Vito Masciale

 

Nei giorni scorsi sono state pubblicate le tabelle relative all’organico del personale ATA per il prossimo anno scolastico e prevedono tagli in tutti i ruoli. ”Il personale ATA, continua il segretario Masciale  per i vari ruoli che ricopre è insostituibile  nella organizzazione e gestione della scuola .Dall’aspetto indispensabile della sorveglianza alunni da parte dei collaboratori scolastici, anche ai fini della sicurezza, alla collaborazione alla didattica degli assistenti tecnici   alla efficienza delle segreterie che sono per tante pratiche l’interfaccia con le famiglie per arrivare alla corretta gestione e rendicontazione delle risorse a disposizione delle scuole da parte dei dsga. Un esempio per tutti basta a dimostrare l’assurdità della situazione : abbiamo da una parte l’espressione di volontà di aumentare la  didattica laboratoriale, stiamo investendo un bel po’ di euro del PNRR per aggiornare le attrezzature dei  laboratori  e poi tagliamo il numero degli assistenti tecnici. E’ inaccettabile! afferma il segretario Masciale .  Giustificare tutto con il calo demografico: è un voler vincere facile. Anche se quest’anno ci fosse un boom di nascite prima di 5 anni non diventerebbero alunni e quando dal 2024 avremo meno scuole autonome ma gli alunni devono continuare a frequentare negli stessi plessi che succederà si chiede il segretario Masciale  nei paesini dell’entroterra della Puglia  che non godono dei benefici delle scuole di montagna e delle isole: avremo collaboratori scolastici che nell’arco dell’orario di lavoro si sposteranno da un plesso all’altro?

Non voglio citare numeri dice ancora il segretario Masciale già ampiamente noti ma calare nel quotidiano delle scuole le conseguenze di questi tagli all’insostituibile  personale ATA.  La situazione è paradossale, e in qualche modo angosciante  e noi dello Snals Puglia   non l’accetteremo  come status quo.Daremo  al  direttore regionale tutto il supporto che riterrà di chiedere ai sindacati nella attribuzione del personale  entro l’11 maggio ma avendo ben chiaro il concetto che non si tratta di difendere solo posti di lavoro ma di tutta la qualità della scuola e del diritto di tutti i bambini e ragazzi della Puglia ad avere una scuola davvero  uguale per tutti .Concetto che andremo ad approfondire nel nostro prossimo convegno del 15 maggio dal titolo appunto: La scuola è uguale per tutti ? Si…forse….anzi no. Conclude il segretario.

 

Il Consiglio dei Ministri, il 1^maggio 2023, ha approvato un decreto-legge che

introduce misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del
lavoro .
ECCO LE MISURE CHE RIGUARDANO LA SCUOLA (personale e studenti)
SCONTO RETRIBUTIVO
Per i redditi fino a 35mila euro lordi annui si aumenta, dal 2% al 6%,

l’esonero parziale(sconto retributivo) sulla quota dei contributi previdenziali

per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti

per gli stipendi dal 1° luglio al 31 dicembre 2023 (senza effetti sulla la tredicesima mensilità).
Per le retribuzioni fino a 25mila euro lordi annui l’esenzione è

innalzata al 7 per cento(senza effetti sulla tredicesima mensilità).
“per i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 30 novembre 2023, senza ulteriori effetti sul
rateo di tredicesima, la misura dell’esonero stabilita dal primo periodo in due punti
percentuali è elevata a sei punti percentuali, fermi restando l’ulteriore incremento

di un punto percentuale dell’esonero”.
Ricordiamo che, per tutto il 2023, è in vigore un esonero sulla quota di contributi
previdenziali dovuti dai lavoratori dipendenti pubblici e privati (sconto contributivo)

pari al 2% se la retribuzione imponibile non supera i 2.692 euro mensili

(35.000 euro annui) e al 3% se la retribuzione imponibile non supera i

1.923 euro mensili (25.000 euro annui).
La decontribuzione del 2% era stata introdotta per il 2022, poi prorogata per il 2023

con l’aggiunta di un ulteriore 1% per i redditi fino a 25.000 euro, dalla legge

di Bilancio 2023.
MISURE DI TUTELA CONTRO GLI INFORTUNI
DURANTE LE ATTIVITÀ FORMATIVE
Ampliata la tutela infortunistica degli studenti durante le attività formative.

Gli studenti saranno maggiormente protetti durante tutte le attività formative.

Infatti la norma copre tutti gli eventi che si verificano all’interno delle scuole o

durante le attività programmate (oggi la copertura riguarda solo le attività

tecnico-scientifiche nei laboratori o le esercitazioni pratiche nelle palestre).
Il Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle

attività formative avrà una disponibilità economica di 10 milioni di euro e

coprirà gli eventi mortali a partire dal 1° gennaio 2018, data di avvio

dell’alternanza scuola-lavoro.
A partire dal 2024, il fondo sarà alimentato da risorse per 2 milioni di euro all’anno.
E’ un punto che interviene sulle attività PCTO (ex ASL), durante le quali

gli studenti escono da scuola e vanno in “fabbrica”.

Si comunica che lunedì 8 maggio in occasione della festività  del santo patrono di Bari San Nicola la sede provinciale di Bari resterà chiusa . Le attività riprenderanno martedì 9 maggio alle 15.30 .Grazie per l’attenzione

 

Stamani si è tenuto a Bari un altro incontro dei sindacati con i rappresentanti della Regione Puglia sulla vertenza dei formatori che si trascina ormai da mesi. Si è trattata dell’ennesima riunione interlocutoria dove la Regione ha promesso soluzioni entro maggio e i sindacati hanno ancora una volta espresso le richieste dei lavoratori. Il segretario regionale della Confsal Vito Masciale ha ribadito la posizione della Confsal: utilizzo delle professionalità acquisite e fin qui già utilizzate dalla regione affinchè non vadano disperse, espletamento di concorsi riservati per la sistemazione definitiva dei lavoratori, erogazione di risorse per compensare la perdita degli stipendi degli ultimi mesi. “Non è stato ancora calendarizzato il prossimo incontro ma” ribadisce Masciale” i lavoratori sanno di poter contare sul nostro impegno per la tutela dei loro diritti.

 

“Le affermazioni dell’assessore regionale all’istruzione  riportano in primo piano se mai l’opinione pubblica l’avesse temporaneamente rimosso il grande problema del dimensionamento scolastico che porterà a riduzione dolorose del numero delle istituzioni scolastiche anche in Puglia.” Comincia così il commento del segretario Snals Vito Masciale a quanto dichiarato dall’assessore Leo.” Il  testo approvato dal governo Meloni nella Legge di Bilancio 2023 all’art.99  prevede che il numero   di studenti da assegnare a ciascun istituto, passerà da 600 a 900 circa. “Ne deriva  dice il prof. Masciale “che verranno realizzati accorpamenti degli istituti e anche se gli alunni dovessero continuare a frequentare nei soliti plessi   è indubbio che la qualità della scuola italiana peggiorerà .  Per l’aspetto didattico    non posso fare a meno di pensare al disagio di  docenti con cattedre orarie all’interno di una stessa istituzione ma in plessi distanti un bel po’ di chilometri e per l’aspetto organizzativo gestionale penso a  dsga e ds   che  si troveranno a gestire situazioni  a distanza con difficoltà di intervento in casi di urgenza   e per i quali i posti di lavoro diminuiranno in conseguenza dei tagli  proprio mentre il MIM si accinge a varare nuovi concorsi per questi ruoli. Peggiorerà un servizio essenziale “ continua il segretario Masciale “ che lo Stato è tenuto ad erogare a tutti i cittadini disattendendo quanto  previsto dalla Carta Costituzionale che fa carico allo Stato di eliminare gli ostacoli che si frappongono a che tutti i cittadini possano accedere all’istruzione  in ugual maniera . Il  Mim come previsto entro il 15 aprile ha trasmesso il decreto alla Conferenza stato regione dove deve essere trovato un accordo entro il 30 maggio in caso di assenza di accordo il MiM procederà ad emettere un decreto d’accordo col Mef entro il 30 giugno per definire l’organico dei ds e dei dsga. Dopo di che entro il 30 novembre le regioni individueranno in maniera autonoma quali scuole sopprimere e quali mantenere in vita. “ I tempi sono chiari e il governo è impegnato a rispettare le scadenze previste anche questo ci ha spinti ad organizzare a Bari un evento il 15 maggio al kursaal Santa Lucia “ LA SCUOLA E’ UGUALE PER TUTTI ? Si..FORSE …ANZI NO” La scuola è interesse di tutti e lo Snals continuerà a battersi perché sia uguale per tutti davvero. Lo Snals è  pronto ad essere al fianco dell’assessore Leo per le giornate difficili di lavoro che sono in arrivo.” conclude il segretario Vito Masciale .

 

La Confsal nazionale ha voluto celebrare questa data organizzando un evento, di cui riportiamo una sintesi , dal titolo:
L’IMPEGNO COSTANTE DELLA CONFSAL PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO
Nel corso della mattinata del 27 aprile, presso l’Auditorium dell’Inail di Piazzale Giulio Pastore a Roma Eur, la Confsal si è confrontata con le forze parlamentari e le Istituzioni per illustrare la bozza di un disegno di legge a supporto delle proprie proposte in materia di salute e sicurezza sul lavoro riassunte nel “Decalogo della prevenzione partecipata” I numeri parlano e dicono che gli infortuni e le malattie professionali continuano a crescere. Il Paese soffre quotidianamente, in termini di morti e dolore, una piaga che non si riesce ancora a debellare che produce un costo annuale stimato del 6,3% del pil”.
Ha aperto i lavori il segretario generale della Confsal Margiotta (Confsal) ed ecco i punti salienti del suo intervento:
“Davanti all’Inail ci troviamo di fronte non a un’istituto, ma ad un’istituzione che si dedica alla soluzione del problema degli infortuni. Noi vogliamo che ci sia un coordinamento che sia unitario. Inail valuta il rischio di ogni attività lavorativa assegnando diversi tassi a seconda del livello di rischio “Noi – insiste – dobbiamo valorizzare il Dvr, Documento di valutazione dei rischi e i giovani devono ricordare che ogni attività ha un pericolo di cui ci si accorge quando è troppo tardi e il vero coraggio è quello di avere paura. Da una parte noi vogliamo relazionarci con l’Inail per fare proprie le iniziative e le ricerche dell’Istituto e dall’altra cercheremo di rapportarci sempre di più con le forze politiche”.
Ha poi preso la parola il presidente Inail Franco Bettoni dichiarando:
Sul Decalogo per la prevenzione partecipata della Confsal l’Inail ha manifestato piena disponibilità a mettere a disposizione le proprie competenze e i propri strumenti e a svolgere un ruolo attivo nell’elaborazione di una strategia nazionale per il contrasto del fenomeno infortunistico e delle malattie professionali che continua ad essere preoccupante .Il Decalogo della Confsal che si propone proprio questo obiettivo intervenendo sulle attività di vigilanza, formazione, informazione, supporto alle aziende, ricerca a fini prevenzionali e trasferimento dei risultati, sostegno ai modelli di organizzazione e gestione, non può non prevedere un diretto coinvolgimento dell’Istituto.L’ Inail come sempre sostiene iniziative come queste che stimolano il dibattito e sostengono la partecipazione, senza partecipazione non è possibile parlare di vera prevenzione. Proprio in tale ottica, per promuovere il confronto tra istituzioni, enti locali e parti sociali sulle strategie più efficaci da attuare per la tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, voglio ricordare che l’Istituto ha voluto organizzare il ‘Forum della prevenzione’, 23 appuntamenti regionali con l’evento conclusivo a Roma nel mese di ottobre. A fare da filo conduttore alle diverse tappe è il Piano triennale per la prevenzione 2022-2024, che delinea la missione dell’Istituto in coerenza con la Strategia europea per la salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027 e con l’Agenda Onu 2030. Il 4 maggio saremo a Venezia, il 9 a Genova, l’11 a Napoli.
Giovanni Luciano presidente dell’osservatorio sulla sicurezza Confsal ha ricordato che la Confsal, a valle di un impegno ormai pluriennale sugli aspetti della safety, ha condensato le proprie proposte in un decalogo che è stato reso pubblico a Bologna in occasione del Salone di Ambiente e Lavoro, principale Fiera nazionale della salute e della sicurezza sul lavoro, e che, aggiornato e integrato, è stato proposto al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, in occasione del primo incontro con le parti sociali convocato al Ministero il 12 gennaio 2023 ed è passato a presentarlo nel dettaglio:
1) Creare un’agenzia o polo nazionale, quale soggetto unico deputato a coordinare prevenzione e vigilanza, informazione e formazione, assistenza e consulenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
2) Educare le nuove generazioni alla cultura della sicurezza inserendo nei programmi didattici della scuola secondaria ‘La salute e sicurezza del lavoro’ come disciplina scolastica obbligatoria.
3) Diffondere una ‘prevenzione partecipata’ con il coinvolgimento attivo di tutti i lavoratori, mettendo la loro partecipazione al centro dell’azione di prevenzione unitamente a tutti gli attori coinvolti nel sistema di prevenzione.
4) Promuovere la diffusione di Mog-Sgsl – Sistemi di gestione della salute e sicurezza del lavoro – incentivandone economicamente l’adozione da parte delle aziende, tramite il credito di imposta e/o l’esenzione temporanea dal contributo Inail.
5) Favorire l’instaurarsi di un rapporto di cooperazione e collaborazione tra gli organi di vigilanza dello Stato e le aziende, dando a esse la possibilità di verificare preventivamente la propria situazione effettiva sul rispetto delle norme sulla sicurezza, per poter così rimediare alle difformità rilevate.
6) Incrementare fortemente l’organico degli ispettori tecnici per la sicurezza sul lavoro in modo che la vigilanza sull’applicazione della normativa abbia anche una funzione preventiva; assumendo a tal fine migliaia di giovani qualificati con adeguata preparazione nel campo ingegneristico, tecnico e scientifico.
7) Potenziare e migliorare la formazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza – rls – per ridurre il disequilibrio che si riscontra nella preparazione tecnica dei RLSrispetto alle altre figure aziendali impegnate nel sistema di prevenzione e protezione.
8) Garantire qualità ed efficacia alla preparazione delle principali figure di sistema, dando applicazione sollecita e concreta alle modifiche normative previste dal decreto legislativo 146/2021 (Legge 215/2021), per realizzare i cambiamenti previsti nell’ambito della formazione.
9) Potenziare il sostegno alle iniziative di prevenzione tramite la formazione, l’informazione e la consulenza attraverso maggiori investimenti da parte dell’Inail rispetto a quelli che attualmente mette a disposizione del tessuto produttivo del Paese.
10) Incrementare le risorse per la ricerca scientifica ‘prevenzionale’ su infortuni e rischi emergenti, tramite l’Inail, le Università e gli altri enti di ricerca, assicurando che i risultati dei progetti completati vengano resi più agevolmente accessibili per il trasferimento al mondo produttivo e alle parti sociali.
Ha quindi preso la parola Walter Rizzetto presidente della commissione Lavoro della Camera dove ha presentato la proposta dell’obbligatorietà dell’introduzione dell’insegnamento del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro nelle scuole secondarie di secondo grado, perché la prevenzione parte da lì. La formazione e la diffusione della cultura del lavoro rispetto alle condizioni di sicurezza resta fondamentale.Sono d’accordo con il decalogo Confsal – ha sottolineato – non so se riusciremo a fare tutto, ma concordiamo sui dieci punti. Il collettore del Polo unico quale soggetto unico deputato a coordinare prevenzione e vigilanza, informazione e formazione, assistenza e consulenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro deve essere l’Inail. Sogno l’istituto della verifica preventiva – ha concluso – che significa che prima di cominciare il lavoro si fa fare una verifica e si parte solo quando tutto è a norma. Dobbiamo poi eliminare i click day nel nostro Paese che penalizzano imprese che non sono veloci su Internet”.
E’ stata poi la volta del senatore Tino Magni che è stato relatore unico per la commissione d’inchiesta monocamerale sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, approvata all’unanimità. “C’è una convergenza a livello politico nella lotta agli infortuni” ha dichiarato. A differenza degli anni scorsi la Commissione, con cadenza, annuale e una volta conclusi i lavori, presenta al Senato una relazione sull’attività svolta e sui risultati dell’inchiesta. Non ci si può nascondere – avverte – dietro ai costi. La prevenzione è sicurezza e anche riduzione del precariato.
La deputata Chiara Tenerini ha affermato: Siamo qui per consegnare alle future generazioni qualcosa di diverso dall’attuale realtà :un lavoro sicuro e dignitoso e sottoscrivo virtualmente il Decalogo Confsal. La formazione nella scuola deve creare la consapevolezza della presenza all’interno della società e non un’ora aggiuntiva. I ragazzi devono prendere in mano il loro futuro per essere cittadini consapevoli del proprio futuro.
Anche Antonio D’alessio si dice d’accordo che “Per contrastare il fenomeno degli infortuni sul lavoro devono andare di pari passo la sensibilizzazione verso le giovani generazioni, le modifiche legislative e gli investimenti dello Stato nella consapevolezza che tutto ciò che si spende in questa materia è oro”.
Valentina Barzotti ritiene che Il Decalogo della Confsal è tendenzialmente condivisibile, cercando anche di vedere come Inail possa essere incisivo nella prevenzione. Nelle scuole – ha ricordato – ci sono esperienze virtuose per la formazione sulla sicurezza, ma è necessario un cambio di passo”.
Cesare Damiano componente del cda Inail ha citato i numeri della dolorosa realtà degli infortuni sul lavoro : 1000 morti l’anno circa 3 al giorno e sembra che al di sotto di questa soglia non si riesca ad andare. E’ importante la formazione ma ancora di più la prevenzione, serve spostare la spesa verso la prevenzione. “Vediamo il 1° maggio – sottolinea – cosa farà il governo in materia di prevenzione e sicurezza sul lavoro confermando il suo impegno. L’ Inail ha una vocazione sociale ,ha fatto dei protocolli con Ferrovie dello Stato, Enel, Eni, porti, Autostrade perché i cantieri che ci saranno riguardo il Pnrr saranno enormi. Sogno il cantiere digitale cioè tutti i lavoratori devono avere un budget che certifica che si dipende da quel cantiere perché si ha il contratto edile certificando che si ha una formazione adeguata.E’ impensabile che tutto rimanga uguale: in 60 anni è cambiato tutto: la percezione nei riguardi degli infortuni sul lavoro, l’azione dei sindacati, l’impegno degli imprenditori.
il sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon, intervenendo telefonicamente al dibattito ha dichiarato : “Già lunedì porteremo a casa risposte per la sicurezza del lavoro e vediamo di portare a casa dei risultati anche in collaborazione con ciò che l’Inail ha predisposto insieme al ministro Calderone “Il lavoro da fare – sottolinea – è molto e ringrazio il segretario Margiotta che si è sempre dimostrato preparato, attento e soprattutto disponibile al dialogo”.
Ha chiuso il dibattito Andrea Tardiola, direttore generale Inail, “Lavoriamo con grandi gruppi – racconta – come Ferrovie, Autostrade ed Eni, gruppi che sono grandi filiere industriali con una cultura molto elevata di sicurezza. Anticipiamo il Decalogo Confsal andando in giro per l’Italia rafforzando il network della sicurezza: un’esperienza umana, organizzativa e tecnologica. I dati sugli infortuni ci stanno dicendo che si sta verificando una forte polarizzazione verso due cosmi: abbiamo un ampliamento della numerosità degli infortuni a bassa gravità e schiacciamento verso l’alto di infortuni gravi. Dobbiamo diventare bravi a differenziare gli strumenti lavorando sulle due dinamiche. Ci stiamo provando e gli strumenti di Inail sono molti”.

 

Si è svolto presso il MIM – Dipartimento per la programmazione delle risorse – il previsto incontro con i rappresentanti sindacali sul  riparto delle risorse previste dal PNRR per la formazione del personale sui nuovi linguaggi e le nuove competenze. Per l’amministrazione erano presenti il Capo Dipartimento Jacopo Greco, i Direttori generali Montesarchio, Tozza e D’Amico.

La dottoressa Montesarchio ha  illustrato i contenuti degli investimenti 2.1 e 3.1 del PNRR.

Per l’investimento 2.1 il PNRR stanzia risorse per 800 milioni di euro di cui 165,77 relativi a progetti in essere.

La linea d’azione prevede la formazione sulla didattica digitale integrata e la transizione digitale di circa 650.000 tra docenti, dirigenti e personale ATA attraverso la realizzazione di circa 20.000 corsi di formazione e la creazione di centri di formazione locali. La misura mira a creare un sistema permanente per lo sviluppo della didattica digitale, delle competenze digitali e didattiche del personale scolastico attraverso :

  • la creazione di un sistema per la formazione continua di tutto il personale scolastico per la transizione digitale
  • l’individuazione di un quadro di riferimento nazionale per la didattica digitale integrata, finalizzata a promuovere l’adozione di curricula in materia di competenze digitali in tutte le scuole.

Riguardo la prima azione  l’Italia si è impegnata con l’UE nel PNRR a realizzare le seguenti iniziative:

  • sviluppo di un polo nazionale italiano sulla formazione digitale per la formazione del personale scolastico
  • creazione di una rete integrata di hub formativi territoriali, realizzati in collaborazione tra scuole, centri provinciali per l’educazione degli adulti, uffici scolastici regionali, università e centri di ricerca, in linea con quanto previsto dal Piano d’azione europeo per l’educazione digitale 2021-2027 e in coordinamento con l’hub nazionale
  • attivazione di circa 20.000 corsi di formazione sull’uso della didattica digitale in tutte le discipline del curriculum scolastico e per l’apprendimento del pensiero computazionale e dell’intelligenza artificiale, nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria e secondaria e nella formazione degli adulti;

Riguardo la seconda azione  si prevede:

  • la creazione di una piattaforma sui contenuti dell’educazione digitale e sui metodi didattici innovativi ad uso di insegnanti, studenti e famiglie
  • la creazione di “Patti per l’educazione digitale e le competenze per il futuro” anche attraverso l’attivazione di percorsi di formazione diffusa e intergenerazionale per docenti, studenti, adulti

Per la misura  3.1 “Nuove competenze e nuovi linguaggi” è prevista la ripartizione delle seguenti risorse:

–              600 milioni di euro per attività di orientamento alle discipline STEM. Le risorse saranno ripartite in base al numero degli studenti.

–              150 milioni di euro per corsi di formazioni di lingua e metodologia per gli insegnanti. Le risorse saranno ripartite in proporzione alle dotazioni organiche.

Per l’investimento 3.1 il PNRR stanzia 1,1 miliardi di euro ed è realizzata  dal MIM in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri- Ministro per la famiglia, la natalità, e le pari opportunità.

Lo Snals Confsal ha richiesto di avere maggiori dettagli sulla ripartizione delle risorse e sulla loro gestione, sulla governance nazionale delle attività formative e sul raccordo tra indicazioni nazionali e compiti affidati alle scuole.

 

 

INCONTRO MIM sindacati sul “ PIANO DI SEMPLIFICAZIONI PER LA SCUOLA”

Si è svolto presso il MIM – Dipartimento per la programmazione delle risorse – il previsto incontro sul piano di semplificazioni per la scuola a cui ha partecipato anche una delegazione dello Snals   Per l’amministrazione erano presenti il Capo Dipartimento Jacopo Greco, i Direttori generali Montesarchio, Tozza e D’Amico.

L’amministrazione ha illustrato le linee del piano di semplificazioni per la scuola.

Il piano prevede 20 interventi che ruotano intorno ad alcuni obiettivi fondamentali . Gli interventi vanno ad incidere positivamente sui tempi di esecuzione di importanti funzioni e procedure amministrative quali le cessazioni, gli incarichi esterni, i pagamenti, gli acquisti e gli scambi internazionali.

Sono decenni ormai che le scuole subiscono da più parti richieste burocratiche di ogni tipo che hanno ormai assunto la forma di vere e proprie molestie burocratiche, sotto forma di richieste continue ed ossessive. Una situazione che si traduce in un vissuto quotidiano dei dirigenti scolastici fatto di adempimenti ed incombenze sempre più pressanti ma che nulla o poco hanno a che vedere con i compiti di coordinamento didattico e le finalità educative delle istituzioni scolastiche di cui sono a capo. I doverosi adempimenti connessi alla funzione dirigenziale si trasformano infatti, necessariamente, in molestie quando non sono rispettati i confini fra distinti ambiti di competenza e quando viene meno la funzione di supporto e raccordo con gli uffici scolastici periferici.

Lo SNALS Confsal ha  apprezzato che il Ministero abbia finalmente tradotto in realtà il lungo lavoro svolto anche in collaborazione con le organizzazioni sindacali sulle molestie burocratiche e sulle semplificazioni ma ha evidenziato  diverse criticità  ancora irrisolte .

1) Il primo aspetto è quello dell’inefficienza del dialogo con gli uffici scolastici periferici.

Dalle procedure di determinazione degli organici alla costituzione e gestione delle graduatorie per le supplenze, dalla gestione dei contenziosi alle relazioni che le scuole debbono intrattenere con le Ragionerie Territoriali di Stato, le scuole necessitano del costante e puntuale supporto degli UAT, un supporto che, qualora sia offerto, giunge tardivo con conseguente ritardo nella gestione delle procedure amministrative e ricadute negative in termini di responsabilità dirigenziale. Si pensi agli adempimenti connessi ai sempre più frequenti contenziosi affrontati dalle istituzioni scolastiche. Sappiamo che la giurisprudenza pone in capo al dirigente scolastico la legittimazione processuale esclusivamente nei casi in cui l’azione oggetto del giudizio sia espressione delle funzione proprie delle istituzioni scolastiche autonome, mentre è chiaramente affidata agli uffici scolastici regionali qualora il contendere riguardi funzioni delegate. Così come è altrettanto chiaro che nelle controversie di lavoro la difesa tecnica dell’amministrazione possa essere assunta dai dipendenti dell’amministrazione stessa solo limitatamente al primo grado di giudizio. Eppure a fronte di questo quadro normativo e giurisprudenziale sufficientemente chiaro, assai diversa è la prassi che i dirigenti vivono ogni giorno, chiamati a rappresentare l’amministrazione all’interno di controversie che riguardano atti interni fra scuola e amministrazione o in fase di reclamo, con il rischio altissimo di vedere vanificata l’azione difensiva qualora il collegio giudicante ne riconosca la illegittimità.

Ma il fatto ancora più sconcertante è che i dirigenti debbano farsi carico di attività non di loro competenza, dalla scrittura delle memorie difensive financo alla gestione stessa degli atti processuali, spesso senza poter usufruire del necessario supporto di consulenza giuridica che rientra appieno fra le funzioni degli uffici scolatici regionali.

A ciò si aggiunga la problematica dei difficili e tormentati rapporti con le Ragionerie Territoriali di Stato le quali, nell’esercitare il legittimo e doveroso compito di controllo di regolarità contabile, spesso travalicano i confini di questa funzione di vigilanza, emettendo direttive rivolte ai dipendenti di un altro ministero. È questo il caso dei decreti di ricostruzione di carriera emessi dai dirigenti scolastici a seguito di sentenze o decreti ingiuntivi dei tribunali del lavoro o delle pratiche di progressione di carriera. Le direttive delle RTS spesso introducono elementi estranei alle sentenze o, nei casi peggiori, contengono indicazioni contrarie a quelle eventualmente impartite dall’Avvocatura dello Stato. Una situazione che pone i dirigenti di fronte alla scelta paradossale fra accogliere tali indicazioni delle Ragionerie Territoriali dello Stato, contravvenendo però alle disposizioni dell’amministrazione di appartenenza o a rigettarle, emettendo atti che andranno incontro alla mancata apposizione del visto di regolarità contabile, con la conseguente attuazione della procedura di registrazione forzosa, atto che non può che mettere capo, a sua volta, alle attività di giudizio della Corte dei Conti. Tutti questi casi evidenziano come i dirigenti paghino il prezzo di un mancato e costante raccordo che dovrebbe invece caratterizzare sia i rapporti fra gli uffici periferici dei ministeri coinvolti sia tra gli stessi e le istituzioni scolastiche.

Lo Snals Confsal ritiene  che buona parte di queste criticità possano essere risolte operando su due piani: a livello ministeriale, attivando, attraverso le direzioni generali competenti, un dialogo vigile con il livello legislativo per prevenire ricadute negative sulle scuole dei provvedimenti posti in discussione nelle commissioni e nelle aule parlamentari; a livello di amministrazione periferica, garantendo una concreta e costante azione di supporto con particolare riguardo alle problematiche di maggior rilevanza.

 

2) Il secondo aspetto è quello della necessaria semplificazione amministrativa di cui la scuola ha profondamente bisogno.

Continuano a ripetersi imposizioni e direttive da parte di enti e altre amministrazioni finalizzate all’acquisizione di dati ed informazioni che potrebbero essere reperite direttamente. Questi esempi evidenziano nuovamente l’inefficienza del dialogo fra le varie amministrazioni e soprattutto l’assenza di sistemi informativi integrati che costringe alla reiterazione dei dati su piattaforme diverse con dispendio di tempo e conseguente rallentamento delle procedure amministrative.

I nuovi compiti posti in capo alle scuole in tema di collocamento a riposo del personale tramite il sistema Passweb pongono nuovi problemi nei rapporti con l’INPS e soprattutto per le connesse responsabilità in ordine alle certificazioni retributive, laddove sarebbe naturale e più semplice un dialogo diretto tra MEF e l’Istituto della Previdenza Sociale.

Occorre investire adeguatamente non solo nella digitalizzazione della P.A. ma soprattutto rendendo veramente interoperabili le banche dati. Solo con tale intervento si potrebbero evitare operazioni inutili e dannose per la vita delle scuole.

Lo Snals Confsal crede in una dirigenza interprete dei bisogni educativi della comunità scolastica e non al di sopra di questa, e la vorrebbe  vedere orientata innanzitutto alla promozione di innovazioni sul piano didattico ed organizzativo e sempre  meno a compiti burocratici elementari ma dispendiosi e fortemente demotivanti con la restituzione dei dirigenti scolastici al loro compito primario di coordinamento didattico e valorizzazione delle risorse umane.