Si ricorda ai pensionandi che l’adesione al Fondo Credito INPS è facoltativa ma deve essere chiesta entro l’ultimo giorno di servizio.
Chi, una volta valutata la convenienza o meno, desidera aderire per il resto della vita pensionistica al fondo, deve esprimere tale volontà nella domanda di pensione indirizzata all’Ente di previdenza, mettendo un segno di spunta nella casella “ di aderire a Fondo Credito”.
Si ricorda che in attività di servizio la ritenuta, come si può evincere dal cedolino, è dello 0,35% e da pensionati si riduce allo 0,15 %.
Le percentuali sono da calcolare sul lordo mensile sia dello stipendio che della pensione.
Vantaggi: aderendo al Fondo Credito, un pensionato con un lordo mensile di € 2.000 avrà una trattenuta mensile di € 3.00.
Avrà, altresì, la possibilità di continuare ad usufruire, come quando era in servizio, delle richieste:
per piccoli prestiti: fino a due mensilità, senza richiesta di alcuna documentazione;
prestiti pluriennali quinquennali: restituibili in 60 rate mensili;
prestiti pluriennali decennali: restituibili in 120 rate.
I prestiti pluriennali, contrariamente a quanto previsto per i piccoli prestiti, sono finalizzati per sostenere delle spese rientranti in uno specifico elenco (quinquennali o decennali).
Sono comunque previste richieste di specifiche documentazioni.
Si invitano gli interessati a valutare bene la situazione, tenendo anche in considerazione la possibilità di utilizzare queste procedure per aiutare economicamente i figli.
https://www.snalsbari.it/wp-content/uploads/2018/06/INPS.png332434Pietro Catuccihttps://www.snalsbari.it/wp-content/uploads/2018/01/logo-SNALSBARI-300x113.jpgPietro Catucci2018-11-26 20:22:282018-11-26 20:22:28PENSIONANDI E ADESIONE AL FONDO CREDITO INPS
Si è tenuto, a Lisbona, il Convegno “Professionisti e sindacati dell’istruzione: orizzonte 2025” organizzato dalla CESI, la Confederazione Europea dei Sindacati Indipendenti, di cui la Confsal è uno dei membri italiani.
Questa mattina il Segretario generale, Elvira Serafini, in rappresentanza della Confsal e dello SNALS, ha partecipato alla tavola rotonda “Il ruolo delle parti sociali nel migliorare la percezione della professione insegnante: quale il contributo delle parti sociali in termini pratici?”.
Riportiamo, di seguito, l’intervento del Segretario generale SNALS-Confsal:
LISBONA 22-23 NOVEMBRE 2018
“Professionisti e sindacati dell’istruzione: Orizzonte 2025”
TAVOLA ROTONDA
“Il ruolo delle parti sociali nel migliorare la percezione della professione insegnante: quale contributo delle parti sociali in termini pratici?”
Intervento Elvira Serafini(CONFSAL) Italia
A nome dello SNALS, della Confsal e mio personale, porgo i miei saluti alla CESI, all’Accademia, ai relatori di questa tavola rotonda e a tutti i partecipanti.
Il tema assegnato è particolarmente impegnativo perché chiama in causa il ruolo del sindacatonella società attuale, in un momento in cui le forme di rappresentanza e di partecipazione sono messe in discussione dai mutamenti della società e del mondo del lavoro.
Trasformazioni che investono il ruolo delle istituzioni educative e dei loro operatori, in primo luogo degli insegnanti. Richiamo sinteticamente quattro punti di attenzione che caratterizzano il contesto attuale e che hanno grande influenza sulla funzione degli insegnanti e sulla loro considerazione sociale.
Il primo punto: il cambiamentoprofondo nel modo di apprendere e di studiare degli studenti, di trattare le conoscenze e di rivolgersi alle fonti di informazioni. Cambia però anche il loro sistema di relazionarsi con gli adulti che educano e insegnano. Da ciò deriva la necessità di un ripensamento sugli ambienti di apprendimento, sul profilo professionale dei docenti e sulle loro competenze: tutto ciò però non deve tradire la loro funzione di costruttori di sapere e di pensiero critico e libero.
Il secondo punto: la mancanzadi una condivisione dei valori in campo educativo, in una società che va verso una concezione troppo utilitaristica dell’istruzione, dove non trova spazio, accanto alla costruzione delle competenze, l’indicazione dell’orizzonte di senso e di significato della conoscenza e della cultura nella vita delle persone, nella società e nell’economia.
Il terzo punto: la presenza di un quadro generaledi frammentazione, di isolamento, di solitudine, anche tra i giovani, mentre non è chiarociò che va chiesto alla scuola, che non può essere un “contenitore” di tutte le emergenze educative e sociali. Ciò è dovuto anche alla famiglia e alla società che hanno ceduto gran parte delle loro funzioni alla scuola, a cui delegano molti compiti educativi, l’orientamento ai valori e ai comportamenti socialmente accettabili, il sostegno alle molte fragilità dei giovani di oggi, il contrasto ai fenomeni di marginalizzazione e prevaricazione.
Il quarto punto: la diffusione di fenomeni complessi. Ci troviamo ad affrontare nuovi processi, alcuni dei quali rappresentano sfide ai nostri strumenti di interpretazione e di intervento: la globalizzazione, i flussi migratori, gli squilibri sociali, l’innovazione tecnologica, le disuguaglianze nelle condizioni economiche, nelle opportunità di vita e, soprattutto, nei livelli d’istruzione.
Sono tutti fenomeni presenti nei processi nazionali e sovra-nazionali che stimolano a interrogarci sull’assetto della società e a riflettere sugli obiettivi formativi della scuola, sui diritti e sulla dignità di ciascuna persona che la scuola deve tutelare e sul ruolo degli insegnanti.
Quale contributo può dare il sindacato?Ritengo che l’azione delle parti sociali possa e debba essere fondamentale perchépossono operare a livello di politiche generali e settoriali, all’interno dei singoli Paesi e a livello europeo, affinché si possano affermare alcuni fondamentali principi e ottenere le conseguenti misure.
Indico, in sintesi, cinque priorità e piste di intervento.
La prima priorità: mettere l’educazione al centro delle politiche.L’educazione deve rappresentare la questione centrale della discussione pubblica, al pari dell’economia di cui si discute tutti i giorni, ma dove non trova spazio la riflessione sulla povertà educativa. La serietà degli studi, la conoscenza e la cultura sono strumenti per il riconoscimento del merito e per la mobilità sociale, sono un fattore di contrasto delle discriminazioni sociali ed economiche, sono indispensabili presupposti per una società democratica che fa propri i valori dell’integrazione, dell’inclusione e della promozione delle eccellenze.
Il sindacatodeve mettere al centro della sua azione e delle sue rivendicazioni la centralità della persona e deve porsi l’obiettivo dell’accesso universale all’istruzione sia dei giovani che degli adulti a partire dal diritto al continuo incremento delle conoscenze e abilità. In tal modo sirispondealle sfide dei nuovi processi di organizzazione, di produzione e di digitalizzazione, che richiedono competenzepiù elevate e l’attivo coinvolgimento delle persone.
La rivendicazione di questo dirittoper le persone e per i lavoratori contribuisce a dare un ruolo strategico agli insegnanti, a ogni livello e in ogni istituzione dove si esercita la loro professione.
La seconda priorità:riconoscere il ruolo sociale della scuola e degli insegnantie adottare misure a sostegno della professionalità.Le scuolesono un presidio di legalità, di convivenza civile, di integrazione e di accoglienza, di vera resistenza verso una “cultura” che non ha certo l’obiettivo della scuola: quello di formare persone libere.
Mi riferisco alla capacità della scuola di promuovere la formazione di tutti e di ognuno, di accogliere anche gli alunni con cittadinanza non italiana, i minori non accompagnati, i giovani negli istituti carcerari e negli ospedali.
Mi riferisco, in particolare, all’esperienza italiana di garantire nelle classi comuni il diritto all’istruzione degli studenti con disabilità. Quando parliamo di scuola ci riferiamo a un mondo complesso dove sono in gioco bisogni formativi differenziati che hanno bisogno di concrete misure.
Il sindacatoin Italia sta ancora conducendo una dura battaglia affinché ciò che la legge previde si traduca in effettivecondizioni per la scuola e per la sua “missione istituzionale” rivolta a tutti i giovani.
Ancora oggi stiamo conducendo la nostra battaglia contro la carenza di insegnanti specializzati per il sostegno agli alunni con disabilità, l’insufficienza di fondi per una formazione in servizio mirata, la realtà di scuole con troppi studenti e di classi troppo numerose, il fenomeno del precariato. Tutto ciò impedisce efficacia educativa, relazioni costruttive e controllo sui comportamenti.
Queste condizioni influiscono direttamente sull’esercizio della funzione docente, creano demotivazione e stress e generano nell’opinione pubblica una percezione dinon qualità sia rispetto alle scuole sia ai singoli professionisti dell’istruzione.
Attraverso gli strumenti della partecipazione sindacale e la contrattazione stiamo mantenendo un forte presidio su tutti questi fenomeni con proposte concrete su investimenti finanziari e processi organizzativi.
La terza priorità: costruire un’alleanza tra istituzioni.Le politiche educative e formative hanno bisogno di una svolta culturale e di una responsabilità collettiva. Non è questione di individuare soggetti che devono assumersi responsabilità singole, ma piuttosto quella della messa in campo di intelligenza, creatività e cultura che tutti siamo chiamati a mobilitare per interpretare scenari nazionali e mondiali e bisogni diffusi.
Occorre creare un nuovo contesto di alleanze tra istituzioni nazionali e locali che operano a garanzia dell’interesse pubblico; serve anche re-interpretare l’alleanza scuola-famiglia e a darle nuove pratiche, soprattutto rispetto agli episodi di violenza e prevaricazione verso gli insegnanti che sono sempre più frequenti.
La scuola non può essere lasciata solae non basta che l’amministrazione si costituisca parte civile nelle aule dei tribunali, anche se è un atto importante. Serve piuttosto una presa di coscienza dell’intera società.
Il sindacato, corpo intermedio e presente ai tavoli di confronto di tutti i livelli territoriali e istituzionali, deve dare il suo contributo perché le scelte siano indirizzate verso l’istruzione e la ricerca, che hanno effetti significativi anche in campo economico.
I dati confermano che aziendecon imprenditori e lavoratori più istruiti si posizionano meglio sul mercato, hanno tenuto meglio la crisi economica, sono più produttive, aumentano l’uso delle tecnologie e attivano processi innovativi.
Tutto ciò ha impatti rilevanti: sull’aumento dei posti di lavoro, sulla crescita economica, sull’occupabilità delle persone e sulla loro soddisfazione lavorativa.
La quarta priorità: valorizzare gli insegnanti attraverso icontratti collettivi. Il Contratto di lavoro deve rimanere la strumento principale per valorizzare tutte le professionalità all’interno della scuola e principalmente quella dei docenti e per tutelare l’autonomia e la libertà d’insegnamento e di ricerca.
In questo momento in cui in Italia si sta discutendo la manovra finanziaria dove devono essere inserite le risorse per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoroper il personale dell’Istruzione e della Ricerca.
Lo Snals – la federazione che rappresenta scuola, università, alta formazione artistica e musicale e enti pubblici di ricerca – insieme allaConfsal -la confederazione generale dei lavoratori autonomi – stanno seguendo, con grande attenzione e determinazione, l’intero iter parlamentare della legge di bilancio.
Vogliamo valutare il Governo nella sua volontà di considerare la scuola settore di investimento e non di spesa e di riconoscere agli insegnanti italiani il diritto ad avere retribuzioni almeno pari alla media dei Paesi dell’eurozona.
Il prestigio sociale passa anche attraverso stipendi che riconoscano finalmente il loro impegno e il loro ruolo nella società.
Il sindacatonon solo deve dare voce al diffuso disagio e difendere diritti, ma deve anche raccogliere la volontà dei lavoratori della scuola di riconquistare credibilità e autorevolezza.
Obiettivi del nostro sindacato sono, dunque, retribuzioni europee e il riconoscimento di un ruolo che non deve essere appiattito su logiche impiegatizie e burocratiche, ma che deve riprendersi lo spazio di decisione sull’organizzazione del lavoro. Per questo siamo impegnati a riportare importanti materie del rapporto di lavoro nella contrattazione sindacale, sottraendole all’esclusivo potere della parte datoriale, che nel caso italiano è lo Stato.
La quintapriorità: considerare gli insegnanti costruttori di una nuova Europa. L’orizzonte europeo, al quale occorre dare una diversa prospettiva, deve trovare nell’istruzione e nella cultura il suo pilastroper politiche di maggiore attenzione ai diritti, alla coesione sociale e alle istanze dei cittadini e dei lavoratori, rispetto alle esigenze dell’economia e della finanza.
È indispensabile un’Unione Europea che riprenda in mano la sua vocazione culturale coniugandola con l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo sostenibile.
Il sindacatodeve porre con forza la questione degli investimenti nel settore dell’istruzione e della ricerca, nella promozione della professionalità degli insegnanti e nell’interazione con le politiche attive per il lavoro.
Il futuro è l’innovazione, la formazione e la professionalizzazione dei lavoratori per creare nuovi posti di lavoro e migliore occupazione.
Sono convinta che la CESI e tutti i Sindacati Indipendenti possono essere determinanti nella costruzione di una vera Unione europea tra istituzioni e popoli, dove gli insegnanti giocano un ruolo veramente cruciale.
Con Nota prot. 19534 del 20 novembre 2018 vengono forniti ulteriori chiarimenti del Miur per la tempistica con la quale deve essere approvato e comunicato alle famiglie il PTOF per il triennio 2019/2022 e le modalità con cui le famiglie devono esprimere il consenso, ove ricorra, al fine della partecipazione degli alunni e studenti alle attività extracurriculari ivi previste.
Viene ribadita la necessità della predisposizione del PTOF entro un termine antecedente alle iscrizioni per consentire alle famiglie di conoscere l’offerta formativa della scuola ed effettuare una scelta consapevole in merito all’iscrizione. Per la scuola secondaria le famiglie dovranno sottoscrivere inoltre il patto educativo di corresponsabilità.
Tutte le attività extracurriculari, anche quelle aggiunte nel corso dell’anno scolastico, devono essere portate tempestivamente a conoscenza delle famiglie o degli studenti maggiorenni, soprattutto per quelle che prevedono l’acquisizione di obiettivi di apprendimento ulteriori rispetto alle indicazioni nazionali di riferimento. Comunque sempre con l’auspicio che ciò avvenga entro il termine di scadenza delle iscrizioni.
La nota in oggetto precisa inoltre che la partecipazione alle attività che non rientrano nel curricolo obbligatorio, inclusi gli ampliamenti dell’offerta formativa di cui all’art. 9 del D.P.R. 275/99, è facoltativa e prevede la richiesta del consenso dei genitori per gli studenti minorenni o degli stessi studenti maggiorenni. In caso di non accettazione gli studenti possono astenersi dalla frequenza.
Per quanto riguarda il contributo volontario viene altresì precisato alle scuole di limitare la previsione di attività che presuppongono un contributo economico da parte delle famiglie per consentire e favorire la più ampia partecipazione possibile. Le stesse scuole sono invitate a ricorrere, nell’ambito dell’autonomia, ad attività di sponsorizzazioni o ad individuare altre forme di contribuzione a favore delle famiglie meno abbienti.
https://www.snalsbari.it/wp-content/uploads/2018/02/News1.jpg334334Pietro Catuccihttps://www.snalsbari.it/wp-content/uploads/2018/01/logo-SNALSBARI-300x113.jpgPietro Catucci2018-11-22 23:06:472018-11-22 23:24:32PTOF: ULTERIORI CHIARIMENTI DEL MIUR CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA PARTECIPAZIONE DELLE FAMIGLIE
Il 16 novembre è stato pubblicato (G.U. n. 267) il nuovo regolamento di contabilità delle istituzioni scolastiche.
Cominciamo l’analisi del testo con alcuni chiarimenti circa l’interpretazione da fornire all’articolo 39,rubricato come “Manutenzione degli edifici scolastici”, che sta suscitando perplessità e allarme.
Innanzi tutto , trattandosi di fonte normativa di rango secondario, il regolamento non può in alcun modo modificare le disposizioni impartite con norme primarie e, nello specifico, con la legge 23/1996 (“Masini”).
Inoltre, si fa riferimento sempre e solo a “possibilità” e non a “obblighi”, per cui sono ingiustificate le preoccupazioni che vedono in questo articolo la fonte di ulteriori responsabilità per i ds, fermo restando che queste come già detto potrebbero discendere solo da disposizioni legislative primarie.
Il primo comma dell’articolo 39 del D.I. 129/2018 riporta pedissequamente il contenuto del terzo comma dell’articolo 4 della legge 23.
Il DS ha quindi facoltà (non obbligo) di chiedere all’ente locale di essere delegato a provvedere alla sola manutenzione ordinaria, ovviamente con i fondi erogati da quest’ultimo.
Il secondo comma fa riferimento alla possibilità di disporre l’effettuazione di interventi “indifferibili ed urgenti”anticipando i relativi fondi – se tali fondi esistano – e chiedendo poi all’ ente locale di restituirli.
Questo comma, a ben vedere, tutela l’operato dei numerosi ds che, a fronte di ritardi ed inadempienze dell’ente, hanno deciso di intervenire per garantire il servizio e per eliminare fonti di pericolo.
L’ente locale è adesso più chiaramente tenuto a rifondere le spese anticipate.
Lo Snals è a completa disposizione per assistenza nell’attività di recupero di tali crediti.
Il terzo comma riguarda i rarissimi casi di scuole proprietarie dei loro immobili e prevede che la relativa manutenzione sia effettuata con fondi propri, naturalmente se questi esistono.
Il quarto comma, infine, riguarda la manutenzione straordinaria e appare in contrasto con la fonte primaria (legge 23/1996, art. 4) poiché tale forma di manutenzione non risulta delegabile alla scuola neanche dietro accordo con l’ente proprietario.
In ogni caso si tratta, anche qui, di una facoltà e non di un obbligo. L’art.39 quindi nella sostanza specifica norme già esistenti.
Ancora una volta si scrive su chi possa fare le cose e non con quali mezzi le possa fare.
Le scuole non hanno fondi disponibili, le più fortunate ne hanno comunque molto pochi. Gli enti locali versano in situazioni altrettanto difficili.
Servirebbe inserire nella legge di bilancio più risorse per la sicurezza delle scuole.
https://www.snalsbari.it/wp-content/uploads/2018/02/News-2.jpg482482Rosaria De Matteishttps://www.snalsbari.it/wp-content/uploads/2018/01/logo-SNALSBARI-300x113.jpgRosaria De Matteis2018-11-22 08:23:452018-11-22 22:51:20Nuovo regolamento di contabilità. Alcune riflessioni
Mercoledì 14 novembre 2018, la Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati ha svolto l’audizione del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, nell’ambito dell’esame in sede consultiva del disegno di legge di bilancio 2019.
Il Ministro ha illustrato gli articoli relativi al proprio dicastero, precisando alcuni temi già anticipati durante il suo intervento al convegno nazionale Snals-Confsal dello scorso 7 novembre, in particolare quello relativo alle modifiche del percorso di formazione iniziale e reclutamento dei docenti di scuola secondaria (art.58).
Un punto importante riguarda il riferimento alle risorse per il rinnovo contrattuale, secondo quanto previsto dall’art.34: 1,7 miliardi annui per la ripresa della contrattazione e la stabilizzazione dell’elemento perequativo previsto dal CCNL 2016-2018 per il personale scolastico. Non è chiaro, però, per quale ragione il Ministro non abbia ricompreso anche il personale degli altri settori del Comparto Istruzione e Ricerca che usufruiscono anch’essi dell’elemento perequativo.
In ogni caso, la cifra indicata dal Ministro per il rinnovo contrattuale non è assolutamente adeguata alle necessità della categoria e basta a malapena a sopperire alle necessità di stabilizzare l’elemento perequativo. Sulla necessità di risorse consistenti per il prossimo contratto lo Snals Confsal si è espresso chiaramente anche attraverso la Mozione finale del Consiglio nazionale di Roma, 7-8 novembre 2018.
Come si evince dalla lettura della trascrizione dell’audizione, la maggior parte degli interventi normativi previsti nella legge di bilancio riguarda le problematiche della scuola (dall’imposta sostitutiva per le lezioni private all’istituzione delle équipeterritorialiformativeperl’innovazionedidatticae digitalenellescuole, dalla dotazione organica per l’insegnamento dello strumento nei licei musicali alla revisione dell’alternanza scuola-lavoro).
Il Ministro si è poi soffermato su alcuni provvedimenti che intervengono sull’Università, come il reclutamento di 1000 ricercatori di tipo B e l’abolizione delle “cattedre Natta”, cioè la chiamata diretta di professori universitari, nonché un aumento del fondo di finanziamento ordinario per gli atenei pari a 100 milioni di euro annui dal 2020.
Nulla che riguardi l’AFAM, invece, né gli Enti pubblici di ricerca, per i quali c’è solo un generico auspicio che nel corso dell’iter parlamentare si possano trovare risorse per l’aumento del fondo ordinario d’ente.
https://www.snalsbari.it/wp-content/uploads/2018/02/News.jpg10501050Pietro Catuccihttps://www.snalsbari.it/wp-content/uploads/2018/01/logo-SNALSBARI-300x113.jpgPietro Catucci2018-11-20 23:17:002018-11-22 23:23:00Audizione del Ministro Bussetti in 7a Commissione della Camera dei Deputati: commenti e riflessioni
Il Decreto interministeriale n. 129 del 28 agosto 2018 contenente il Regolamento recante istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’articolo 1, comma 143, della legge 13 luglio 2015, n. 107. (18G00155) è stato pubblicato nella G.U. n. 267 del 16/11/2018 ed è entrato in vigore il 17/11/2018.
Tale Regolamento sostituisce il precedente Regolamento n. 44 del 2001 con tali modalità: “1. Il presente regolamento sostituisce il regolamento di cui al decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 1° febbraio 2001, n. 44, le cui disposizioni continuano ad applicarsi fino al 31 dicembre dell’esercizio finanziario in corso alla data di entrata in vigore del presente regolamento e sono abrogate successivamente a tale data”. (art. 55 comma 1-Disposizioni transitorie e finali).
Il programma annuale delle scuole relativo all’esercizio finanziario 2020 dovrà essere redatto sulle base dei principi indicati nei primi tre articoli del Regolamento e dovrà essere in stretta connessione con il PTOF.
Il collegamento tra Piano dell’Offerta Formativa e programma annuale era già espressamente sancito all’art. 2 del DI 44/01, per il quale nella relazione con cui il dirigente propone il programma “sono illustrati gli obiettivi da realizzare e la destinazione delle risorse in coerenza con le previsioni del piano dell’offerta formativa (P.O.F.)”. Anche per il PTOF, nel decreto 129/2018, al primo comma dell’articolo 4 del Capo II dedicato al programma annuale si legge: “La gestione finanziaria delle istituzioni scolastiche si svolge in base al programma annuale redatto in termini di competenza ed in coerenza con le previsioni del P.T.O.F.”.
Dunque si conferma la coerenza tra programma e piano.
Con nota ministeriale Prot. n. 21617 del 31.10.2018 (in considerazione della imminente pubblicazione del nuovo Regolamento) sono stati prorogati “i termini previsti dal vigente Regolamento di contabilità di cui all’art. 2 comma 3 del D.I. 44/2001, in merito alla predisposizione ed approvazione del Programma Annuale relativo all’esercizio finanziario 2019”.
Resta la questione relativa all’esercizio provvisorio (ora gestione provvisoria art. 6) di cui all’art. 8 DI 44/01.
Se al programma si applicano le norme vigenti sino al 31 dicembre 2018, si pensa che esse possano estendersi anche alla possibilità di approvazione entro il termine perentorio di febbraio 2019 (sebbene a quella data viga il nuovo regolamento), come del resto lascerebbe intendere anche la flessibilità temporale di cui alla nota del 31 ottobre, che parla di proroga dei termini del regolamento del 2001 e non di applicazione di una nuova tempistica.
L’art. 5 del decreto 129/2018 dispone: “8. Il programma annuale è predisposto dal dirigente scolastico con la collaborazione del D.S.G.A. per la parte economico-finanziaria ed è proposto dalla Giunta esecutiva, unitamente alla relazione illustrativa, entro il 30 novembre dell’anno precedente a quello di riferimento al Consiglio d’istituto per l’approvazione. … 9. La delibera di approvazione del programma annuale è adottata dal Consiglio d’istituto entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento”. Il 31 dicembre è da considerarsi termine perentorio dal momento che il successivo art. 6 prevede che in caso di mancata approvazione entro tale data, il dirigente provvede alla gestione provvisoria ma “entro il primo giorno lavorativo successivo alla scadenza del 31 dicembre, comunica all’Ufficio scolastico regionale competente l’avvio della gestione provvisoria. L’Ufficio scolastico regionale nomina, entro i dieci giorni successivi alla ricezione della comunicazione, un commissario ad acta che provvede all’approvazione del programma entro 15 giorni dalla nomina”.
Il consiglio di istituto, a cui peraltro spetta il nuovo compito in caso di disavanzo di amministrazione (art. 7 ultimo comma) di “illustrare i criteri adottati per pervenire all’assorbimento dello stesso disavanzo di amministrazione”, dovrà provvedere alla tempestiva adozione della delibera se non vuole essere commissariato per l’adempimento.
ALCUNE PRINCIPALI NOVITÀ
I principi fondanti enunciati nel nuovo Regolamento sono due: maggiore chiarezza e trasparenza; semplificazione ed efficienza della spesa.
Nell’articolo relativo alla predisposizione del programma annuale va precisato che la relazione deve evidenziare in modo specifico le finalità e le voci di spesa cui vengono destinate le entrate derivanti dal contributo volontario delle famiglie, nonché quelle derivanti da erogazioni liberali, anche ai sensi dell’articolo 1, commi 145 e seguenti della legge n. 107 del 2015, e quelli reperiti mediante sistemi di raccolta fondi o di adesione a piattaforme di finanziamento collettivo.
Quindi le istituzioni scolastiche, che ogni anno, tra mille polemiche, raccolgono i contributi dei genitori per assicurare agli alunni attività aggiuntive rispetto a quelle obbligatorie, dovranno rendicontare come intendono spendere questi fondi in fase di programmazione e, a consuntivo, come queste cifre sono state effettivamente spese.
Si riducono i tempi di avvio della gestione provvisoria: con il regolamento attuale si parla di gestione provvisoria solo se il Programma Annuale non viene approvato entro 45 giorni dalla scadenza del 31 dicembre; d’ora in avanti, invece, il dirigente scolastico sarà tenuto ad informare l’Ufficio Regionale già nei primissimi giorni di gennaio (e precisamente nel primo giorno lavorativo successivo al 31 dicembre).
Le scuole potranno occuparsi in proprio di lavori di piccola manutenzione degli edifici scolastici, su delega dell’ente proprietario; sarà possibile effettuare lavori urgenti salvo richiedere all’ente proprietario il rimborso delle spese sostenute.
Sparisce il vecchio tetto dei 2 mila euro per gli acquisti da farsi senza gara e viene introdotto il limite di 10 mila euro entro il quale le scuole potranno ricorrere all’affidamento diretto.
Sarà invece necessario aprire una gara ad almeno 5 diversi soggetti per le forniture di beni e servizi di importo compreso fra 10 mila e 135 mila euro.
In data 20/11/2018 si è tenuto, presso la sede dell’ARAN, il primo incontro della Commissione sull’ordinamento professionale del personale ATA, di cui all’articolo 34 del CCNL 2016-2018 alla presenza del direttore della Direzione Studi risorse e servizi, Dott. Mastrogiuseppe , della dirigente dell’Unità operativa Relazioni sindacali dott.ssa Marongiu e della dott.ssa Pontieri Maria e dei delegati delle rappresentanze sindacali.
Il Dott. Mastrogiuseppe ha indicato come saranno svolti i lavori della commissione, seguendo quanto riportato nell’art. 34 del CCNL 2016/18 e prevedendo quindi:
a) una fase istruttoria per un’analisi della classificazione professionale attuale;
b) la valutazione della classificazione attuale che porti alla valutazione delle criticità specifiche di ogni profilo;
c) verifica declaratoria di area, estremamente importante poiché attualmente la declaratoria è fatta per profilo, unico caso nell’ambito del pubblico impiego;
d) verifica del sistema di classificazione, che risulta attualmente non in linea con quanto svolto dalle varie figure professionali, cercando un modo innovativo di descrizione del lavoro, con eventuale inserimento di nuovi profili;
e) analisi della progressione economica per consentire una valutazione anche alla luce di dati statistici riguardanti l’età anagrafica, il titolo di studio in possesso del personale e la distribuzione del personale stesso all’interno dei vari profili.
Ha anche evidenziato come si debba operare all’interno di un contesto legislativo che pone dei vincoli ricordando il Decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 161 che prevede solo tre aree professionali all’interno delle quali classificare il personale e il decreto legislativo 75 del 2017 che, per il triennio 2017/202 prevede l’accesso ai ruoli tramite concorsi con una riserva di posti non superiore al 20% per il personale interno. Quindi non è possibile effettuare inquadramenti semplicemente sulla base dello svolgimento di mansioni specifiche così come le progressioni economiche orizzontali sono vincolate da criteri selettivi.
La delegazione sindacale Snals ha sottolineato come la valorizzazione dei profili, per costituire un segnale di cambiamento vero debba essere supportata e accompagnata anche da un adeguato riconoscimento economico. Inoltre il riordino professionale ATA può essere estremamente difficile soprattutto per quei profili, come coordinatori amministrativo e tecnico, che non sono mai stati introdotti e per i quali risulta quindi impossibile stabilire nuovi compiti o criticità. Visto comunque che, in generale, il lavoro nelle scuole è molto diverso rispetto a quanto riportato nella tabella A del CCNL 2006/2009 è positivo pensare ad un raffronto tra le attività lavorative ed i compiti previsti nei profili che possa portare anche all’istituzione di nuove figure, sulla base anche di una comparazione con le figure professionali di altri comparti della PA e delle scuole europee.
Si è sottolineata infine la particolare importanza della tempistica dei lavori, poiché questo nuovo ordinamento dovrebbe essere pronto prima che inizino i lavori per il rinnovo contrattuale.
Alle ore 11,30 la riunione si è conclusa con l’impegno di convocare al più preso un secondo incontro, nel quale portare in discussione le problematiche attualmente proprie delle diverse figure professionali.
A poter presentare domanda solo coloro che hanno almeno 20 anni di contributi, 66 anni e 7 mesi di età.
Dal 1 gennaio 2019, fermo restando il requisito contributivo, l’età anagrafica richiesta per accedere alla prestazione sarà di 67 anni.
Pensionamento d’ufficio
Se il requisito anagrafico viene raggiunto entro il 31 agosto 2019, è previsto il pensionamento di ufficio.
Se il requisito viene raggiunto al 31 dicembre 2019 si può presentare domanda per accedere dal 1 settembre 2019.
Pensione anticipata
Sono necessari 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini.
Dal 1 gennaio 2019, con l’aumento dell’età pensionabile, saranno richiesti 42 anni e 3 mesi di contributi per le donne
e 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini.
Pensione di vecchiaia contributiva
Sono necessari almeno 20 anni di contributi (esclusi i figurativi), non possedere contributi versati prima del 1 gennaio 1996, l’assegno pensionistico non deve essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale, bisogna avere 63 anni e 7 mesi di età.
Dal 1 gennaio 2019, fermi restando i primi tre punti, l’età anagrafica per accedere alla prestazione sarà aumentata a 71 anni.
Le segreterie territoriali sono a disposizione per ogni eventuale chiarimento necessario nei singoli casi specifici.
https://www.snalsbari.it/wp-content/uploads/2017/11/pensioni.jpg9961500Rosaria De Matteishttps://www.snalsbari.it/wp-content/uploads/2018/01/logo-SNALSBARI-300x113.jpgRosaria De Matteis2018-11-19 19:35:532018-11-20 18:17:49Pensioni 2019- Scadenze per domande: ds 28/2/2019-docenti ed ata 12 /12 /2018
La sentenza n. 29370 della Sezione Lavoro della Cassazione depositata ieri stabilisce il principio in base al quale l’attività di predisposizione di progetti Pon da parte del docente non prevede alcun compenso, in quanto manca una previsione normativa o contrattuale che lo giustifichi.
Pertanto, se il progetto viene poi approvato e l’incarico viene affidato ad altro docente, non è possibile ottenere alcun compenso per l’attività di progettazione svolta a monte.
Non essendoci alcun riferimento nelle Linee Guida e nella normativa di specie studiare e progettare l’attività dei PON, quindi, non prevede alcun compenso per il docente che svolge tali compiti.
Da questa sentenza si evince la dimensione farraginosa e poco chiara della gestione dei fondi PON a livello normativo e viene messo in evidenza il ruolo fondamentale delle RSU che devono condividere con il Dirigente Scolastico i criteri di assegnazione dei docenti alle attività dei PON in quanto non vi possono essere né automatismi rispetto alla paternità dei progetti né scelte arbitrarie del Dirigente.
https://www.snalsbari.it/wp-content/uploads/2018/02/News.jpg10501050Pietro Catuccihttps://www.snalsbari.it/wp-content/uploads/2018/01/logo-SNALSBARI-300x113.jpgPietro Catucci2018-11-16 23:05:172018-11-16 23:08:56P.O.N. PROGRAMMI OPERATIVI NAZIONALI SCUOLA: SENTENZA 29370 SEZIONE LAVORO DELLA CASSAZIONE
In data 15 novembre 2018 si è svolto il secondo incontro relativo al contratto triennale sulla mobilità.
Lo SNALS-Confsal e le altre OO.SS. presenti all’incontro avevano già chiesto la possibilità di esprimere come preferenze sino a 15 scuole o i codici sintetici dei comuni e dei distretti ed il ripristino della fase comunale, seguita da quella distrettuale e provinciale.
L’amministrazione si è dimostrata aperta alla possibilità di rimodulare il contratto e, conseguentemente, di riadeguare il sistema informatico in base alle richieste sopra evidenziate. Si potrebbe prevedere la possibilità di assegnare la titolarità di sede nella scuola dell’incarico triennale. La grossa novità potrebbe riguardare anche la contestualità delle operazioni legate agli organici ed ai trasferimenti, in quanto si avrebbero i seguenti vantaggi:
1) una programmazione più aderente alla realtà;
2) un’ottimizzazione dei posti ai fini dei trasferimenti, in quanto i passaggi di ruolo e di cattedra avverrebbero contestualmente;
3) data unica di pubblicazione dei movimenti;
4) i movimenti nei licei musicali avverrebbero insieme agli altri.
Rimangono separati i movimenti del personale ATA, educativo e dei Co Co Co.
https://www.snalsbari.it/wp-content/uploads/2018/02/News.jpg10501050Pietro Catuccihttps://www.snalsbari.it/wp-content/uploads/2018/01/logo-SNALSBARI-300x113.jpgPietro Catucci2018-11-16 12:50:042018-11-16 12:50:0415 nov – Secondo incontro relativo al Contratto triennale sulla Mobilità
Questo sito consente l´invio di cookie di terze parti. Continuando la navigazione senza modificare le impostazioni del browser, accetti l´utilizzo dei cookie
Potremmo richiedere che i cookie siano attivi sul tuo dispositivo. Utilizziamo i cookie per farci sapere quando visitate i nostri siti web, come interagite con noi, per arricchire la vostra esperienza utente e per personalizzare il vostro rapporto con il nostro sito web.
Clicca sulle diverse rubriche delle categorie per saperne di più. Puoi anche modificare alcune delle tue preferenze. Tieni presente che il blocco di alcuni tipi di cookie potrebbe influire sulla tua esperienza sui nostri siti Web e sui servizi che siamo in grado di offrire.
Cookie essenziali del sito Web
Questi cookie sono strettamente necessari per fornirvi i servizi disponibili attraverso il nostro sito web e per utilizzare alcune delle sue caratteristiche.
Poiché questi cookie sono strettamente necessari per la consegna del sito web, il loro rifiuto avrà un impatto sul funzionamento del nostro sito web. È sempre possibile bloccare o cancellare i cookie modificando le impostazioni del browser e forzare il blocco di tutti i cookie su questo sito web. Ma questo vi chiederà sempre di accettare/rifiutare i cookie quando visitate il nostro sito.
Rispettiamo pienamente se si desidera rifiutare i cookie, ma per evitare di chiedervi gentilmente più e più volte di permettere di memorizzare i cookie per questo. L’utente è libero di rinunciare in qualsiasi momento o optare per altri cookie per ottenere un’esperienza migliore. Se rifiuti i cookie, rimuoveremo tutti i cookie impostati nel nostro dominio.
Vi forniamo un elenco dei cookie memorizzati sul vostro computer nel nostro dominio in modo che possiate controllare cosa abbiamo memorizzato. Per motivi di sicurezza non siamo in grado di mostrare o modificare i cookie di altri domini. Puoi controllarli nelle impostazioni di sicurezza del tuo browser.
Cookie di Google Analytics
Questi cookie raccolgono informazioni che vengono utilizzate sia in forma aggregata per aiutarci a capire come viene utilizzato il nostro sito web o quanto sono efficaci le nostre campagne di marketing, o per aiutarci a personalizzare il nostro sito web e l'applicazione per voi al fine di migliorare la vostra esperienza.
Se non vuoi che tracciamo la tua visita al nostro sito puoi disabilitare il tracciamento nel tuo browser qui:
Altri servizi esterni
Utilizziamo anche diversi servizi esterni come Google Webfonts, Google Maps e fornitori esterni di video. Poiché questi fornitori possono raccogliere dati personali come il tuo indirizzo IP, ti permettiamo di bloccarli qui. Si prega di notare che questo potrebbe ridurre notevolmente la funzionalità e l’aspetto del nostro sito. Le modifiche avranno effetto una volta ricaricata la pagina.
Google Fonts:
Impostazioni Google di Enfold:
Cerca impostazioni:
Vimeo and Youtube video embeds:
Altri cookies
Sono necessari anche i seguenti cookie - Puoi scegliere se permetterli:
Privacy Policy
Puoi leggere i nostri cookie e le nostre impostazioni sulla privacy in dettaglio nella nostra pagina sulla privacy.