospirato processo di revisione professionale di tutto il personale ATA

in allegato il testo della risoluzione

Risoluz_Cam_Comm_VII-XII_7_00208 (2)

 

RSU, Quadri e Dirigenti sindacali si incontreranno a Napoli, venerdì 22 marzo, nel primo dei tre attivi unitari interregionali promossi da Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams nell’ambito della campagna di mobilitazione della categoria lanciata con il comunicato congiunto dei segretari generali del 7 marzo scorso

  • Contrasto alle ipotesi di regionalizzazione del sistema di istruzione
  • Rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto a dicembre 2018 puntando a una rivalutazione significativa delle retribuzioni
  • Soluzioni che consentano da subito la stabilizzazione del rapporto di lavoro dei precari sia nell’area del personale docente che del personale ATA
  • Organici commisurati al reale fabbisogno per docenti e ATA, e per questi ultimi ripristino di condizioni lavorative sostenibili, eliminando il sovraccarico di incombenze, spesso improprie, che grava sugli uffici di segreteria spesso privi di adeguato supporto in termini di strumentazione

Questi i motivi principali  di una mobilitazione con cui  i sindacati vogliono chiedere al Miur l’immediato inizio di un dialogo a 360 ° su obiettivi che necessitano di  precise scelte di investimento. scelte che la legge di stabilità per il 2019 non riporta. La più volte proclamata  centralità delle politiche per l’istruzione e la formazione  è una  dichiarazione di intenti fin qui smentita dai fatti, mentre si avvicina sempre più l’appuntamento importante della predisposizione del DEF, documento decisivo per la concreta attuazione di impegni e obiettivi.
Unite da  obiettivi comuni le organizzazioni sindacali più rappresentative del mondo della scuola, dell’università e della ricerca iniziano  una serie di iniziative organizzate insieme su tematiche che sono  vere emergenze, a partire dalle azioni di contrasto alle ipotesi di regionalizzazione del sistema scolastico.
Dopo l’attivo unitario di Napoli, che si svolgerà presso l’IIS Sannino – De Cillis con inizio alle ore 9,30 e che vedrà coinvolte le regioni del sud (escluse le isole maggiori), sarà la volta delle regioni del nord, che si ritroveranno a Venezia Mestre il 28 marzo, mentre i delegati di quelle del centro e delle isole maggiori si incontreranno a Roma il 29 marzo.

Roma, 19 marzo 2019

in allegato il testo del comunicato ufficiale

comunicato-attivi-

personale ata

I sindacati FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA, SNALS CONFSAL e GILDA-UNAMS uniti nella loro azione mobilitano tutto  il personale ATA, sui  seguenti punti:

  • Piena attuazione del Contratto: coinvolgimento nei processi decisionali della scuola; valorizzazione e riconoscimento professionale mediante i passaggi di area; pagamento delle indennità obbligatorie; formazione.
  • Rinnovo economico e giuridico del CCNL per poter garantire uguali diritti; uguali retribuzioni; equiparazione con gli stipendi europei; uguali prestazioni del servizio su tutto il territorio nazionale.
  • Organici stabili e potenziati a supporto e per lo sviluppo reale dell’autonomia scolastica.
  • Soluzione strutturale del precariato mediante un piano pluriennale di stabilizzazione con superamento dell’organico di fatto e consolidamento in diritto di tutti i posti necessari al funzionamento delle istituzioni scolastiche.
  • Semplificazione degli strumenti legati alla gestione amministrativa e contabile delle scuole.
  • Condivisione e trasparenza nella gestione delle procedure riguardanti le attività e i progetti in attuazione del POF

In allegato: Piattaforma ata e comunicato congiunto sindacati

 

La segreteria Snals della sede di Bari organizza per il 18 marzo un incontro gratuito aperto a tutti per dare risposte ai tanti quesiti pervenuti in sede sul prossimo TFA sostegno.

L’incontro sarà presieduto dal segretario provinciale  prof. Vito Masciale e vedrà la presenza del gruppo di esperti Snals  Bari che sta già realizzando un corso di  formazione alla prova preselettiva per accedere al corso universitario di sostegno.

Ricordiamo che possono partecipare al TFA sostegno per la scuola secondaria di primo e secondo grado i docenti in possesso di uno dei seguenti requisiti:

  1. abilitazione specifica sulla classe di concorso
  2. laurea coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del
    concorso+ 24 CFU i
    n discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche
  3. laurea coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del
    concorso + 3 annualità di servizio
    , nel corso degli otto anni scolastici precedenti,anche non successive, valutabili come tali ai sensi dell’articolo 11, comma 14, della legge 3 maggio 1999, n. 124, su posto comune o di sostegno, presso le istituzioni del sistema educativo di istruzione e formazione.

Gli ITP partecipano con il diploma.

Se si   può partecipare al corso di specializzazione con i requisiti previsti nel sopra riportato punto 2:

  • laurea coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del
    concorso+ 24 CFU i
    n discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche

gli interessati, comunque, devono verificare se la propria laurea sia completa per l’accesso alle classi di concorso (con tutti i crediti e le materie previste) nelle tabelle allegate al DPR 19/2016, come modificato dal DM 259/2017.La laurea, quindi , deve essere coerente con le classi di concorso vigenti, ossia comprendere quelle discipline, raggruppate in settori scientifico-disciplinari e crediti formativi universitari, senza le quali non si può accedere alla classe di concorso

In allegato la locandina dell’incontro con orari e luogo e la scheda di pre-adesione.

 

Come annunciato l’Università di Bari ha pubblicato in data odierna il bando

per l’ammissione al TFA per il sostegno che trovate in allegato

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Il decreto di distribuzione alle Università dei 14.224 posti disponibili per l’a.a. 2018/2019 con il quale si fissavano per tutti le date del 28 e 29 marzo 2019 per l’accesso ai corsi di specializzazione per il sostegno è stato integrato da un ulteriore decreto del 27/02/2019 n. 158 con il quale il MIUR rimanda le prove di ammissione.

Lo Snals aveva chiesto con forza lo slittamento delle date, ritenendo impossibile effettuare le prove a fine marzo.

Il Miur, accogliendo la richiesta del 26/02/2019 della Conferenza dei Rettori (CRUI) al fine di consentire agli atenei una più efficace organizzazione delle prove, ha fissato le nuove date delle prove per l’accesso ai corsi di specializzazione sul sostegno come di seguito riportato:

  • 15 aprile 2019 (di mattina per la Scuola dell’infanzia e di pomeriggio per la Scuola primaria)

  • 16 aprile 2019 (di mattina per la Scuola Secondaria di I grado e di pomeriggio per la Scuola secondaria di II grado).”

I bandi saranno emanati dalle rispettive Università.

Ricordiamo che  l’accesso ai percorsi di specializzazione si articola in:

  • un test preliminare;
  • una o più prove scritte ovvero pratiche;
  • una prova orale

In allegato il decreto n. 158 del 27/02/2019: DM – Aggiornamento date prove sostegno

L’argomento è stato trattato anche nei precedenti articoli:

Un appello dei sindacati scuola e del mondo dell’associazionismo per fermare la regionalizzazione del sistema di istruzione

I sindacati scuola e il mondo dell’associazionismo, con l’appello che di seguito si riporta, esprimono il loro più netto dissenso riguardo alla richiesta di ulteriori e particolari forme di autonomia in materia di istruzione avanzata dalle Regioni Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, a cui sono seguite quelle di altre regioni. Si tratta di un’ipotesi che pregiudica la tenuta unitaria del sistema nazionale in un contesto nel quale già esistono forti squilibri fra aree territoriali e regionali. I diritti dello stato sociale, sanciti nella Costituzione in materia di sanità, istruzione, lavoro, ambiente, salute, assistenza vanno garantiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale.

E’ un appello alla mobilitazione rivolto al mondo della scuola e alla società civile per fermare un disegno politico disgregatore dell’unità e della coesione sociale del Paese.

L’appello sarà oggetto di discussione in tutti i luoghi di lavoro e si definiranno anche modalità di raccolta delle adesioni per quanti, singoli o associazioni, intendessero sottoscriverlo.

Contro la regionalizzazione del sistema di istruzione

Come è noto, le Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto hanno, tra l’altro, chiesto al Governo forme ulteriori e condizioni specifiche di autonomia in materia di istruzione e formazione.

L’obiettivo è quello di regionalizzare la scuola e l’intero sistema formativo tramite una vera e propria “secessione” delle Regioni più ricche, che porterà a un sistema scolastico con investimenti e qualità legati alla ricchezza del territorio. Si avranno, come conseguenza immediata, inquadramenti contrattuali del personale su base regionale; salari, forme di reclutamento e sistemi di valutazione disuguali; livelli ancor più differenziati di welfare studentesco e percorsi educativi diversificati. Di fatto viene meno il ruolo dello Stato come garante di unità nazionale, solidarietà e perequazione tra le diverse aree del Paese; ne consegue una forte diversificazione nella concreta esigibilità di diritti fondamentali.

La proposta avanzata dalle Regioni si basa sulle previsioni contenute nell’art. 116 della Costituzione, modificato dalla riforma del Titolo V approvata nel 2001, che consente a ciascuna Regione ordinaria di negoziare particolari e specifiche condizioni di autonomia. Fino ad oggi quelle disposizioni non erano mai state applicate, essendo peraltro già riconosciute alle Regioni potestà legislativa regionale esclusiva e concorrente in molte materie; ora invece, nelle richieste avanzate da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, gli effetti dell’autonomia regionale ulteriormente rinforzata investono l’intero sistema dell’istruzione con conseguenze gravissime. Vengono meno principi supremi della Costituzione racchiusi nei valori inderogabili e non negoziabili contenuti nella prima parte della Carta costituzionale, che impegnano lo Stato ad assicurare un pari livello di formazione scolastica e di istruzione a tutti, con particolare attenzione alle aree territoriali con minori risorse disponibili e alle persone in condizioni di svantaggio economico e sociale.

La scuola non è un semplice servizio, ma una funzione primaria garantita dallo Stato a tutti i cittadini italiani, quali che siano la regione in cui risiedono, il loro reddito, la loro identità culturale e religiosa.

L’unitarietà culturale e politica del sistema di istruzione e ricerca è condizione irrinunciabile per garantire uguaglianza di opportunità alle nuove generazioni nell’accesso alla cultura, all’istruzione e alla formazione fino ai suoi più alti livelli.

Forte è la preoccupazione che l’intero percorso venga gestito con modalità che non consentono un’approfondita discussione di merito, dal momento che le Camere potrebbero essere chiamate non a discutere e a valutare, ma unicamente a pronunciarsi su ciò che le Regioni richiedenti e il Governo avranno precedentemente sottoscritto; tutto ciò con vincoli giuridici decennali.

Con l’introduzione dell’autonomia differenziata, che destruttura il modello configurato dalla Costituzione Repubblicana, si portano a compimento scelte politiche che più volte negli ultimi anni hanno indebolito le condizioni di vita delle persone e della società.

A nulla valgono le rassicurazioni circa il fatto che alcune Regioni richiedenti non avrebbero in termini finanziari niente di più di quello che oggi spende lo Stato per i servizi trasferiti. Quelle   Regioni insistono in realtà nel voler stabilire i trasferimenti di risorse sulla base della riduzione del cosiddetto “residuo fiscale”, cioè la differenza fra gettito fiscale complessivo dei contribuenti di una regione e restituzione in termini di spesa per i servizi pubblici.

Sarà quindi inevitabile l’aumento del divario tra nord e sud e tra i settori più deboli e indifesi della società e quelli più abbienti. In tale contesto, dunque, una scuola organizzata a livello regionale sulla base di specifiche disponibilità economiche, rappresenta una netta smentita di quanto sancito dagli articoli 3, 33 e 34 della Costituzione a fondamento del principio di uguaglianza, cardine della nostra democrazia, e lede gravemente altri principi come quello della libertà di insegnamento.

La scuola della Repubblica, garante del pluralismo culturale e preposta a rimuovere ogni ostacolo economico e sociale è, e deve essere, a carico della fiscalità generale nazionale, semplicemente perché esprime e soddisfa l’interesse generale.

Un Paese che voglia innalzare il proprio livello d’istruzione generale deve unificare, anziché separare: unificare i percorsi didattici, soprattutto nella scuola dell’obbligo; garantire, incrementandola, l’offerta educativa e formativa e le possibilità di accesso all’istruzione fino ai suoi livelli più elevati; assicurare la qualità e la quantità dell’offerta di istruzione e formazione in tutto il Paese, senza distinzioni e gerarchie.

Regionalizzare la scuola e il sistema educativo e formativo significa prefigurare istituti e studenti di serie A e di serie B a seconda delle risorse del territorio; ignorare il principio delle pari opportunità culturali e sociali e sostituirlo con quello delle impari opportunità economiche; disarticolare il CCNL attraverso sperequazioni inaccettabili negli stipendi e negli orari dei lavoratori della scuola che operano nella stessa tipologia di istituzione scolastica, nelle condizioni di formazione e reclutamento dei docenti, nei sistemi di valutazione, trasformati in sistemi di controllo; subordinare l’organizzazione scolastica alle scelte politiche – prima ancora che economiche – di ogni singolo Consiglio regionale; condizionare localmente gli organi collegiali. Significa in sostanza frantumare il sistema educativo e formativo nazionale e la cultura stessa del Paese. Questa frammentazione sarà foriera di una disgregazione culturale e sociale che il nostro Paese non potrebbe assolutamente tollerare, pena la disarticolazione di un tessuto già fragile, fin troppo segnato da storie ed esperienze non di rado contrastanti e divisive.

Per questo lanciamo il nostro appello ad un generale e forte impegno civile e culturale, affinché si fermi il pericoloso processo intrapreso e si avvii immediatamente una confronto con tutti i soggetti istituzionali e sociali.

Di fronte ai pericoli della strada intrapresa, intendiamo mobilitarci, a partire dal mondo della scuola, perché si apra un grande dibattito in Parlamento e nel Paese, che coinvolga i soggetti di rappresentanza politica e sociale e tutti i cittadini, come si richiede per una materia di tale importanza per la vita delle persone e dell’intera comunità nazionale.

Contrastare la regionalizzazione dell’istruzione in difesa del principio supremo dell’uguaglianza e dell’unità della Repubblica è un compito primario di tutte le forze politiche, sindacali e associative che rendono vivo e vitale il tessuto democratico del Paese.

Roma, 14 febbraio 2019

ADERISCI!

#RestiamoUniti

 

Promotori :

Sindacati: Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, Gilda Unams, SNALS Confsal, Cobas, Unicobas Scuola e Università.

Associazioni: Associazione Nazionale Scuola per la Repubblica, AIMC, CIDI, MCE, UCIIM, IRASE, IRSEF IRFED, Proteo Fare Sapere, Associazione Docenti Art. 33, CESP, Associazione Unicorno-L’altra Scuola, Link, Lip scuola, Manifesto dei 500, Rete degli studenti medi, Rete della conoscenza, Unione degli Studenti, Uds, Udu.

 

 

 

Oltre alla formazione in presenza già annunciata e che avrà inizio a breve

lo Snals /Confsal mette gratuitamente a disposizione di tutti gli iscritti

allo Snals un corso di formazione on line per prepararsi al prossimo

concorso per DSGA.

Siamo sicuri che questo nuovo strumento aiuterà tutti i nostri iscritti

a preparasi al meglio per la prossima prova concorsuale  non solo perchè

accessibile h24  ma anche per lo spessore culturale dei contenuti ,

la bontà delle esercitazioni e la possibilità di autovalutarsi .

Per acquisire le credenziali di accesso alla piattaforma gli iscritti possono

rivolgersi al segretario provinciale prof .Vito Masciale presso la sede

provinciale .

In allegato la locandina e il programma del corso

LOCANDINA CORSO DSGA (1)

SCHEDA DIDATTICA CORSO DSGA (1)

 

 

 Il Miur ha pubblicato oggi il decreto  per l’avvio del corso di specializzazione su sostegno.

Riassumiamo i requisiti di accesso che  sono cambiati  in seguito alla Legge di Bilancio 2019 e pubblichiamo in allegato il testo del decreto

decretosostegno-1:

 -Requisiti di accesso per la Scuola di infanzia e primaria

  • laurea in Scienze della formazione primaria o
  • diploma magistrale, ivi compreso il diploma sperimentale a indirizzo psicopedagogico, con valore di abilitazione e diploma sperimentale a indirizzo linguistico, conseguiti presso gli istituti magistrali o
  • analogo titolo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia ai sensi della normativa vigente;

-Requisiti di accesso per la Scuola secondaria di primo e secondo grado

  • il possesso dei requisiti previsti al comma 1 o al comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo con riferimento alle procedure distinte per la scuola secondaria di primo o secondo grado
  • analoghi titoli di abilitazione conseguiti all’estero e riconosciuti in Italia ai sensi della normativa vigente

Ossia:

  • abilitazione
  • laurea + 24 CFU in discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche.

A questi titoli si aggiungono:

laurea + 3 annualità di servizio, anche non successive, valutabili come

tali ai sensi dell’articolo Il, comma 14, della legge 3 maggio 1999, n. 124,

su posto comune o di sostegno, presso le istituzioni del sistema educativo

di istruzione e formazione.

ITP

Gli insegnanti tecnico pratici accedono con il diploma.

Ammessi con riserva

Vengono  ammessi con riserva coloro che, avendo conseguito il titolo abilitante all’estero,

abbiano presentato la relativa domanda di riconoscimento alla Direzione generale

per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione,

entro la data termine per la presentazione delle istanze per la partecipazione

alla specifica procedura di selezione.

I requisiti di accesso sono uguali sia per i docenti precari che per i docenti di ruolo.

 

PIÙ TRASPARENZA NEL «PROGRAMMA ANNUALE» CON IL NUOVO REGOLAMENTO DI CONTABILITÀ

 

Il Miur ha emanato la circolare applicativa 74 (05/01/19) sul nuovo

Regolamento di contabilità delle scuole che come è noto sostituisce

quello in vigore dal 2001 ed è già operativo dal 1/1/2019.

La nuova circolare  rientra in una serie di azioni e di misure

di accompagnamento per avviare, con successo, nelle scuole le nuove

disposizioni.

Il nuovo testo, che  recepisce le novità normative che sono state introdotte

in questi anni, prevede anche una maggiore trasparenza nella stesura

del Programma annuale e, più in generale, nella rappresentazione

dei fatti contabili e gestionali. Infatti dovranno essere esplicitate con

chiarezza le finalità e le voci di spesa cui vengono destinati i contributi

volontari versati dalle famiglie o le risorse reperite attraverso le raccolte

di fondi, anche quelle effettuate attraverso l’adesione a piattaforme di

finanziamento collettivo.

L’obiettivo dichiarato è consentire gradualmente alle scuole di gestire

le spese in maniera semplificata e più efficiente, lavorando in modo

standardizzato e omogeneo su tutto il territorio nazionale, migliorando

i servizi verso alunni e famiglie e riducendo i carichi di lavoro delle segreterie.

Il regolamento prevede una serie di misure che puntano a migliorare il processo

di programmazione per evitare il rischio dell’esercizio provvisorio, a semplificare

le procedure di acquisto e a renderle omogenee, a razionalizzare la spesa delle

scuole e le fonti di finanziamento.

Tra le principali novità:

-tempistiche di programmazione della spesa più precise

-l’innalzamento della soglia per gli affidamenti diretti

-la promozione degli accordi di rete fra scuole per rendere

più efficace ed efficiente la spesa

-il recepimento delle novità normative in materia di ordinativo

informatico locale e fatturazione elettronica

-l’utilizzo delle tecnologie per gli incassi e i pagamenti

-indicazioni relative alla conservazione sostitutiva dei documenti

amministrativo contabili anche per ridurre la saturazione

degli archivi cartacei delle scuole,

-l’incremento dell’utilizzo di strumenti informatici per lo

svolgimento dei controlli di regolarità amministrativo-contabile.

Relativamente all’approvazione del programma annuale

sono stati ristretti i tempi per avviare l’eventuale

gestione provvisoria che sarà attivata  solo se tale approvazione

non venisse approvato entro 45 giorni dalla scadenza del 31 dicembre.

Il dirigente scolastico sarà tenuto ad informare di ciò l’Ufficio scolastico

regionale nel primo giorno lavorativo successivo al 31 dicembre.

Le scuole inoltre potranno occuparsi in proprio di lavori di piccola

manutenzione degli edifici scolastici, su delega dell’ente proprietario;

sarà possibile effettuare lavori urgenti salvo richiedere all’ente

proprietario il rimborso delle spese sostenute.