Firmato nella notte del 13 dicembre il nuovo Contratto dei Dirigenti Scolastici.

Al termine di una trattativa complessa e per certi versi difficile si è riusciti a sottoscrivere un’ipotesi di accordo da parte di tutte le organizzazioni sindacali. Ecco le novità più importanti :

La retribuzione dei dirigenti scolastici è stato equiparato a quello degli Dirigenti della P.A. per quanto riguarda la retribuzione parte fissa.

Da gennaio 2018, inoltre, vanno aggiunti 159 di media euro mensili, che saranno percepiti come arretrati.

Per l’equiparazione della retribuzione di posizione parte fissa  le risorse messe a disposizione dalla scorsa legge di bilancio sono le seguenti:

37 milioni nel 2018;
41 milioni nel 2019;
96 milioni a decorrere dal 2020.
Alle risorse suddette si aggiungono 35 milioni del Fondo Unico Nazionale.

Le altre novità :

  • la possibilità di ottenere il rientro al ruolo di provenienza entro i primi 5 anni di ruolo.
  • la possibilità di delegare funzioni e potere di firma in caso di assenza

Si allega l’ipotesi di accordo: Visualizza PDF

La direzione nazionale riunitasi a Roma ha esaminato il contenuto della bozza di legge di Bilancio approvata dalla Camera dei Deputati e passata ora all’esame del Senato .

Il dibattito approfondito, a cui ha partecipato il segretario provinciale di Bari prof. Vito Masciale con l’energia e la passione che lo contraddistingue, ha portato ad un documento finale riportato di seguito.

  Comunicato stampa 12/12/2018

Legge bilancio, Snals non esclude lo stato di agitazione pubblico impiego

Nell’incontro tenutosi lunedì scorso a Palazzo Chigi lo SNALS e la CONFSAL hanno ribadito al Presidente del Consiglio l’assoluta insufficienza delle risorse economiche stanziate nel disegno di Legge di Bilancio approvato alla Camera per il rinnovo dei contratti dei lavoratori del pubblico impiego.

Nell’articolato è previsto infatti un incremento a regime delle retribuzioni per il triennio 2019-20-21 pari a 1,95% complessivi (1,30%+035%+030%), che è meno della metà dell’inflazione stimata dall’ISTAT per lo stesso periodo, pari a 4,1%, e che determinerà un’ulteriore perdita del potere di acquisto delle retribuzioni.

È impensabile che gli operatori scolastici, cosi come i dipendenti pubblici della sanità, sicurezza, funzioni centrali e locali, possano accettare una così misera rivalutazione delle proprie retribuzioni. Ben altre erano le aspettative della categoria,atteso che il CCNL 2016/2018 – con aumenti a regime pari al 3,5% – aveva consentito di recuperare soltanto in minima parte la perdita del potere d’acquisto (pari a -12%) accumulatasi nei 10 anni di vacanza contrattuale. È anche evidente che il traguardo dell’allineamento degli stipendi dei docenti italiani a quelli dell’eurozona rischia di allontanarsi e diventare una mera illusione.

Pertanto, lo SNALS e la CONFSAL preannunciano la proclamazione dello stato di agitazione di tutte le categorie del pubblico impiego, riservandosi, in mancanza di risposte adeguate, azioni di mobilitazione e protesta.

 

Proposte di modifica dello SNALS-CONFSAL per l’Istruzione, l’Università, gli Enti pubblici di ricerca e l’Afam

Coerentemente con i principi di autonomia e di libertà, che contraddistinguono l’agire dello SNALS-CONFSAL, l’obiettivo delle proposte è il miglioramento della condizione dei settori che compongono il Comparto Istruzione e Ricerca, rispondendo alle attese del personale. L’impegno del governo nei confronti del sistema dell’istruzione e della ricerca non trova piena corrispondenza nel ddl di bilancio in corso di approvazione, dove non si rileva una visione strategica di sviluppo per l’intero comparto, oltre che per i limitati incrementi stipendiali di cui sopra, per altre due fondamentali ragioni:

  • carenza degli investimenti;
  • limiti nelle previsioni rispetto al funzionamento e all’organizzazione del sistema dell’istruzione e della ricerca.

Per quanto riguarda invece gli specifici settori del Comparto, lo SNALS-CONFSAL formula le seguenti osservazioni.

Scuola

Art. 5 (tassazione separata dei compensi derivanti dall’esercizio di attività autonome per lezioni private con un’aliquota unica del 15%):

  • in alternativa a tale previsione, è necessario l’incremento dei fondi a disposizione delle scuole per iniziative di potenziamento e recupero degli studenti;

Modifica della previsione di far valere il periodo trascorso in apprendistato ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione (artt. 22 e 26):

  • questa misura ha delle conseguenze di particolare gravità, limitando il diritto all’istruzione e generando sfruttamento e abusi;

Modifica dell’art. 57 con attribuzione alle scuole di maggiore libertà di azione in merito all’obbligo dell’alternanza scuola–lavoro:

  • l’alternanza scuola-lavoro dovrà essere svolta garantendo concretamente la libera determinazione dei tempi e delle modalità di attuazione;

Riformulazione delle modifiche al percorso di formazione iniziale e di reclutamento dei docenti (art. 58):

  • questo articolo contiene elementi di particolare impatto sul sistema scolastico e, pertanto, necessita di una riflessione più approfondita,  nonché di varie proposte di modifica che tengano conto delle effettive esigenze, sia in termini di selezione e formazione (in ingresso ed in itinere) del personale docente, sia con riferimento alla mobilità territoriale e professionale.  Il tutto in aderenza rispetto ai reali bisogni educativi dell’utenza.

Università e Ricerca

Un piano consistente e adeguato di assunzioni:

  • le assunzioni previste nelle università (art.32) per 1000 unità di ricercatori di tipo B sono insufficienti e non risolvono, peraltro, le gravi carenze degli organici del personale docente;
  • l’anticipo al 2019 dell’incremento del Fondo per il finanziamento ordinario (FFO) previsto per il 2020;
  • l’incremento del numero di borse di studio per i medici specializzandi (art.41) non deve essere finanziato da una riduzione della durata dei corsi di specializzazione;
  • risorse per incrementare sia il Fondo Ordinario d’Ente degli EPR che i fondi ordinari degli enti non vigilati dal Miur (modifica art.34);
  • lo sblocco del vincolo sul fondo per il salario accessorio: la norma attuale (art. 23 co.2 D.Lgs. 75/2017) prevede il congelamento del fondo per il salario accessorio ai livelli del 2016, bloccando di fatto il processo di stabilizzazione negli EPR ai sensi dell’art.20 del D.Lgs. 75/2017;
  • una governance unica per gli enti di ricerca attraverso l’istituzione di un’Agenzia per la ricerca.

Afam

Risorse adeguate:

  1. per il miglioramento strutturale e dell’offerta formativa per la didattica, per la produzione e per la ricerca, i tre elementi cardine della riforma dell’Afam;
  2. per il Fondo di Finanziamento ordinario per l’Afam e per il Fondo di funzionamento delle Istituzioni Afam;
  3. per l’ampliamento dell’organico, superando il sistema gravemente limitante delle riconversioni;
  4. per il sostegno al diritto allo studio per gli studenti AFAM e particolarmente per il rinnovo del “Bonus Stradivari” per l’acquisto di strumenti musicali.

 

personale ata

Il concorso DSGA dovrebbe essere bandito molto presto.

Il Miur ha già comunicato ai sindacati che il MEF ha provveduto a registrare il bando il che significa che ha inserito gli oneri derivanti dalla realizzazione del concorso fra le spese da sostenere e ha dato così il suo ok

Nel mese di ottobre è stata resa nota una prima bozza del bando che in quanto tale potrà essere   modificata e rivista.

Si auspica che  la versione finale, possa essere  quella che sarà presentata ai sindacati nell’informativa fissata per il 6 dicembre.

Per quello che si conosce al momento possono partecipare al concorso coloro i quali sono in possesso di uno dei seguenti titoli:

  • diploma di laurea in giurisprudenza, scienze politiche, sociali o amministrative, economia e commercio;
  • diplomi di laurea specialistica (LS) 22, 64, 71, 84, 90 e 91;
  • lauree magistrali (LM) corrispondenti a quelle specialistiche ai sensi della tabella allegata al D.I. 9 luglio 2009.

Possono inoltre partecipare, in deroga ai succitati titoli, gli assistenti amministrativi che, alla data di entrata in vigore della legge 27 dicembre 2017 n. 205,abbiano maturato almeno tre interi anni di servizio, negli ultimi otto, nelle mansioni di direttore servizi generali ed amministrativi.

La situazione sarà più chiara il 6 dicembre, giornata in cui appunto come già detto è prevista  una informativa ai sindacati.

Quel giorno si saprà come  il concorso sarà articolato  e il contestuale percorso riservato per gli Assistenti Amministrativi facenti funzione che potrebbero transitare  nel ruolo tramite una misura di mobilità professionale.

Continueremo a tenervi informati

 

 

Il Miur in un comunicato  stampa dà notizia di  35 milioni di euro messi a disposizione dal governo per il piano nazionale  scuola digitale,destinati in particolare alla creazione di ambienti didattici innovativi e tecnologicamente all’avanguardia.

Il pacchetto di risorse è contenuto nel decreto firmato dal Ministro che ha dichiarato a tal proposito:

“Avere ambienti didattici adeguati alle esigenze di studenti e docenti di oggi è una sfida fondamentale.

Dobbiamo ripartire dal Piano Nazionale per la Scuola Digitale e migliorarlo.

Mettendo la nostra scuola nelle condizioni di accogliere il cambiamento e governarlo, sfruttando e valorizzando il contributo delle nuove tecnologie. Un obiettivo che possiamo raggiungere al meglio solo ascoltando le proposte e le idee che arriveranno dalle singole comunità scolastiche, la base e l’anima del nostro sistema d’istruzione.

Partiamo da questo pacchetto di risorse e da uno stanziamento importante, oltre 22 milioni, per gli ambienti didattici innovativi che sono fondamentali per incidere sulla didattica. Mettiamo in campo anche risorse per la formazione dei ragazzi e per diffondere le migliori pratiche didattiche”.

Il Sottosegretario Salvatore Giuliano aggiunge – “ termini come ‘aula’ o ‘classe’

non sono più sufficienti da soli a definire un contesto adeguato per la didattica. Il presente e il futuro della scuola sono spazi di apprendimento misti, capaci di favorire un apprendimento interdisciplinare, flessibile, multifunzionale e connesso indissolubilmente con l’utilizzo della tecnologia e di risorse digitali basate sulla realtà virtuale e aumentata.

Dobbiamo rilanciare il Piano nazionale per la Scuola Digitale, migliorarlo e orientarne al meglio gli investimenti.Il decreto firmato dal Ministro è un primo importante passo in questa direzione”.

Il decreto è stato già pubblicato sul sito del MIUR http://www.istruzione.it/scuola_digitale/index.shtml e contiene un avviso da 22 milioni di euro destinato alle scuole statali di ogni ordine e grado per finanziare la progettazione e creazione di ambienti di apprendimento capaci di integrare nella didattica l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia. Oltre 2 milioni di euro di risorse aggiuntive sono stanziati poi per le scuole delle aree a rischio, che saranno individuate in base a criteri oggettivi:

alto tasso di dispersione scolastica, disagio negli apprendimenti, status socio-economico della famiglia di origine rilevato dall’INVALSI, tasso di deprivazione territoriale ISTAT. Ogni istituto potrà presentare un solo progetto. Le proposte dovranno riguardare la realizzazione di ambienti di apprendimento, con l’allestimento e la trasformazione di uno o più spazi interni alla scuola, ed essere collegate all’utilizzo di nuove metodologie didattiche espressamente indicate.  I progetti potranno essere presentati a partire

dalle ore 10.00 del 3 /12/ 2018, entro e non oltre le ore 15.00 del 17 12/2018,

compilando l’apposita istanza on line tramite l’applicativo “Protocolli in rete” disponibile sul portale SIDI – Area Servizi Accessori.

Le graduatorie  dopo la valutazione saranno pubblicate su www.miur.gov.ithttp://www.istruzione.it/scuola_digitale/index.shtml

Con il decreto vengono stanziati inoltre  7,5 milioni per potenziare la formazione dei docenti e le competenze degli studenti sulle metodologie didattiche legate al Piano Scuola Digitale. Vengono poi assegnati 1,5 milioni al Premio nazionale scuoladigitale e altri 1,7 milioni alle attività di promozione dell’innovazione didattica e digitale sul territorio.

Per valutare l’attuazione del PNSD, sarà costituito, un Comitato scientifico di esperti

che  monitorerà l’andamento del Piano e proporrà eventuali aggiustamenti sia  della

strategia del PNSD sia  delle singole azioni ove diventasse opportuno.

 

 

news

Concorso DS/ Prova orale : 

Punteggio e modalità di svolgimento

Estratta la lettera per l’inizio

 

 Il Miur in una nota pubblicata sul sito del concorso DS

ha comunicato che  la lettera estratta per l’inizio

della prova orale del concorso DS è  la “M”.

Sullo stesso sito sono stati pubblicati inoltre i quesiti oggetto della prova scritta

che si è tenuta lo scorso 18 ottobre 2018.Tra le tre prove predisposte risultò

estratta la “B”ma sono state  pubblicate anche le prove non estratte (A e C ).

Le opzioni di risposta ai quesiti in lingua straniera

sono disposte in ordine casuale.

Ricordiamo che  la prova orale del concorso DS consisterà  in:

  • colloquio che accerti la preparazione professionale del candidato nelle materie di esame;
  •  verifica della capacità di risolvere un caso riguardante la funzione del dirigente scolastico;
  •  verifica della conoscenza degli strumenti informatici e delle tecnologie della comunicazione normalmente in uso presso le istituzioni scolastiche;
  •  verifica della conoscenza della lingua prescelta dal candidato tra francese, inglese, tedesco e spagnolo al livello B2 del CEF, attraverso la lettura e traduzione di un testo scelto dalla Commissione e una conversazione nella lingua prescelta.

Al colloquio sulle materie d’esame, all’accertamento della conoscenza dell’informatica e all’accertamento della conoscenza della lingua straniera prescelta dal candidato, nell’ambito della prova orale,

la Commissione del concorso attribuisce un punteggio nel limite massimo rispettivamente di 82, 6 e 12.

Il punteggio complessivo della prova orale è dato dalla somma dei tre punteggi ottenuti al colloquio e nell’accertamento della conoscenza dell’informatica e della lingua.

La prova orale è superata dai candidati che ottengono un punteggio complessivo pari o superiore a 70 punti.

La Commissione e le Sottocommissioni esaminatrici, prima dell’inizio della prova orale, determinano i quesiti da  porre ai  singoli candidati per ciascuna delle materie  di  esame.

I  quesiti  saranno  proposti a ciascun candidato previa estrazione a sorte.

 

 

Si è svolto  il previsto incontro sul contratto della mobilità del personale docente, educativo e ATA per l’a.s. 2019-20 fra il Miur e le rappresentanze sindacali.

Lo Snals ha chiesto ed ottenuto di analizzare la bozza del contratto condivisa con i sindacati,articolo per articolo, in incontri calendarizzati con l’Amministrazione, ribadendo la assoluta necessità che il lavoro di stesura finale del contratto triennale sia ampiamente concordato.

L’Amministrazione, in apertura di incontro, ha espresso riserve sulla possibilità dei docenti di presentare annualmente la domanda di mobilità, quando non accontentati con l’assegnazione su scuola da loro esplicitamente richiesta, incontrando l’immediata opposizione dello  Snals su questo punto che ha ribadito il diritto del docente non accontentato su scuola di avere annualmente la possibilità di partecipare alla mobilità.

Lo Snals ha poi contestato l’introduzione dell’aliquota del 50% dei posti disponibili per i trasferimenti all’interno della provincia da posto di sostegno a posto comune, chiedendo, invece, che l’Amministrazione si faccia carico della formazione dei docenti di ruolo interessati al conseguimento del titolo di specializzazione sul sostegno.

Lo Snals ha infine ottenuto che l’assegnazione dei docenti ai posti situati in sedi ubicate in comuni diversi, rispetto a quello sede di organico, siano assegnati salvaguardando la continuità didattica ed il criterio del maggiore punteggio nella graduatoria di istituto, secondo le modalità ed i criteri definiti dalla contrattazione di istituto.

 

Si è tenuta  nei giorni scorsi presso il Miur  la riunione con le rappresentanze sindacali  sulla ricognizione delle risorse disponibili destinate al personale Ata.

Per la parte pubblica erano presenti la dott.ssa Novelli e il dott. D’amico.

Ad inizio seduta l’amministrazione ha fatto presente che al momento non ha a disposizione  dati certi per le risorse destinate all’anno finanziario 2019, perché la legge di bilancio non è ancora stata approvata.

Pertanto occorre aspettarne l’approvazione da parte del Parlamento, la firma del capo dello Stato,la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e la sua entrata in vigore   per avere i dati certi riguardanti le risorse della formazione.

Lo Snals ha chiesto di conoscere quante risorse sono state destinate alla formazione delle posizioni economiche e di queste risorse quante ne sono state impegnate.

L’amministrazione ha risposto che attualmente sono ancora disponibili per le posizioni economiche circa €172000, cifra che avrebbe potuto formare circa 3400 unità di personale.

Inoltre l’Amministrazione ha comunicato di aver attivato una ricognizione delle risorse  presso le scuole, dando loro tempo per la comunicazione fino al 10 gennaio 2019, per conoscere  l’esito dell’utilizzo dei fondi per le posizioni economiche.

Al fine di migliorare il funzionamento delle segreterie delle scuole, le rappresentanze sindacali hanno chiesto che siano investite le risorse anche per le figure professionali che provengono da altro profilo.

E’ stato ribadito da parte di tutte le OO.SS la necessità di avere un contratto integrativo unico contenente ogni tipo di risorsa  destinata alla formazione (fondi PON, posizioni economiche, formazione dei neo assunti ecc..).

Per realizzare ciò occorre fare una richiesta al Capo dipartimento riguardante i diversi fondi destinati alla formazione,chiedendo l’apertura di un tavolo congiunto con tutti i dipartimenti del Miur che erogano i fondi per la formazione.

 

news

La nota Miur n. 50912 del 19 novembre 2018 fornisce indicazioni e ripartizioni dei fondi per le iniziative formative, per l’anno scolastico in corso, rivolte ai docenti, ai docenti neoassunti e all’inclusione.

Il Piano nazionale di formazione, previsto dalla Legge 107/2015 e normato nel DM 797/2016 , quest’anno scolastico 2018/2019  arriva all’ultima annualità del primo triennio.

La legge 107/2015 definisce la formazione “obbligatoria, permanente e strutturale”, previsione normativa che va letta in relazione con le disposizioni dello Stato Giuridico del personale (T.U.297/1994) e del CCNL 2016-2018 firmato il 19 aprile 2018. Il contratto sottoscritto con le organizzazioni sindacali non ha mutato il quadro previgente, che riporta la formazione in servizio al concetto di diritto-dovere del singolo operatore ma ha definito con chiarezza il ruolo del Collegio dei Docenti di ogni istituzione scolastica che ha il compito di individuare i bisogni e gli impegni per la cura della professionalità dei docenti. Infatti Le modalità di svolgimento della formazione in servizio vengono deliberate dal Collegio dei docenti, sulla base del PTOF, al cui interno un adeguato spazio dovrà essere riservato al Piano delle azioni formative. L’obiettivo del Piano è quello di rispondere alle esigenze di formazione dei singoli docenti da inserire nel quadro di sviluppo e miglioramento propri di ogni scuola (con riferimento a PTOF, RAV e PdM).

Il D.M. 797 /2016 individua 9 priorità nazionali a cui ricondurre i contenuti delle diverse azioni, i vari livelli e sottolinea l’esigenza di qualificare le metodologie formative, evitando di ridurre i percorsi formativi a meri corsi di aggiornamento, di carattere prevalentemente trasmissivo.

Le attività formative dovranno essere svolte e rendicontate entro l’a.s.2018-2019 e comunque non oltre il 30 novembre 2019.

La presente nota precisa che,in attesa della definizione del CCNI relativo ai criteri generali di ripartizione delle  risorse per il personale docente ed il personale ATA, queste vengono allocate su 319 scuole polo. Inoltre indica l’ammontare delle risorse finanziarie da assegnare alle istituzioni scolastiche, unitamente a quelle dedicate alla formazione dei docenti neo-assunti e alla formazione sull’inclusione. Le risorse ammontano per quest’anno ad euro  29.678.555,00, a cui vanno aggiunti altri fondi di minore entità disponibili in attuazione di altri dispositivi normativi, quali quelli per l’inclusione e per l’anno di prova e formazione dei neo-assunti. Si aggiungono poi, le risorse previste con la Carta del docente di 500 euro annui che costituiscono una ulteriore opportunità di sostegno indiretto alla formazione dei docenti.

Avvicinandosi la conclusione del primo Piano triennale della formazione il Miur, di intesa con INDIRE, intende procedere ad un’azione di monitoraggio sugli standard di qualità per esso previsti. Già la piattaforma SOFIA consente di disporre ai vari livelli di un quadro ampio di informazioni, utili a cogliere le tendenze in atto, i bisogni formativi ricorrenti, l’apporto dei diversi soggetti alla governance dell’offerta. Per tale ragione, le scuole sono invitate ad inserire nella piattaforma SOFIA le iniziative formative del suddetto Piano, in modo da rendere più organica ed esaustiva la conoscenza delle iniziative in atto. L’iscrizione alla piattaforma SOFIA di tutti i docenti in servizio rappresenta un obiettivo che tutte le scuole dovrebbero perseguire nei prossimi mesi.

Per quanto riguarda il rispetto dei criteri di qualità esposti nel D.M. 797/2016 la nota richiama alcuni punti di attenzione:

–    operare perché i bisogni formativi espressi dalle scuole (singole o associate in reti di scopo) trovino la giusta considerazione nei piani costruiti a livello territoriale;

–    fare in modo che i piani delle scuole diano rilievo ai bisogni formativi dei singoli docenti, con particolare riferimento alle specificità disciplinari;

–    favorire il ricorso ad attività di ricerca didattica e formazione sul campo incentrate sull’osservazione, la riflessione, il confronto sulle pratiche didattiche e i loro risultati, evitando trattazioni astratte e accademiche;

–    valorizzare le scuole e le esperienze di carattere innovativo, promuovendo forme di gemellaggio, scambio di docenti, visiting;

–    coinvolgere, in modo più incisivo, le strutture universitarie, le associazioni professionali, gli enti e i soggetti qualificati/accreditati, per arricchire la qualità culturale, scientifica, metodologica delle attività formative.

Nota DGPER prot 50912 del 19 novembre 2018.pdf SITO (1) ripartizione fondi attività formative docenti

Il 16 novembre è stato pubblicato (G.U. n. 267) il nuovo regolamento di contabilità delle istituzioni scolastiche.

Cominciamo l’analisi del testo con alcuni   chiarimenti circa l’interpretazione da fornire all’articolo 39,rubricato come “Manutenzione degli edifici scolastici”, che sta suscitando perplessità e allarme.

Innanzi tutto , trattandosi di fonte normativa di rango secondario, il regolamento non può in alcun modo modificare le disposizioni impartite con norme primarie e, nello specifico, con la legge 23/1996 (“Masini”).

Inoltre, si fa riferimento sempre e solo a “possibilità” e non a “obblighi”, per cui sono ingiustificate le preoccupazioni che vedono in questo articolo la fonte di ulteriori responsabilità per i ds, fermo restando che queste come già detto potrebbero discendere solo da disposizioni legislative primarie.

Il primo comma dell’articolo 39 del D.I. 129/2018 riporta pedissequamente il contenuto del terzo comma dell’articolo 4 della legge 23.

Il DS ha quindi facoltà (non obbligo) di chiedere all’ente locale di essere delegato a provvedere alla sola manutenzione ordinaria, ovviamente con i fondi erogati da quest’ultimo.

Il secondo comma fa riferimento alla possibilità di disporre l’effettuazione di interventi “indifferibili ed urgenti”anticipando i relativi fondi – se  tali fondi esistano – e chiedendo poi all’ ente locale di restituirli.

Questo comma, a ben vedere, tutela l’operato dei numerosi ds  che, a fronte di ritardi ed inadempienze dell’ente, hanno deciso di intervenire per garantire il servizio e per eliminare fonti di pericolo.

L’ente locale è adesso più chiaramente tenuto a rifondere le spese anticipate.

Lo Snals è a completa disposizione per assistenza  nell’attività di recupero di tali crediti.

Il terzo comma riguarda i rarissimi casi di scuole proprietarie dei loro immobili e prevede che la relativa manutenzione sia effettuata con fondi propri, naturalmente se questi esistono.

Il quarto comma, infine, riguarda la manutenzione straordinaria e appare in contrasto con la fonte primaria (legge 23/1996, art. 4) poiché tale forma di manutenzione non risulta delegabile alla scuola neanche dietro accordo con l’ente proprietario.

In ogni caso si tratta, anche qui, di una facoltà e non di un obbligo. L’art.39 quindi  nella sostanza  specifica  norme già esistenti.

Ancora una volta si scrive  su chi possa fare le cose e non con quali mezzi le possa fare.

Le scuole non hanno fondi disponibili, le più fortunate ne hanno comunque molto pochi. Gli enti locali versano in situazioni altrettanto difficili.

Servirebbe inserire nella legge di bilancio più risorse per la sicurezza delle scuole.

Questa è l’unica strada da percorrere .

 

 

pensioni

Il Miur ha dato inizio alla procedura per la collocazione in pensione  dal 1 settembre 2109 pubblicando gli atti di seguito consultabili:

 

Allegati:

ecreto-ministeriale-727-del-15-novembre-2018-cessazione-servizio-personale-scolastico-dal-1-settembre-2019

nota-50647-del-16-novembre-2018-cessazione-servizio-personale-scolastico-dal-1-settembre-2019

tabella-riepilogativa-requisiti-1decreto-ministeriale-727-del-15-novembre-2018-cessazione-servizio-personale-scolastico-dal-1-settembre-2019

Riepilogando :

Pensione di vecchiaia

A poter presentare domanda solo coloro che hanno almeno 20 anni di contributi, 66 anni e 7 mesi di età.

Dal 1 gennaio 2019, fermo restando il requisito contributivo, l’età anagrafica richiesta per accedere alla prestazione sarà di 67 anni.

Pensionamento d’ufficio

Se il requisito anagrafico viene raggiunto entro il 31 agosto 2019, è previsto il pensionamento di ufficio.

Se il requisito viene raggiunto al 31 dicembre 2019 si può presentare domanda per accedere dal 1 settembre 2019.

Pensione anticipata

Sono necessari 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini.

Dal 1 gennaio 2019, con l’aumento dell’età pensionabile, saranno richiesti 42 anni e 3 mesi di contributi per le donne

e 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini.

Pensione di vecchiaia contributiva

Sono necessari almeno 20 anni di contributi (esclusi i figurativi), non possedere contributi versati prima del 1 gennaio 1996, l’assegno pensionistico non deve essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale, bisogna avere 63 anni e 7 mesi di età.

Dal 1 gennaio 2019, fermi restando i primi tre punti, l’età anagrafica per accedere alla prestazione sarà aumentata a 71 anni.

Le segreterie territoriali sono a disposizione per ogni eventuale chiarimento necessario nei singoli casi specifici.