Al IX congresso confederale Confsal il segretario provinciale  di Bari

prof. Vito Masciale, la dottssa Annamaria Mastrovito e l’ins.

Maria Rosaria Valentino segretaria provinciale di Lecce  sono stati

eletti  nella segreteria generale della Confsal e nel consiglio nazionale della Confsal.

Nel consiglio nazionale della Confsal sono anche  stati eletti la prof.ssa

Elvira Serafini Segretaria Generale Snals, la dott.ssa Angiuli Teresa,

l’ins. Colelli Concetta  segretaria  provinciale di Foggia,

la dott.ssa De Bernardo Chiara segretaria regionale  Snals  della Puglia ,

il prof. Lozito Vito del consiglio provinciale di Bari, il prof. Schirone Luigi del consiglio

provinciale di Taranto e il prof. Valentino Salvatore del consiglio provinciale di Lecce.

Il cav. Cataldo Roselli del consiglio provinciale di Bari  nel collegio dei sindaci

e la prof.ssa Nunzia Berloco del consiglio provinciale di Bari nel collegio

dei Probiviri, completano la rosa degli eletti  pugliesi.

A tutti loro complimenti e auguri di buon lavoro da tutta la grande famiglia

dello Snals di terra di Puglia.

In attesa della  pubblicazione della guida operativa per l’applicazione del Nuovo regolamento di contabilità, la competente direzione generale (DGRUF) ha provveduto  ad adottare un  nuovo piano dei conti in cui l’articolazione degli aggregati di spesa prevista nel programma annuale è stata modificata per permettere  una rappresentazione omogenea delle finalità di utilizzo delle risorse da parte delle singole scuole  e una possibile lettura integrata da parte dell’Amministrazione.
Nel dettaglio, rispetto ai progetti, è stato aggiunto, come già per gli aggregati “A” e “G”, un ulteriore livello di classificazione, non modificabile, mentre sono state modificate/aggiunte voci all’aggregato “A”.

Ogni  scuola potrà definire e descrivere i singoli progetti/attività come ritiene opportuno ma dovrà classificarli in funzione delle opzioni disponibili previste; è infatti permesso alle scuole di inserire un terzo livello di classificazione.

Non vi sono, quindi, cambiamenti rispetto ai precedenti schemi in relazione alla descrizione dei singoli progetti/attività, ma soltanto  rispetto alla classificazione degli stessi.

Per quel che concerne  le progettualità riferite ai PON, la classificazione delle stesse all’interno del programma annuale dovrà avvenire in funzione della finalità, e non  della fonte di finanziamento. In questa ottica, per individuare la giusta imputazione dei progetti riportati, è necessario conoscere la finalità degli stessi.

Le diverse operazioni gestionali che la scuola effettuerà nel corso dell’esercizio finanziario faranno pertanto riferimento al progetto definito dalla scuola, garantendo una riproduzione dei fatti contabili puntuale con riferimento ad ogni singolo progetto attivato dalla scuola, in continuità rispetto a quanto accade attualmente.
Concludendo, per ogni progetto, fermo restando la necessità di una classificazione di esso, le scuole avranno un apposito schema per la programmazione e la rendicontazione delle risorse  utilizzate, garantendo la trasparenza delle fonti di finanziamento usate.

news

 

 

 

La legge di bilancio 2019 ha modificato il decreto legislativo n. 59/2017 e

quindi il sistema di accesso ai ruoli per i docenti della scuola secondaria di

primo e secondo grado.

Il nuovo sistema si articola in:

concorso; percorso annuale di formazione iniziale e prova;

conferma in ruolo previo superamento del predetto percorso.

Requisiti di accesso :

Per i posti comuni

  • abilitazione specifica sulla classe di concorso oppure
  • laurea (con piano di studio completo per l’accesso a quella classe di concorso) e 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche oppure
  • abilitazione per altra classe di concorso o per altro grado di istruzione, fermo restando il possesso del titolo di accesso alla classe di concorso richiesta (no 24 CFU) oppure
  • laurea + 3 anni di serviziosvolti negli ultimi otto (no 24 CFU). Si partecipa per una delle classi di concorso per cui si ha  un anno di servizio.

Per i posti di sostegno:

  • requisiti (quelli per i posti comuni oppure quelli per i posti di ITP) più il titolo di specializzazionesu sostegno.

 Requisiti richiesti agli insegnanti tecnico-pratici (ITP)

per partecipare al concorso, distinguendo tra quelli  richiesti sino al 2024/25

e requisiti richiesti dopo tale data.

Requisiti ITP sino al 2024/2025

L’articolo 22, comma 2, del nuovo  D.lgs. 59/2017 così recita:

I requisiti di cui all’articolo 5, comma 2, sono richiesti per la partecipazione
ai concorsi banditi successivamente all’anno scolastico 2024/2025. Sino ad
allora, per i posti di insegnante tecnico pratico, rimangono fermi i requisiti
previsti dalla normativa vigente in materia di classi di concorso.

Gli insegnanti tecnico pratici, dunque, sino al 2024/2025partecipano

al concorso con il diploma, considerato che la normativa vigente in materia

di classi di concorso prevede che gli ITP accedono alle medesime con il diploma 

Fino a tale data sono esonerati dal conseguimento dei 24 CFU in discipline

antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche.

Requisiti ITP dopo il 2024/2025

I concorsi saranno banditi annualmente per le regioni e per le classi di concorso

con disponibilità. Dopo il 2024/25, gli insegnanti tecnico pratici potranno partecipare

al concorso, se in possesso di uno dei seguenti requisiti:

  1. abilitazione specifica sulla classe di concorso;
  2. laure aoppure diploma dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica
    di primo livello oppure titolo equipollente o equiparato, coerente con le
    classi di concorso vigenti alla data di indizione del concorso, e 24 CFU nella discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e e tecnologie

 

 

Il concorso per diventare DSGA è ormai avviato : le istanze entro il 28 gennaio 2019

Ricordiamo che possono partecipare al concorso tutti coloro che  possiedono uno

dei seguenti titoli:

  • diploma di laurea in giurisprudenza/scienze politiche/sociali o amministrative/economia e commercio;
  • diplomi di laurea specialistica (LS) 22, 64, 71, 84, 90 e 91;
  • lauree magistrali (LM) corrispondenti a quelle specialistiche ai sensi della tabella allegata al D.I. 9 luglio 2009.

Possono  partecipare, in deroga ai succitati titoli, gli assistenti amministrativi che, alla data di entrata in vigore della legge 27 dicembre 2017 n. 205, abbiano maturato almeno tre interi anni di servizio anche non continuativi  sulla base di incarichi annuali, negli ultimi otto, nelle mansioni di direttore servizi generali ed amministrativi (DSGA). I cosiddetti facenti funzione.

Il bando prevede inoltre  che il 30% dei posti banditi in ciascuna regione siano riservati:

  • agli ATA già di ruolo in possesso di una delle lauree richieste come titolo d’accesso;
  • agli assistenti amministrativi che, alla data di entrata in vigore della legge n. 205/2017, hanno maturato almeno tre interi anni di servizio, anche non continuativi, sulla base di incarichi annuali, negli ultimi otto, nelle mansioni di DSGA, anche in mancanza del requisito culturale richiesto,cioè la laurea

Per beneficiare della riserva di posti si devono superare le prove concorsuali con il punteggio minimo previsto.

Di seguito la tabella con i posti banditi  e riservati in ciascuna regione ai succitati candidati:

Come definito dalla Legge di Bilancio 2019, l’Alternanza Scuola Lavoro ovvero percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento cambiano aspetto: nuovo nome e meno ore. Si chiamerà “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” e la sua durata sarà nell’ultimo triennio di almeno 90 ore nei licei, di 150 ore negli istituti tecnici e di 180 ore nei professionali.

Le novità dovranno applicarsi da subito. Entro fine febbraio un decreto del Miur definirà le nuove linee guida.

In attesa del decreto rimane certo il carattere obbligatorio dei nuovi percorsi, così come è stato ribadito dallo stesso Ministro dell’Istruzione l’elevato valore strategico attribuito a queste esperienze.

La centralità dell’Alternanza è confermata anche dal fatto che alla prova orale del nuovo esame di maturità del prossimo giugno i candidati dovranno esporre le esperienze di Alternanza Scuola-Lavoro svolte.

A tal riguardo il ministro Bussetti ha anche precisato che “se un istituto vuole fare più ore è libero di farlo”.

Con riferimento ai bandi pubblicati sulla G.U. n. 2 dell’8 c.m. – 4 serie speciale concorsi ed esami –, inerenti la selezione del personale docente, ATA e Dirigenti scolastici per la destinazione all’estero, possono partecipare coloro che si trovano in servizio con contratto a tempo indeterminato che, all’atto della domanda, abbiano maturato un servizio effettivo di almeno 3 anni nel ruolo di appartenenza, dopo il periodo di prova.

Non si valuta l’anno scolastico in corso.

Oltre ai tre anni di servizio occorre:

  • possedere una certificazione della conoscenza della lingua straniera per la quale si partecipa, non inferiore al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento (QCER) per le aree linguistiche: inglese, francese, tedesco e spagnolo – mentre per la laurea magistrale in lingua è considerata corrispondente al livello C1;
  • aver partecipato ad almeno un’attività formativa della durata non inferiore a 25 ore, organizzata da soggetti accreditati dal MIUR ai sensi della direttiva 170 del 21 marzo 2016, su tematiche afferenti all’intercultura o all’internazionalizzazione (per i dirigenti scolastici al management);
  • non essere stato restituito ai ruoli metropolitani durante un precedente periodo all’estero per incompatibilità di permanenza nella sede per ragioni imputabili all’interessato/a;
  • non essere incorso in provvedimenti disciplinari superiori alla censura e non aver ottenuto la riabilitazione.

I docenti assegnati alle attività di sostegno devono possedere la relativa specializzazione.

Per i docenti nell’art. 3 comma 2 del bando vengono indicati i titoli utili per l’accesso alla selezione per i vari codici di funzione (SCI, Scuole e iniziative scolastiche – SEU, Scuole Europee – LET Lettorati).

Non sono ammessi alla selezione coloro che:

  • nell’arco dell’intera carriera abbiano svolto due periodi all’estero ciascuno dei quali di sei anni scolastici consecutivi, inclusi gli anni in cui ha luogo l’effettiva assunzione in servizio, e i due periodi non siano separati da almeno sei anni scolastici di effettivo servizio nel territorio nazionale.
  • non possano assicurare alla data di pubblicazione del bando a normativa vigente la permanenza in servizio all’estero per sei anni scolastici a decorrere dal 2019/2020. Di anno in anno, in occasione dell’individuazione dei candidati per la destinazione all’estero, saranno successivamente depennati dalle relative graduatorie coloro che non potranno assicurare la permanenza all’estero per i successivi sei anni.

La selezione per i titoli è volta ad individuare i candidati che hanno accesso al colloquio.

I titoli valutabili sono quelli culturali, professionali e di servizio previsti dagli allegati 3,4 e 5 del bando.

Saranno ammessi coloro che totalizzeranno almeno 25 punti (15 per il personale ATA).

Al colloquio la Commissione attribuisce un punteggio massimo di 40 punti per ciascuna delle aree linguistiche indicate dal candidato nelle domande di partecipazione.

La valutazione finale si valuta in centesimi ed è determinata dalla somma del punteggio dei titoli (massimo 60 punti) e dal colloquio (massimo 40 punti).

Il personale che non accetta la destinazione o che, dopo la destinazione, non assume servizio, è depennato dalla graduatoria.

(www.snals.it)

Con l’avvicinarsi delle scadenze per la mobilità forniamo alcuni chiarimenti sulle richieste di passaggio di ruolo e passaggio di cattedra che possono essere presentate dai docenti.

Entrambi i passaggi sono movimenti che rientrano nella mobilità professionale. Il docente che presenta le relative domande effettua richieste diverse in relazione alla classe di concorso o al grado di istruzione.

MOBILITA’ PROFESSIONALE

Per partecipare alla mobilità professionale è necessario essere in possesso della specifica abilitazione per il passaggio al ruolo richiesto oppure, per quanto riguarda i passaggi di cattedra, della specifica abilitazione alla classe di concorso richiesta ed è indispensabile aver superato l’anno di prova nel ruolo di appartenenza.

PASSAGGIO DI RUOLO

Il passaggio di ruolo è il movimento che determina la modifica del grado di istruzione di titolarità. Il passaggio di ruolo determina l’obbligo di svolgere l’anno di prova e la formazione nella sua interezza.

PASSAGGIO DI CATTEDRA

Il passaggio di cattedra è il movimento che determina la modifica della classe di concorso di titolarità, sempre nello stesso grado di istruzione di titolarità.

In seguito al passaggio di cattedra non esiste alcun obbligo in relazione allo svolgimento dell’anno di prova.

Nel caso di presentazione di domanda di passaggio di cattedra per due diverse classi di concorso occorrerà presentare due distinte domande, indicando l’ordine di priorità tra le due richieste.

ASI (Assistenza Sanitaria Integrativa), una grande novità nel comparto delle Scuole non Statali e delle Università Pontificie

Nel pomeriggio del 8 gennaio 2019 per il comparto delle Scuole non Statali, in sede notarile, i Segretari Generali di SNALS-CONFSAL, CISL Scuola, UIL Scuola e SINASCA hanno sottoscritto con i rappresentanti dell’associazione datoriale AGIDAE lo statuto di un nuovo istituto contrattuale, introdotto in via sperimentale a seguito della sottoscrizione del CCNL AGIDAE 2016-2018 firmato a Roma il 7 luglio del 2016.

Questo nuovo welfare contrattuale chiamato ASI (Assistenza Sanitaria Integrativa), rappresenta una grande novità nel comparto delle Scuole non Statali e delle Università Pontificie. Per ogni lavoratore è previsto un contributo, a carico esclusivo del datore di lavoro, pari a 5 euro per 13 mensilità. Le risorse impegnate riguarderanno un significativo numero di lavoratori AGIDAE che potranno così beneficiare di maggiori tutele sanitarie.

È stata finalmente resa nota, in data 6 gennaio 2019, la Bozza del Decreto Legge “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e pensioni”.

Secondo la Bozza, le norme in questione decorrono dall’1.01.2019.

Per quanto riguarda la materia pensionistica, ed in particolare il personale della scuola, i punti salienti del Decreto Legge, riportati nel Titolo II artt.14, 15 e 16, si possono riassumere così:

Pensione Anticipata

–    viene bloccato l’aumento dei 5 mesi, già contemplato nel D.M., che prevedeva per il personale scolastico la presentazione della domanda di pensionamento all’1.09.2019 entro il 12 dicembre u.s.;

–    rimangono quindi in vigore i requisiti validi al 31.12.2018, cioè 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.

Successivamente all’approvazione definitiva del D.L. e nel caso in cui non ci siano ulteriori modifiche, sarà necessario attendere opportune comunicazioni da parte del MIUR per la riapertura dei termini di presentazione delle domande di pensionamento per coloro che, a causa dell’aumento dei 5 mesi precedentemente previsto, non hanno presentato domanda di pensionamento, ritenendo di non avere i requisiti.

Le/i docenti di scuola dell’infanzia, beneficiando delle misure relative alle categorie “lavori usuranti”, avevano già diritto a non aver applicato l’aumento dei 5 mesi. Una situazione non contemplata nelle domande di istanze online al MIUR.

Pensione di Vecchiaia

Per questa tipologia di pensionamento vengono confermati i 5 mesi di aumento e quindi dall’1.01.2019 il requisito dell’età è pari a 67 anni (66 anni e 7 mesi +5 mesi).

Quota 100

In via sperimentale questa disposizione è in vigore per tre anni, dal 2019 al 2021.

I requisiti per il pensionamento sono fissati in 62 anni di età e 38 anni di anzianità di servizio.

All’art. 14 co.7 del D.L. si legge: “Per il personale del comparto scuola e AFAM si applicano le disposizioni di cui all’art. 59 comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449“. Quindi si conferma la possibilità per detto personale di maturare i requisiti pensionistici entro il 31.12 dello stesso anno, avendo a disposizione un’unica finestra fissata al 1° settembre. Ad esempio si potrebbe andare in pensione l’1.09.2019, maturando i requisiti entro il 31.12.2019.

Per quanto concerne il pagamento della Buonuscita/TFR verrà effettuato secondo quanto previsto dalla legge Fornero e modifiche seguenti attualmente vigenti. Le singole Amministrazioni, per venire incontro ai pensionati, possono stipulare convenzioni con le banche per anticiparne il pagamento.

Opzione Donna

Dall’1.01.2019 è riservata la possibilità di accedere a tale tipologia di pensione alle lavoratrici nate entro il 31 dicembre 1959 e in possesso di un’anzianità di servizio pari o superiore a 35 anni.

Attendiamo comunque che, dopo l’emanazione del testo definitivo del D.L., siano date disposizioni e chiarimenti in merito dal MIUR.

Reduce dalla riuscita manifestazione organizzata il 1° maggio scorso, in occasione della Festa del Lavoro 2018, nella quale si sono riuniti a Napoli, nella splendida cornice di Piazza del Plebiscito, oltre 20mila partecipanti, la Confsal si appresta a celebrare il suo IX Congresso Generale Confederale dal titolo: “Nuovo patto sociale per lo sviluppo”.

Il momento “clou” dell’assise congressuale, la giornata dedicata al confronto con i rappresentanti delle Istituzioni, si terrà a Roma presso l’Auditorium del Massimo in Viale Massimiliano Massimo dalle 9,30 alle 19,00.

Accanto al Segretario Generale Angelo Raffaele Margiotta saranno presenti i massimi rappresentanti delle Istituzioni e del mondo politico.

L’evento coinvolgerà oltre mille delegati delle Federazioni operanti nei comparti pubblici (Scuola, Sanità, Funzioni Centrali e Funzioni locali, Soccorso Pubblico e Sicurezza) e nel lavoro privato (Agricoltura, Artigianato, Commercio, Comunicazioni, Industria Chimica e Metalmeccanica, Servizi, Terzo Settore e Trasporti), in rappresentanza di 2 milioni di associati, lavoratori e pensionati, che si riconoscono negli ideali, nelle proposte e nelle azioni della Confsal.

Al centro dei lavori i principali valori e obiettivi che ispirano l’azione sindacale della Confederazione Confsal: centralità e difesa del Lavoro, tutela e benessere della Persona, nuovo impulso ai servizi resi dalle Amministrazioni Pubbliche e politiche di sviluppo per la crescita economica e civile del Paese in un contesto di legalità, sicurezza e solidarietà.

La Confsal si presenta oggi come la più grande confederazione autonoma, in grado di parlare alla gente e agli iscritti, per elaborare più evolute forme di rappresentanza degli interessi dei lavoratori e delle imprese.  Nata nel 1979 dalla fusione di due sindacati autonomi, Snals e Unsa, si è posta come una valida alternativa al sindacalismo ideologico che spesso ha interpretato una visione ristretta o distorta degli interessi del mondo del lavoro.

Il suo valore fondante si esprime nella «realizzazione della tutela e della valorizzazione della persona umana del lavoratore inteso come fondamentale protagonista della vita economica e sociale del Paese».