Oggi, presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, c’è stata la presentazione, riservata alle OO.SS. del comparto e dell’area “istruzione e ricerca”, della Piattaforma “UNICA”.

Il dottor Jacopo Greco capo dipartimento per le risorse umane e finanziarie che rappresentava   l’Amministrazione, ha illustrato le principali novità del portale, le finalità istituzionali e le tempistiche per la sua attivazione e successiva implementazione. Ha evidenziato  la sinergia tra i due dipartimenti del Ministero proprio in considerazione della natura dello strumento che ha lo scopo di  rapportarsi con gli studenti e con le loro famiglie fornendo loro informazioni su ogni servizio finalizzato a valorizzare il merito e le inclinazioni naturali degli studenti.

La Piattaforma, denominata “UNICA”, attiva dall’11 ottobre 2023, si inserisce nel quadro delle semplificazioni di cui alla direttiva del Ministro n. 73/2023.  Alle istituzioni scolastiche verrà inviata a breve una nota per fornire indicazioni operative che renderanno da subito accessibile il portale alle famiglie e agli studenti. Inoltre, mercoledì 11 ottobre il Ministero realizzerà un webinar destinato ai dirigenti scolastici.

“UNICA” è organizzata su tre macroambiti:

Orientamento (contenente le sezioni dedicate all’e-portfolio, al docente tutor, alla guida alla scelta e alle iscrizioni)

Vivere la scuola (che riporta i link alle iniziative del Ministero in essere e future)

Strumenti (per la semplificazione della vita delle famiglie con servizi digitali innovativi.)

Tra i contenuti pubblici, inserita all’interno della sezione Orientamento, è già disponibile una guida alla scelta che contempla tutta la linea dei percorsi di istruzione e formazione. Un altro accesso consente di entrare nell’area dedicata alle iscrizioni on line, con link diretti a Scuola in Chiaro e alla modulistica utile per perfezionarne la procedura.

La piattaforma prevede homepage differenti secondo il profilo di accesso (studenti, famiglie, docenti, dirigenti), la possibilità di navigare al suo interno in lingua inglese e una sezione che rimanda a statistiche sui percorsi di studio e sull’accesso al mondo del lavoro costantemente implementate.

L’Amministrazione ha comunicato che “UNICA” sarà utilizzabile per le iscrizioni per l’anno scolastico 2024/2025. Quelle per la scuola dell’infanzia invece  a partire dall’anno scolastico 2025/2026.

Inoltre  il dottor Greco ha annunciato che:

– saranno riaperte le funzioni per formare ulteriori docenti come tutor ed orientatori e  la  nuova nota ministeriale, di imminente pubblicazione, fornirà chiarimenti su molte delle criticità rilevate.

– con apposito decreto sarà adottato un nuovo modello unico per la certificazione delle competenze allineato a quelle europee del 2018

-che   senza determinare ulteriori incombenze per le scuole saranno attivate  procedure che rendano automatici i flussi dei dati, venendo così incontro alle esigenze dei dirigenti scolastici, degli uffici e dei docenti.

 

A breve,  ci sarà  un nuovo incontro  con le OOSS sulle procedure di semplificazione e sulla concreta operatività della piattaforma

Vito Masciale

Di prepotenza è tornato l’argomento violenza nelle scuole sulle pagine di cronaca dei quotidiani. Il segretario Snals Vito Masciale ha espresso il suo pensiero sull’argomento:

“La campanella ha appena ricominciato a suonare, alunni e docenti solo da pochi giorni hanno avuto il piacere di rincontrarsi in aula e mentre la politica regionale ragiona e propone ipotesi sul futuro assetto territoriale degli istituti ecco che arriva come un fulmine a ciel sereno la prima notizia di un atto di violenza a scuola.” Comincia così il segretario Masciale e prosegue: Triste primato che spetta ad una scuola della nostra città metropolitana. E mentre la stampa locale arricchiva di nuovi dettagli l’accaduto e informava l’opinione pubblica che lunedì 2 ottobre il consiglio di classe avrebbe deciso  in merito all’accaduto ed il docente vittima dichiarava che non avrebbe sporto denuncia ecco che altri due episodi di violenza si verificano nelle scuole del nostro bel paese: una mamma  che sputa addosso alla docente che aveva sottolineato il ritardo con cui era andata a riprendere la figlia da scuola, dei ragazzi che all’uscita da scuola picchiano la compagna che non ha passato i compiti . E’ una scuola specchio dei tempi: viviamo in una società dove la violenza è multiforme pane quotidiano ma non per questo la scuola si può arrendere e rinunciare al suo compito principale: educare e formare le generazioni future. “Innanzi tutto, la nostra solidarietà al docente vittima degli alunni, alla docente vittima della madre, alla ragazza vittima dei compagni di classe “ribadisce Vito Masciale ma il nostro stato d’animo non si può fermare a questo: lasciamo agli psicologici dell’età evolutiva l’analisi dei comportamenti ed i loro moventi e chiediamoci cosa possiamo fare anzi cosa dobbiamo fare? Aspettare che qualche adolescente più impulsivo e forse più infelice degli altri vada a scuola armato magari di coltello e faccia una strage? Non possiamo stare ad aspettare dobbiamo tutelare la sacralità della sicurezza a scuola” afferma il segretario Masciale: quella di chi ci lavora DOCENTI, ATA e DS, quella di chi la frequenta alunni, quella delle famiglie che ci affidano i loro figli. Certo rigore e disciplina servono ma solo reprimere e punire non risolve: inasprire le regole, bocciare col sei in condotta funzionano da deterrente ma fino ad un certo punto. La sospensione che allontana i ragazzi da scuola sia che li lasci a casa sia che li destini a compiere lavori socialmente utili al giorno d’oggi non è più una punizione vera e propria di isolamento dalla comunità scolastica. La scuola deve prevenire e può farlo facendo la scuola quella che educa che forma che informa. L’età dei ragazzi con comportamenti da bulli si abbassa sempre più per ora solo gli alunni delle scuole elementari ne sono esenti. Nel passaggio alla scuola media quando il controllo da parte delle famiglie comincia ad allentarsi, si registrano i primi episodi  di bullismo e prevaricazione, e in questa fase delicata che evidentemente un ora a settimana di cittadinanza attiva o educazione civica che dir si voglia, evidentemente non basta per educare al rispetto dell’altro e delle regole del vivere civile.  Una proposta conclude Vito Masciale: e se introducessimo l’insegnamento del diritto già dalla scuola media? Non sono certo i laureati con un titolo di studio che consenta l’accesso all’insegnamento del diritto, A046, che mancano nelle graduatorie provinciali e delle scuole. Ma non un‘ora a settimana almeno tre ore a settimana. Se giustamente si introduce l’educazione motoria nella scuola primaria perché no il diritto nella scuola media e nei licei?

 

Ieri  è pervenuta alle scuole la nota ministeriale n. 24757, relativa al cosiddetto “Organico temporaneo PNRR”. Tale organico aggiuntivo consentirà alle scuole di contrattualizzare fino al 31 dicembre 2023 una unità di personale ATA in più per l’attuazione degli interventi del PNRR.  Le scuole devono  scegliere, tramite una specifica rilevazione attiva sul SIDI dal 20 al 25 settembre, la qualifica del personale  ATA aggiuntivo necessario, tra assistente amministrativo, assistente tecnico e collaboratore scolastico, oppure  comunicare la rinuncia a tale risorsa, laddove non se ne ravvisi la necessità.  La nota ministeriale è collegata  al comma 4-bis dell’articolo 21 del decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75, in cui si prevedeva che “Le istituzioni scolastiche impegnate nell’attuazione degli interventi relativi al PNRR possono attingere alle graduatorie di istituto per lo svolgimento di attività di supporto tecnico, finalizzate alla realizzazione dei progetti finanziati dal PNRR di cui hanno la diretta responsabilità in qualità di soggetti attuatori. Per le finalità di cui al primo periodo le istituzioni scolastiche sono autorizzate, nei limiti delle risorse ripartite ai sensi del terzo periodo, ad attivare incarichi temporanei di personale amministrativo, tecnico e ausiliario a tempo determinato fino al 31 dicembre 2023. Per le finalità di cui al presente comma, nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione e del merito è istituito un fondo, con la dotazione di 50 milioni di euro per l’anno 2023, da ripartire tra gli uffici scolastici regionali con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito ”.  E’ una goccia nel mare di carenza di personale che affligge le segreterie scolastiche ma è un piccolo successo per i sindacati che da mesi anzi ormai anni hanno più volte  evidenziato  al ministro di turno le enormi difficoltà affrontate dalle scuole  nella gestione ordinaria e SOPRATTUTTO  dei fondi PNRR, anche per la carenza di personale adeguatamente formato nelle segreterie,a volte  senza DSGA e prive di numero sufficiente di addetti.

 

Il segretario Masciale ancora una volta impegnato al fianco degli altri sindacati nell’opposizione al dimensionamento scolastico previsto dal Governo. Ieri si è tenuta presso l’assessorato all’Istruzione della regione Puglia   una riunione ,fortemente richiesta dallo Snals e dagli altri sindacati con l’assessore Leo per confrontarsi e trovare insieme le strategie opportune per rendere meno devastante possibile la riduzione matematica delle istituzioni scolastiche prevista dalla legge di Bilancio. Come risulta dal comunicato stampa emesso dall’assessorato al termine della riunione e che riportiamo di seguito l’incontro è stato sicuramente utile dal punto di vista del livello del dialogo e ha chiarito punti complessi sulle competenze dei singoli attori istituzionali coinvolti. Il tempo a disposizione non è ancora molto perciò le prossime settimanale saranno molto impegnative per il lavoro di definizione della rete scolastica futura in Puglia. Un ruolo determinante è quello dei comuni ma le singole scuole devono far sentire la loro voce con delibere dei loro organi collegiali: collegio dei docenti e consiglio d’istituto. Il segretario Masciale ha ribadito che lo Snals come sempre sarà a fianco dei lavoratori della scuola per difenderne i diritti: in presenza di vecchie e rigide norme matematiche che fissano il tetto del personale ATA in base al numero degli alunni non è possibile ha affermato  Masciale accettare istituti con oltre 1200 alunni che diventano di fatto ingestibili ed ingovernabili perché non si riuscirebbe neanche ad assicurare la sorveglianza dovuta .Infine conclude il segretario Masciale come nello stile Snals si continua il dialogo finchè è possibile ma se diventa un dialogo fra sordi si dovrà necessariamente pensare a forme di protesta .Non è più tempo di continuare a fare cassa tagliando dalla scuola : se non si investe sulla formazione di qualità per le  nuove generazioni è in gioco il ruolo futuro del nostro paese nel contesto internazionale.

Ecco il testo diffuso ieri dalla Regione Puglia:

Questa mattina l’assessore regionale Sebastiano Leo ha incontrato i sindacati del comparto scuola e l’Ufficio Scolastico regionale per discutere del dimensionamento scolastico, in attesa dell’esito del ricorso presentato dalla Puglia alla Consulta contro l’ultima norma nazionale. Il decreto attuativo dell’ultima legge di Bilancio del Governo, infatti, prevede un drastico taglio del numero di scuole che in Puglia passerebbero da 627 a 569, con la conseguente riduzione di 58 autonomie.

Ampiamente condivisa la netta opposizione, sia da parte di Regione che dei sindacati FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, Snals ConfSal, FGU, ANIEF Puglia, alle decisioni del Ministro Valditara che non tengono conto delle istanze dei territori e delle comunità scolastiche, proponendo tagli e accorpamenti delle scuole, senza aver previsto un adeguamento normativo degli organici, dei plessi e delle norme della sicurezza.

Fermo restando la volontà espressa dall’assessore regionale Leo di impugnare anche il decreto attuativo in materia di dimensionamento, durante l’incontro si è discusso degli scenari possibili per la Puglia, a seguito dell’approvazione da parte della Giunta regionale delle linee di indirizzo del prossimo dimensionamento regionale, con possibili ipotesi di riorganizzazione dell’assetto scolastico della Puglia.

L’assessore ha ribadito con forza che il documento costituiva una proposta tecnica da discutere con i territori e i sindacati, essendo l’amministrazione regionale obbligata dalla norma nazionale ad approvare il Piano di dimensionamento scolastico entro il 30 novembre. Si trattava, dunque, di ipotesi su cui avviare riflessioni finalizzate ad evitare tagli e accorpamenti unilaterali; scenario a cui si andrebbe incontro in caso di sconfitta alla Consulta e relativo commissariamento della Regione da parte del Governo.

La proposta su cui si è trovato un terreno d’intesa, dunque, è quella di avviare un percorso di partecipazione aperto a tutti i livelli che, partendo dalle proposte degli organi collegiali, passi per quelle degli enti locali per concludersi con la delibera di Giunta regionale. La strada immaginata è quella di un riordino della rete scolastica regionale che, considerando le linee di indirizzo diffuse dalla Regione come una mera base di confronto della comunità scolastica e territoriale, porti alla costituzione di tavoli tecnici da parte dei Comuni, delle Province e delle Città metropolitane finalizzati ad una pianificazione razionale dell’assetto scolastico condivisa con i territori e rispettosa delle norme, ma non necessariamente al conseguimento del taglio delle dirigenze imposto dal Ministero.

Ampia condivisione anche sull’istanza proposta dai sindacati di lasciare in vita quante più autonomie possibili e di intervenire sia sul primo che sul secondo ciclo, laddove sia proprio strettamente necessario.

Soddisfatto l’assessore Leo che ha concluso l’incontro promettendo di opporsi in tutte le sedi istituzionali e ricordando quanto sia importante essere uniti in questo momento in difesa della scuola.

 

1° settembre 2023 – Buon anno scolastico a tutti i lavoratori del mondo scuola, agli alunni, alle famiglie e agli interlocutori istituzionali che dialogano con le parti sociali e soprattutto alla grande famiglia SNALS-CONFSAL.

Dopo l’estate metereologica più calda che il pianeta terra abbia mai avuto, il mondo scuola che non si è mai fermato del tutto durante la pausa estiva delle lezioni riparte e oltre i sorrisi sui volti abbronzati si chiede: che autunno lavorativo ci aspetta? La risposta è facile: dal punto di vista sindacale ci aspetta sicuramente un autunno intenso di forti battaglie per il futuro della scuola italiana: il dimensionamento scolastico, l’autonomia differenziata, i vari concorsi da espletare e i cui bandi tardano ad arrivare, le migliaia di cattedra vuote, i lavori e i progetti previsti nell’ambito del PNRR appesi ad un filo, il mutare delle regole per andare in pensione. Ma sicuramente non sono le difficoltà o la mole delle difficoltà che smorzerà la nostra passione per la scuola ed il mestiere più bello del mondo: educare il futuro della nostra società che vive attualmente un periodo di scarsa serenità. Ciascuno di noi, in questo inizio di anno scolastico percepisca la dimensione del tempo, che non si esaurisce in sé ma serve a gettare le basi del domani: costruiamo oggi il futuro, dobbiamo solo decidere quale futuro creare. Il futuro ha in se l’incertezza ma porta con sé anche possibilità ed opportunità.   Il ruolo della scuola diventa allora fondamentale per combattere lo smarrimento e la sfiducia e per alimentare nei giovani la consapevolezza che un futuro migliore è nelle loro mani e nei loro progetti di vita. Ma senza la collaborazione ed un dialogo costruttivo con le famiglie la formazione scolastica dei ragazzi è incompleta, perciò, contiamo che le famiglie siano a fianco del mondo scuola nelle prossime imminenti azioni a difesa della scuola pubblica e del diritto alla qualità della scuola pubblica per i loro figli.

Come scriveva Tagore:

“Una vera educazione non può essere inculcata a forza dal di fuori; essa deve invece aiutare a trarre spontaneamente alla superficie i tesori di saggezza nascosti sul fondo.”

E sempre Tagore ci ricorda che “Se le avversità sono grandi, l’uomo può essere più grande delle avversità  ”e” non puoi attraversare il mare semplicemente stando fermo e fissando le onde. Perciò in questo nuovo anno saremo più forti delle avversità e non staremo a guardare le onde delle avversità e dei problemi perché vogliamo affrontarle e superarle.

 

BUON ANNO SCOLASTICO

Vito Masciale

 

Entro pochi giorni sarà  pubblicato  un apposito decreto ministeriale che prevede  l’estensione della tutela assicurativa degli studenti e del personale del sistema scolastico, a tutti i livelli d’istruzione, anche di tipo paritario.

La norma INNOVATIVA  è contenuta nella Legge n. 85, pubblicata il 3 luglio scorso in Gazzetta Ufficiale, che ha convertito in legge il testo coordinato del 4 maggio 2023, n. 48, “recante misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro” (il cosiddetto decreto Lavoro): l’articolo che estende la tutela assicurativa degli studenti e del personale è il 18.

L’altro articolo del testo coordinato che interessa la scuola è il 17 e riguarda il “Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative e interventi di revisione dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”.

La norma  prevede che solo per l’anno scolastico 2023/24, l’obbligo di assicurazione INAIL si applica anche allo svolgimento delle attività di insegnamento-apprendimento nell’ambito del sistema nazionale di istruzione e formazione, della formazione terziaria professionalizzante e della formazione superiore.

Rientrano nell’assicurazione – che copre tutte le attività esterne, a cominciare dalle visite didattico-culturali – coloro che appartengono alle seguenti categorie:

 

  1. a) il personale scolastico delle scuole del sistema nazionale di istruzione e delle scuole non paritarie, nonchè il personale del sistema di istruzione e formazione professionale (IeFP), dei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS), dei percorsi di formazione terziaria professionalizzante (ITS Academy) e dei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA);
  2. b) gli esperti esterni comunque impiegati nelle attività di docenza;
  3. c) gli assistenti addetti alle esercitazioni tecnico-scientifiche e alle attività laboratoriali;
  4. d) il personale docente e tecnico-amministrativo, nonchè ausiliario, delle istituzioni della formazione superiore, i ricercatori e i titolari di contratti o assegni di ricerca;
  5. e) gli istruttori dei corsi di qualificazione o riqualificazione professionale o di addestramento professionale anche aziendali, o dei cantieri-scuola, comunque istituiti o gestiti, nonchè i preparatori;
  6. f) gli alunni e gli studenti delle scuole del sistema nazionale di istruzione e delle scuole non paritarie nonchè del sistema di istruzione e formazione professionale (IeFP), dei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS), dei percorsi di formazione terziaria professionalizzante (ITS Academy) e dei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA), gli studenti delle università e delle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), limitatamente agli eventi verificatisi all’interno dei luoghi di svolgimento delle attività didattiche o laboratoriali, e loro pertinenze, o comunque avvenuti nell’ambito delle attività inserite nel Piano triennale dell’offerta formativa e nell’ambito delle attività programmate dalle altre Istituzioni già indicate;
  7. g) gli allievi dei corsi di qualificazione o riqualificazione professionale o di addestramento professionale anche aziendali, o dei cantieri scuola, comunque istituiti o gestiti.

 

 

Cosa cambia per i PCTO

La copertura assicurativa comprende anche le attività di formazione svolte al di fuori della scuola, ad iniziare dai percorsi di Pcto (con costante monitoraggio della qualità dei Percorsi): le imprese impegnate nei Percorsi dovranno integrare il proprio documento di valutazione dei rischi con una sezione specifica che indicherà le misure di prevenzione e i dispositivi di protezione per i ragazzi. L’integrazione al documento sarà fornita alla scuola e allegata alla Convenzione stipulata tra l’istituto e l’impresa.

Decreto-legge prevede , inoltre, che il PCTO debba essere coerente con il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) degli istituti e con il profilo culturale, educativo e professionale dei singoli indirizzi di studio offerti dalle scuole e  per assicurare questo obiettivo, viene  introdotta la figura del docente coordinatore di progettazione, che sarà individuato da ciascuna scuola.

Viene rafforzato il ruolo del  Registro per l’alternanza scuola-lavoro presso le Camere di commercio con l’inserimento di ulteriori requisiti che devono possedere le imprese ospitanti i PCTO onde evitare ricorso ad aziende non qualificate: capacità strutturali, tecnologiche e organizzative dell’impresa, esperienza maturata nei Percorsi, eventuale partecipazione a forme di raccordo organizzativo con associazioni di categoria, reti di scuole, enti territoriali già impegnati nei PCTO.

 

 

personale ata

 

Concorso scuola per personale Ata: come funziona e fino a quando è possibile fare domanda

 

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha lanciato il 17 agosto 2023 il bando per il concorso scuola finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato di 590 addetti alle pulizie nelle scuole, rappresentando un passo importante nel processo di internalizzazione degli ex Lsu (Lavoratori Socialmente Utili) che in passato erano impiegati da ditte private destinato a chi è incluso nelle graduatorie dei concorsi  precedenti e a nuovi partecipanti. La procedura si basa sui titoli e il servizio prestato senza prove speciiche da sostenere, con domande presentabili online tramite il portale InPa entro l’8 settembre 2023

Il bando come già detto è rivolto anche a candidati idonei nella precedente procedura ma non assunti per mancanza di posti nella propria provincia, e mira a colmare le carenze nella fornitura di servizi di pulizia nelle scuole.

La domanda di partecipazione al concorso scuola per il personale Ata addetto alle pulizie può essere presentata online attraverso il portale InPa, dedicato al reclutamento nella Pubblica Amministrazione. Il periodo di presentazione delle domande va dal 17 agosto fino alle ore 23:59 dell’8 settembre 2023. Gli interessati possono accedere al portale InPa utilizzando credenziali come Spid, Cie, Cns o eIDAS, quindi confermare la registrazione e inviare la candidatura. Per accedere alla compilazione dell’istanza sul portale inPA occorre:

 

essere in possesso delle credenziali SPID o CIE;

essere registrati al portale inPA;

essere abilitati al servizio per le Istanze Online del Ministero dell’istruzione.

Il Ministero dell’Istruzione sottolinea che questa procedura, ferma dal settembre 2022, permette la partecipazione di candidati idonei al concorso precedente ma non assunti per mancanza di posti in provincia. Anche nuovi candidati che non avevano potuto partecipare in passato avranno ora l’opportunità di concorrere.

 

Requisiti Specifici richiesti per la procedura includono il possesso di un diploma di scuola secondaria di primo grado e almeno 5 anni di servizio, inclusi gli anni 2018 e 2019, nei servizi di pulizia presso istituzioni scolastiche ed educative statali, sia a tempo determinato che indeterminato.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sottolinea che questa misura di internalizzazione dei Lsu come personale Ata mira a colmare le carenze passate e a garantire maggiore efficienza alle istituzioni scolastiche, tutelando al contempo il lavoro

Le regioni coinvolte nell’assunzione tramite il concorso scuola per il personale Ata addetto alle pulizie nelle scuole includono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto. Tuttavia, non tutte le province dispongono di posti, come indicato nel bando ufficiale.

La procedura selettiva si svolgerà su base provinciale.

Le graduatorie, funzionale al successivo inserimento del personale nella graduatoria nazionale prevista dall’articolo 58, comma 5-septies del Decreto-Legge 21 giugno 2013 n 69 e dall’articolo 9 del decreto interministeriale 11 luglio 2023, n. 133, avverrà, secondo le modalità di cui al comma 5-sexies del medesimo articolo 58, nelle seguenti regioni e province:

Abruzzo: Chieti, L’Aquila, Teramo.

Basilicata: Potenza.

Calabria: Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia.

Campania: Avellino, Caserta, Napoli.

Friuli Venezia Giulia: Gorizia, Pordenone, Udine.

Lazio: Frosinone, Rieti.

Liguria: La Spezia.

Lombardia: Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Mantova, Monza e Brianza, Sondrio.

Molise: Isernia.

Piemonte: Asti, Biella e Vercelli.

Puglia: Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto.

Sardegna: Cagliari.

Sicilia: Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa, Trapani.

Toscana: Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Prato.

Umbria: Terni.

Veneto: Belluno e Venezia.

REQUISITI SPECIFICI

Il nuovo bando di concorso ATA ex LSU è rivolto al personale che non abbia potuto partecipare alla procedura selettiva precedente per mancata emanazione del bando nella provincia di appartenenza nonché al personale che abbia partecipato alla procedura precedente ma  che sia risultato soprannumerario nella graduatoria provinciale di inserimento per esaurimento di posti disponibili.

I candidati  devono altresì essere in possesso dei seguenti requisiti:

essere in possesso del diploma di scuola secondaria di primo grado (licenza media), conseguito entro la data di scadenza del termine per la presentazione delle domanda di partecipazione (che ancora non si conosce);

aver svolto, per almeno 5 anni anche non continuativi (nei quali devono essere inclusi gli anni 2018 e il 2019 – computo per anno solare), servizi di pulizia e ausiliari presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, in qualità di dipendente a tempo determinato o indeterminato di imprese titolari di contratti per lo svolgimento di tali servizi.

Il Decreto inserisce delle precisazioni sui 5 anni di servizio:

In caso di mancata maturazione dell’anno, è valido il cumulo dei mesi e delle frazioni di mese superiori a 15 giorni riferiti ad anni solari diversi. Ai fini del calcolo degli anni necessari per il raggiungimento del predetto requisito di partecipazione, relativo all’anzianità di servizio quinquennale, i periodi di sospensione obbligatoria del servizio in corso d’anno sono da considerare quale servizio effettivo.

Ai fini del calcolo dei 5 anni, sono considerati validi gli anni di servizio prestati a partire dall’anno 2000 in poi nelle istituzioni scolastiche statali a seguito di contratti di appalto, concernenti i servizi di pulizia e altri servizi ausiliari, stipulati anche per lo svolgimento di funzioni corrispondenti a quelle di collaboratori scolastici.

REQUISITI GENERALI

Oltre al possesso dei requisiti specifici, i candidati devono possedere i requisiti generali per l’accesso all’impiego nelle pubbliche amministrazioni richiesti dal decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487 :

cittadinanza italiana o di altro Stato membro dell’Unione europea ovvero dichiarazione attestante le condizioni di cui all’articolo 7 della legge 6 agosto 2013, n. 97.

godimento dei diritti civili e politici negli Stati di appartenenza o di provenienza;

idoneità fisica allo svolgimento delle mansioni relative al posto da ricoprire.

posizione regolare nei confronti del servizio di leva per i cittadini soggetti a tale obbligo.

Quindi:

– Non possono essere ammessi alla procedura selettiva coloro che sono stati destinatari di sanzioni interdittive all’esercizio di attività che comportino contatti con minori

– Non possono essere ammessi alla procedura selettiva coloro che sono stati esclusi dall’elettorato politico attivo, nonché coloro che sono stati destituiti o dispensati dall’impiego presso una pubblica amministrazione per i motivi previsti dal bando.

I requisiti devono essere posseduti alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda di partecipazione alla procedura selettiva.

LA SELEZIONE

La procedura di selezione sarà svolta da ciascun USR a livello provinciale. Il candidato, a pena di esclusione, può presentare la domanda esclusivamente per la provincia in cui hanno sede le istituzioni scolastiche nelle quali prestava la propria attività lavorativa alla data del 29 febbraio 2020.

CONTRATTO DI ASSUNZIONE

I collaboratori scolastici ATA ex LSU saranno assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato. L’inserimento può avvenire a tempo pieno e/o a tempo parziale al 50% con inquadramento nella posizione stipendiale iniziale del CCNL del comparto istruzione e ricerca.

Gli aventi titolo all’assunzione dovranno superare il periodo di prova disciplinato dal vigente Contratto collettivo nazionale del personale scolastico.

 

GRADUATORIE PROVINCIALI DI MERITO E GRADUATORIE NAZIONALI

I candidati sono collocati in graduatorie provinciali di merito formulate sulla base del punteggio complessivo conseguito. A parità di punteggio complessivo, si applicano le preferenze di cui all’articolo 5, commi 4 e 5, del decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487, il cui possesso è stato indicato dal candidato nella domanda di partecipazione alla procedura.

Inoltre sarà realizzata una graduatoria nazionale, da utilizzare per l’immissione in ruolo sui posti residuati. La stessa sarà utilizzata anche per la nomina, a domanda e nell’ordine della medesima graduatoria nazionale, dei partecipanti che siano risultati in soprannumero nella provincia dove hanno presentato domanda.

 

BREVE STORIA  DEI CONCORSI PER EX LSU ATA

Ricordiamo che l’art. 58, comma 5 e seguenti, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, aveva autorizzato il Ministero dell’istruzione a bandire appositi concorsi per assumere gli ex LSU ATA (qui il testo coordinato del decreto con la legge di conversione).

Il Ministero dell’Istruzione aveva già bandito due selezioni pubbliche per l’assunzione a tempo indeterminato di queste figure professionali. La prima era finalizzata all’inserimento di 11.263 collaboratori scolastici con almeno 10 anni di servizio. A questo concorso si è aggiunto poi un secondo bando ATA ex LSU per le assunzioni di altri 1.591 lavoratori con almeno 5 anni di servizio.

A queste procedure concorsuali doveva seguire un terzo bando (quello appena uscito) per coprire i posti residuati dalle precedenti procedure concorsuali. Queste assunzioni dovevano essere effettuate dal 1° settembre 2022 e, nell’attesa, con la nota n. 32319 del 13 settembre 2022, il Ministero dell’istruzione aveva poi autorizzato per il personale ATA le supplenze sui posti ex LSU. Successivamente decreto milleproroghe convertito in legge ha prorogato al 1° settembre 2023 la decorrenza delle assunzioni dei c.d. ATA ex LSU.

 

SUL DIMENSIONAMENTO DELLA RETE SCOLASTICA FUGA IN AVANTI DELLA REGIONE PUGLIA: I SINDACATI INSORGONO

Le scriventi Organizzazioni Sindacali, alla luce della proposta di dimensionamento della rete scolastica pugliese, decisa dalla regione in maniera autoreferenziale e da cui prendono le distanze, stigmatizzano il comportamento dell’assessorato all’istruzione. “Vogliamo ricordare che le decisioni si assumono a valle di un percorso che vede coinvolti, come ogni anno, tutti gli attori, così come indicato nelle linee di indirizzo deliberate dalla stessa giunta regionale’. La proposta, con cui addirittura si creano “mostri” di scuole da quasi 1.800 alunni, non ha fatto altro che generare tensioni inutili, avendo la Regione invertito un percorso decisionale che parte dalle proposte delle comunità educanti e degli enti locali per sfociare nella delibera di giunta regionale entro il mese di novembre. Considerato quanto accaduto e la situazione di caos generata dalla pubblicazione del piano di dimensionamento nonché dalla contemporanea diffusione tramite gli organi di stampa, le scriventi auspicano una nota di chiarimento da parte dell’assessore competente oltre che la contemporanea convocazione di un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali.

Bari, 17 agosto 2023

FLC CGIL   CISL SCUOLA      UIL SCUOLA      SNALS-CONFSAL      FGU-GILDA
E. Falco              G. Guido               G.Verga                  V. Masciale         F. Capacchione

Comunicato stampa

In Piena sintonia “ esordisce il segretario regionale Snals Vito Masciale” con quanto espresso a livello nazionale dal segretario generale Elvia Serafini “ dissentiamo totalmente dal metodo proposto dall ‘assessorato regionale per la riduzione delle scuole in Puglia nel rispetto di quanto previsto dalla legge nazionale. I criteri proposti non portano ad una soluzione che assicuri sul territorio l’erogazione di un servizio di istruzione di qualità che metta al centro la persona/ alunno così come richiesto dalla costituzione e dalle teorie didattiche degli ultimi anni. In Puglia regione col triste primato di una dispersione scolastica al 17% il rischio che si corre con istituti elefantiaci ed ingovernabili è di veder aumentare l’abbandono scolastico già dalla scuola dell’obbligo con gravi ripercussioni sociali e per lo sviluppo futuro della nostra regione. ” Ci auguriamo “conclude il segretario Masciale “che l’assessore non lasci inascoltato l’appello che con tutte le altre sigle sindacali gli abbiano rivolto altrimenti sarà un autunno di grandi tensioni nella scuola pugliese già in sofferenza per i problemi legati alla riformulazione del Pnrr.”

IL NUOVO DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO INIZIA A PRODURRE I SUOI DELETERI EFFETTI PER LA SCUOLA E COLPISCE SOPRATTUTTO IL SUD

 

La Giunta regionale della Puglia ha approvato i criteri per il nuovo dimensionamento della rete scolastica, voluto dalla legge di bilancio e messo in atto con un decreto interministeriale unilaterale. A farne le spese in Puglia soprattutto le scuole del primo ciclo, cioè scuole dell’infanzia , primaria e medie, con una riduzione di 58 autonomie scolastiche situate in 60 Comuni. Saranno proprio i Comuni quindi a doversi assumere la responsabilità di scelte calate dall’alto, dietro lo scudo del PNRR che non ha imposto la riduzione delle scuole ma solo l’eliminazione progressiva delle reggenze.

lì PNRR, tra l’altro, mette a disposizione notevoli risorse ma queste risorse sono destinate a investimenti in conto capitale. Non basta potenziare le strutture quando non sono previsti finanziamenti per sostenere i servizi che le rendono fruibili realmente. Basti pensare agli investimenti per le strutture destinate ai servizi educativi per l’infanzia senza un adeguato rifinanziamento dei fondi per gli enti locali.

La costituzione di Istituti autonomi attraverso l’aggregazione di più plessi dislocati anche in Comuni diversi, a grandi distanze fra loro, determinerà notevoli problemi di gestione del servizio scolastico, soprattutto al Sud. In Puglia, per esempio, dove il territorio regionale è molto differenziato dal punto di vista geografico, la riduzione lineare del numero delle scuole comporterà notevoli disagi alla popolazione scolastica. Il PNRR anziché creare nuove opportunità di sviluppo per le zone più povere rischia di aumentare i divari territoriali.

La forte crisi demografica legata alla denatalità, anziché essere un’occasione per investire sulla qualità della scuola, è stata invece il pretesto per ridurre ulteriormente il numero delle scuole, accentuando le difficoltà gestionali con gravi ripercussioni sulla qualità dell’insegnamento e sul diritto all’apprendimento degli alunni. Avremo una riduzione degli organici del personale ATA, una forte limitazione della partecipazione democratica negli organi collegiali di istituto, resi ingovernabili da un eccessivo numero di partecipanti, soprattutto nei segmenti formativi come quelli dell’infanzia e della primaria che hanno necessità di consolidare le relazioni con i bambini e le famiglie.

Lo Snals Confsal non potrà mai condividere scelte che assimilano le scuole a tutte le altre amministrazioni pubbliche con logiche esclusivamente gestionali, senza tener conto delle finalità educative dell’autonomia funzionale ad esse attribuita. Gli investimenti previsti dal PNRR per la scuola richiedono invece la presenza di istituzioni scolastiche che per dimensioni e complessità siano in grado di gestire le complesse procedure amministrative che dovranno essere attivate.

Lo Snals Confsal metterà in atto ogni iniziativa di lotta a livello territoriale contro l’autonomia differenziata nel settore dell’istruzione chiamando alla mobilitazione tutto il personale della scuola.

Elvira Serafini