La scadenza fissata per il 20 novembre per il collaudo delle postazioni informatiche viene prorogata, con nota  del ministero del 20/11, al 30 novembre 2023. I concorsi scuola con prove attesi a breve sono: il concorso educazione motoria primaria, concorso docenti infanzia e primaria e secondaria, concorso dirigenti scolastici, concorso Dsga, concorso per insegnanti di religione cattolica, il concorso per dirigenti tecnici.

I Responsabili tecnici d’aula designati:

 

dovranno accedere alla piattaforma per confermare la presa visione dell’informativa sulla privacy, necessaria per poter accedere ai passaggi successivi; l’accesso deve essere effettuato esclusivamente tramite il proprio SPID;

in caso di indisponibilità di postazioni informatizzate inserirà n. postazioni = 0 senza dover effettuare ulteriori operazioni;

in caso di disponibilità di postazioni informatizzate, ne effettueranno il collaudo, a prescindere dall’eventuale utilizzo per le procedure concorsuali, secondo le modalità indicate sulla piattaforma. Le operazioni di collaudo saranno attive solo dopo l’avvenuto inserimento in piattaforma dell’aula e del nominativo di almeno un Responsabile tecnico d’aula;

 

Con  nota n.  32631 del 21 novembre 2023, il Ministero ha comunicato lo slittamento di 45 giorni dei termini per la predisposizione e l’approvazione del programma annuale 2024 ai sensi dell’articolo 5 del D.I. 28/08/2018, n. 129.

 

Nel dettaglio ecco le nuove scadenze :

entro il 15 gennaio 2024, le istituzioni scolastiche predispongono il programma annuale e la relazione illustrativa; entro la stessa  data, il programma annuale e la relazione illustrativa, sono sottoposti all’esame dei revisori dei conti per il parere di regolarità;

entro il 15 febbraio 2024, i revisori dei conti rendono il suddetto parere che potrà  essere acquisito anche con modalità telematiche;

entro il 15 febbraio 2024, il Consiglio d’Istituto delibera in merito all’approvazione del programma annuale. La delibera di approvazione del programma annuale è adottata entro il 15 febbraio 2024, anche nel caso di mancata acquisizione del parere dei revisori dei conti entro la data fissata per la deliberazione stessa.

Vito Masciale

In questi giorni il cuore dell’Italia è tutto rivolto a Giulia (la giovane innocente vittima) a Filippo (il bravo …… ragazzo normale che l’ha uccisa) alle loro famiglie e………alla scuola.

Sulla tristissima e dolorosissima vicenda scorreranno ancora fiumi di inchiostro sulle pagine dei giornali, nei talk show vedremo sfilare psicologici e criminologici esperti in casi del genere che ne passeranno al setaccio gli aspetti sociali e psicologici.

Qui in questo breve post voglio condividere con voi il ruolo della scuola. Non può che far piacere ai lavoratori della scuola sapere che il paese senza distinzioni politiche conta su di loro, sul loro lavoro incessante quotidiano nelle aule per educare le future generazioni a gestire i propri sentimenti: educazione sentimentale si legge nei titoli dei giornali. Bene. Molto bene.

Ma a quali sentimenti pensiamo?

A quelli amorosi che sbocciano in una adolescenza sempre più anagraficamente precoce?

Quelli nei confronti di sé stessi nella fatica quotidiana di crearsi una propria identità e farsi accettare dagli altri? Quelli nei confronti della famiglia, degli amici, del gruppo di calcetto o di palestra, dei compagni di classe dove sentirsi integrati? La materia è vastissima, complessa e delicata e la lascio volentieri ai sociologi e agli psicologi che sicuramente saranno coinvolti in questa educazione magari con progetti extra adeguatamente retribuiti oppure sarà affidata a dei docenti di una classe di concorso presente in tutti gli ordini di scuola all’interno dell’insegnamento di discipline già a loro carico e con un numero di ore immutato.

Questa seconda ipotesi sarebbe un gioco al massacro sulla scuola che al susseguirsi di episodi tristi di violenza sarebbe accusata di non aver fatto bene i compiti.

E a questo lo Snals Puglia non ci sta.

Affidiamo pure il compito dell’educazione sentimentale alla scuola perché se lo merita perché oggi rimane ancora, con la famiglia, il principale contesto educativo ma diamo alla scuola la possibilità di fare bene il suo lavoro. Prima di entrare nel campo dei sentimenti forse sarebbe il caso di educare i ragazzi al rispetto delle regole che sono alla base della convivenza: regole scritte e non scritte ma su cui si basa da sempre la società in primis il rispetto per l’altro. E chi mi chiedo da uomo di scuola chi meglio di docenti laureati abilitati all’insegnamento presenti nell’unica graduatoria GAE non esaurita su tutto il territorio nazionale la A-46 sarebbe in grado di farlo.

Si potrebbe pensare ad inserire l’insegnamento del diritto fin dalla secondaria di primo grado.

La scuola sa educare e formare e sa farlo molto bene purché messa in condizioni di farlo. Il Ministro ha disposto due minuti di silenzio in tutte le scuole per ricordare Giulia. Bene ma per ricordare Giulia e far sì che lei non sia morta invano serve parlarne nelle scuole e nelle università visto che i ragazzi coinvolti nella vicenda erano studenti universitari. Nelle università dove la competizione in vista dell’ingresso nel mondo del lavoro sicuramente si acuisce e dove i ragazzi universitari ormai ritenuti “grandi” dalle famiglie devono invece affrontare in tanti casi problemi ben più gravi di un affitto da pagare. E siccome il ferro si batte finché è caldo nelle scuole a novembre magari sarebbe il caso di concedere un’ora di assemblea di classe straordinaria per parlare di Giulia e non solo di Giulia che purtroppo lo sappiamo non sarà l’ultima.  E per concludere un pensiero alle famiglie: non è facile essere genitori non lo è mai stato e lo sanno bene tutti i giovani italiani che pur mettendo su famiglia decidono di non aver figli ma per quelli che hanno voluto accettare la sfida di diventare genitori la scuola può fare tanto e sono sicuro che le idee non mancano.

Vito Masciale

 

PERCHÉ LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Il sistema pensionistico italiano ha subito, dagli anni Novanta ad oggi, un processo di riforma per contenere la spesa pensionistica al fine di garantirne la sostenibilità finanziaria.

Conseguenza di tali  cambiamenti è che l’importo della pensione erogata al lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, risulterà  nettamente ridimensionato rispetto al passato.

L’esigenza di affiancare alla previdenza pubblica la previdenza complementare è nata, in particolar modo, al momento della Riforma pensionistica del 1995 (l. n. 335/1995, c.d. Riforma Dini), che ha apportato dei cambiamenti radicali all’intero sistema, avendo modificato il metodo di calcolo della pensione pubblica:

Prima della Riforma del 1995, veniva applicato il metodo di calcolo retributivo: l’importo della pensione era calcolato sulla media delle retribuzioni percepite negli ultimi anni di lavoro.

Dopo la Riforma del 1995, viene applicato il metodo di calcolo contributivo (per i lavoratori in servizio a decorrere dal 1° gennaio 1996): l’importo della pensione si calcola in base all’ammontare dei contributi effettivamente versati dal lavoratore nel corso dell’intera vita lavorativa (quindi anche negli anni iniziali quando le retribuzioni sono, inevitabilmente, più basse).

Il sistema di calcolo retributivo risulta certamente più favorevole rispetto a quello contributivo in quanto si fonda sulla media delle retribuzioni percepite negli ultimi anni di vita lavorativa che, generalmente, sono più elevate.

Il metodo di calcolo contributivo ha, invece, nettamente ridimensionato l’importo che si arriverà a percepire al momento del pensionamento e le pensioni saranno via via sempre più basse in rapporto all’ultima retribuzione percepita ( c.d. tasso di sostituzione).

LA PENSIONE COMPLEMENTARE    DIVENTA INDISPENSABILE

Le nuove pensioni saranno sempre più basse rispetto all’ultima retribuzione percepita.

Da stime della Ragioneria Generale dello Stato consegue che la pensione nel 2060 sarà poco più della metà dell’ultimo stipendio: un taglio davvero significativo .

ULTIMO STIPENDIO 100            PENSIONE PROBABILE 60

COME PROTEGGERE IL PROPRIO FUTURO ? Fondo espero può essere la risposta giusta

COME      FUNZIONA ESPERO

Espero è il fondo pensione negoziale per tutti i lavoratori della scuola, istituito da rappresentanze dei lavoratori e dal datore di lavoro (MIUR) nell’ambito della contrattazione nazionale.

È un’associazione senza fini di lucro, il cui unico obiettivo è quello di permettere all’aderente di costruire una pensione complementare per bilanciare il previsto abbassamento della pensione pubblica.

È un fondo pensione a capitalizzazione individuale e contribuzione definita. Ogni lavoratore che aderisce al fondo apre un proprio conto individuale dove confluiscono i contributi versati.

 

 

 

COSA VIENE VERSATO NEL CONTO PERSONALE PER ESSERE INVESTITO

 

Il finanziamento dei Fondi pensione nel settore pubblico avviene mediante:

 

Una contribuzione reale così determinata:

– il contributo del datore di lavoro (1% della retribuzione lorda);

– il contributo del lavoratore (1% della retribuzione lorda);

– il contributo VOLONTARIO del lavoratore (fino al 20% della retribuzione lorda);

– i rendimenti conseguiti con l’investimento dei contributi sui mercati finanziari.

Una contribuzione figurativa (virtuale) così determinata: su un conto di natura figurativa tenuto dall’INPS Gestione ex INPDAP sono contabilizzati gli accantonamenti delle quote del TFR; esse non sono versate al Fondo man mano che maturano ma sono accantonate figurativamente presso l’INPS Gestione ex INPDAP che, al termine del rapporto di lavoro, le conferirà ad Espero.

I VANTAGGI FISCALI

  1. DEDUCIBILITA’ FISCALE

Sono deducibili dal reddito complessivo i contributi versati, entro il limite di 5.164,57 euro all’anno.

Tale importo comprende il contributo del lavoratore e del datore di lavoro e gli eventuali versamenti effettuati a favore dei soggetti fiscalmente a carico; è esclusa la quota del TFR. L’agevolazione fa diminuire l’imposta che devi pagare in base al reddito.

 

  1. TASSAZIONE DELLE PRESTAZIONI

La legge di bilancio 2018 ha introdotto agevolazioni fiscali sulle prestazioni del Fondo durante la fase di erogazione, sia sulla pensione complementare sia sul capitale. Per le contribuzioni versate dal 2018 in poi, l’aliquota fiscale applicata è del 15% e, per ogni anno di adesione successivo al 15°, l’aliquota decresce di 0,3 punti percentuali annui, fino ad arrivare al 9%.

 

  1. TASSAZIONE DEI RENDIMENTI

Rispetto al 26% normalmente applicato ai rendimenti finanziari, i rendimenti ottenuti dai fondi pensione sono tassati al 20% e, per alcune tipologie di titoli pubblici, l’aliquota scende al 12,5%.

I COSTI DI GESTIONE
i costi di gestione dei fondi negoziali sono in media
più bassi dei fondi aperti e dei PIP

 

LA GESTIONE FINANZIARIA: LA SCELTA TRA I DUE COMPARTI

Espero offre agli aderenti la possibilità di scegliere tra due comparti differenziati per profili di rischio e di rendimento:

– Il Comparto GARANZIA è caratterizzato da una  garanzia di restituzione del capitale;

– Il Comparto CRESCITA, con profilo di rischio medio-basso è leggermente più dinamico del precedente.

 

All’atto dell’adesione, l’aderente sceglie il comparto in cui fa confluire i versamenti contributivi. In caso di mancata scelta si intende attivata l’opzione verso il comparto Crescita. Dopo almeno 12 mesi di permanenza in un comparto, è possibile modificarlo.

 

ADESIONE

L’adesione si effettua andando sul sito internet:

www.fondoespero.it

clicca su ADERISCI ORA per procedere alla compilazione del QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE.

Successivamente bisogna accedere nell’area riservata del Portale NoiPA, nella sezione PREVIDENZA COMPLEMENTARE e seguire il procedimento per l’adesione.

Per il completamento dell’operazione è necessario disporre del CODICE OTP

 

 

Dal sito è possibile:

Controllare la propria posizione accedendo all’area riservata con le credenziali per l’accesso;

Scaricare la modulistica;

Rimanere aggiornati sulle news del Fondo.

Inoltre, dal Portale NoiPA è possibile:

Aderire;

Modificare la contribuzione volontaria

MODIFICARE LA CONTRIBUZIONE

A decorrere dal 7 novembre 2013 la modifica e la sospensione della contribuzione al Fondo Scuola Espero dovrà essere effettuata accedendo al servizio di Previdenza complementare disponibile nella propria area riservata sul portale NoiPA.

Tutte le variazioni decorrono dalla prima mensilità utile ai fini delle elaborazioni stipendiali da parte del MEF.

Questa nuova modalità sostituisce la procedura cartacea, si ricorda che per concludere la procedura è necessario disporre del codice OTP generato su NoiPa dopo aver completato l’accreditamento sul proprio profilo (conferma indirizzo di posta elettronica, numero di telefono cellulare, ecc.)

N.B. una volta inserito il codice OTP l’operazione non può essere annullata.

LE PRESTAZIONI DEL FONDO PRESTAZIONI PRE – PENSIONAMENTO

ANTICIPAZIONE

Dopo 8 anni di iscrizione al fondo è possibile richiedere un’anticipazione nei seguenti casi:

acquisto o ristrutturazione della prima casa per sé, per i figli o per il coniuge in regime di comunione dei beni;

spese sanitarie per terapie ed interventi straordinari riconosciuti dalle strutture pubbliche competenti per sé, i figli o il coniuge fiscalmente a carico;

spese sostenute durante la fruizione dei congedi per la formazione continua.

L’anticipazione può riguardare l’intera posizione accumulata (contributi lavoratore, contributi del datore di lavoro, rivalutazioni maturate) o una sua parte. Sono escluse dall’anticipazione le contribuzioni figurative Tfr accantonate presso l’Inps Gestione ex Inpdap.

TRASFERIMENTO

È possibile chiedere il trasferimento ad un altro fondo della posizione maturata con Espero:

in costanza dei requisiti di partecipazione al Fondo, dopo almeno 3 anni di iscrizione;

in caso di perdita dei requisiti di partecipazione al Fondo per dimissioni, pensionamento, licenziamento ecc.

LE PRESTAZIONI DEL FONDO PRESTAZIONI POST – PENSIONAMENTO

Premessa

RISCATTO INTEGRALE DELLA POSIZIONE

Può richiedere il riscatto della posizione accumulata l’iscritto che cessa l’attività lavorativa per le seguenti cause:

Inabilità, mobilità, fondo esuberi, fallimento e per altre cause indipendenti dalla volontà delle parti;

Scadenza del contratto, dimissioni, licenziamento e altre cause dipendenti dalla volontà delle parti.

Decesso.

In caso di decesso dell’associato prima del suo pensionamento la posizione maturata nel Fondo viene riscattata dal coniuge, o, in sua mancanza, dai figli o, in mancanza del coniuge e dei figli, dai genitori se fiscalmente a carico dell’iscritto. Se mancano i suddetti soggetti l’iscritto può designare un beneficiario. Qualora mancassero tutti i soggetti sopra descritti la posizione resta acquisita al Fondo (D.lgs. 124/1993).
Al momento del pensionamento, l’iscritto pubblico potrà scegliere tra le seguenti opzioni per la restituzione del montante finale:

 

TRASFORMAZIONE IN RENDITA;

 

50% CAPITALE E 50% RENDITA;

 

100% CAPITALE qualora la rendita di Espero sia inferiore all’assegno sociale Inps (per il 2023 pari a Euro 503,27).

R.I.T.A.
Rendita Integrativa Temporanea Anticipata

Requisiti:

Cessazione attività lavorativa non oltre 5 anni prima della maturazione del requisito anagrafico previsto per la pensione di vecchiaia nel regime obbligatorio di appartenenza (10 anni nel caso di inoccupazione superiore a 24 mesi);

20 anni di contribuzione nei regimi obbligatori di appartenenza;

5 anni di partecipazione a forme pensionistiche complementari.

 

L’aderente ha facoltà di chiedere che la prestazione sia erogata, in tutto o in parte, in forma di Rendita Integrativa Temporanea Anticipata. Tale prestazione è tassata con aliquota agevolata al 15%.

 

 

RIASSUMENDO

  1. Conviene aderire subito ad una forma di pensione complementare: sarà necessaria e durante la tua vita di lavoro ti peserà pochissimo.

 

  1. Prima di “andare a cercare sul mercato” conviene aderire a Espero il tuo fondo negoziale, per non perdere i privilegi previsti dalla Negoziazione.

 

  1. Decidere di aderire al minimo previsto dagli accordi non dovrebbe essere una decisione difficile (TFR + 1% a carico del lavoratore + 1% a carico del datore di lavoro).

 

  1. È opportuno riflettere soprattutto su due aspetti:
  • Quale comparto scegliere (più dinamico o più tranquillo)?
  • La percentuale eventualmente da aggiungere all’1% base (max 20% volontario anche con percentuale di mezzo punto

I TEMPI

 

L’ISCRITTO riceverà 3 (oppure 4)PAGAMENTI    relativi al  RISCATTO POSIZIONE FONDO ESPERO E          TFR                        e precisamente:

 

Entro 3 mesi dalla richiesta (cioè              ENTRO  dicembre 2024) sarà pagata  la parte relativa ai contributi dell’iscritto, alla quota del datore di lavoro  e agli interessi maturati.

 

Entro 9 mesi dalla cessazione (cioè ai primi di GIUGNO 2025) sarà pagata  LA QUOTA VIRTUALE DEL TFR.

In pratica l’INPS conferirà a sua volta al Fondo Espero la quota del 2% rivalutata e il Fondo provvederà a liquidarla all’interessato:  l’accantonamento del TFR, infatti, corrisponde al 6,91% della  retribuzione, di cui il 2%conferito al Fondo Espero e il 4,91% conferito  all’apposita gestione dell’INPS.

non prima di 24 mesi dalla cessazione decorrente dal 01/09/2026

sarà pagata la RESTANTE QUOTA DEL TFR  del 4,91% e sarà corrisposta – unitamente alla quota, anch’essa rivalutata, del TFS (buonuscita) maturato fino al momento dell’adesione al Fondo Espero

Novità Fondo Espero

Per il personale assunto dopo il 1° gennaio 2019, l’articolo 1 comma 157 della legge 205/2017 ha previsto la possibilità di regolamentare a livello contrattuale l’espressione di volontà per aderire ai fondi pensione complementari del pubblico impiego anche tramite il meccanismo del silenzio-assenso e con facoltà di recesso. Tale forma di adesione deve garantire la piena informazione e il libero esercizio della espressione della volontà del lavoratore.
Il 16 settembre del 2021 era stato sottoscritto l’accordo per l’adesione tramite questa modalità al Fondo pensione Perseo Sirio.

In data 31 maggio 2022 è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo relativa al Fondo Pensione Espero a cui aderiscono i lavoratori del comparto scuola e AFAM allegata.

L’accordo si applica ai lavoratori assunti a tempo indeterminato successivamente al 1 gennaio 2019 facendo riferimento alla effettiva immissione in ruolo con relativa decorrenza economica del rapporto di lavoro, mentre non rientra nel concetto di assunzione il passaggio tra amministrazioni o istituzioni scolastiche per mobilità, comando, altre forme di assegnazione. Inoltre, l’accordo non si applica al personale che continua a conservare il regime di TFS, quello già iscritto al Fondo, e quello destinatario di passaggio tra diverse qualifiche del sistema di classificazione professionale del personale non dirigente nell’ambito della stessa amministrazione.

L’accordo precisa che l’adesione al Fondo Espero avviene:

tramite espressa manifestazione di volontà dell’aderente;

tramite silenzio-assenso con le modalità descritte dall’articolo 4

In sintesi, la procedura prevede che al momento dell’assunzione al lavoratore sia consegnata un’informativa sulle modalità di adesione al Fondo e sulla previdenza complementare.
Se nei 9 mesi successivi all’assunzione il lavoratore non esprime la volontà di aderire o di non aderire al Fondo Espero, egli è automaticamente iscritto al Fondo pensione tramite silenzio-assenso. Al Fondo Espero sono destinati: il contributo dell’amministrazione, il contributo del lavoratore e il Tfr dalla data di adesione.
Dal momento della iscrizione tramite silenzio-assenso, il lavoratore, che deve ricevere un’ulteriore specifica informativa, può esercitare entro 30 giorni il diritto di recesso e quindi ottenere il rimborso di quanto già versato. Se entro questo termine il lavoratore non esprime la volontà di recedere, egli è definitivamente iscritto al Fondo Espero.

Per ricevere consulenza inviare una mail all’indirizzo info@snalsbari.it

 

Attualmente nelle varie graduatorie il servizio di leva e quello civile sostitutivo viene calcolato con 0,60 punti all’anno per tutti i profili, ovvero 0,05 punti per ogni mese di servizio o frazione superiore a 15 giorni.
M a non deve essere così perché la corte di Cassazione con la sentenza Num. 41894 pubblicata il : 29/12/2021 ha riconosciuto il diritto di chi ha il servizio civile o militare non in costanza di impiego scolastico a vedersi attribuiti 6 punti all’anno come Ata e 12 punti come Docente. Dopo tale sentenza si registra un vero e proprio boom di sentenze di accoglimento da parte dei vari tribunali sul riconoscimento dei 6 punti in graduatoria come Ata (il punteggio deve essere aumentato di 6 punti per tutti profili per i quali si risulta inseriti in graduatoria) e di 12 punti nelle graduatorie Docenti.
Al momento, per avere il riconoscimento del servizio civile che vale 6 punti anche non in costanza di nomina , così come per il servizio militare, occorre presentare ricorso giurisdizionale al giudice ordinario in funzione di giudice del lavoro.
L’ufficio legale dello Snals è a disposizione di tutti coloro che si trovino nella situazione sopra descritta e vogliano giustamente far valer e il loro diritto al maggior punteggio come riconosciuto e sentenziato dalla corte di cassazione il che consentirebbe un notevole balzo in avanti nelle graduatorie.
Tutti gli interessati possono inviare una mail all’indirizzo info@snalsbari.it per richiedere un appuntamento con l’ufficio legale.

 

Presso l’ARAN,è stato siglato l’Accordo sulla regolamentazione inerente alle modalità di espressione della volontà di adesione al Fondo Pensione Espero, anche mediante forme di silenzio-assenso, e alla relativa disciplina di recesso del lavoratore.

Espero è il Fondo Nazionale Pensione Complementare per i lavoratori della Scuola . Finora l’adesione al Fondo era possibile unicamente mediante un’esplicita manifestazione di volontà dell’aderente; il nuovo Accordo sottoscritto  prevede, oltre a tale modalità tradizionale, che l’adesione al Fondo possa avvenire mediante silenzio-assenso. All’atto dell’assunzione, il lavoratore riceverà un’informativa, con specifico ed espresso riferimento al fatto che, decorsi nove mesi dalla stipula del contratto individuale di lavoro senza che sia stata manifestata la propria volontà di non aderire, l’iscrizione al Fondo avvenga automaticamente, con possibilità di recesso entro i successivi trenta giorni. Ovviamente, l’adesione a Espero potrà avvenire, a domanda dell’interessato, anche prima del termine di nove mesi.

Tale nuova modalità sarà operativa per tutti i nuovi contratti individuali di adesione. In prima applicazione, l’innovazione si applicherà anche ai contratti stipulati successivamente al 1° gennaio 2019. In tali casi, le amministrazioni dovranno inviare la predetta informativa entro nove mesi e il lavoratore disporrà di analogo termine di nove mesi, dal ricevimento dell’informativa, per manifestare la volontà di non adesione, fermo restando l’ulteriore termine di 30 giorni per esercitare il diritto di recesso.

MODIFICHE AL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 15 MARZO 2010, N.88 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI, RECANTE NORME PER IL RIORDINO DEGLI ISTITUTI TECNICI A NORMA DELL’ART.64, COMMA 4, DEL DECRETO-LEGGE 25 2008, N. 112, CONVERTITO CON MODIFICAZIONI, DALLA LEGGE 6 AGOSTO 2008, N.133).
Il 7 novembre 2023, si era tenuto al ministero un incontro tra RAPPRESENTANTI DEL MIM E  RAPPRESENTANTI DELLE OO.SS.avente per oggetto l’informativa sulla bozza di Regolamento attuativo della riforma degli istituti tecnici, ai sensi dell’articolo 26 del decreto-legge n. 144/2022, e sulla bozza di Decreto ministeriale per le modalità di funzionamento dell’osservatorio nazionale per l’istruzione tecnica e professionale, previsto dall’articolo 28 del medesimo decreto-legge.
L’Amministrazione, rappresentata dal Direttore generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione, Dott. Fabrizio Manca, aveva  illustrato il contenuto delle bozze dei due provvedimenti, ricordando che il procedimento di emanazione di un atto di natura regolamentare è piuttosto articolato, poiché prevede il parere del CSPI, l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, il parere del Consiglio di Stato e la registrazione da parte della Corte dei conti per questo si è scelta la forma del decreto ministeriale che presenta un iter più semplice.
Illustrando la bozza di Regolamento, il Dott. Manca, coadiuvato dalla Dott.ssa Flaminia Giorda, Coordinatore nazionale della segreteria tecnica del corpo ispettivo, dalla coordinatrice nazionale del SGQ dott.ssa Rosalba Bonanni., dalla dirigente dell’ufficio legale dott.ssa Lucia Taverna aveva  sottolineato che tale provvedimento incide principalmente sugli aspetti organizzativi dell’istruzione tecnica, mentre i quadri orario delle varie articolazioni degli indirizzi saranno stabiliti da un successivo Decreto ministeriale. Punti centrali della bozza di Regolamento, inoltre, sono la possibilità dei CPIA di attivare percorsi di secondo livello, la rilevanza data alla didattica per competenze e alla progettazione interdisciplinare, l’abolizione delle opzioni, compensata dall’incremento al 25% delle quote di autonomia, dalla possibilità di costruire i curricoli dando spazio anche alle aree territoriali e dalla presenza del 30% di flessibilità nell’ultimo anno, l’aumento della compresenza (estesa anche al settore economico), la revisione delle finalità del primo biennio con l’incremento delle discipline di indirizzo, la possibilità di iniziare i percorsi di PCTO già nel secondo anno, l’internazionalizzazione dei percorsi, la presenza del CLIL sin dal terzo anno e la possibilità di stipulare Patti educativi 4.0 con gli stakeholder del territorio.
Il direttore generale Manca aveva  più volte sottolineato l’importanza degli obiettivi che sono alla base di tale revisione, ossia: rafforzare le competenze linguistiche, storiche, matematiche e scientifiche, irrobustire la connessione al tessuto socio economico favorendo le attività  laboratoriali e l’ innovazione; valorizzare la didattica per competenze; la progettazione interdisciplinare e le unità di apprendimento; aggiornare il profilo educativo, culturale e professionale dello studente e incrementarne la flessibilità.
Lo Snals Confsal nel suo intervento aveva  rilevato alcune criticità del provvedimento che possono essere così sintetizzate: tempi ristretti di realizzazione(la revisione dovrebbe partire dall’anno prossimo); forti incertezze sul mantenimento degli attuali organici; formazione, ancora una volta senza una definizione chiara; incertezze delle risorse( troppe volte si fa ricorso nel provvedimento ad interventi “senza oneri a carico della finanza pubblica”); riorganizzazione didattica imposta dall’alto.
Lo Snals-Confsal aveva  comunque ribadito la propria disponibilità a un confronto costruttivo per accompagnare nei prossimi anni la crescita non solo professionale , ma anche culturale delle giovani generazioni.
Oggi 16 novembre si è tenuto il secondo incontro

Tutte le problematiche rilevate  nel precedente incontro sono state riferite al Capo di Gabinetto del Ministro che ha convenuto sulla ristrettezza dei tempi e che, un’opportuna distensione di essi, avrebbe potuto evitare rischi di un intervento non calibrato bene. Pertanto, seppure il decreto continuerà il proprio iter procedurale per l’approvazione, è stato comunicato che l’applicazione sarà rinviata all’anno scolastico 2025/26 proprio per permettere di approfondire tutti le criticità riguardanti la riforma degli istituti tecnici che sono stati sollevate dalle OO.SS.

L’Assemblea regionale dello Snals-Confsal, che si è svolta venerdì 3 novembre a Bari ha visto la presenza oltre al segretario regionale Vito Masciale, che ha fatto gli onori di casa, aprendo e chiudendo i lavori, anche del segretario nazionale  Elvira Serafini, e dei segretari provinciali: Maria Rosaria Valentino (lecce), Angela De Santis (Foggia) e Antonio Perugino (Brindisi). Ospite gradito, il consigliere del Comune di Bari, Marco Bronzini, che, nel suo saluto iniziale , ha fornito alcune informazioni ai presenti in sala e agli iscritti collegati in video conferenza, sul tema del dimensionamento scolastico, comunicando, fra l’altro l’eliminazione  della “soglia 961” (portata a 1000).

Vito Masciale, prima di dare la parola ai suoi ospiti,  ha ricordato le caratteristiche di un sindacato autonomo come lo Snals, sempre pronto a dialogare “con l’amministrazione senza sudditanza o pregiudizi” e che pone in cima alla lista  degli obiettivi “i diritti dei lavoratori che  nelle scuole vivono quotidianamente situazioni di disagio a causa di norme che a volte  sono complesse da applicare o lasciano spazio ad interpretazioni troppo fantasiose delle stesse. .Lo SNALS  privilegia la strada della contrattazione, senza escludere la possibilità di “scendere in piazza per esprimere democraticamente il dissenso”. Ha ricordato, inoltre,  come oggi la scuola italiana abbia di fronte due grosse minacce :l’autonomia diversificata e il dimensionamento scolastico, pericoli che si possono allontanare “con la partecipazione non solo ideologica o emotiva  di tutti gli interessati e con l’appoggio di un sindacato che abbia chiare le vie da percorrere per concretizzare la propria azione”.

Elvira Serafini ha riepilogato la lunga trattativa per il rinnovo del contratto che non si è ancora conclusa e dura ormai da  diciotto mesi. Il contratto che si spera di firmare al più presto si può definire  un contratto “ponte” che permetterà il transito dal quello vecchio, del 2018, ormai obsoleto, ad uno futuro, che si renderà necessario redigere al più presto poichè  la situazione lavorativa nel mondo della scuola vive un periodo magmatico ricco di cambiamenti .Siglata la parte economica del contratto , si sta ora lavorando alla parte normativa. Fra le numerose novità spiccano : i 3 giorni di permesso retribuito anche per tutti i precari (personale docente e ATA) e l’introduzione della differenza fra Lavoro agile e Smart-working.

Maria Rosaria Valentini, Angela De Santis, Antonio  Perugini si sono soffermati sulle tematiche indicate nell’ordine del giorno dell’assemblea :le criticità dell’algoritmo delle GPS, i nuovi concorsi ordinari e straordinari, il nuovo sistema di crediti formativi abilitanti, rispondendo in diretta  anche  ai  vari quesiti che via via venivano posti  dai partecipanti in sala e via chat .

Al termine dei lavori, sempre il segretario Masciale  ha  sintetizzato   gli obiettivi immediati futuri dell’azione del sindacato Snals , che  ha riassunto  in 4 punti:

“risolvere la piaga del precariato del personale docente e ATA (senza dimenticare gli assistenti amministrativi che svolgono da anni la funzione dei DSGA) attraverso un reclutamento snello, facilitando il percorso per l’immissione in ruolo che consideri anche l’esperienza sul campo di tutto il personale in modo da valorizzare e non disperdere le esperienze acquisite;

“abolire il numero chiuso dai percorsi universitari che specializzano sul sostegno, in modo da non incrementare il turismo oltre frontiera finalizzato all’acquisizione di titoli che, poi puntualmente, vengono riconosciuti equipollenti in Italia”;

“realizzare una scuola sicura sotto ogni punto di vista”. Per questo –ha ricordato-  il PNRR prevede un investimento pari a 3,9 milioni di euro sugli oltre 40.000 edifici scolastici, tra sedi, plessi, succursali, edifici distaccati frequentati da circa dieci milioni di persone, il 23% non è stato originariamente costruito per uso scolastico, ma successivamente riadattato anche l’età degli stessi edifici indica che solo poco più di 1/3 di essi risale a dopo il 1980 mentre la parte maggiore risale al periodo 1946-1975, quasi il 40% degli edifici non possiede il collaudo statico e meno del 50% possiede il certificato di agibilità e/o quello di prevenzione incendi, questo è un settore nel quale si intrecciano competenze diversificate;

“ aumentare  l’organico del personale docente e ATA, con la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto . In particolare per il personale ATA, va reso strutturale quello che era l’organico Covid, il cui mancato rinnovo incide, soprattutto, sulle segreterie scolastiche il cui personale è chiamato a svolgere  compiti   sempre  nuovi  ed impegnativi.”

“ Senza investimenti “–ha concluso il segretario Masciale –“ la scuola non può ripartire.  Fare sindacato significa fare delle scelte e lo Snals ha scelto un progetto di scuola moderna, laica, statale, nazionale, contro ogni forma di regionalizzazione che salvaguardi il diritto all’istruzione, la libertà di insegnamento e valorizzi il lavoro delle persone”.

Il segretario Vito Masciale ribadisce il NO perentorio dello SNALS-CONFSAL PUGLIA alla norma sul dimensionamento scolastico e alla conseguente bozza di rete scolastica in Puglia a cui sta lavorando l’assessorato. ”E’ assurdo” dice il segretario Prof. Masciale  che parlando di scuola si debba ragionare in termini di numeri e di risparmi”.  E continua “L’istruzione è un diritto costituzionale che difenderemo ad oltranza e lo Stato sempre per dettato della Carta costituzionale è chiamato ad eliminare tutti gli ostacoli che impediscano ai cittadini di godere di questo diritto e di usufruire di un servizio pubblico essenziale.” E conclude “E’ una situazione che inquieta tutto il mondo scuola, paradossale e assurda: una situazione che molti vorrebbero kafkiana e che venga accettata come status quo, con l’impossibilità di qualunque reazione tanto sul piano pratico quanto su quello psicologico. Ma non sarà così!”

 

Carissimi amici e colleghi,

grazie di cuore per essere presenti in sala e da remoto alla nostra assemblea regionale.

Grazie a tutti gli iscritti ed ai simpatizzanti, al consiglio regionale dello SNALS e al nostro Segretario Nazionale ELVIRA SERAFINI che nonostante la sua fitta agenda di impegni ha comunque voluto essere presente dal vivo fra noi.

E’ un vero piacere per me vedervi tutti qui riuniti dopo tanto tempo.

Le assemblee sono per noi un momento importante per un confronto democratico allargato.  Il numero dei nostri iscritti è in costante aumento: i lavoratori della scuola, evidentemente, apprezzano l’operato di un sindacato autonomo di nome e di fatto sempre in prima linea per la tutela dei loro diritti.

I nostri slogan: realizza i tuoi sogni – nessuno resti indietro non sono solo parole ma azioni che portano a risultati collettivi ed individuali.

Nelle nostre sedi territoriali ascoltiamo i lavoratori: le loro esperienze, le loro difficoltà, i loro successi sono la fonte per delineare le nostre linee d’azione.

Noi dialoghiamo con l’amministrazione senza sudditanza o pregiudizi e voi tutti apprezzate il nostro lavoro come testimoniamo i risultati ottenuti nelle elezioni RSU.

In cima alla piramide degli obiettivi SNALS ci sono e ci saranno i diritti delle persone che nelle scuole vivono quotidianamente situazioni di disagio a causa di norme che sono complesse da applicare o di interpretazioni troppo fantasiose delle stesse.

Per difenderli la strada che privilegiamo è quella della contrattazione ma siamo sempre pronti a scendere in piazza per esprimere democraticamente il nostro dissenso.

Questa assemblea si colloca in un momento importante per la scuola pugliese.

E’ l’occasione questa per effettuare una valutazione complessiva della scuola in terra di Puglia anche per elaborare proposte ed azioni che diano dignità alla scuola pugliese e ai suoi lavoratori.  La dignità non è una semplice parola, è per me, invece, un importante valore di vita; è un valore su cui si dovrebbe basare qualsiasi relazione umana e soprattutto una relazione lavorativa.

La carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea recita articolo 1 – dignità umana.

La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata.

Ed è questo che fa lo SNALS, che facciamo tutti quanti noi, impegnandoci giorno dopo giorno a rispettare e far rispettare e tutelare la dignità dei lavoratori della scuola e dei loro luoghi di lavoro.

Dignità  chiediamo  quindi  per il lavoro svolto da tutto il personale della scuola, siano essi Dirigenti, Docenti, Educatori o ATA, che in questi duri anni di pandemia che oggi ci sembrano lontani anni luce e che tutti vogliamo dimenticare velocemente, si sono trovati ad affrontare situazioni nuove, imprevedibili, difficili, complesse per le quali hanno dovuto inventarsi nuovi strumenti di insegnamento, senza mai retrocedere, dimostrando anzi grande spirito di flessibilità, professionalità, dedizione al lavoro e grande senso di responsabilità.

Dignità per le famiglie soprattutto per i genitori dei ragazzi più fragili fisicamente e socialmente, dignità per gli studenti tutti, che, sebbene spaesati e a volte disorientati, si sono velocemente adattati al nuovo modello di far lezione e ad un contesto diverso di scuola e che adesso che sono in classe hanno diritto ad edifici dignitosi e docenti di ruolo.

Dignità per il personale ATA sempre più capro espiatorio delle inefficienze organizzative del sistema, coinvolto in attività per le quali non è stato formato e sempre sottorganico.

Carissima famiglia SNALS di terra di Puglia in questi anni le politiche dei tagli e di limitazione dei diritti hanno tentato di indebolire sempre più la dignità della scuola statale del nostro paese che ora ha di fronte altre due grosse minacce (l’autonomia diversificata e il dimensionamento scolastico).

E’ ovvio che le nuove minacce sono da allontanare con la partecipazione non solo ideologica o emotiva e con un sindacato che abbia chiare le vie da percorrere per concretizzare la propria azione.

 

Abbiamo resistito fin ora, per difendere il nostro posto di lavoro e la dignità del lavoro, proponendo un sindacato credibile ed autorevole che metta al centro le persone.

 

La gravità e le conseguenze degli avvenimenti che si sono succeduti, negli ultimi anni, dal Covid alle guerre in atto stanno incidendo   sulla vita di tutti, dobbiamo però sottolineare che la scuola, sia essa in presenza che a distanza, debba fare di tutto per mantenere tutte le alunne e gli alunni, tutte le studentesse e gli studenti all’interno di un percorso di apprendimento affinché nessuno resti indietro!

Ben vengano le nuove figure di tutor ed orientatore se riusciranno a supportare le situazioni di fragilità psicologica ed emotiva che, a seconda delle diverse fasce di età, riguardano le nostre studentesse e i nostri studenti ma …che il loro lavoro extra sia adeguatamente e dignitosamente retribuito. 

Il Covid nella scuola non ha fatto altro che evidenziare e riportare alla luce i problemi che già esistevano, a causa del Covid la scuola era ritornata ad essere al centro del dibattito politico dell’Italia ed ora lo è nuovamente per ragioni non più sanitarie, ma politiche.

La scuola però deve sempre essere al centro dell’attenzione, dobbiamo creare oggi, la scuola dei prossimi anni.

Il mondo sta diventando sempre più piccolo e veloce: l’informazione viaggia in tempo reale, gli strumenti sono digitali, la globalizzazione è realtà ecco che allora anche per la scuola bisogna muoversi velocemente: la scuola non può più aspettare, il personale della scuola non può più aspettare concorsi promessi da anni e non ancora banditi, situazioni di precariato interminabili, posti di sostegno ampliati sempre in deroga.

Il futuro del Paese è nelle mani dei nostri alunni e nelle nostre mani se sapremo formare cittadini del mondo rispettosi dei principi di democrazia, di tolleranza, di libertà e di civile convivenza: ma il personale scolastico sarà messo nelle condizioni lavorative di poterlo fare?

In una società ormai in ogni suo aspetto tecnologica, sta cambiando il modo di apprendere dei nostri studenti e le metodologie di insegnamento devono adeguarsi.

I docenti sono chiamati ad una formazione permanente da cui sicuramente non vogliono sottrarsi ma è passato un anno ed ancora purtroppo non ci sono proposte concrete su come poterlo fare.

 

 

L’obiettivo è fornire ai docenti una formazione pedagogica e didattica che, insieme a una conoscenza approfondita della materia, consenta di affrontare efficacemente la sfida della trasmissione di competenze metodologiche, digitali e culturali nell’ambito di una didattica di alta qualità, una formazione aggiunge lo SNALS che comunque rispetti la libertà di insegnamento che deve essere laico e libero.

 

Quando la scuola non riesce ad intercettare i bisogni degli alunni arriva di conseguenza il 17 % di dispersione scolastica triste dato della nostra Puglia.

 

Il fenomeno è complesso e non è solo dovuto a povertà sociale o educativa ma anche a tassi di scolarizzazione bassi, interruzione scolastica, bocciati dopo le scuole dell’obbligo, ritardi rispetto all’età regolare, ripetenti, mancanza di strutture.

 

Il ruolo della scuola non è solo quello di istruire gli alunni, di pensare alla loro formazione, ma soprattutto quello di educare, insegnare loro a pensare, ad essere critici, ad essere rispettosi, a diventare futuri ottimi cittadini del domani, essendo la scuola palestra per la costruzione di una società democratica e pluralista.

E qui purtroppo non riesco a non pensare che la scuola molto spesso balza agli onori della cronaca per episodi di violenza sempre più frequenti e con un pericoloso abbassamento di età dei ragazzi coinvolti.

Cosa può fare la scuola, cosa possono fare i docenti per continuare ad educare? Il PNRR ha stanziato tante risorse per la scuola i dirigenti scolastici, di conseguenza, verranno inevitabilmente coinvolti sotto il profilo procedurale essendo chiamati a svolgere la funzione dirigenziale di una stazione appaltante (in questo caso la scuola) per la realizzazione di opere infrastrutturali oltre per la gestione di ingenti risorse per la lotta alla dispersione e all’abbandono scolastico.

Il tutto voglio ribadire con fortissime carenze di organico nelle segreterie scolastiche chiamate, sempre più, ad assolvere a compiti gravosissimi. 

 

La scuola statale italiana rappresenta il 93% dell’intero sistema di istruzione del nostro paese e coinvolge un milione di lavoratori che svolgono quotidianamente un duro e serio lavoro.

La scuola italiana è e dovrà rimanere nazionale.

Per la scuola rischiamo di trovarci nella stessa drammatica emergenza della sanità, se non blocchiamo quel pericolo anticostituzionale ma ancora incombente ma silente della regionalizzazione della scuola statale, ma noi restiamo vigili non ci distraiamo affinché ciò non avvenga.

La scuola non è solo il luogo per imparare a “leggere e scrivere”, ma il luogo primo e principale per la costruzione dell’eguaglianza sociale perché tutti abbiamo le stesse possibilità, lo Stato deve continuare ad avere un ruolo centrale nell’istruzione, laica e contribuire a mantenere alto il livello qualitativo dell’istruzione, che rappresenta uno dei principali fattori di crescita economica e sociale di qualsiasi Paese.

Noi dello SNALS argineremo con tutti gli strumenti democratici i tentativi di incursione legislativa nelle materie contrattuali, le denigrazioni da parte dell’opinione pubblica nei confronti del mondo scuola, e questo lo realizzeremo tutti insieme.

 

Lo SNALS sarà sempre una voce autonoma nelle scuole, possibilmente in sintonia con le altre parti sociali, ma se serve noi andremo anche da soli ma nel rispetto delle opinioni altrui.

L’ordine del giorno dell’assemblea prevede tematiche importanti e cruciali per tanti nostri iscritti:

 

  • NUOVO CONTRATTO, LE NOVITA’ DELLA PARTE NORMATIVA
  • CONCORSI ORDINARI E STRAORDINARI
  • CRITICITA’ ALGORITMO GPS
  • NUOVO SISTEMA CREDITI FORMATIVI ABILITANTI

 

e nella mia veste di padrone di casa non voglio rubare altro tempo ai vari relatori e al nostro Segretario Generale Nazionale che sicuramente ci fornirà notizie ultimissime sul futuro del mondo scuola dopo i recenti incontri al ministero

Ma permettetemi di condividere un mio pensiero:

è bellissimo avervi qui incontrarsi uniti dalla stessa passione che è l’anima del nostro sindacato autonomo e voglio sottolineare autonomo che giorno dopo giorno nelle diverse sedi dal ministero alla più piccola scuola del territorio deve affrontare l’unica battaglia che interessa lo SNALS fin dalla sua fondazione: tutelare i diritti dei lavoratori del mondo scuola senza ideologie politiche senza altri tipi di interessi se non quello di essere al fianco di chi ogni giorno lavora nelle scuole pur tra mille difficoltà che proviamo a smussare o eliminare pensando che non stiamo lavorando per noi ma per il futuro della scuola delle nuove generazioni e lasciatemelo dire senza alcuna retorica per il futuro del Paese.

La sfida è impegnativa, ma non ci preoccupa non ci ha mai preoccupati quando il gioco si fa duro, continueremo ad esserci sempre dal Gargano a Santa Maria di Leuca con forza e determinazione.

Da soli si fa più in fretta ma insieme si va più lontano perciò insieme continueremo a fare ciò che abbiamo sempre fatto con entusiasmo, spirito di sacrificio, professionalità, quando questa assemblea terminerà e torneremo nei nostri posti di lavoro è importante che continuiamo a mantenere vivo lo spirito di insieme nello svolgere il proprio ruolo coerentemente con i nostri valori per affrontare e risolvere definitivamente.

Abbiamo il dovere di farlo per tutti i ragazzi che frequentano la scuola perché le sorti di questo bel Paese passano attraverso la scuola!

 

La scuola e i suoi lavoratori meritano dignità.

 

Facciamo il punto sui nostri obiettivi

 

1^ risolvere la piaga del precariato sia del personale docente che del personale ATA (senza dimenticare migliaia di assistenti amministrativi che svolgono da anni la funzione dei DSGA) attraverso un reclutamento snello, facilitando il percorso per l’immissione in ruolo che consideri anche l’esperienza “sul campo” di tutto il personale in modo da valorizzare e non disperdere le esperienze acquisite,  la scuola costituzionale è sinonimo di garanzia, trasparenza e legalità e così deve continuare ad essere.

 

2^ abolire il numero chiuso dai percorsi universitari che specializzano sul sostegno, in modo da non incrementare il turismo oltre frontiera finalizzato all’acquisizione di titoli che, poi puntualmente, vengono riconosciuti equipollenti in Italia.

Attualmente aumenta ancora il numero di alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane ma circa il 34% dei docenti a cui li affidiamo non possiede una formazione specifica e mentre aumentano in Italia gli alunni diversamente abili, il numero dei docenti a tempo indeterminato aumenta di poco negli anni; oggi, circa la metà degli insegnanti di sostegno è precario.  

 

3^ realizzare una scuola sicura sotto ogni punto di vista,  per questo il PNRR prevede un investimento pari a 3,9 milioni di euro sugli oltre 40.000 edifici scolastici, tra sedi, plessi, succursali, edifici distaccati frequentati da circa dieci milioni di persone, il 23% non è stato originariamente costruito per uso scolastico, ma successivamente riadattato anche l’età degli stessi edifici indica che solo poco più di 1/3 di essi risale a dopo il 1980 mentre la parte maggiore risale al periodo 1946-1975, quasi il 40% degli edifici non possiede il collaudo statico e meno del 50% possiede il certificato di agibilità e/o quello di prevenzione incendi, questo è un settore nel quale si intrecciano competenze diversificate.

È ora di denunciare le inadempienze e pretendere un maggiore impegno per la sicurezza nelle scuole da parte di tutti gli attori coinvolti attraverso interventi organici e strutturati nel tempo.

 

4^ aumentare l’organico del personale docente e ATA, con la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto e conseguente diminuzione degli alunni per classe e, in particolare per il personale ATA, rendere strutturale quello che era l’organico Covid il cui mancato rinnovo incide soprattutto sulle segreterie scolastiche che, con carenze di organico, comunque sono chiamate, sempre più, ad assolvere a compiti gravosissimi che inevitabilmente coinvolgono a ulteriori carichi di responsabilità anche sui Dirigenti scolastici apparentemente sostenuti ma realmente, il più delle volte, lasciati in perfetta solitudine e caricati di responsabilità che spesso vanno oltre le loro competenze.

 

In sintesi, le nostre priorità sono: contratto, organici, precariato, no alla regionalizzazione, investimenti, edilizia scolastica, che interessano tutto il personale della scuola (ATA, docente, educatore, DSGA e dirigenti scolastici).

 

Senza investimenti la scuola non può ripartire.

Fare sindacato significa fare delle scelte e lo SNALS ha scelto un progetto di scuola moderna, laica, statale, nazionale, contro ogni forma di regionalizzazione che salvaguardi il diritto all’istruzione, la libertà di insegnamento e valorizzi il lavoro delle persone.