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La funzione in piattaforma per l’inoltro delle  domande per partecipare al bando per l’inserimento e aggiornamento nelle graduatorie di prima fascia del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola è  attiva. Per aiutare gli aspiranti nella compilazione sono state pubblicate le FAQ del MIM  sul concorso ATA 24 mesi che possono essere d’aiuto per gli utenti che hanno difficoltà a compilare in modo corretto le domande e rispondere a dubbi comuni. Ricordiamo a tutti gli iscritti che le sedi territoriali sono a disposizioni per aiutarli a compilare le domande previo appuntamento inviando una mail all’indirizzo : info@snalsbari.it

Di seguito  tutte le FAQ MIUR ATA 24 mesi pubblicate fin’ora :

Ho un servizio militare/civile o un servizio prestato in altra amministrazione pubblica che è a cavallo fra due anni scolastici. Non riesco ad inserirlo perchè l’applicazione consente di registrare i servizi solo per anno scolastico.

Inserire il servizio suddiviso fra due anni scolastici, facendo terminare il primo periodo al 31 di agosto e iniziare il secondo periodo dal 1 settembre, in modo tale che il punteggio attribuito sia equivalente in quanto senza soluzione di continuità.

In quali casi può utilizzare il codice “XX – altro profilo”?

Si può utilizzare in tutti i casi in cui si è svolto un servizio da docente nella scuola statale o un servizio di qualsiasi tipologia presso altra amministrazione pubblica.

Sono iscritto nel profilo di collaboratore scolastico della provincia di Roma e intendo iscrivermi, avendone titolo, anche nel profilo di assistente amministrativo. So che per il nuovo profilo devo indicare tutti i servizi mentre per l’altro devo riportare solo gli aggiornamenti, ma non ho la possibilità di comunicarli distintamente.

E’ stato scelto di evitare di far replicare all’aspirante i servizi già dichiarati. All’accesso all’applicazione viene prospettato un messaggio sul comportamento da adottare. Il messaggio è il seguente:

– l’aspirante che si iscrive per la prima volta in queste graduatorie deve dichiarare tutti i titoli e tutti i servizi;

– l’aspirante che aggiorna una graduatoria in cui era già presente lo scorso anno deve inserire solo i titoli e i servizi non precedentemente dichiarati;

– l’aspirante che aggiorna un profilo e si inserisce in un altro deve dichiarare tutti i titoli e tutti i servizi indicando per ognuno se trattasi di servizio valido ai fini dell’inserimento oppure dell’aggiornamento o di entrambi.

Nella sezione dei servizi, ricevo il messaggio “I campi mesi e giorni non possono superare i giorni determinati dal periodo Dal……….. Al…………”. Cosa vuol dire?

Vuol dire che il numero di mesi e di giorni inseriti puntualmente dall’interessato è maggiore del numero massimo di mesi e giorni presenti nell’intervallo indicato per quello specifico servizio. Questo è un messaggio bloccante.

Nella sezione dei servizi, ricevo il messaggio “E’ stato inserito un numero di mesi e di giorni di servizio inferiore all’intero periodo”. Cosa vuol dire?

Vuol dire che il numero di mesi e di giorni inseriti puntualmente dall’interessato è minore del numero di mesi e giorni presenti nell’intervallo indicato per quello specifico servizio. Questo è un messaggio non bloccante che non vuole evidenziare un errore ma solo segnalare che il numero di mesi e giorni è inferiore al periodo indicato. Tale circostanza si verifica quando l’aspirante indica come periodo un intervallo in cui ha prestato più servizi, non continuativi, sulla stessa istituzione scolastica e per lo stesso profilo. Si ricorda che in caso di differenza fra i mesi-giorni dell’intero periodo e i mesi-giorni indicati puntualmente prevale il numero di mesi-giorni indicato puntualmente.

 

 

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Concorso ATA 24 mesi 2023:  come funziona, requisiti

Gli USR hanno pubblicato i bandi relativi al nuovo concorso ATA 24 mesi 2023 per entrare nella graduatoria di prima fascia. Le domande si presentano da DOMANI  27 aprile al 18 maggio. La funzione sarà disponibile dalle 9.00 del 27 aprile alle 23.59 del 18 maggio 2023. Per utilizzare il servizio web per le Istanze Online del Ministero dell’istruzione occorre disporre delle credenziali SPID o CIE, e aver effettuato l’abilitazione. Il bando consente l’inserimento e l’aggiornamento nelle graduatorie permanenti provinciali del personale ATA . La procedura concorsuale è rivolta a chi ha maturato 24 mesi di servizio e viene bandita su base regionale.

Le nuove graduatorie ATA 24 mesi saranno valide per l’a.s. 2023/2024 e sostituiranno le graduatorie ATA prima fascia attualmente in vigore .L’aggiornamento delle graduatorie è annuale  Le domande vanno presentate esclusivamente in modalità telematica  tramite la piattaforma Istanze on Line (POLIS) del Ministero dell’istruzione e del merito, entro le stesse date  su indicate per tutte le regioni in Italia.

I bandi regionali sono usciti entro il 26 aprile, come previsto dalla circolare MIM  n. 26352 del 05 aprile 2023). Fanno eccezione la regione Valle d’Aosta e le province autonome di Trento e Bolzano (Trentino Alto Adige), che procedono direttamente e in autonomia a bandire le procedure concorsuali.

Il concorso ATA 24 mesi è una selezione pubblica per soli titoli (non sono previste prove d’esame) che consente di entrare in graduatoria ATA prima fascia oppure, se si è già in graduatoria, di aggiornare il proprio punteggio (o i titoli di preferenza e/o di riserva) per i ruoli provinciali nei profili professionali dell’area A e B del personale ATA.

Le graduatorie ATA prima fascia sono utilizzate dalle scuole per assegnare incarichi di supplenza, cioè a termine, annuali (assunzioni a tempo determinato). Inoltre chi entra in graduatoria permanente può essere chiamato per assunzioni in ruolo.

Può partecipare al concorso ATA 24 mesi chi ha già maturato 24 mesi di servizio, anche non continuativo, secondo quanto previsto dall’art. 554 del decreto legislativo n. 297/1994 e dell’O.M. 23.02.2009, n. 21.

I bandi per le graduatorie del personale Amministrativo, Tecnico ed Ausiliario di prima fascia sono rivolti alle seguenti figure professionali:

AREA A: CS – Collaboratori scolastici (bidelli);

AREA AS: CR – Collaboratori scolastici Addetti alle aziende agrarie;

AREA B: AA – Assistenti Amministrativi;

AREA B: AT – Assistenti Tecnici;

AREA B: CU – Cuochi;

AREA B: GU – Guardarobieri;

AREA B: IF – Infermieri.

Per l’accesso ai concorsi per ATA 24 mesi occorre possedere i seguenti requisiti generali:

essere in servizio in qualità di personale ATA a tempo determinato statale della scuola nella medesima provincia e nel medesimo profilo professionale per cui si concorre;

oppure:

essere inseriti nella graduatoria provinciale ad esaurimento o negli elenchi provinciali per le supplenze, nella medesima provincia e nel medesimo profilo cui si concorre;

oppure:

essere inseriti nella graduatorie di circolo o di istituto di terza fascia per il conferimento delle supplenze temporanee nella medesima provincia e medesimo profilo per cui concorre;

anzianità di almeno due anni di servizio (24 mesi), il limite minimo è precisamente 23 mesi e 16 giorni, anche non continuativi;

essere in possesso del titolo di studio richiesto per l’accesso al profilo per il quale si concorre (diploma, qualifica professionale o laurea in linea con i titoli di studio richiesti in base al profilo).

Coloro che intendono aggiornare il punteggio o i titoli di preferenza e/o di riserva, devono essere già inseriti nella graduatoria permanente costituita nella provincia e per il profilo professionale per cui concorrono.

Il punteggio assegnato a ciascun aspirante è determinato dalla somma dei punti assegnati per i titoli che possiede, tra quelli valutabili ai fini del concorso 24 mesi ATA 2023.

Per ogni profilo professionale sono previsti i titoli di accesso e altri titoli che si possono far valutare ai fini del posizionamento in graduatoria di prima fascia ATA:

– il titolo di studio minimo richiesto;

– i titoli di servizio (minimo 24 mesi);

– altri titoli culturali e/o di servizio validi.

Ciascun bando ATA 24 Mesi prevede un determinato punteggio per ogni titolo presentato dall’aspirante, indicato nell’apposita tabella di valutazione dei titoli per il concorso che, generalmente, è riportata nell’Allegato A del bando.

Per calcolare i periodi lavorativi si sommano i periodi di lavoro nel medesimo profilo professionale per il quale si concorre o in posti corrispondenti a profili professionali dell’area del personale ATA immediatamente superiore a quella del profilo cui si concorre. In sostanza chi ha maturato i 24 mesi di servizio in un profilo superiore può inserirsi in graduatoria anche per il profilo inferiore. Ad esempio con 24 mesi di servizio nel profilo di Assistente Amministrativo si può chiedere l’inserimento anche per i profili di Collaboratore Scolastico e Addetto alle Aziende Agrarie (per quest’ultimo solo se in possesso di un titolo specifico).

Ai fini del calcolo, i mesi interi sono considerati come da calendario, indipendentemente dal numero di giorni di ogni singolo mese, mentre le frazioni di mese si sommano tutte insieme e poi si divide il totale per 30, in quanto si calcolano in ragione di un mese ogni 30 giorni. Le frazioni superiori a 15 giorni si considerano come mese intero e il servizio prestato con rapporto di lavoro a tempo parziale si computa per intero.

Per calcolare il servizio ATA sono validi tutti i periodi di servizio effettivo e tutti i periodi per i quali sia stata erogata remunerazione anche parziale, compresi i periodi di congedo parentale. Sono considerati anche i periodi di assenza, compresi quelli non retribuiti, che non interrompono o l’anzianità di servizio.

Oltre ai requisiti generali, gli aspiranti possono far valere ulteriori titoli valutabili ai fini del concorso personale ATA 24 Mesi, che consentono di ottenere un punteggio maggiore. Si tratta di titoli di studio, qualifiche, idoneità e titoli di servizio che possono concorrere alla formazione del punteggio e, in sostanza, incrementare i punti. Tra i titoli valutabili rientrano ad esempio il servizio militare  e il servizio civile.

La scelta delle sedi per l’aggiornamento delle graduatorie ATA 24 mesi viene effettuata tramite l’allegato G. Quest’ultimo si presenta online, successivamente alla presentazione delle domande. Il modulo consente agli aspiranti di scegliere un massimo di 30 istituzioni scolastiche presso le quali sono disponibili ad effettuare supplenze. Il modulo è unico per tutti i profili professionali per i quali si è fatta domanda di inserimento nella prima fascia delle graduatorie permanenti provinciali ATA.

Chi desidera  inserirsi nelle graduatorie prima fascia ATA di un’altra provincia può farlo , ma è necessario prima togliersi dalla graduatoria ATA 24 Mesi attraverso il depennamento, inserirsi in graduatoria di terza fascia scegliendo la nuova provincia e poi inserirsi nuovamente nelle graduatorie di prima fascia.  Se desideri cambiare provincia, non devi risultare già inserito nelle graduatorie provinciali permanenti.

.Gli uffici territoriali Snals sono a disposizione per aiutare gli iscritti . Si chiede solo di prendere appuntamento via mail per evitare lunghe attese ed inutili assembramenti.

 

 

DOCENTI AGGREDITI, BASTA DARE LA COLPA ALLE VITTIME, PER VIGILARE CI VUOLE PIÙ PERSONALE. RECLUTAMENTO: CONCORSI A CATTEDRA REGIONALI E GRADUATORIE PERMANENTI NON RISOLVONO – INTERVISTA DEL SEGRETARIO GENERALE SNALS-CONFSAL

Riportiamo l’Intervista al Segretario Generale SNALS-Confsal, Elvira Serafini, a cura di Tiziana Morgese, pubblicata da Orizzonte Scuola al link: https://www.orizzontescuola.it/docenti-aggrediti-basta-dare-la-colpa-alle-vittime-per-vigilare-ci-vuole-piu-personale-reclutamento-concorsi-a-cattedra-regionali-e-graduatorie-permanenti-non-sono-soluzione-intervista-ad/

 

Docenti aggrediti, “basta dare la colpa alle vittime, per vigilare ci vuole più personale”. Reclutamento, “concorsi a cattedra regionali e graduatorie permanenti non risolvono”.

 

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara parla di restituire serenità ai docenti in un momento in cui la scuola italiana è vittima di numerosi episodi di violenza nei confronti degli insegnanti ma anche subiti dagli stessi studenti.

“Riteniamo che gli atti violenti nei confronti del personale scolastico vadano innanzitutto condannati senza condizioni, evitando di ricondurli a presunte incapacità degli educatori accusati, a volte, di non disporre di doti quanto mai indefinibili e imprecisate”.

Lo ha detto ad Orizzonte Scuola il Segretario Generale dello Snals, Elvira Serafini che ha sviscerato i temi caldi del momento: dal sostegno alla trattiva per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di lavoro, fino alla figura del tutor in classe e agli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Segretario, la scuola italiana conta ultimamente tanti episodi di violenza da Nord a Sud: dai ragazzi aggrediti fuori il liceo Michelangiolo di Firenze, alle aggressioni continue ai professori passando per la ragazza palermitana ridicolizzata perché contraria all’alternanza scuola-lavoro. Lei è d’accordo sulla proposta di istituire un Osservatorio sulla sicurezza del personale scolastico?

L’organico del personale ATA è insufficiente a garantire vigilanza, sorveglianza, servizi adeguati nelle nostre scuole, specie nelle scuole che operano in contesti complessi; anche se, va detto, le aggressioni ai danni del personale della scuola non riguardano soltanto i quartieri difficili, come purtroppo testimoniano le cronache locali recenti. I docenti ed il personale ATA si prodigano in ogni modo per prevedere i rischi, contenere i danni ed individuare le responsabilità, per il successo formativo e soprattutto per l’inclusione scolastica di studenti portatori di bisogni particolari.

La proposta di istituire un Osservatorio sulla sicurezza del personale della scuola trova il nostro pieno favore a patto che esso disponga di dati aggiornati e possa fornire proposte al Ministero in grado di incidere sui tanti fattori alla base degli episodi di violenza.

Parliamo del reclutamento docenti: A che punto siamo e che novità ci sono sui precari?

Il Pnrr, con la Missione 4, prevede diverse riforme per la scuola tra cui una, importante, relativa al sistema di reclutamento del personale. La Decisione di esecuzione del Pnrr del nostro Paese, assunta dal Consiglio Europeo il 6 luglio 2021, ha previsto l’assunzione di 70000 precari entro il 2024. Lo Snals Confsal considera che le assunzioni da GPS rappresentino lo strumento migliore e più rapido per garantire le assunzioni. Nel 2021 e nel 2022 si è sperimentato, con risultati convincenti, il sistema di chiamata da GPS 1 fascia, con un significativo numero di docenti assunti a tempo indeterminato o nominati fino al termine dell’anno scolastico e delle lezioni. Nuovi concorsi regionali per la costituzione di graduatorie permanenti non ci sembrano la strada migliore per risolvere le criticità che condizionano ogni anno il regolare avvio delle lezioni. Siamo ancora in attesa del DPCM che deve regolare l’accesso ai percorsi abilitanti con 60 CFU. Riteniamo che vadano definite misure transitorie come del resto previsto dal DL36/22 per garantire l’accesso ai concorsi che sono stati preannunciati anche a coloro che sono in possesso dei 24 CFU.

Quali sono invece le vostre proposte per garantire l’insegnamento sui posti di sostegno?

Il sostegno non può essere utilizzato per interventi didattici frammentati e discontinui. Le attività didattiche dei docenti di sostegno devono coprire tutte le discipline e le materie di studio. In caso contrario viene meno la logica dell’inclusione che non ammette differenze nei percorsi di studio e richiede la presenza costante di un docente specializzato che accompagni l’alunno in difficoltà e lo motivi costantemente.

Il problema si può risolvere incrementando i posti di sostegno. Lo Snals Confsal ha da sempre sostenuto che il sostegno sia un diritto assoluto dei ragazzi in condizione di disabilità. È venuto il momento che il Governo promuova l’effettivo esercizio del diritto all’apprendimento consolidando gli organici destinati ai posti di sostegno, eliminando la differenza tra organico di diritto ed organico di fatto. Ormai le esigenze degli alunni in condizione di disabilità sono consolidate e non hanno più ragione di essere considerate come straordinarie. Bisogna poi prevedere l’accesso ai percorsi di specializzazione per l’insegnamento su posti di sostegno a coloro che da anni già garantiscono il servizio di insegnamento su tale tipologia di posto.

Riteniamo, infine, che i problemi del reclutamento su sostegno possano essere risolti mettendo a regime le assunzioni in ruolo dalle graduatorie provinciali per le supplenze. Il sostegno non deve essere considerato un costo ma una risorsa, per garantire l’inclusione e le pari opportunità.

Quali saranno i compiti dei tutor previsti dalle recenti misure predisposte dal Ministero in attuazione degli interventi della Missione 4 del PNRR?

Sul piano tecnico la figura del tutor, come previsto dal DM 328 e dalle allegate linee guida per l’orientamento, non accompagna semplicemente gli alunni nei rispettivi percorsi formativi ma concorre all’elaborazione dei progetti formativi individuali. Abbiamo segnalato che l’esperienza maturata con i tutor negli istituti professionali potrebbe rivelarsi molto utile per definire i compiti affidati ai tutor dalle recenti linee guida. Sarebbe stato molto utile garantire un tutor per ogni classe. Aspettiamo di valutare le iniziative formative che saranno rivolte ai docenti che si renderanno disponibili per lo svolgimento di un ruolo tanto delicato. Particolare attenzione andrà rivolta alle azioni poste in capo al collegio dei docenti e alle sequenze contrattuali che dovranno svolgersi all’interno delle singole istituzioni scolastiche per la determinazione della misura dei compensi.

A che punto sono le trattative per il rinnovo del CCNL 19/21?

Finalmente il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha sbloccato le risorse stanziate in legge di bilancio a seguito dell’impegno assunto dalle parti con l’Accordo economico sottoscritto con il Ministero dell’Istruzione e del Merito il 6 novembre dello scorso anno. Le risorse saranno destinate alla parte tabellare della retribuzione del personale della scuola. Grazie ad esse l’incremento medio mensile delle retribuzioni passerà da 100 a 124 euro.

Si tratta di un’importante vittoria frutto della grande mobilitazione messa in campo dallo Snals Confsal e dalle altre organizzazioni sindacali nei mesi precedenti e risponde alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori nella difficile congiuntura economica che sta attraversando il nostro Paese.

Ora l’attenzione si sposta sulle trattative per il rinnovo del CCNL, che si concentreranno sulla parte normativa, e sulle ulteriori risorse che saranno rese disponibili.

 

 

 

Con Nota prot. 5104  del 21/04/2023, la DGFIS del MUR comunica che, al link https://www.mur.gov.it/it/atti-e-normativa/ordinanza-ministeriale-n-246-del-11-04-2023, è stata pubblicata l’O.M. n. 246 del 11-04-2023 (e i relativi allegati) riguardante i trasferimenti del personale docente e tecnico-amministrativo AFAM per l’a.a. 2023-2024.

I posti disponibili ai fini della mobilità saranno pubblicati sul sito https://afam.miur.it/  entro il 9 maggio 2023.

 

La sequenza temporale degli adempimenti

 

  1. Termine ultimo per la presentazione della domanda di mobilità al Direttore della Istituzione di appartenenza 29 maggio 2023
  2. Pubblicazione dei punteggi attribuiti agli interessati 8 giugno 2023
  3. Termine per reclami, rinunce alla domanda e rettifiche 15 giugno 2023
  4. Pubblicazione punteggi definitivi 28 giugno 2023
  5. Pubblicazione dei trasferimenti 3 luglio 2023
  6. Comunicazione delle cattedre e dei posti inizialmente disponibili per le utilizzazioni temporanee 28 giugno 2023
  7. Termine ultimo per la presentazione della domanda di utilizzazione temporanea 5 luglio 2023
  8. Pubblicazione delle utilizzazioni disposte 19 luglio 2023

 

 

 

E’ online il portale dedicato a docenti tutor e orientatori, la nuova piattaforma del Ministero dell’istruzione e del merito (MIM) con tutti gli approfondimenti sulle due nuove figure professionali di docenti  introdotte, a partire dall’a.s. 2023/2024, nelle scuole secondarie di 2° grado per guidare, orientare e valorizzare gli studenti.

Queste nuove figure professionali, lo ricordiamo, sono state introdotte nel mondo della scuola con il Piano per l’orientamento avviato nell’ambito delle riforme previste dal PNRR. In particolare, il decreto con le nuove Linee guida sull’orientamento scolastico firmato dal Ministro Giuseppe Valditara ha istituito le figure del docente orientatore e del tutor.  Per l’istituzione dei tutor e dei docenti orientatori il Ministero ha stanziato ben 150 milioni di euro per l’anno scolastico 2023/2024.

COM’È STRUTTURATA LA PIATTAFORMA

Il portale per i docenti tutor e orientatori è articolato in 5 sezioni:

 

  1. Il Piano – illustra le ultime novità sull’orientamento varate nell’ambito dell’attuazione del PNRR, con un focus su docenti tutor e orientatori che, già dal prossimo anno scolastico, saranno attivi nelle scuole di secondo grado;

 

  1. La normativa – contiene decreti e circolari utili per scuole, personale scolastico e famiglie;

 

  1. La formazione – questa sezione è dedicata alle modalità per diventare tutor e orientatori, comprese quelle per partecipare alla formazione dedicata, ovvero ai corsi organizzati da INDIRE ;

 

  1. Studenti e famiglie – qui si trovano le indicazioni sui nuovi strumenti a disposizione per l’orientamento;

 

  1. Notizie e link utili.

 

Tutte le sezioni saranno costantemente aggiornate

 

Il Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha presentato in Consiglio dei Ministri il nuovo Piano per la semplificazione della scuola. un pacchetto di misure con l’obiettivo di semplificare e snellire burocrazia e procedure al fine di migliorare la qualità della scuola. Grazie a queste iniziative si potranno garantire una maggiore copertura delle cattedre sin dall’avvio dell’anno scolastico, nomine più veloci e una gestione più semplice delle supplenze brevi, procedure più snelle per i pensionamenti, minori adempimenti burocratici per le scuole e migliori servizi per studenti e famiglie.
Il Piano per la semplificazione nel settore della scuola è articolato su tre linee di intervento: interventi organizzativi/tecnologici; innovazione procedimentale/organizzativa; semplificazione normativa. L’avvio del piano prevede un primo pacchetto di 20 misure, riconducibili al primo livello di intervento (organizzativo/tecnologico). Vediamo nel dettaglio le prime 10 principali.

1. Nuova piattaforma per famiglie e studenti – da fine 2023 sarà attiva un’unica piattaforma online da cui studenti e famiglie potranno accedere a strumenti e informazioni utili per la scelta della scuola (per esempio dove sono localizzati gli istituti, quali sono gli indirizzi disponibili, i programmi e i piani formativi) e accedere ai servizi digitali per orientamento, iscrizioni, pagamenti e comunicazioni
2. Welfare per le famiglie – le scuole potranno individuare in modo veloce, semplice e automatizzato studentesse e studenti appartenenti a famiglie in condizioni di svantaggio che hanno diritto ad agevolazioni per visite e viaggi di istruzione.

3. Accesso ai servizi della scuola con SPID e CIE – sarà possibile effettuare un solo login con SPID o CIE per accedere a tutti i servizi del Ministero dell’istruzione e del merito e delle scuole.

4. Ampliamento dei servizi PagoPA e AppIO – le famiglie avranno a disposizione soluzioni digitali integrate con l’AppIO per gestire pagamenti, notifiche e attività amministrative.

5. Maggiore copertura delle cattedre – saranno velocizzate le procedure di assegnazione dei docenti per garantire maggiore copertura delle cattedre sin dall’avvio dell’anno scolastico e favorire una maggiore trasparenza nelle assegnazioni.

6. Fascicolo digitale del dipendente – le scuole avranno a disposizione nuovi strumenti digitali di gestione della carriera del personale scolastico.

7. Selezioni più veloci e trasparenti degli esperti per le scuole – le istituzioni scolastiche potranno usufruire di nuove funzioni digitali di supporto per l’individuazione degli esperti interni e/o esterni a cui affidare incarichi individuali e per la loro gestione.

8. Pagamenti più veloci per supplenze brevi e saltuarie – grazie a nuove soluzioni organizzative e digitali saranno velocizzati i tempi per il pagamento delle supplenze brevi e sarà semplificato il monitoraggio della spesa per i supplenti.

9. Pensioni più veloci – nuove soluzioni organizzative e digitali elaborate in collaborazione con IPNS consentiranno di velocizzare le attività propedeutiche al pensionamento del personale scolastico e dare più informazioni a chi va in pensione, ad esempio in merito alla propria situazione previdenziale.

10. Accesso immediato ai contributi per i libri di testo – i contributi statali alle famiglie meno abbienti per l’acquisto dei libri di testo saranno più facilmente accessibili grazie alla semplificazione delle modalità di richiesta delle famiglie e sarà assicurata la disponibilità dei libri di testo alle studentesse e agli studenti in tempi rapidi.
L’ATTUAZIONE DEL PIANO SEMPLIFICAZIONE SCUOLA
Gli interventi previsti dal nuovo Piano per la semplificazione della scuola del Ministero dell’istruzione avranno un’attuazione graduale e diversificata, in funzione della loro complessità. Parallelamente all’avvio del nuovo pacchetto di misure per semplificare le scuole, si legge in questo comunicato del MIM, è prevista la presentazione di un disegno di legge di semplificazione collegato alla manovra finanziaria. Scopo del DDL è intervenire sul Testo unico in materia di istruzione e recepire le eventuali necessità normative che emergono dagli interventi organizzativi/tecnologici e procedimentali/amministrativi o dal confronto con strutture periferiche del Ministero, Regioni, enti territoriali e altri soggetti interessati all’ecosistema Scuola.

 Novità per la pubblicazione del prossimo bando TFA .

Il bando era bloccato in attesa della decisione dell’UE sulla possibilità di far partecipare al tfa senza selezione coloro che avevano svolto tre anni di servizio sul sostegno senza titolo.

Il DL 36/2022 trasformato nella legge 79/2022 pubblicato in Gazzetta Ufficiale aveva infatti  aggiunto un’altra categoria di docente che potrebbe accedere direttamente al corso. Nel dettaglio il testo citato :

Fino al termine del periodo transitorio di cui al comma 1, ai percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità accedono, nei limiti della riserva di posti stabilita con decreto del Ministero dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministero dell’istruzione, coloro, ivi compresi i docenti assunti a tempo indeterminato nei ruoli dello Stato, che abbiano prestato almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque su posto di sostegno nelle scuole del sistema nazionale di istruzione, ivi compresi le scuole paritarie e i percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni, e che siano in possesso dell’abilitazione all’insegnamento e del titolo di studio valido per l’insegnamento. I percorsi sono svolti con modalità di erogazione convenzionale, interamente in presenza o, esclusivamente per attività diverse dalle attività di tirocinio e laboratorio, con modalità telematiche in misura comunque non superiore al 20 per cento del totale.

Sino al 31 dicembre 2024, quindi , è prevista la possibilità di  accedere direttamente al corso TFA sostegno (quindi senza sostenere le prove d’accesso) per gli aspiranti che hanno svolto tre anni di servizio negli ultimi cinque su posto di sostegno nelle scuole del sistema nazionale di istruzione ma restava il nodo dell’abilitazione

La misura rivolta sia ai docenti precari che a quelli assunti a tempo indeterminato presso le scuole statali è stata in parte  modificata nel decreto PA approvato nel Consiglio dei Ministri del 6 aprile 2023 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 22 aprile 2023 . in questo decreto  si legge infatti

Al comma 2 dell’articolo 18-bis del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59 le parole: “dell’abilitazione all’insegnamento” sono soppresse.

Si tratta di una modifica molto attesa dagli aspiranti perché la previsione del possesso dell’abilitazione all’insegnamento per poter accedere al corso pur in presenza di un servizio su posto di sostegno di almeno tre anni negli ultimi cinque limita notevolmente la platea degli aspiranti.

MA almeno due particolari rimangono ancora da chiarire:

-se il servizio (tre anni negli ultimi cinque) può essere svolto nelle scuole sia statali che paritarie, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale (organizzati dalle regioni); ma  la norma non specifica se deve essere stato svolto nello specifico grado per cui si partecipa

– se l’accesso potrebbe essere limitato, ossia un preciso numero di posti riservati ai docenti in questione

Quindi se da un lato eliminare la dicitura “abilitazione all’insegnamento” amplia la platea degli interessati, dall’altro il possesso dei requisiti deve essere ben specificato dal Ministero.

Il Decreto dovrà adesso  ovviamente essere sottoposto all’iter parlamentare per la trasformazione in legge entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale

Non è più tempo  solo di allarmismi ed indignazioni,non è più tempo di rattoppi che alterano la realtà o di orizzonti limitati  . Esordisce così il segretario regionale Snals Vito Masciale riferendosi ai numeri che hanno fatto notizia nei giorni scorsi sul decremento degli alunni in Puglia. E prosegue: Questi numeri mi preoccupano ovviamente molto anzi moltissimo ma non mi sorprendono. Mi preoccupano come cittadino e come rappresentante del mondo scuola . Come cittadino perché a livello nazionale, sono decenni ormai che l’Istat ci comunica puntualmente un calo delle nascite ma di concreto cosa è stato fatto per invertire la rotta?  È di qualche giorno fa, l’ultima  previsione dell’Istat sul futuro demografico del Paese:  dai 59,2 milioni di cittadini del 2021, secondo le stime saremo 57,9 milioni nel 2030, per scendere a 54,2 milioni nel 2050 e non voglio andare oltre nel tempo.. Tutto questo avrà conseguenze non solo per la scuola ma avrà un effetto domino sul paese : decrescita dell’economia con il crollo del pil, welfare in crisi con minor protezioni per i più fragili , entro il 2041   una famiglia  su cinque non  avrà figli , una popolazione sempre più anziana e sempre meno lavoratori  rappresenterà un problema serio per il nostra sistema sanitario nazionale  un vanto  oggi a livello internazionale per gratuità e universalismo – ma  che si sostiene attraverso i cittadini che pagano le tasse in proporzione al proprio reddito e con il pagamento dei ticket relativi alle prestazioni sanitarie da parte di chi non ha diritto all’esenzione. Se diminuiscono i lavoratori ,se non riparte la natalità, ci saranno meno persone che lavorano e, quindi, ci saranno meno persone che pagheranno le tasse, come  riusciremo a rendere sostenibile il meccanismo? Crollerà il valore delle  case  perché se non nascono più bambini le città si spopolano e avendo il mercato immobiliare  a disposizione una quantità maggiore di immobili, perderanno  il loro valore. C’è poi  la questione dello spopolamento di alcune aree del Paese. Se le città continueranno a essere in media densamente popolate, la denatalità in Italia secondo l’Istat colpirà soprattutto le aree rurale e il Mezzogiorno, dove già  da decenni si verifica un forte esodo a favore del più produttivo Nord. Entro 10 anni andrà incontro a un calo demografico l’80 per cento dei Comuni per la bassa fecondità, ma anche per  livelli migratori sfavorevoli per alcune realtà territoriali,  per l’estero e per l’interno. E per i 1.060 Comuni che ricadono nelle aree interne, quelle montane e comunque lontane dal mare che si contraddistinguono per la distanza fisica dall’offerta di servizi essenziali, secondo l’Istat la condizione demografica sarà ancor più sfavorevole, con una riduzione della popolazione pari al 9,1 per cento, che sale al 10,4 considerando il solo Mezzogiorno.

Il calo di popolazione generale  dipende   anche da una diminuzione costante di migranti e stranieri che scelgono di vivere nel nostro paese.  Oggi il fenomeno migratorio in entrata in Italia è visto prevalentemente come un problema di politica interna e di sicurezza nazionale . In realtà, ad oggi, dal punto di vista economico il lavoro dei cittadini stranieri in Italia vale 134 miliardi e incide per il 9 per cento sul prodotto interno lordo, secondo il Rapporto annuale 2021 sull’economia dell’immigrazione della Fondazione Leone Moressa. E se il trend della natalità italiana dovesse veramente confermare le attese, l’apporto degli stranieri (a prescindere da modalità di arrivo e provenienza) diventerà sempre più importante. Urge una seria svolta politica per la natalità  per fronteggiare e vincere questo inverno demografico investendo risorse sui giovani creando opportunità di lavoro che permettano loro di poter fare programmi per il proprio futuro contemplando anche il progetto di metter su famiglia e fare figli sapendo di poter contare sul supporto dello stato sia intermini di servizi che di benefici economici. Servono politiche familiari sul modello francese e tedesco.

Ma il segretario Masciale non si limita ad una analisi puntuale e circostanziata sulle conseguenze della denatalità e lancia la proposta  dello Snals per il futuro della scuola di Puglia.

Come uomo di scuola sono preoccupato perché le sorti della scuola sono strettamente intrecciate con quelle del paese.  Senza scuola ,istruzione formazione non c’è futuro per il paese . Il numero di alunni è in calo e continuerà ad esserlo nei prossimi anni finchè non ci sarà una ripresa significativa della natalità che dopo 5 /6 anni approderà in classe. Intanto che si fa? Si deve provare a resistere e a migliorare l’esistente . Come ? Con varie azioni collegate fra loro.in maniera sinergica .Quando si parla di scuola vogliamo tutti una scuola di qualità :bene si può fare senza stravolgerla.  Entro nel dettaglio: quest’anno l’organico rimarrà invariato ma sarebbe sufficiente diminuire il numero minimo di alunni per classe eliminando le così dette classi pollaio(una richiesta  ultradecennali dei sindacati finora inascoltati dai vari ministri ) e sarebbero tante le conseguenze positive di qualità:  assicureremmo i posti di lavoro, renderemmo il lavoro di insegnante /docente meno usurante , daremmo agli alunni più tempo ed attenzioni e tutto questo migliorerebbe il clima nelle scuole e forse gli episodi di scontro e di violenza diminuirebbero . I docenti potrebbero curare davvero una preparazione personalizzata per i loro alunni che a volte con i loro comportamenti inconsulti e inappropriati ad un abbiente scolastico non fanno altro che lanciare in realtà una  richiesta di  attenzione e di aiuto. Meno alunni in aula più facilità di dialogo, di rapporto, di creazione di comunità, più facilità nell’individuare problemi difficoltà e disagi fra gli alunni e nel dialogo con le famiglie.

Un altro dato è l’aumento gli alunni che necessitano di un docente di sostegno che non va letto come la nascita di un maggior numero di bambini con problematiche diverse ma bensì  uno sviluppo delle neuroscienze che con le loro ricerche hanno permesso di individuare e far tutelare tutta una serie di specificità comportamentali e logico cognitive degli alunni mettendo così la scuola nelle condizioni di rendere anche per loro il diritto all’istruzione e ad una vita sociale ben inserita e pienamente attiva.. Con la normativa per gli alunni Bes tanti alunni e tante alunne hanno modo di essere aiutati a diventare cittadini attivi. Investiamo quindi risorse per incrementare i docenti specializzati anche al fine di poter dare a questi ragazzi il giusto sostegno e non una manciata di ore che servono ma non risolvono.

Evitiamo di perdere gli alunni che abbiamo ! il tasso di dispersione scolastica è al 17%!

La dispersione deriva da molteplici fattori:la “situazione socio-economica della persona, il sostrato formativo della famiglia, i fattori di attrazione del mercato del lavoro, il rapporto con la scuola e i con i programmi educativi offerti, le caratteristiche individuali e caratteriali della persona”e anche dal numero eccessivo di alunni che non consente di seguirli veramente individualmente uno per uno.

Sono in arrivo risorse del PNRR per la dispersione scolastica in attuazione della linea di investimento
1.4, finanziata dall’Unione Europea – Next Generation EU  in PUGLIA arriveranno 43.131.439,89 €.

Un altro strumento a disposizione delle scuole dal prossimo anno se saranno rispettati i tempi previsti saranno i docenti tutor ed orientatori .E’ partito il conto alla rovescia per la pubblicazione del decreto che crea le figure del docente tutor e orientatore. Se i tempi saranno rispettati, entro aprile si potrà partire con i corsi di formazione programmati da Indire per i candidati tutor. Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (Cspi) ha recentemente approvato il decreto e la circolare che istituiscono la figura del docente tutor orientatore. Il nuovo ruolo è stato creato per sostenere gli studenti e le famiglie nella scelta consapevole del percorso scolastico, contribuendo alla riduzione della dispersione scolastica. Il decreto è il punto di partenza per l’attuazione di alcune novità delle Linee guida sull’orientamento scolastico. Attualmente, la figura del tutor è prevista solo per l’ultimo triennio delle scuole superiori, ma i vertici ministeriali ribadiscono che si tratta di una prima applicazione della riforma, che conta su 40.000 nuove figure e che sarà implementata negli anni successivi.

Ma tutto questo potrà incidere sul futuro della scuola solo se si rinnoverà l’alleanza scuola famiglia e perché questa alleanza si rinnovi io pensi che anche noi sindacati dobbiamo fare la nostra parte  perciò per quanto riguarda lo Snals in Puglia da questo momento  io invito  al dialogo e al confronto  le associazioni dei genitori e delle famiglie per dare vita ad una alleanza paritaria e  costruttiva per il futuro della scuola e del paese e per fare squadra con loro oltre che con le altre compagini sindacali.La scuola da sola può fare tanto ma non tutto le famiglie idem. L’istituto della famiglia che vivono oggi tanti bambini e ragazzi non è sempre un’isola felice. Le famiglie vivono problemi vari : mancanza di lavoro, di salute, di tempo, di dialogo con una generazione sicuramente complessa. Spero possa partire da questa alleanza in  Puglia una prassi operativa che si diffonda in altri territori. che  .Sono sicuro che da tale alleanza la scuola in generale e ogni singola istituzione scolastica non potrebbe che trarre giovamento e l’azione comune nei confronti del Ministero potrebbe portare a risultati piu concreti in termini di cambiamenti perché rappresenterebbe le esigenze dei principali protagonisti della scuola; gli alunni e i lavoratori.  E’ questo che intendevo quando parlavo di nuovi orizzonti conclude il segretario Masciale .

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Si comunica che  gli uffici Snals di Bari e delle sedi territoriali della provincia di Bari  saranno chiusi  dal 6  all’11  aprile  2023  .

Le attività riprenderanno mercoledì  12 aprile  dalle 15.30.

Per urgenze si invita ad inviare una mail all’indirizzo: info@snalsbari.it.

Sarà dato pronto riscontro.

Grazie per la collaborazione e auguri di una Pasqua serena  per tutti

 

Su proposta del Ministro  Valditara, è stato integrato   l’Atto di indirizzo dell’accordo sul rinnovo del contratto scuola per la parte economica sottoscritto con i sindacati di settore lo scorso 10 novembre. Questa integrazione rende disponibili circa 300 milioni di euro, stanziati dalla Legge di Bilancio 2022 sul Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (FMOF), per la contrattazione tra l’Aran e le organizzazioni sindacali sul rinnovo del CCNL scuola 2019-2021. Questi fondi saranno utilizzati per un ulteriore aumento degli stipendi del personale della scuola e serviranno all’incremento della componente fissa della retribuzione del personale della scuola. Con le nuove risorse, l’aumento medio degli stipendi già approvato lo scorso anno salirà da 100 a 124 euro al mese in media.

L’ incremento  di stipendio  per docenti e ATA grazie ai 300 milioni di euro reperiti dalla Legge di Bilancio ha l’obiettivo, si legge in una nota del Ministero, di migliorare progressivamente le retribuzioni nel comparto scuola e sostenere specifiche politiche del personale finalizzate a rafforzare l’orientamento e a contrastare la dispersione, nell’ambito di un nuovo modello di scuola incentrato sul merito.

Inoltre, il Ministro Valditara ha affidato alla contrattazione con i sindacati della scuola anche la definizione dei criteri di distribuzione delle risorse per la valorizzazione dei docenti stanziati con la Legge di Bilancio 2023. Si tratta, lo ricordiamo, di 150 milioni di euro, stanziati per garantire la continuità didattica per gli studenti, con una specifica attenzione per gli istituti statali delle piccole isole.